Forse riuscirò a morire coi miei capelli in testa. Pochi, pochi, ma quanto basta per far finta d’avere un ciuffo e darmi un’aria furba,sfacciata se non (ahimè!) addirittura “giovanile”, lietamente strapazzata..Intrigante? Intrigante poi per chi? Perché? Quali intrighi? Autogratificazione? come si dice? Prendersi per il culo. Ma i molti capelli servivano a far la rivoluzione. Unavolta ero il re dei cortei,il fanatico delle barricate. Sprezzante, coraggioso, sempre avanti a tutti. Lacrimogeni e manganelli mi eccitavano. “El pueblo unido jamà serò. vencido!” Che tempi! Io coi miei capelli arruffati e nerissimi,da corvo, la pelle olivastra e i miei occhi scuri e ben tagliati. Sei messicano? Mi dicevano. Brasiliano? Siriano? Eschimo e “mezzo” toscano. Sì, il “mezzo” toscano sfigurava un pò, allora non “usava”, sembrava roba da vecchi, da osteria. l’avevo ripreso da mio nonno, anima santa d’anarchico,quando correvo a portarglielo dal tabacchino. Ma adesso vino e toscano “tirano”, fanno moda, così ora il “mezzo” ce 1’hanno in bocca froci, papponi e portaborse. Il mio “mezzo”! Non lo mollavo mai fino a scottarmi la bocca, mi sentivo mezzo pistolero alla Clint, anche se i compagni più “fichi” rollavano cartina e tabacco, sempre stretto tra i denti, masticando saliva acidula. Perché si mastica il “mezzo”, non si succhia pendulo come fanno adesso i ricchioni e i ruffiani in cravatta e abbronzatura da lampada. Incominciai a perdere i capelli a 40 anni, quando smisi coi cortei e le mazzate, ma il colpo finale me lo diede Laura quando mi lasciò due anni fa. Quando si va parecchio giù va tutto in pezzi; i capelli che resistevano eroicamente in trincea incominciarono ad arrendersi in massa. Intravidi la “pelata” come l’orribile cadavere di un amico! Era finita. “L’ultimo comunista!”, mi rise in faccia Laura prima di andarsene, come volesse espormi alle beffe di un pubblico divertito; “…Eccolo lì!..” L’ultimo illuso voleva dire, anzi l’ultimo coglione. E meno male che mi risparmiò la frase fatidica: “Quando decidi di crescere?” Già, crescere per una donna in smania di riproduzione significa schiaffarsi sulle spalle sacchi e sporte di responsabilità, fatica, umiliazioni, correr dietro ai soldi contati, e poila famiglia. La famiglia è tutto ti dicono! Figli tra cacca e vomito, poi lacrime, pene, sangue, e magari se ce la fai arranchi a giocare coi nipotini, poi farsi mettere da parte a calci in culo come un inutile fuco spompato e coronare la “crescita” virile e responsabile con un fatidico e opportuno infarto. Quello sì che è un uomo! Al diavolo la famiglia! Le beghe, le corna, il fiato corto, ninna carrozzine e addormentati sugli “straordinari” e magari ti capita di ritrovarti con dei figli più stronzi di te. No. Io volevo il mondo per famiglia, la lotta da fare coi compagni, dividersi lacrime, risa, botte, vino. Andare per il mondo inseguendo la luce che ogni giorno va via: l’avventura, il sogno da rifare,la rabbia che ti monta il sangue, l’amore perduto e ritrovato. Il grande gioco da giocare con altri pazzi come te. I giorni erano pieni allora, pieni da scoppiare, le donne ti prendevano e ti lascia vano,e tu le prendevi e le lasciavi. Sole e pioggia, estate e inverno erano densi e forti, ti ubriacavano come liquori. La morte la prendevamo a calci quando veniva a metterci in tasca malinconie. L’ultimo comunista! Un peccato? Una malattia? Non voglio dimenticarmi dei sogni, dei pugni, degli urli in sezione, i discorsi tirati fino all’alba, fino alle lacrime agli occhi. Sentirsi dentro i giorni che erano per noi, solo per noi. Sentirsi e chiamarci e trovarci, prenderci per il bavero, picchiarci e volerci bene. Eravamo qualcosa,e sapevamo dove andare. E l’amore, l’amore … preso e rubato, a morsi profondi, affamati. Non voglio dimenticarmi di quel ragazzo che ero, pieno di capelli, di rabbia,di speranze assurde e bellissime. Voglio che quel ragazzo resti con me fino alla fine. No. Non voglio “crescere” per i due cuori nella tua capanna, per le tue culle, i tuoi mutui, i tuoi debiti per le vacanze, le tue domeniche intorno a un tavolo con i tovaglioli ripiegati,e magari la scopata il sabato sera dopo la partita in televisione. Non voglio essere il tuo uomo Anna, Francesca, Paola, Daniela o come accidenti vi chiamavate! Voglio morire senza invecchiare, rivoglio i miei capelli,datemi l’eschimo e il “mezzo” da masticare. Voglio uscire e andarmene via. Tieni, riprenditi le tue stramaledette lacrime e tutte le mie piante per te! Ti strappo dai miei occhi e m’innamoro del mondo… fottiti Laura!
http://youtu.be/GQAWJHITdhg