In Italia prostituirsi non è un reato – altro è lo sfruttamento della prostituzione – ma il settore non è regolato da nessuna legge, con i risultati che vediamo ogni giorno. Lo è invece in Germania, in Austria, Svizzera ed Ungheria, dove chi vuol vendere il suo corpo può farlo solo in strutture regolarmente autorizzate e in precise zone cittadine, registrandosi al commissariato, pagando le tasse e adempiendo a precise norme igieniche. Sono strutture ben diverse dalle case chiuse di una volta: questi bordelli del 2000 sono in genere gestiti senza pressioni criminali, almeno in Germania, dove qualsiasi donna può dunque, in linea di principio, scegliere liberamente di fare la puttana. Quello che nella patria di Lili Marleen fa “Sonia Rossi”, una studentessa siciliana (ci risiamo!) che studia matematica a Berlino alla prestigiosa Università Humboldt (1), ma trova difficile mantenersi agli studi lavorando come commessa o barista, dovendo conciliare gli orari di lavoro con quelli delle lezioni. In più si è portata dentro casa Ladja, un giovane polacco conosciuto in un locale dove lei lavorava. È un tipo senz’arte né parte, né ha fantasia di lavorare: ogni tanto si vende agli uomini, come fa il suo amico Tomas, oppure fa lavoretti saltuari. Ladja dev’esser molto bello e bravo a letto, altrimenti non si spiega perché una ragazza sì dotata vada a infognarsi con un parassita sociale. La nostra Sonia decide quindi in piena coscienza e libertà di lavorare prima in una chat line erotica con video, poi passa ad un salone massaggi con extra, poi a un bordello per immigrati, poi ancora a un night club con camere da letto comprese, poi ancora in un altro salone di massaggi ed extra, e così via. Fa insomma la puttana e lo dice apertamente, anche se la famiglia non sa niente (ovvio) e il fidanzato (poi marito) accetta a malincuore (?) questo sistema capace di mantenere due persone. Che lei lo faccia per soldi è chiaro, anche se arriva pure a chiedere ogni tanto altri soldi ai genitori. Sonia e il suo Ladja devono aver proprio le mani bucate: vivere a Berlino costa meno che a Roma, mentre neanche i soldi fatti scopando bastano per due, al punto di dover accettare alcune faticose quanto ben pagate trasferte in bordelli di lusso tedeschi e svizzeri: la crisi economica tange anche le puttane. E’ vero che così trova il tempo per studiare e seguire le lezioni di matematica e tedesco (il libro è stato scritto in tedesco), ma spesso litiga con il milieu dove lavora. Deve avere comunque un certo stomaco, visto che è la prima a dire che certi clienti e certi locali fanno solo schifo. Come si fa? Noi uomini sappiamo da sempre separare il sesso dal sentimento, e qui semplicemente le donne non sono da meno. E una volta risolto questo problema, risolvere gli altri è facile. Le descrizioni delle puttane e dei clienti sono imparziali: c’è del buono e del marcio da entrambe le parti, e la clientela è uno spaccato della vita sociale berlinese. Ricchi e poveri, operai e professionisti, singoli e sposati, ariani ed immigrati, normali e pervertiti, ma tutti uniti nel frequentare il dopolavoro del Fottistero. Sia chiaro che le puttane hanno spesso un fidanzato, un marito e magari un figlio, ma quel mondo rimane fuori dal lavoro, dove le attese si ingannano giocando a carte, vedendo la tv o consumando rotocalchi. O parlando di uomini. Li conoscono bene? Si, ma attraverso un rapporto professionale. In quattro anni Sonia e le sue amiche saranno andate a letto con almeno mille diversi uomini a testa, ma i sentimenti li lasciano per l’uomo con cui dormono la notte, anche se è un buono a nulla. La nostra Sonia però s’innamora di Milan, un uomo sposato con figli, con cui scopa veramente e ne resta anche incinta (segue aborto con sensi di colpa). L’anno dopo invece rimarrà incinta di Ladja e a quel punto la sua vita cambia: farà i soldi coi clienti che amano il preggo sex e smetterà quando nasce il pupo. I teutonici servizi sociali stavolta le verranno incontro e in seguito troverà un buon lavoro di ufficio, che le permetterà di finire gli studi senza farsi sbattere su un letto. E finalmente caccerà di casa l’irresponsabile marito. Meglio tardi che mai.
E resta una domanda inevasa: di Berlino ormai sappiamo tutto, ma qui a Roma quante sono le studentesse fuorisede che lo fanno? Non esistendo bordelli legalizzati, non lo sapremo mai.
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FUCKING BERLIN
Sonia Rossi (pseud.)
Rizzoli, 2009 e ristampe
220 p. 14 euro
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NOTE
(1) “Sonia Rossi” nel testo dice di essere nata nelle isole Eolie, figlia della locale bibliotecaria. Può darsi che imbrogli le carte, visto che con tali informazioni è troppo facile risalire alla sua ‘identità: l’unica biblioteca pubblica sta a Lipari, né tutti mandano la figlia a studiare matematica a Berlino. L’accento di Lipari viene comunque riconosciuto da un cliente italiano, un professore universitario di linguistica italiana venuto per un congresso. La biblioteca comunale di Lipari fu fondata nel 1958 e oggi ha ben 27.000 volumi. Sito: http://www.sbrmessina.it/comlipari.html#