Oltre i limiti del Tempo, dello Spazio e della Fantasia

Per gli amanti della fantascienza Herbert George Wells è sicuramente un nome noto, nella letteratura prima, dal momento che egli è considerato tra i padri di tale genere, e nel cinema poi, dove film come “The time machine” e “La guerra dei mondi” sono stati tratti dai suoi romanzi.
Se oggi fosse ancora vivo, Wells morì infatti nel 1946 all’età di ottant’anni, rimarrebbe senza dubbio sorpreso nello scoprire di essere stato scelto come protagonista di una saga letteraria intitolata “Trilogia Vittoriana”, scritta dal giornalista spagnolo Felix J. Palma e ispirata a tre delle sue opere principali, le due sopra citate e una terza, ugualmente nota, intitolata “L’uomo invisibile”.
Dei tre libri che la compongono, finora solo due sono stati pubblicati, ovvero “La mappa del tempo” e “La mappa del cielo” di cui ora si parlerà, mentre il terzo è previsto nel prossimo biennio.
Le sorprese più grandi le avrà però il lettore a partire dal primo libro, quando Palma lo inviterà personalmente alla lettura o meglio “ad immergerti nelle appassionanti pagine del nostro romanzo d’appendice”, dando il via ad una sorta di dialogo immaginario con esso, spiegando ciò che lui può fare o non fare nel suo ruolo di narratore, il tutto mischiato alla storia vera e propria. Lo stesso procedimento sarà poi ripetuto nel seguito e ovviamente ci si aspetta che anche per il terzo la linea guida sarà la medesima.
È bene però andare con ordine. “La mappa del tempo” come ho detto, è il primo romanzo della trilogia. La storia, ambientata a Londra nel 1896, è suddivisa in tre parti collegate tra loro e con i medesimi personaggi, che si alternano di volta in volta nel ruolo di coprotagonisti a fianco di Wells,
colui intorno a cui tutto gira. Ognuna delle tre storie è infatti legata al suo romanzo “La macchina del tempo”, fresco di stampa in quel periodo, un’opera in grado di donare ai suoi lettori una nuova visione della dimensione temporale e capace di infondere in essi emozioni differenti, tra le quali la speranza. Ci sarà anche qualcuno che da quel libro deciderà di trarne profitto, tanto da far propria l’idea dello scrittore trasformandola in un’impresa di viaggi temporali, veri o falsi che siano solo Wells conoscerà la verità. Il nemico più pericoloso però, sarà il vero viaggiatore del tempo, che, da un lontanissimo futuro, tornerà nel 1896 con un oscuro piano in cui ovviamente lo scrittore sarà inconsapevolmente coinvolto.
In una storia già di per sé geniale, a colpire di più è il modo in cui Palma inserisce i vari personaggi nel corso del racconto, se in una parte sono protagonisti in quella successiva li si ritrova semplicemente come passanti o come brevi apparizioni poste solo per non dimenticarsi di loro nel contesto generale, il tutto rispettando la linea temporale, che in questo libro sembra una cosa impossibile. Ad un certo punto può sorgere il dubbio di quale sia il senso del romanzo, o quale connessione ci sia tra una storia e l’altra, ma la risposta non tarda ad arrivare, grazie ad una lettura scorrevole favorita dai frequenti dialoghi e dagli interessanti viaggi introspettivi dei protagonisti.
Le stesse caratteristiche e la stessa costruzione della storia le ha il secondo romanzo intitolato “La mappa del cielo”, ispirato questa volta a “La guerra dei mondi”, scritto da Wells nel 1897.
A distanza di due anni dagli avvenimenti del primo libro, lo scrittore inglese, già sazio del successo della sua nuova opera, verrà invitato da un collega americano a discutere di essa, questi lo renderà inoltre partecipe di scoperte alquanto inquietanti, legate alla storia da lui inventata. Come se ciò non bastasse, una sua vecchia conoscenza riemergerà dall’ombra per chiedere il suo aiuto (implorandolo) nel riprodurre l’invasione marziana descritta nel suo libro, con uno scopo un po’ fuori dal contesto ma certamente nobile. I risvolti di queste due richieste finiranno per incrociarsi, con risultati inaspettati e soprattutto meno piacevoli del previsto, al punto che la fantasia sconfinerà a malincuore nella realtà. Arriveranno forse i marziani?
Rispetto al precedente romanzo, dove le tre parti si accavallavano sulla linea temporale, questa volta il libro è suddiviso in tre periodi diversi ma pur sempre legati tra loro, compreso un flashback iniziale, essenziale per capire alcune cose altrimenti incomprensibili.
Se è vero che con la fantasia si può arrivare ovunque (e lo è), Palma ha messo in luce la sua visione personale di essa con questi due mirabolanti romanzi. L’idea di usare come protagonista uno scrittore realmente esistito forse non è nuova, ma quanti sono quelli che hanno pensato di far rivivere a quello scrittore le storie che lui stesso ha scritto? Riguardo a ciò, non preoccupatevi di non aver letto i libri di H.G. Wells, perchè tutto ciò che è importante sapere per leggere le due “Mappe” è fedelmente riportato da Palma.
La struttura delle due opere è solida, ed è difficile trovare delle falle che possano mettere in discussione il mondo creato dall’autore spagnolo, tranne forse qualche errore nella traduzione, tra i quali il più frequente è quello di scambiare di ruolo i personaggi, errore che si ripete in entrambe le opere, ma del quale Palma probabilmente non ha colpa.
Scrivere o classificare tutti i motivi per cui val la pena di intraprendere la lettura della Trilogia richiederebbe molte più pagine, ragion per cui è stato meglio tralasciare quegli aspetti e quelle sorprese che, se rivelati, toglierebbero sicuramente il piacere di scoprirli da sé.
La cosa migliore da fare, è quindi accettare “l’invito” che Felix J. Palma rivolge ad ognuno di noi, concludendo con una sua stessa frase che dice:“L’emozione e lo stupore sono assicurati”.

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Titolo: La mappa del tempo

Anno: 2011

P. 625

Titolo: La mappa del cielo

Anno: 2012

P. 652

Autore: Felix J. Palma

Editore: Castelvecchi

Traduttore: Marchetti P.

Felix J. Palma è uno scrittore e giornalista spagnolo. Questi sono i suoi primi due romanzi.

É possibile visitare il suo sito ufficiale all’indirizzo: http://www.felixjpalma.com/

 

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