Mai come in questo momento in Italia si pone il problema dell’integrazione degli immigrati e lo dimostra da sola l’impressionante serie di insulti al ministro Kyenge. Il dibattito è dunque molto animato, ma da un punto di vista teorico rimane fermo ad una serie di stereotipi, mentre questo libro introduce una tesi nuova. Ma andiamo per ordine. I primi contributi scientifici sul problema appaiono alle fine degli anni ’80, quando ci si accorge che l’Italia da terra di emigrazione sta diventando anche il contrario (1). Si tratta di studi ora originali, ma spesso tradotti dal francese, visto che molti dei problemi erano stati affrontati dagli altri prima di noi. Proprio gli studiosi francesi notavano la debolezza del pensiero antirazzista – vagamente umanitario – nel confronto con il razzismo quotidiano del francese medio verso i suoi ex popoli colonizzati Il primo s’ispira a princìpi etici universali, il secondo tira le somme di una convivenza forzata (2). Da quel giorno i continui flussi migratori continuano a spostare milioni di persone, alimentando il dibattito nelle nostre società tra chi è propenso ad accogliere l’altro e chi tiene a chiudere frontiere reali e culturali, in nome della sicurezza e della difesa dell’identità nazionale. Si è passati nel frattempo dal concetto di assimilazione a quello di integrazione (3) ed è cresciuto anche il discorso interculturale, fondato sulla valorizzazione della ricchezza dell’altro. Si è però sottovalutato l’impatto che milioni di stranieri possono avere in pochi anni nel tessuto sociale. Giulietto Chiesa, ottimo giornalista e attivista politico, nella sua prefazione a un manuale sulla legislazione italiana verso gli stranieri (4), indica correttamente nella globalizzazione dei processi produttivi e dei mercati la causa dell’accelerazione dello spostamento di popolazioni verso i centri produttivi e ne descrive a lungo le sofferenze umane. Ma non spende una parola per capire cosa pensa il cittadino medio privo di cultura politica o di un ritorno economico diretto, davanti a una massa di estranei con cui è obbligato a convivere. Storicamente, i rapidi spostamenti di popolazione e di risorse provocano sempre conflitto, ma non averne riconosciuto la portata è una carenza teorica pagata con l’affermarsi in Italia e all’estero di formazioni politiche dichiaratamente xenofobe (5).
Ma torniamo al nostro discorso iniziale. Una volta il diverso per essere accettato doveva rientrare nelle categorie del pittoresco e dell’esotico. La prima era riservata agli abitanti della nazione dai costumi arretrati ma interessanti: scugnizzi, briganti, gitane, mangiatori di maccheroni, pastori sardi. L’esotico invece rimandava al favoloso Oriente e all’Africa nera, magari con un pizzico di erotismo. E l’antropologia, dal canto suo, quando non giustificava il razzismo, aveva fino a pochi anni fa il limite di descrivere le varie etnie sul posto dove vivevano. Ma ora sono loro che vengono da noi, e la pretesa scientificità dell’antropologia e della sociologia cede troppo spesso il passo alla politica, scivolando nella propaganda ora in senso razzista, ora integrazionista (6). Walter Baroni ha dunque dedicato il suo studio all’analisi dei discorsi attorno all’accoglienza, al mescolamento delle culture e delle matrici. (7). Il dispositivo di enunciazione interculturale è ricostruito attraverso l’esame di materiali eterogenei, che vanno dalle campagne di comunicazione visiva di governo, Ong e associazioni contro la discriminazione, alle opere degli scienziati dell’intercultura e alla letteratura della migrazione. Al centro dell’attenzione vengono poste le modalità con le quali si produce la trasfigurazione discorsiva dei migranti in carne e ossa nel simbolismo interculturale, sorta di doppione normalizzato dei primi, costretto a un dialogo tra culture che è poco più che un monologo dei professionisti dell’accoglienza.
I risultati? Negli ultimi decenni, all’ombra del discorso reazionario, centrato sulla minaccia dell’immigrato criminale, è cresciuto anche il discorso interculturale, fondato sulla valorizzazione della ricchezza dell’altro. Ma quella che a prima vista potrebbe apparire come un’opposizione, in realtà è una solidarietà segreta, che qui si cerca di mostrare, articolando una scrupolosa analisi delle retoriche dell’accoglienza e dell’integrazione. Si nota intanto l’efficacia – almeno in certi ambienti – delle motivazioni conservatrici rispetto a quelle ideologiche della sinistra e dei cattolici. Il discorso della destra ha uno sfondo economicistico: l’immigrato è forza lavoro, quindi rifiutare oziosi e delinquenti è normale: in fondo nessuna società sente il bisogno di importarne. Ma se un camionista dell’Est accetta paghe più basse e turni di notte, danneggia i padroncini, gli stessi che in realtà gli cedono la licenza in subappalto. Insomma l’immigrato va bene se si integra senza rompere troppi equilibri, tanto che in una delle campagne di comunicazione, quella del Progetto integrazione promosso dal Ministero del Lavoro, della salute e delle politiche sociali, la badante parla veneto e il pizzaiolo napoletano! Evidentemente il centro-sinistra ha cercato di mediare davanti a un’opinione pubblica italiana tutto sommato razzista, accettando la segregazione neoliberista di una società ancora provinciale e poco internazionale, profondamente divisa tra “leghisti” e “progressisti”. Ma proprio qui s’inserisce la tesi dell’autore: gli argomenti dei primi sono basati su concetti economici ed etici, ma quelli dei secondi sono in sostanza una parodia delle motivazioni economiche che combattono. Il discorso produttivo resta – mascherato involontariamente – anche nel discorso umanitario: l’immigrato ti arricchisce (anche quando delinque?); un campo nomadi produce al suo interno socialità. C’è un razzismo sotterraneo, non dichiarato, più gentile, che s’incardina sull’idea di valorizzazione della cultura altrui. C’è dunque anche un razzismo di centro-sinistra che ritiene che lo straniero sia qualcosa di diverso e vada integrato a tutti i costi: l’idea di alterità è talmente radicata che dell’immigrato facciamo un diverso. L’intercultura è dunque il problema di cui crede di essere la soluzione: questa, in sostanza, la tesi di fondo sostenuta e scrupolosamente argomentata da Baroni:
“In una campagna di Lettera 27 che analizzo nel libro, l’idea di fondo è che queste persone devono venire qua per arricchirci. Non ci passa neppure per l’anticamera del cervello che abbiano dei diritti universali e possano vivere dove vogliono. Così alla fine, a destra il discorso ha uno sfondo economicistico (l’immigrato è forza lavoro), a sinistra c’è un arricchimento simbolico, ma di fatto l’immigrato è sempre visto come qualcuno che deve darci qualcosa, avere una funzione. Quindi in sostanza il discorso non cambia.”
Conclusioni: il 2008 è stato l’anno europeo dell’intercultura, ma essa dovrebbe servire a tutti. Invece i progetti sono finalizzati a minoranze e immigrati, perché dobbiamo aiutarli, farli integrare e comunque giustificarne la presenza sul territorio. Si nega di fatto il concetto che l’integrazione sia una questione di diritti. Le varie campagne enfatizzano l’accettazione della cultura degli altri, ma è un compromesso. Il percorso dovrebbe essere alla rovescia: iniziamo a parlare di diritti (e doveri) e solo dopo facciamo un discorso di accettazione culturale. Perciò è un libro consigliato a tutti, e in particolar modo agli operatori culturali e ai mediatori (spesso in buona fede quanto lo erano i missionari), a chi fa informazione, ma anche ai politici, se interessati a costruire un paese democratico.
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Titolo: Contro l’intercultura. Retoriche e pornografia dell’incontro
Autore: Walter Baroni
Editore: Ombre Corte, 2013
Collana: Culture, Nr. 104
Pagine: 176
ISBN-10: 8897522424
ISBN-13: 9788897522423
Prezzo: 17 euro
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NOTE:
(1) Razzismo e antirazzismo tra presente e tradizione Roma : Editori riuniti riviste, 1989 – Fa parte di: Democrazia e diritto : rivista critica di diritto e giurisprudenza
(2) Razzismo e antirazzismo / Alain De Benoist, André Béjin, Pierre-André Taguieff Firenze : 1992 ; Razzismo e antirazzismo : la sfida dell’immigrazione / René Gallissot ; Bari : 1992 ; La forza del pregiudizio : saggio sul razzismo e sull’antirazzismo / Pierre-André Taguieff Bologna :1994
(3) L’assimilazione prevede in una qualche misura l’abbandono della propria lingua e dei propri valori a favore di quelli della cultura egemone, l’integrazione permette l’esistenza di isole culturali aliene, purché non entrino in conflitto coi valori della società di accoglienza.
(4) Legislazione stranieri : per comprendere, decodificandolo, un diritto difficile / Lucio Barletta ; con la collaborazione di Domenico Colotta . Roma , 2007.
(5) E’ noto che in Europa esistono movimenti ben più estremi della Lega Nord, ma non sempre hanno quel riconoscimento giuridico e morale che in Italia abbiamo permesso ai leghisti, né all’estero un ministro della repubblica verrebbe insultato impunemente in aula e fuori. Il razzismo della Lega fa passare tra l’altro in secondo piano meccanismi istituzionali di separazione ed esclusione ben più radicali e strutturati, come quelli imposti dalla Sud Tiroler Volkspartei in Alto Adige non solo agli immigrati, ma agli stessi cittadini italiani..
(6) Il problema è più chiaro se impariamo a distinguere l’informazione dalla propaganda. L’informazione deve essere attendibile, verificabile e completa. La propaganda non lo è. Esiste in realtà una via intermedia, laddove l’informazione è scientifica e attendibile ma non completa. Penso a Lacio drom, la rivista di studi zingari diretta da Livia Karpati, che per diciotto anni è riuscita a parlare di Sinti, Rom e Camminanti senza mai nominare la parola furto; come parlare di Corleone discorrendo di soli agrumi. Eppure il livello scientifico della rivista era ottimo: spaziava dalla politica all’etnologia, dalla giurisprudenza alla sociologia, dalla letteratura al cinema, coprendo zone geografiche vastissime. Ma era viziata dal pregiudizio positivo, ammesso che il termine abbia senso.
(7) Walter Baroni collabora con il Dipartimento di Scienze della formazione dell’Università di Genova. Al centro della sua attività di ricerca sono i processi di soggettivazione e di segregazione discorsiva dell’altro. Ha pubblicato saggi sulla marginalità urbana e sulla differenza culturale, in riviste e volumi nazionali e internazionali.
BIBLIOGRAFIA:
Razzismo e antirazzismo tra presente e tradizione Roma : Editori riuniti riviste, 1989 – Fa parte di: Democrazia e diritto : rivista critica di diritto e giurisprudenza
Bianco su nero : satira e illustrazione su razzismo e antirazzismo / a cura di Elisabetta Cirillo, COSPE, Cooperazione per lo sviluppo dei paesi emergenti – Milano : Nuages, 1992
Razzismo e antirazzismo / Alain De Benoist, André Béjin, Pierre-André Taguieff Firenze : La roccia di Erec, 1992
Razzismo e antirazzismo : la sfida dell’immigrazione / René Gallissot ; cura e introduzione di Annamaria Rivera. Bari : Dedalo, 1992
L’ antirazzismo in Italia e Gran Bretagna : uno studio di educazione comparata / Sandra Chistolini ; prefazione di Mauro Laeng. Milano : F. Angeli, 1994
Antirazzismo ed istituzioni : atti dell’incontro-dibattito con la Polizia di Stato SOS Razzismo Italia e SIULP / a cura di Angela Scalzo ; prefazione di Luigi M. Lombardi Satriani. Roma : CentroStampa De Vittoria, 1994
Guida per amare i tedeschi / Roberto Giardina. Milano : Rusconi, 1994, 1995. – 351 p. ; 21 cm Collezione · Problemi attuali. Interventi In copertina. dopo il tit.: come superare i pregiudizi e smontare i luoghi comuni
La forza del pregiudizio : saggio sul razzismo e sull’antirazzismo / Pierre-André Taguieff. Bologna : Il mulino, 1994
Razzismo ed antirazzismo in pubblicita / Maria Laura Mautone ; rel. M. Livolsi Milano : Istituto Universitario di Lingue Moderne, 1993/94
Con quella faccia da straniero … : sussidio per l’educazione alla convivenza interculturale e all’antirazzismo / a cura di Alberto Caldana e Cinzia Sabbatini – S.l. : s.n., 1995?
Il razzismo spiegato a mia figlia / Tahar ben Jalloun. Milano, Bompiani, 1998
Rappresentazioni degli immigrati a Torino. Problemi per l’antirazzismo / Laura Maritano -Fa parte di: Afriche e orienti : rivista di studi ai confini tra Africa, Mediterraneo e Medio Oriente
Razzismo e antirazzismo nella cultura europea : tesi di laurea / Michela Fabris ; relatore: Paolo Sibilla , A.a. 2002-2003
Attacco antirazzista : Rapporto sul razzismo e antirazzismo nel calcio / a cura di Mario Valeri. Roma : Associazione culturale Panafrica, ©2006
Legislazione stranieri : per comprendere, decodificandolo, un diritto difficile / Lucio Barletta ; con la collaborazione di Domenico Colotta . Roma : Sinnos, 2007. 223 p. ; 21 cm + 1 CD-ROM.
Educare al confronto : antirazzismo : aspetti teorici e supporti pratici / Monique Eckmann, Miryam Eser Davolio ; prefazione: Georg Kreis ; presentazione: Concetta Sirna Milano ; Lugano : Casagrande, 2009
Razza, razzismo e antirazzismo : modelli rappresentazioni e ideologie / a cura di Zelda Franceschi – Bologna : I libri di Emil, 2011
Razzismo e antirazzismo : una introduzione / Rita Cavallaro Acireale ; Roma : Bonanno, [2012]
Contro l’intercultura. Retoriche e pornografia dell’incontro. / Walter Baroni. Ed. Ombre Corte, 2013 . Collana: Culture , Nr. 104 ; 176 p.