Non è necessario utilizzare tutta la tavolozza o far vibrare il pennello in opulente composizioni pittoriche per creare interesse nell’osservatore, bastano delle calibrate strutture ascetiche, ricche di sfumature “monocromatiche”, per sintetizzare una visione del Mondo e soffermarsi nell’interminabile contemplazione di uno spazio pittorico non figurato.
Proprio una descrizione non figurata, fuori dalla convenzione che permette la distinzione di una casa da una persona, offre un’occasione di perdersi tra le modulazione di grigi frantumati da tracce di rosso e sospesi da compendi di nero che sono gli elementi caratterizzanti della creatività di Adriano Di Giacomo. Elementi che ho trovato confermati, in occasione della decima Giornata del contemporaneo dello scorso 11 ottobre, con la mostra omaggio nello Studio d’arte di via Poerio ad un anno dalla scomparsa.
Una ricognizione all’interno della ricerca condotta da Adriano Di Giacomo, curata da Anna Cochetti e sintetizzata sotto il titolo “Pandora Container ed altre Storie”, come testimonianza dell’impegno dell’artista per il sociale e l’ambiente.
Adriano Di Giacomo realizzò “Pandora Container” nel 1997 e anche quest’opera, al pari del famoso vaso, libera drammi e speranze. Miraggi che prendono vita attraverso numerose tonalità di grigio, ben differenti dal sopravvalutato libro, strutturate in geometrie spigolose.
Una selezione di opere, attraverso anche alle rielaborazioni fotografiche e video provenienti dall’Archivio privato dell’artista, che racchiudono l’universo di Adriano con le sue forme “modellate” sulle superfici pittoriche. Gradazioni di grigio, custodi di un Mondo interiore, come attualizzazione dell’esempio sironiano. Realizzazione di spazi su piani scivolosi che facilmente conducono alla luce o all’oscurità, espressione di una chiusura pessimistica, ma aperti a un futuro speranzoso, spalancato verso gli altri, rivolto alla metropoli, in un susseguirsi di bunker e barriere inneggianti all’incomunicabilità urbana.
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Bello pensare ad Adriano.
Un percorso che vive interiormente e simbolicamente va verso la luce e una positività che mi trasmette ogni volta che osservo le sue opere. Le geometrie e gli spazi e il segno diventano movimento e nello stesso armonia ed equilibrio