Intorno alla metà degli anni ’70 del secolo scorso avevano grande successo i film che presentavano catastrofi immani da cui i protagonisti uscivano incolumi dopo incredibili vicende, ora presso le Scuderie del Quirinale viene proposta una mostra che ha per oggetto due catastrofi, più precisamente due eruzioni vulcaniche, che ebbero grandissima risonanza in epoche antiche. Il titolo è “ Pompei e Santorini. L’eternità in un giorno”; si tratta di due eventi molto distanti fra loro e ancora più distanti da noi. Pompei fu sepolta insieme ad Ercolano, Stabia, Oplontis ed altre località minori della Campania da una improvvisa eruzione del Vesuvio nell’anno 79 d.C., Santorini, isola greca appartenente all’arcipelago delle Cicladi, fu devastata da terremoti ed eruzioni in epoca imprecisata che gli archeologi collocano tra il 1600 e il 1650 a. C. in piena età del Bronzo mentre nella vicina Creta fioriva la civiltà minoica.
La mostra vuole evidenziare i tratti comuni tra i due eventi quali la improvvisa scomparsa di due città prospere, vivaci, abitate da popolazioni culturalmente avanzate e le grandi differenze dovute ad un intervallo di circa 1700 anni tra le due civiltà, i due diversi sistemi di governo, di religione, di economia. Su Pompei abbiamo molte notizie riportate da autori di epoca classica uno dei quali, Plinio il Giovane, fu addirittura testimone degli eventi e della morte a causa di vapori venefici dello zio Plinio il Vecchio. Di Santorini abbiamo scarsissime notizie per la mancanza di fonti scritte dell’epoca e gli storici procedono esaminando documentazioni presso altre civiltà contemporanee quali l’egizia e la minoica.
Ambedue i siti hanno restituito migliaia di reperti in quanto la subitaneità dell’eruzione sigillò sotto strati di cenere, lapilli e pomici edifici pubblici, abitazioni e magazzini. Scavi eseguiti a Pompei dalla metà del ‘700, purtroppo per più di un secolo con scarsi criteri scientifici, hanno fornito una notevole quantità di oggetti che ci hanno permesso di ricostruire la vita di una cittadina romana del 1° secolo d.C. abitata da una popolazione con un tenore medio-alto; numerose lapidi ci hanno restituito molti nomi di magistrati, dediche e iscrizioni funerarie nonché scritte sui muri di writers dell’epoca. Di Santorini nulla sappiamo se non in via indiretta facendo riferimento alla contemporanea civiltà della vicina Creta, mancano esempi di scrittura e quindi non sappiamo quale fosse il sistema di governo, quale la religione praticata. Si è appurato che la città principale, Akrotiri, è stata per secoli un fiorentissimo centro commerciale ove si scambiavano merci provenienti da vari siti del Mediterraneo orientale mentre fiorivano l’agricoltura e l’allevamento.
Le rovine della città furono oggetto dei primi scavi nel tardo ‘800 ma grandi interventi risalgono agli anni ’60 del ‘900 con restauri e allestimenti che rendono Santorini meta di turismo internazionale. Tra i reperti di Pompei e Santorini sono situate opere di artisti moderni e contemporanei idealmente collegate con le antiche, la mostra si apre con una grande statua prona, il “Bevitore” di Arturo Martini assai simile ai calchi in gesso dei Pompeiani morti durante l’eruzione, segue per tutto il piano terreno l’esposizione di un campionario di quanto trovato nella città vesuviana; gioielli, monete, oggetti in bronzo, un servizio da tavola in argento, statue ed una bellissima serie di affreschi parietali compresi alcuni splendidi larari, chiude la sezione Pompei un grande dipinto di Andy Warhol che rappresenta il Vesuvio in eruzione.
Al primo piano sono collocati i reperti di Santorini estremamenti interessanti in quanto meno noti ed esposti per la prima volta fuori della Grecia; una grande quantità di vasellame di svariate dimensioni e per lo più dipinto con colori vivaci e soprattutto molti affreschi parietali che rappresentano giovani e donne riprese sempre di profilo con grandi occhi e lunghi capelli neri. In uno degli affreschi giovani donne, insieme ad una scimmia blu, raccolgono erbe e le offrono ad una figura femminile che forse è una divinità, il tutto è molto simile a quanto conosciuto a Cnosso nell’isola di Creta. In un altro appaiono dei giovani nudi con un fascio di pesci; purtroppo i reperti di Santorini sono muti e ci lasciano con molti interrogativi. Terremoto ed eruzione del 1600 circa a.C. nell’isola non provocarono vittime, al contrario di Pompei dove sono stati trovati molti cadaveri ed una gran quantità di oggetti di valore, a Santorini la popolazione riuscì ad allontanarsi portando con se gli oggetti preziosi. I due siti per secoli rimasero disabitati.
Secondo alcune teorie la catastrofe dell’isola delle Cicladi sarebbe la stessa di cui parla Platone e che riguarderebbe la mitica Atlantide identificata o con Santorini distrutta o con Creta gravemente danneggiata dallo tsunami seguito all’eruzione. Le ultime due sale espongono numerose opere d’arte di artisti del 7/800 e contemporanei che fanno riferimento a vulcani ed eruzioni.
A corredo della mostra si terranno due conferenze, il 19 ottobre e il 17 novembre, alle ore 11, presso il Teatro di Roma-Teatro Nazionale ad ingresso libero, ed anche numerosi laboratori per scuole e famiglie.
Pompei e Santorini:
l’eternità in un giorno
Dal 11 ottobre 2019 al 6 gennaio 2020
Scuderie del Quirinale
Roma