Per un autore che non ha bisogno di presentazione ecco un libro che ne sottolinea ancora una volta il motivo. Grazie ad una ricostruzione storica impeccabile, al momento storico stesso, al genio e all’abilità di Stephen King, abbiamo uno di quei romanzi da leggere “tutto d’un fiato”.
Partiamo dal momento storico. L’assassinio di Kennedy è un ricordo indelebile nella storia degli Stati Uniti e di tutto il mondo, sicuramente non è un argomento da prendere alla leggera visti tutti i sotterfugi, le conferme, le smentite, i complotti, i dubbi e le controversie che girano attorno alla morte di JFK. Lo stesso King nella postfazione scrive: “La prima volta che cercai di scrivere questo libro fu nel 1972. Rinunciai, perché la ricerca che il progetto implicava era soverchiante”.
A leggere questo libro non vengono dubbi in proposito. Come ho detto, la ricostruzione degli eventi è impeccabile, nonostante questi siano davvero molti, come molti sono anche i personaggi che li hanno realmente vissuti, a partire da Lee Harvey Oswald, colui che, stando alle indagini, pose fine alla vita dell’amato presidente.
Il protagonista del libro però non è lui ma Jake Epping, insegnante di inglese in un liceo del Maine, il quale un bel giorno scopre che nel suo locale preferito di hot dog, gestito dall’amico Al Templeton, gli vengono serviti panini con ottima carne del 1958. Come? Semplice, nello sgabuzzino del ristorante c’è un buco temporale che porta al 9 settembre del 1958, sempre e solo lì, e che l’amico ristoratore ha sfruttato più e più volte.
Sarà Al stesso a spingere Jake a passare per quel buco per svolgere una missione, sventare l’omicidio del presidente e scoprire se fu davvero Oswald l’unico e vero colpevole, dopo che lui stesso fallì nell’impresa per motivi che scoprirete solo leggendo.
La scelta di accettare la folle missione, ben ponderata per ragioni che inizialmente vanno al di là della vita di Kennedy, porterà Jake a vivere una nuova vita, piena di rischi e pericoli, dovuti innanzitutto alla sua “futuristica” provenienza, ma soprattutto per il suo obiettivo finale, che richiederà qualche anno di preparazione (il fatto avverrà 5 anni dopo), contro un nemico come il passato che viene definito inflessibile.
Al di là del fine ultimo del viaggio nel tempo, tutto il resto della storia, ambientata in alcune piccole città americane che dividono Lisbon Falls, dove tutto inizia e Dallas dove tutto finisce, è altrettanto intrigante. King ricrea una perfetta ambientazione anni ’60, che fa immergere completamente nell’atmosfera del libro tanto da desiderare di essere lì. Il filo logico inventato dall’autore non viene mai meno, interpretato con molta attenzione, lascia di stucco per il modo in cui vengono costantemente rispettate le regole da lui inventate e che l’immaginario passato impone.
Per chi ama viaggiare con la fantasia ed è stato abituato dal mondo del cinema a macchine del tempo super tecnologiche o alla più semplice ma pur sempre futuristica DeLorean di Ritorno al Futuro, King decide di rendere le cose più facili creando un semplice buco temporale, chiamato “la buca del coniglio”, posto nello sgabuzzino di un ristorante. A lettura finita può venire voglia di passare noi stessi da quel buco per vivere quei momenti, non potendolo fare però, la rete offre abbondanti informazioni a riguardo per tutti coloro che volessero documentarsi ulteriormente sull’argomento, e ciò è facile che accada grazie al grande Stephen King.
Alessandro Borghesan
Titolo:22/11/63
Autore: Stephen King
Editore: Sperling e Kupfer (Collana Pandora)
Traduttore: Wu Ming I
Anno: 2011
p. 767
Siti autore: http://www.stephenking.it/