Tra le molte celebrazioni ed eventi per ricordare Dante e la ricorrenza del settecentesimo anno della sua morte nel nostro paese, spicca e si distingue l’iniziativa di Stefania Severi, che già in passato si era occupata dell’argomento nel commentare l’opera poetica dantesca attraverso diverse creatività pittoriche e diverse tendenze dell’arte contemporanea.
In “Dante nei libri d’artista” si intende rievocare, presumo, attraverso la presenza del libro in qualche modo “illustrato”, l’antica arte preziosa e raffinata della miniatura e del miniaturismo a suo tempo a torto ritenuta arte minore. Naturalmente l’opera dei vari artisti presenti nella pubblicazione è lontanissima dagli artifici illustrativi del tempo di Dante, ma in qualche modo e per diverse modalità si è inteso riprendere la tradizione antica di rafforzare e accendere visivamente la fantasia del lettore, oggi come allora, nella rilettura del Sommo Poeta.
Le tecniche usate dai vari artisti ovviamente esprimono diverse soluzioni e diverso modo di ispirarsi alle strofe dantesche, ognuno manifestando quella che è l’eredità della propria ricerca individuale: questo comporta contrasti e difformità in ogni testo “illustrato”, ma certamente a tutto vantaggio della molteplice ricchezza d’ispirazione e dell’originalità del Libro d’artista che in questo modo intende farsi portavoce e manifesto dell’omaggio che l’arte contemporanea in Italia ancora oggi, dopo settecento anni, esprime ai versi sublimi del Poeta che trovano ricetto e sollecitazione creativa pur se a distanza temporale così notevole: ma questo è il miracolo della grande Poesia che in ogni epoca e in ogni luogo si manifesta viva e imperitura.
Nel “libro a rotolo” dipinto con collage,pigmenti ed altro di Letizia Ardillo ritorna l’antica tradizione del “volumen” con cui le antiche scritture conservavano i tesori delle proprie esperienze conoscitive. Nei “fili di parole che portano alla luce” del suo libro cucito Franca Buscaglia ci offre l ‘opportunità di sfogliare pagine emblematiche del tradizionale rapporto libro-lettore,alla ricerca di spazi e grafie rivelatrici. Vito Capone,nel suo libro di grossolana carta riciclata offre lo spunto di una materia plastica che ancor più sollecita, quasi in modo tridimensionale, il riaffiorare della plasticità poetica. Francesca Cataldi nel suo libro con rilegatura all’antica ritorna alla preziosità della medievale miniatura corredando di fitte architetture grafiche il mistero stesso di quell’irripetibile poesia. Gianleonardo Latini nel suo libro “a leporello” dispiegato quasi a quinta teatrale, con l’uso luminoso e giocoso di matite colorate e pennarelli, ridà respiro di sintesi semplice e diretta al lettore odierno, forse troppo intimorito da certe cupezze ed eccessive drammaticità di ottocenteschi illustratori; ma l’artista così ha inteso alleggerire e schiarire toni troppo seriosi che appartenevano ad antiche letture tardo romantiche. Salvatore Giunta, nell’illustrare la dantesca “Quaestio de aqua et terra”, profonda nelle sue pagine di carta di riso la liquidità dei verdi e degli azzurri e dei timbri freddi nello scorrere e nel fluire dell’elemento acquatico il senso stesso della cosmicità universale, un “panta rei” che si ricollega alla vaporosità delle origini stellari. Infine Massimiliano Kornmuller nelle sue “rime petrose”, con l’uso della linoleografia stampata a mano ritorna nostalgicamente alla grafica e alla decorazione delle antiche stampe, alla tradizione di preziosi testi e di manualità dei dimenticati artefici che furono scrigno delle nostre prime riscoperte di quella poesia unica e assoluta che tutti ci rappresenta nel rinnovarsi perenne della rilettura dantesca.