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Enigmi per Dante in chiave moderna

“Amor, ch’a nullo amato amar perdona” è il verso dantesco che più rappresenta questo italianissimo romanzo scritto da Francesco Fioretti. Romanzo che oltre ad essere incentrato su tale verso ha per protagonista niente meno che l’autore del verso stesso, il Sommo Poeta Dante Alighieri.

Sarà la presenza di quest’ultimo, sarà la bravura di Fioretti, sarà merito dell’ambientazione, insomma, sono tanti gli ingredienti che fanno di questo libro un’opera di ottimo livello.

La trama è molto scorrevole e i contenuti sono di facile comprensione anche per coloro che, di Dante, hanno solo una base scolastica. Per di più i numerosi personaggi presenti, tutti dell’universo della Divina Commedia, non vanno per nulla ad appesantire una storia che è resa ancor più avvincente proprio per la loro presenza.

Ma se pensate di leggere “solo” un romanzo storico vi sbagliate, perché all’interno di esso, intrecciato alle sue pagine, sembra celarsi un saggio sull’amore, quello Dantesco ovviamente, il tutto accompagnato da alcuni capitoli dove l’autore interrompe la narrazione per dedicarsi, in modo breve ma esaustivo, ad una analisi degli estratti delle opere di Dante, o della vita del poeta stesso, su cui lui si è basato per la stesura della storia.

Ma di quali avventure è protagonista il grande Poeta? In una fascia d’età compresa tra i diciotto e i venticinque anni egli si ritrova a dover fronteggiare i primordi di quell’amore impossibile per Beatrice che per sempre lo segnerà nel corso della sua vita, incidendo sulle sue opere ma, soprattutto, su molte delle scelte di Dante. A questo si aggiunge la misteriosa morte dell’amico Paolo Malatesta e dell’amante Francesca da Polenta, trovati senza vita stretti nel loro ultimo abbraccio.

Morte su cui Dante e l’amico Guido Cavalcanti si troveranno ad indagare dietro richiesta del padre di Paolo. A fare da contorno c’è una Firenze su cui soffiano i venti di guerra tra Guelfi e Ghibellini, con la prospettiva di dure lotte nelle quali i due amici finiranno per esserne coinvolti.

Per valorizzare ulteriormente la bellezza di questo libro val la pena di soffermarsi sul tema principale che accompagna le sue pagine dall’inizio alla fine, ovvero quell’amore che Dante ha tanto esaltato con le sue opere e che Fioretti ha ripreso e riadatto per questo suo romanzo in modo eccelso, senza rovinarne l’immagine che nel corso dei secoli si è tramandata nell’immaginario collettivo.

Beatrice è, ancora una volta, il motore che fa muovere il tutto, ma se per Dante era la musa ispiratrice, per il nostro moderno autore essa assume più il ruolo di “causa scatenante” di tutti i pensieri, i gesti e le azioni che il protagonista elaborerà ed eseguirà in questa storia e nella sua vita, come poi in realtà sembra essere stato. Una nota di merito va all’autore per l’utilizzo della figura di Guido Cavalcanti che affiancherà il poeta nel corso di tutta la storia come co-protagonista e suo fedele amico, con un ruolo tutt’altro che marginale.

Arrivati a questo punto rimane da capire quale sia la “profezia perduta di Dante” che si annida in queste pagine piene d’amore e dietro cui si celano intrighi e misteri che il poeta dovrà portare alla luce, trasformandosi quasi in un detective. Per fare ciò bisogna inoltrarsi nella strade fiorentine di allora, tra i monumenti che ancora oggi torreggiano sulla città e che Fioretti ha ridisegnato intorno al Sommo Poeta come fosse un pittore, partendo da Ponte Vecchio dove tutto ha inizio, a fianco di quel Malatesta che, prima del compimento del suo triste destino, osserva l’Arno scorrere sotto di lui.

L’idea di rivisitare, tramite la letteratura moderna e con un prodotto di qualità come questo, quei tratti della Commedia che più hanno appassionato i lettori potrebbe stimolare l’interesse in tutti coloro che, di quei tre tomi, hanno solo tristi ricordi scolastici. Per quelli che al contrario sono stati allietati dalla lettura delle tre cantiche, ecco servita l’opportunità di riscoprire quelle emozioni provate allora da un punto di vista tutto nuovo, e questa volta con un pizzico di avventura in più.

Terzo romanzo per Francesco Fioretti, l’autore nostrano che ha scalato le classifiche con le sue precedenti opere “Il libro segreto di Dante” e “Il quadro segreto di Caravaggio”. Per maggiori informazioni a riguardo potete visitare la sua pagina personale nel sito della casa editrice all’indirizzo http://www.newtoncompton.com/autore/francesco-fioretti

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Libri Enigmi per Dante in chiave modernaTitolo: La profezia perduta di Dante

Autore: Francesco Fioretti

Editore: Newton Compton Editori

Pag.: 252

Anno: 2013

Prezzo: € 9,90

Disponibile anche in eBook a € 4,99

Formato EPUB con Social DRM Dimensione 407 KB

EAN 9788854153127

http://blog.newtoncompton.com/la-profezia-perduta-di-dante/

Dove porta il dolore

Commentare questo romanzo non è semplice perché c’è il rischio di trasformare il vero senso del libro in banali commiserazioni nei confronti dell’autore/protagonista, forse inutili in questo contesto.

Lorenzo Amurri, l’autore appunto, è tetraplegico dall’età di ventisette anni (oggi ne ha quarantadue) in seguito ad un grave incidente accadutogli durante una sciata con la fidanzata Johanna, quando un pilone si è materializzato sul suo percorso in un momento di distrazione causandogli gravissimi danni alla colonna vertebrale e paralizzandolo dal petto in giù.

Egli ci racconta in queste pagine autobiografiche la sua “seconda vita” iniziata quella tragica mattina. Dal dolore fisico patito inevitabilmente al risveglio a quello psicologico che è sopraggiunto nel momento di presa coscienza di ciò che è avvenuto, Amurri ci espone per filo e per segno ogni suo più intimo pensiero avuto in quel primo lungo periodo, compresa una cronaca dettagliata della fase di riabilitazione e di reinserimento nella società al termine del ricovero.

Il fiume di parole che egli riversa nel romanzo è travolgente, non tanto per il possibile coinvolgimento emotivo che può crearsi in quanto esseri umani (tendenzialmente sensibili), ma soprattutto per la carica che si cela dietro quelle parole e in chi le ha scritte. Le pagine sono piene di scoperte ovvie o di cose logiche sulla vita di un tetraplegico che però difficilmente balzano alla mente di chi non ci è dentro veramente, cose che l’autore dipinge perfettamente senza tralasciare nulla.

Come detto in precedenza oltre al dolore fisico l’altro grosso trauma di Lorenzo è stato quello psicologico, dovuto alla graduale consapevolezza di tutte quelle cose a cui egli si è visto costretto a dover rinunciare, sopratutto ad alcune passioni che, per alcuni impedimenti fisici inguaribili, non potrà più praticare. Un uomo di mondo abituato a viaggiare, girare e scoprire luoghi lontani, come lui racconta di essere stato fino a quel momento, si ritrova nella posizione di dover rivedere la sua vita partendo dal presupposto, o forse più dalla convinzione, di non poter far più nulla di tutto ciò che aveva fatto prima.

Amurri non ha dovuto intraprendere solo una lotta per superare le barriere fisiche, ma anche una dura battaglia contro se stesso, unico vero ostacolo da superare, per prendere ciò che di meglio gli stava intorno e da li ricominciare a vivere.

Molti di questi aspetti erano però difficili da accettare per il protagonista, che si ritrovò molto spesso dinanzi a quel pensiero che mai si dovrebbe fare, ma che nella sua situazione egli vedeva scioccamente come unica via d’uscita, nonostante gli aiuti ricevuti dalle persone a lui più vicine, prima tra tutti la fidanzata.

Egli oggi è qui per raccontarci tutta quella traumatica esperienza vissuta di cui ancora porta segni incancellabili, e di come è riuscito a superare le difficoltà e a ritrovare se stesso. Trattenere il respiro come è accennato nel titolo è inevitabile perché il sorprendente carisma artistico di Amurri ci porta a condividere tutti quei momenti insieme a lui.

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Libro Dove porta il dolore

Titolo: Apnea

 

Autore: Lorenzo Amurri

 

Editore: Fandango libri

 

Anno: 2013

 

Pag. 251

 

Disponibile anche in ebook

 

 

 

Libro d’esordio per l’autore che per il momento non dispone di un sito ufficiale. E’ però disponibile

 

un blog all’indirizzo http://tetrahi.blogspot.it/ e un’intervista fatta da Daria Bignardi durante la sua

 

trasmissione all’indirizzo http://www.la7.it/invasionibarbariche/pvideo-stream?id=i657017 che

 

suggerisco di vedere a lettura conclusa.

 

 

I pensieri del corpo

Ridere, piangere, riflettere, analizzare, scoprire, valutare, sorprendere e chi più ne ha più ne metta, sono tutte le reazioni a cui dovrete far fronte qualora decideste di leggere questo libro, o forse è meglio dire questo diario? Perché è di questo che si tratta in realtà, delle memorie di un anonimo personaggio che, in seguito ad un “banale” trauma infantile, dall’età di dodici anni decide di tenere un diario molto particolare dove annotare tutto ciò che riguarda il suo corpo. Badate bene, “il suo corpo”, da non confondere con quei diari dove si annotano i propri pensieri o i propri ricordi intesi come momenti da non dimenticare. Perché di ricordi ce ne sono sicuramente, tutti però legati al corpo umano, al suo funzionamento e alla sua evoluzione. Nessuno sconfino quindi nei pensieri più personali o, come dice il protagonista, in quelli più intimi laddove il diario in questione perderebbe il suo senso.

Le capacità letterarie di Daniel Pennac, autore del libro, sono ben note a molti grazie anche alla lunga lista di romanzi nati dalle sue mani, a cui si aggiunge il presente. Questa volta però egli decide di farsi estraneo alla stesura dell’opera, assumendo il ruolo di portavoce.

L’autore lascia infatti il compito della narrazione al suo misterioso protagonista, il padre di una cara amica (immaginaria?) che in punto di morte dona alla figlia il diario da lui scritto per il motivo sopra menzionato, contenente stralci di giornate documentate nel corso degli anni. L’uomo vive in prima persona ogni tipo di esperienza che il ventesimo secolo è in grado di offrirgli, tutte analizzate dal punto di vista del corpo, valutando le reazioni che esso ha dinanzi a determinate situazioni e sottolineando alcuni particolari a cui molto spesso non si fa caso, o per pudore si evita di menzionare.

Notevole è la cura che Pennac ha avuto di tutti i particolari legati al percorso generazionale che il corpo intraprende, o molto più semplicemente delle varie fasce d’età che esso attraversa. Il punto di partenza sono quei dodici anni che rappresentano il periodo in cui si prende sempre più coscienza di se stessi e delle proprie capacità, raccontati con l’entusiasmo che ne consegue. Li inizia il tempo delle grandi scoperte e di quei traguardi che sembrano grandi trionfi, ma che tali sono soltanto nell’istante in cui si ottengono, per poi trasformarsi in normali abitudini giornaliere, in attesa di un altro successo da godere con quell’ingenuità tipicamente infantile. Ma così come la giovane età è caratterizzata dalla curiosità di vivere cose nuove, la fine dell’adolescenza e l’inizio dell’età adulta sono segnate dalle grandi delusioni d’amore, dai primi impegni lavorativi e dall’inserimento in una società che a fatica si comprende; e come aumentano le dure realtà, c’è sempre meno tempo per dar sfogo alle proprie analisi corporee all’interno di questi ambiti, che si riducono sempre più ad appunti sporadici. La fase finale poi, quella dell’anzinità, sortisce il medesimo effetto ma per ben altri motivi, facilmente comprensibili certo, ma che se colti nel corso della lettura colpiscono molto più a fondo.

Altro punto a favore del romanzo è la ricchezza dei temi affrontati. I legami con la famiglia e con gli amici innanzitutto e quelli a essi legati come l’amore e il rapporto (a volte difficile) tra genitori e figli, a cui si aggiungono poi l’adulterio, la sessualità, la malattia, le guerre e tanto altro ancora. Il corpo viene proiettato all’interno di queste tematiche non come coinvolgimento sentimentale ma come invece questo reagisce rapportato ad esse.

Tutto ciò è raccontato con quell’ironia schietta che fa di Pennac un maestro nel suo genere letterario.

Non per niente la prima reazione sopracitata è proprio “ridere”, non risate banali, ma quelle genuine che a volte vengono fuori anche dalle cose più semplici, o da quelle persone in grado di esorcizzare il dolore e la sofferenza nei momenti più impensabili esaltando la gioia di vivere, cosa che senza dubbio il protagonista ed alcuni personaggi che lo circondano sono in grado di fare.

Pennac ci regala un diario d’autore coperto dall’anonimato, ma che senza dubbio raccoglie molti dei suoi pensieri. Non fatevi ingannare dal fatto che le memorie scritte sono tutte di parte maschile, perché i contenuti sono indirizzati indistintamente a tutti, o meglio, come è scritto nella quarta di copertina: “a tutti quelli che hanno un corpo”, e questo è assolutamente vero, provare per credere.

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Libri I pensieri del corpo Daniel PennacTitolo: Storia di un corpo

Autore: Daniel Pennac

Editore: Feltrinelli

Traduttore: Y. Mèlaouah

Pagine: 341

Anno: 2012

Disponibile anche in ebook

 

Daniel Pennac è uno scrittore francese autore di numerosi romanzi, per ragazzi e non. Famosa è la serie dedicata al personaggio Benjamin Malaussène e alla sua bizzarra famiglia.

http://it.wikipedia.org/wiki/Daniel_Pennac per una sua breve biografia e per l’elenco completo di tutte le sue opere.

La collina degli Eroi

Da quando il cinema esiste centinaia e centinaia di libri sono stati la fonte di ispirazione per numerosi film e la maggior parte di essi sono diventati anche ottime trasposizioni cinematografiche.

Ma vi è mai capitato di leggere un libro e di pensare sempre più insistentemente che per una volta sia un film a trasformarsi in un romanzo? E’ una sensazione strana da immaginare ma con The Heroes può accadere. Non esiste alcuna pellicola a cui si è ispirato Joe Abercrombie ovviamente, ma, più che un libro, a volte sembra di avere in mano una sceneggiatura. Il ritmo è incalzante, i dialoghi semplici e le descrizioni brevi e concise, poco è lo spazio per i viaggi interiori dei personaggi e tanta è invece l’azione.

Di eccellente fattura senza dubbio, questo romanzo si presenta come spin-off di una trilogia scritta dallo stesso autore, intitolata The First Law, non ancora edita in Italia.

L’idea di iniziare la lettura di una “saga” partendo da un derivato di essa è alquanto inusuale, ma lo stile vivace di Abercrombie fa si che questa perplessità passi subito in secondo piano. I numerosi riferimenti alla trilogia principale non influiscono in nessun modo sulla comprensione di The Heroes, anche perchè ciò che di importante c’è da sapere sui romanzi precedenti è tutto presente nel libro.

Ma di cosa parla questo romanzo? Di una guerra, un’epica guerra a suon di spade e scudi di cui non si capisce bene il “casus belli” e che nemmeno i protagonisti aiutano a capire, ma, a quanto pare, per l’autore anche questo è di poco conto. Gli unici dettagli forniti a riguardo sono la sua durata, tre giorni, e il luogo dove si svolge, una collina chiamata “la collina degli eroi”, punto strategico di fondamentale importanza.

Arrivati a questo punto può sembrare che quest’opera non abbia corpo, ma il bello sta proprio nel suo essere assolutamente atipica. Un altro esempio? Nella battaglia che si svolge, dove le forze in campo che vanno a scontrarsi sono i “Guerrieri del Nord” da una parte e “l’Alleanza del Sud” dall’altra, la scelta di chi sono i buoni e chi i cattivi spetta solo e soltanto al lettore. Questo è dovuto al gran numero di personaggi presenti, ad alcuni dei quali l’autore ha affidato la narrazione delle loro gesta in prima persona. Guerrieri che combattono per il solo senso del dovere, senza alcun motivo personale diverso da quello di servire il loro padrone, focalizzando quindi l’affinità che si crea con essi in base solamente al carattere che l’autore ha delineato per loro. C’è spazio per tutti, combattenti valorosi, eroi, codardi, disonorati, pazzi, giovani, vecchi, donne guerriere e non, o un misto di alcune di queste. Dei narratori sopra citati, tre sono quelli che spiccano di più rispetto ad altri o perlomeno sono quelli a cui è stato riservato un ruolo di maggiore importanza. Tre armigeri completamente diversi tra loro, due per il nord e uno per il sud, ognuno con un motivo del tutto personale per essere presente alla battaglia. Ve li presento: Curden detto “lo Strozzato”, luogotenente e fedele consigliere del protettore del Nord; il principe Calder, sorvegliato speciale in quanto molto incline alla corruzione e al tradimento; e infine Bremer Dan Gorst, ex Primo Cavaliere del Re ora Osservatore Reale, caduto in disgrazia per motivi non ben definiti ma in grado di distinguersi in battaglia per la sua forza e il suo valore ineguagliabili.

Parlare quindi di un vero e proprio protagonista è impossibile visto che tra i personaggi principali nessuno prevale nettamente sugli altri, senza contare gli altri narratori minori a cui comunque vengono dedicati anche interi capitoli.

Tornando alla guerra, è interessante il modo in cui Abercrombie rende affascinanti tutti i fattori di cui essa si compone. Innanzitutto l’accuratezza dei dettagli nel corso degli scontri corpo a corpo che sono in grado di rendere al lettore un’immagine chiara e coinvolgente di ciò che succede, non meno lodevoli sono però i momenti di calma apparente, nel quale i due Stati Maggiori preparano le strategie o gli esploratori cercano il miglior punto di osservazione sul nemico. Da non tralsciare poi gli stati d’animo delle truppe o delle “dozzine” come le chiama lo scrittore, per nulla abbandonate ad un ruolo secondario come spesso accade in questo genere di romanzi, a meno che il protagonista non ne faccia parte ovviamente.

I colpi di scena sono quindi assicurati fino all’ultimissima pagina, laddove potrebbe sorgere il dispiacere di essere giunti al termine di questi tre intensi giorni di battaglia, dove non mancano gli amori, i sotterfugi e i dissapori anche all’interno delle due fazioni, come anche un pizzico di misticismo che in questi romanzi non fa mai male.

C’è un quesito però con cui val la pena di concludere ma soprattutto al quale vi incito a trovare risposta, ovvero, chi sono veramente questi “Heroes”? A voi il gusto di scoprirlo.

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Libri The heroes2

Titolo: The Heroes

Autore: Joe Abercrombie

Editore: Gargoyle

Traduttore: C. Costantini, S. Vischi

Anno: 2012

Pagine: 716

Joe Abercrombie è uno scrittore britannico. Dopo aver lavorato in televisone come produttore e nel cinema come montatore delle scene, si è dedicato alla scrittura. 

In Italia, le opere di Abercrombie sono pubblicate dall’editore Gargoyle che ha in catalogo, oltre che The Heroes, i primi due capitoli della trilogia “The First Law”, Il Richiamo delle Spade e Non prima che siano impiccati; è d’imminente uscita il volume conclusivo L’ultima Ragione dei Re.

 

Sito ufficiale dell’autore: http://www.joeabercrombie.com/

 

 

 

Numeri e misteri

Cosa ci fanno un genetista e una filologa in uno sperduto paese sui monti toscani chiamato Montesodi Marittimo, nato dall’immaginazione di Marco Malvaldi?

La risposta si trova nel DNA dei suoi abitanti, famosi in tutto il mondo per la loro eccezionale forza fisica, tanto forti da spingere un’università toscana ad inviare due esperti per scoprirne la provenienza.

Certo è che al loro arrivo in paese, i due protagonisti Piergiorgio e Margherita, non si aspettavano di ritrovarsi in un luogo che, definire “bizzarro”, è dir poco, a partire dalla curiosa genealogia che accomuna gli abitanti.

Tre negozi, una sola strada, meno di un migliaio di abitanti superati, in numero, dalle loro galline, ma soprattutto milioni di milioni di fiocchi di neve che isolano il paesino dal resto del mondo per qualche giorno. Così come “Milioni di milioni” è il titolo di questo romanzo caratterizzato (come potete notare) da un frequente utilizzo dei numeri da parte dell’autore, che su di essi sembra averlo costruito, in un numero ristretto di pagine.

“Breve ma intenso” come si dice, perché i contenuti non lasciano affatto delusi. Al breve elenco di cifre sopra fornito, va infatti aggiunto un misterioso omicidio avvenuto nella notte dell’incredibile nevicata, quando tutti gli abitanti erano protetti da un alibi inattaccabile, o almeno così sembra, tutti meno Piergiorgio che, malauguratamente, era ospite proprio della vittima. La caccia al colpevole è aperta e le ipotesi sono limitate dal momento che, visto il totale e temporaneo isolamento dovuto alla neve, l’omicida non può essere scappato da nessuna parte, e ciò implica che egli sia, niente meno, uno degli abitanti di Montesodi.

Nonostante questo tragico evento, il romanzo non perde comunque la vena ironica che lo caratterizza fin dalla prima pagina, trasformandosi in un piacevole e simpatico giallo, condito dall’autore con frequenti utilizzi del dialetto toscano, con tanto di accento aspirato. Tra i personaggi presenti, ognuno ottimamente costruito dallo scrittore, non è facile individuare il colpevole, grazie anche agli indizi forniti a piccole dosi da Malvaldi, che costringono il lettore a spingersi fino all’ultima pagina per trovare la soluzione del mistero.

Se Montesodi Marittimo esistesse, sicuramente verrebbe voglia di visitarlo, anche se, senza dubbio, le fonti di ispirazione sono ben immaginabili in una regione come la Toscana, che può sfoggiare ancora oggi notevoli paesaggi e interessanti paesini sparsi tra le sue montagne. A tal proposito l’autore per chiudere in bellezza ci lascia con un epilogo cifrato e con una piacevole immagine della cittadina.

“Milioni di milioni: il numero di stelle che si vedono in cielo dalla collina del paese.”

 

Libri Numeri e misteri Milioni di Milioni 2945-3Titolo: Milioni di Milioni

Autore: Marco Malvaldi

Editore: Sellerio Editore Palermo

Anno: 2012

P. 196

Disponibile anche in ebook

 

Marco Malvaldi è uno scrittore italiano nato a Pisa dove tutt’ora risiede. Tra le sue opere, le più note

sono senza dubbio quelle della serie del BarLume, pubblicate dallo stesso editore.

Per maggiori informazioni a riguardo potete trovare una sua breve biografia al seguente link:

http://it.wikipedia.org/wiki/Marco_Malvaldi