Tutti gli articoli di Alessandro Borghesan

Meglio soli che…

Trovi un romanzo intitolato “La solitudine del ghiaccio” e pensi di leggere un libro ambientato in luoghi come la Groenlandia, o l’Alaska magari. Invece no, l’ambientazione spazia ampiamente, partendo da Vancouver, per poi andare in montagna tra la neve, in una riserva naturale e perfino in mare, nell’oceano; di ghiaccio insomma, molto ma molto poco.
Al che torni al titolo e ti chiedi: “Ma quindi dove sta questa fredda solitudine?”.
La risposta, o le risposte, stanno tutte nella protagonista di questa storia che è anche la narratrice, Nora Watts, quarantenne, receptionist e assistente di un giornalista e di un investigatore privato che condividono lo stesso studio. Segni particolari: lineamenti da nativa americana il cui aspetto insignificante la rende invisibile agli occhi della gente, o almeno lei lo crede.
Per come si racconta fin dall’inizio si capisce da subito che la protagonista è l’emblema della solitudine, tale status le appartiene completamente salvo la strana compagnia del suo cane, altro personaggio molto interessante. Pagina dopo pagina diviene sempre più evidente che passato e presente si fondono in questa condizione che sempre ha afflitto Nora, abbandonata dalla madre, con un padre defunto e rifiutata dalla sorella. Non dimentichiamoci però della figlia data in affidamento subito dopo la nascita, anche perchè quest’ultimo fattore è quello intorno a cui gira tutto il romanzo, del resto si sa, il passato torna sempre a bussare alla tua porta e quando lo fa per dirti che tua figlia è scomparsa la questione diventa seria, soprattutto se a farlo sono i genitori che l’hanno adottata e cresciuta.
Da quel che inizialmente può sembrare un caso di scomparsa per problemi in famiglia, la situazione inizia a ingigantirsi quando saltano fuori società di sicurezza e investigazione privata, industrie di estrazione mineraria e, peggio di tutto, giornalisti assassinati.
La storia di Nora è triste e lei non risparmia i dettagli nel raccontarla e il più importante di questi, lo stupro subito da giovane, è il filo conduttore di tutta la storia, è la genesi di una ricerca che ha riportato i genitori adottivi a lei, i rapitori alla figlia e i mandanti a entrambe. Il romanzo è talmente ben scritto che sarebbe un peccato anticipare qui tutti i motivi che hanno portato la protagonista ad adottare quel suo stile di vita, così come i punti di forza su cui l’autrice ha costruito la trama.
Eh già c’è anche un autrice, ma è stata talmente convincente nel raccontare la storia che alla fine Nora sembra reale, rendendo il romanzo quasi autobiografico.
L’autrice si chiama Sheena Kamal ed è al suo debutto editoriale. Nata ai Caraibi e cresciuta in Canada la scrittrice ha lavorato come giornalista investigativa, il che rende chiare le tematiche scelte nel suo romanzo così come è evidente tra le righe il suo attivismo in favore dei senzatetto. Ebbene sì, nel passato della protagonista c’è anche quello.
Come vedete di cose da leggere ce ne sono tante nelle pagine di questo romanzo dall’aspetto noir e avvolto in una cupa atmosfera che riesce comunque a strappare anche qualche sorriso. Il carattere della protagonista è tutto fuorché amorevole, eppure riesce a suo modo a farsi apprezzare, complice forse la narrazione in prima persona.
Ci sono ovviamente anche altri personaggi che accompagnano Nora nella sua vicenda ma elencarli qua non ha senso. Meglio scoprire pagina per pagina chi sono i suoi datori di lavoro, il suo sponsor, sua figlia, i buoni e i cattivi.
Rimane da capire dove collocare la parola “ghiaccio” che tanto colpisce nel titolo… Buona lettura.

****************************

Titolo: La solitudine del ghiaccio
Titolo originale: The lost ones
Autrice: Sheena Kamal
Traduttore: S. Arieti

Editore: HarperCollins Italia, 2017, pp. 379

ISBN-10: 8869052648
ISBN-13: 9788869052644

****************************

Cleopatra tra realtà e divinità (ma anche un po’ di fantasia)

Sentita e risentita, studiata e ristudiata, vista e rivista… Andiamo avanti? In una parola anzi, in un nome, Cleopatra. Esiste forse qualcuno che non abbia la minima idea di chi fu questa donna? Difficile. Ciò che lei fece per l’Egitto e quelle “due storielle” d’amore di cui fu protagonista sono senza dubbio alla portata di tutti. Ma per chi non sa, per chi vuole maggiori dettagli o per gli appassionati, ci pensa lo scrittore francese Christian Jacq a raccontare in modo piacevole la storia di colei che ad oggi risulta essere probabilmente la più famosa (nonché l’ultima) dei sovrani dell’antico Egitto (o tra i più famosi per non far torto agli esperti).
Di certo non si tratta del primo romanzo sulla regina e non sarà l’ultimo, ma se temete i romanzi “troppo storici” e preferite storie più leggere questo è il libro che fa per voi.
Il racconto inizia qualche anno dopo la morte del padre di lei, con una Cleopatra già ventenne e già contestata dai fedeli del fratello minore, che minacciano la guerra civile per estromettere la regina e portare al trono come unico faraone il piccolo Tolomeo XIII, neanche quindicenne.
La storia prosegue vivendo passo per passo tutta la guerra Alessandrina, dando ampio spazio all’arrivo di Gneo Pompeo prima e di Giulio Cesare poi, con quest’ultimo che si rese grande protagonista dell’ascesa al trono di Cleopatra di cui fu grande alleato e amante. Numerose pagine vengono dedicate alla loro relazione soffermandosi spesso sui dettagli di ciò che li accomunava, rendendo evidente l’intesa che permise loro di raggiungere i grandi traguardi qui narrati.
Non mancano ovviamente i personaggi chiave della Storia, a partire da Fotino e Teodoto, rispettivamente capo del governo e precettore del piccolo re, seguiti dallo spietato generale Achilla, capo dell’esercito e alleato degli altri due. Ad essi l’autore accompagna personaggi di fantasia, alcuni dei quali “liberamente ispirati” ad altri sicuramente esistiti e non noti, che ben si sposano con la storia e si inseriscono nel contesto degli avvenimenti.
I capitoli brevi dal ritmo serrato trasportano il lettore nella splendida Alessandria d’Egitto, la gloriosa città costruita da Alessandro Magno e resa magnifica dai suoi successori, luogo di studi e di culto che divenne il punto di partenza del prestigioso regno di Cleopatra. I costumi e le usanze di quel popolo vengono resi evidenti con descrizioni ricche di particolari, tra sacerdoti e riti propiziatori che, almeno apparentemente, hanno aiutato la sovrana ad ottenere il successo.
La bellezza della regina viene raccontata attraverso il suo corpo, il suo carattere e le sue ambizioni così come i tratti noti di Cesare vengono, ancora una volta, sottolineati come egli merita.
Christian Jacq non è nuovo nell’ambiente letterario, le sue opere riscuotono sempre molto successo grazie anche al suo stile che raccoglie elementi noti e li ripropone in modo avvincente, rendendo le sue letture piacevoli. Se a scuola la storia fosse raccontata tutta così forse si studierebbe più volentieri ma, forse, si perderebbe il piacere di leggere ogni tanto romanzi come questo.
A differenza di altre saghe scritte dall’autore e suddivise in più romanzi, “Cleopatra” resterà un libro a sé, collegabile per tematiche soltanto ad un altro romanzo da lui dedicato ad una delle donne che hanno fatto la storia dell’Egitto: Nefertiti.
Visto che da cosa nasce cosa, chissà mai che non venga voglia di leggerli entrambi…

****************************

Titolo: Cleopatra, l’ultima regina d’Egitto
Titolo originale: Le Dernier Rêve de Cléopâtre

di Christian Jacq
Traduttore: Maddalena Togliani
Editore: Tre60 (collana Tre60), 2017, pp. 336

Prezzo: € 9,90
EAN: 9788867023868

****************************

Il romanzo che non ti aspetti

AB Libri Il romanzo che non ti aspettiSi chiama Sigge Eklund il talentuoso scrittore svedese che si presenta sul nostro mercato con questo romanzo carico di mistero che già dal titolo e dalla copertina non promette nulla di buono. Neanche le prime pagine però promettono bene visto che la trama gira intorno alla scomparsa di una bambina di nome Magda e il libro si apre all’incirca sei mesi dopo il misfatto con Åsa, la madre della bambina, ancora sconvolta e in cerca di risposte in merito non solo alla scomparsa ma anche alla mancanza di tracce da seguire per il ritrovamento. Tracce che vedono come principale indiziato Martin Horn, il marito di Åsa nonché padre della piccola, senza però che ci sia materiale sufficiente a suffragare la sua colpevolezza.
Con questi presupposti prende il via un andirivieni nel tempo che va da prima della scomparsa di Magda a dopo, il tutto raccontato dai due genitori ai quali si aggiungono come voci narranti Tom, collega di Martin, e Katja la sua compagna. Le vicende dei quattro personaggi spalmate in modo non casuale nel tempo si intrecciano tra loro vedendoli di volta in volta protagonisti e coprotagonisti, dove ognuno racconta la propria storia o rivive i propri ricordi e dove pian piano vengono fuori piccoli indizi. Indizi però che si perdono tra un personaggio e l’altro, con la complicità di piccole “distrazioni” come i personaggi secondari piuttosto che i retroscena della vita passata di quelli principali. Tanti gli ingredienti ma, pagina dopo pagina, della bambina non c’è traccia e la trama sembra quasi allontanarsi dal suo punto focale.
Ed è allora che forse in testa inizia a prender forma un mix di pensieri che portano a molteplici possibili finali, aumentando di conseguenza la curiosità su quale tra questi è quello giusto ma, rassegnatevi, dovrete arrivare alle ultime pagine per poterci mettere una pietra sopra e risolvere il mistero. Nel frattempo dovrete accontentarvi di sapere che l’autore ci sa fare e lo dimostra dal modo in cui riesce a caratterizzare i vari personaggi, sia nell’aspetto che nei lati più interiori, senza tralasciare l’ambientazione fredda, cupa, misteriosa e solitaria in cui tutto avviene, partendo dal centro abitato fino a quel labirinto di ciottoli che…
I colpi di scena non mancano e l’autore è abile nell’utilizzarli per sviare l’attenzione del lettore, attenzione però che non deve mai venir meno. Parola per parola questo noir psicologico va seguito fino alla fine per completare il puzzle o, se volete, per uscire dal labirinto, ed è importante cogliere ogni dettaglio che le pagine nascondono.
Non sarebbe male tenere a portata di mano il cellulare all’approssimarsi del finale, l’idea di immortalare la propria espressione al momento della verità svelata potrebbe essere un bel ricordo di una “piacevole” lettura…

Ci sono voluti cinque romanzi per arrivare sul nostro mercato anche se per ora solo con l’ultimo, e nonostante al momento non sia possibile conoscere il suo percorso evolutivo come scrittore “Nel labirinto” è sicuramente un buon biglietto da visita per Sigge Eklund. L’autore è noto nel suo paese anche come blogger, giornalista web e produttore televisivo.

****************************

Titolo: Nel labirinto
Autore: Sigge Eklund
Traduttore: Katia De Marco
Editore: Marsilio (Collana Farfalle), p. 298, 2017

Prezzo: € 18,00
Ebook epub € 9,99

EAN: 9788831726184

****************************

La storia E’ infinita

Era forte la tentazione di dare come titolo a questo articolo “La spada vendicatrice dell’Islam”, un titolo a effetto senza dubbio e forse più appropriato, un titolo che sicuramente cattura l’attenzione ma… un titolo troppo scontato e le cose scontate non sempre piacciono. “La storia E’ infinita” invece, con il verbo maiuscolo per sottolinearne l’importanza, è senza dubbio un titolo più generico ma che per questo romanzo calza a pennello.
Senza tergiversare troppo è meglio entrare subito nel merito di questa lunga storia, spiegando il perché di quanto detto sopra ed espletandone i contenuti e i protagonisti partendo dal primo: Dragut Rais. Alzi la mano chi conosce questo nome, chi conosce davvero questo nome. Gli amanti di storia? Molto probabilmente sì, chi ha una buona memoria scolastica? Forse, gli appassionati di pirateria? Vergogna se non lo conoscono! Scherzi a parte, per nostra fortuna ci ha pensato Simone Perotti a dare una piccola lezione di storia a tutti, con un romanzo costruito intorno alla vita di questo incredibile e quasi mitologico personaggio che mitologico proprio non è, e lo sapevano bene Andrea Doria e tutti i cristiani naviganti del ‘500 che solcavano i mari con il terrore di incrociare la sua rotta. Egli fu infatti un corsaro ottomano, poi anche ammiraglio della medesima flotta, al soldo del sultano Solimano il Magnifico.
Ma se ancora il nome di Dragut Rais non vi dice nulla, nonostante la menzione di Andrea Doria, forse allora il nome Khayr al-Din detto Barbarossa qualcosa in più può ricordarlo. Dragut fu infatti il braccio destro e poi il successore del più famoso e temuto corsaro divenuto poi uno dei simboli dell’universo piratesco.
Barbarossa era infatti quello che metteva la faccia (e la politica) in tutte le battaglie laddove invece Dragut ci metteva le navi e la spada, motivo questo che gli valse il soprannome di “Spada vendicatrice dell’Islam”.
In questo romanzo l’autore racconta in modo approfondito il modus operandi del Rais, partendo però dalla sua infanzia e dai motivi che lo hanno portato a diventare ciò che è stato e per cui viene ricordato. Di lui si sa che fu senza dubbio spietato, indomabile, violento e… amante, ma quest’ultimo aggettivo solo una persona poteva affibbiarglielo: Bora, una schiava, ma una schiava di lusso, relegata in un castello su di un isola solitaria, dove non esistevano guerre e battaglie e dove il mercante che comprò la giovane ragazza decise di accomodarla. Lì, dove lei era al contempo schiava e padrona, si celavano i segreti più intimi del corsaro, ma anche i retroscena più misteriosi della sua vita da lui raccontati a Bora durante le sue soste tra un momento di passione e l’altro, ed è li che Bora ormai alla fine dei suoi giorni fu costretta a raccontare ad un inquisitore tutto ciò che sapeva su di un Dragut già da tempo defunto.
Come detto l’isola dei Bora era un’isola solitaria immune a ciò che succedeva nel mondo circostante e il Rais non era il solo a gettare l’ancora dinanzi ad essa per godere dei benefici che offriva, ci fu infatti, tra gli altri, un cavaliere (o meglio una spia), che era solito percorrere gli stessi corridoi del Rais, il suo nome resterà però celato tra le pagine del romanzo e toccherà ai lettori scoprirlo.
Ciò che di lui si può dire è che la sua vicenda è legata strettamente ad un’altra grande protagonista di questa storia: La mappa del mondo di Piri Rais accompagnata dal Kitab-ı Bahriye o Libro del mare scritto sempre del medesimo autore, due documenti che all’epoca valevano quasi più di un regno, due documenti che furono al centro di sanguinose battaglie per via del vantaggio strategico che il loro possesso garantiva.
L’autore racconta tramite la spia tutte le vicissitudini legate a queste mappe e i sacrifici che Piri Rais dovette patire per celarle agli occhi del mondo, fino a quando… accadde quel che accadde, ovvero fino a quando il cavaliere decise di diventare per l’appunto una spia ed iniziare così una lunga vita fatta di misteri e sotterfugi, fughe e uccisioni pur di svolgere il compito a lui assegnato. Quale destino lo aspetti e come Dragut ne prenda parte sono due delle domande che accompagnano la lettura fino all’ultima pagina.

La storia che si intreccia con il romanzo e i personaggi che diventano narratori della loro vita vissuta è uno dei punti di forza di questo libro, libro che lo stesso autore ha ammesso di aver scritto non senza rischi e il perché è presto detto con le sue parole prese in prestito dal suo sito: “Ho scritto questo romanzo disattendendo quasi tutte le regole dell’editoria di questa epoca, e del buon senso.” E in effetti il romanzo è lungo, elaborato, strutturato in modo particolare con i tre protagonisti che raccontano ognuno la propria storia, uno dei quali addirittura sdoppiato nel prima e nel dopo; le vicende vanno poi a formare una carambola di informazioni che nonostante la mole non si discostano mai dal filo conduttore, mantenendo compatta la trama e rendendo la lettura agevole, avvincente e piacevole.

Tornando al titolo, la storia è davvero infinita. E questo non perché il romanzo è lungo ma perché, come capita con opere come queste, quando viene stuzzicato l’interesse può sorgere spontanea la voglia di approfondire, documentarsi e spaziare su altri aspetti legati a quanto narrato. E se questa reazione dovesse sorgere anche dentro di voi, vorrà dire che non solo Simone Perotti ha confezionato un buon prodotto, ma è riuscito ad andare ben oltre alle regole dell’editoria e del buon senso, rendendoci tutti parte dell’equipaggio del Rais.

libri-dragut****************************

Titolo: Rais
Autore: Simone Perotti
Editore: Frassinelli, 2016, 495 p.
Prezzo: € 19,90

Disponibile anche in ebook – epub
€ 9,99

ISBN-13: 9788893420082
EAN: 9788893420082

****************************

Vasandhi: Un libro dalle Storie forti

Libri vasandhi cove 1r

Il mondo in cui viviamo è fatto di culture, religioni, politiche, abitudini e quant’altro diverse da paese a paese e, a voler guardare, questa è una fortuna se si pensa al piacere di poter scoprire le diversità che in ogni ambito ci contraddistinguono da una terra all’altra. È anche vero però che molte di queste culture, religioni e politiche molto spesso ci riescono difficili da comprendere ed è allora che capita di trovarsi a criticare, giudicare e sentenziare ciò che avviene negli altri paesi così come nel nostro. Leggendo le pagine di questo libro ci si rende conto però che le critiche e i giudizi servono a ben poco se, ancora oggi, è difficoltoso se non impossibile combattere certe battaglie.

La “ragazza indiana” di questa storia si chiama Vasandhi, e di battaglie ne ha combattute non poche prima di arrivare a raccontarle con grande dolore, forza e coraggio a Rinaldo Boggiani che ne ha curato la stesura per trasformarle in un libro. E non c’è da meravigliarsi se anche l’autore, parola dopo parola, è arrivato a sentire suo il dolore di Vasandhi, perché è ciò che forse succederà a tutti i lettori.

Non è spiegabile, con parole diverse dalle sue, tutta la sofferenza che lei ha provato fin dai suoi primi passi, e lo è ancor meno quello a cui è stata sottoposta in seguito a un matrimonio qui in Italia che, invece di essere un’ancora di salvezza, si è rivelato peggio di ciò che forse avrebbe patito restando in India con la sua famiglia.

In queste poche righe troverete solo un’idea di quello che invece tutta l’opera trasmette, ovvero  quanto in là può arrivare la violenza sulle donne sia fisica che verbale, o quanto l’emancipazione femminile sia ancora un’idea lontana in molti paesi e quanto lo sia stata ancor di più in passato. Scoprirete quanto doloroso possa essere perdere più di un familiare caro senza ricevere il conforto necessario per poterlo superare.

Più di ogni altra cosa però, avrete la dimostrazione di quanto è grande il cuore di questa donna che non si è mai arresa e che, nonostante mille difficoltà e infiniti dolori, ha combattuto per assicurare alla figlia quella vita che lei non è riuscita ad avere.

Forse tutto ciò vi aiuterà ad assorbire meglio le emozioni delle ultime pagine dove la sua anima si apre completamente rivelando il tesoro in essa contenuto. Potreste scoprire allora che Vasandhi è molto più di una “ragazza indiana”, è molto di più di una madre e di una donna la cui vita non le ha mai sorriso, perché è stata lei a sorridere alla vita, sovvertendo ogni regola in favore di un amore per il prossimo che tutti farebbero bene a portare nel cuore.

Due parole anche per l’autore, però…  gli sono dovute. Rinaldo Boggiani ha dimostrato infatti ancora una volta le sue ottime doti di scrittore e narratore, ancor più in questo caso se si pensa che di lui si è abituati a leggere romanzi thriller e noir, non certo biografie. Qui, alla sua prima prova in tal senso, non è venuto meno al compito che Vasandhi gli ha affidato, riportando fedelmente le sue parole non senza difficoltà emotive, come lui stesso ha affermato: “Non puoi descrivere se non vedi” e lui ha visto tutto attraverso di lei, e forse continuerà a farlo.

Per non rischiare di banalizzare l’opera con troppe inutili parole è giusto fermarsi qui nel rispetto di entrambi, e lasciare a voi, lettori interessati, tutte le emozioni che questo libro vi riserva. Forse la storia di Vasandhi non “smuoverà” le masse per arrestare certe ingiustizie ma, senza dubbio, arriverà a toccare l’anima di molti e a sensibilizzarne altre, perché il messaggio in essa contenuto è sicuramente più forte di molte storie di vita che la moda di oggi sembra rendere insensatamente più appetibili. Del resto, è normale che un litigio con i tifosi faccia sempre più scalpore della violenza sulle donne, no…? Chi ha orecchie per intendere…

****************************

Titolo: Vasandhi
Autore: Rinaldo Boggiani
Editore: Doge Edizioni, 2017, p. 192
Acquista on line: Vasandhi di Rinaldo Boggiani

****************************