Tutti gli articoli di Alessandro Borghesan

Pronti per viaggiare con le ali

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Siete pronti per un viaggio che vi porterà ben oltre le pagine di un libro? Forse a romanzo conlcuso non troverete nessuno che vi dirà “ben tornati”, ma può darsi che tornerete comunque alla realtà con quella sensazione che può lasciare solo una piacevole lettura.

Il romanzo di cui si sta parlando è “Chiedi alla luce” scritto dall’autore nostrano Tullio Avoledo, autore che è riuscito con innegabile maestria a creare queste sensazioni tangibili pagina dopo pagina, le sensazioni di essere un po’ qui un po’ altrove accanto al protagonista Gabriel, uno che di viaggi (e di donne) se ne intende.

Istanbul, Parigi, Mosca, Budapest e altre ancora sono le città dove Gabriel ci porta, ma se pensate di vedere le “solite” capitali  delle guide turistiche dimenticatelo subito, perchè la luce sotto il quale il protagonista le racconta è una luce completamente diversa.

Chi è quindi Gabriel? E’ un Archistar prima di tutto, famoso in tutto il mondo per le sue bellissime opere architettoniche ma, non meno importante, anzi tutt’altro, Gabriel è… un angelo, l’Arcangelo per eccellenza, quello che ha calato la sua mano su Sodoma tanto per internderci. E cosa ci fa, vi chiederete, l’angelo della morte nelle vesti di un ricco architetto? Bè, sembra che a momenti non lo sappia neppure lui, ma sembra anche che a tratti se lo scordi, così come a tratti potremmo scordacelo anche noi che leggiamo. L’unica cosa che ogni tanto sottolinea è che porre fine al mondo sarà compito suo, dettaglio di poco conto insomma. Ma un angelo lo è davvero? Questo solo le pagine del libro possono dirlo ma quello che fa, quello che vede e quello che racconta non fanno certo credere il contrario.

Perchè è vero che magari siete a Istanbul, ma può darsi che un’attimo dopo siete a Istanbul in un’altro tempo e, perchè no, a parlare con un gatto; e che dire di quando a Parigi siete costretti a fare la “voce grossa” quella speciale, per farvi ascoltare da un tizio ostinato? Meglio non andare oltre perchè il resto è tutto un programma, lasciate solo che si parli un attimo di Sabine. Sabine che c’è anche quando non c’è, Sabine che è la bellezza, Sabine che è l’amore e Sabine che è anche dolore. Una donna quindi, e già si è detto abbastanza, ma il modo in cui l’autore attraverso Gabriel la disegna è un qualcosa per cui val la pena di leggere questo libro nella speranza di incontrarla per davvero, sperando che sia lei, alla fine, la chiave di tutto.

La cosa bella però è che anche gli altri personaggi che si incrociano lungo il percorso lasciano sempre quella sensazione che ti spinge a proseguire il viaggio, per scoprire cosa c’è dopo. Personaggi che hanno una storia da raccontare o un passato da dimenticare, ma anche una “condanna” da scontare e chi, ovviamente, ha un futuro da scoprire. La cosa che accomuna tutti quanti è quella pietà che Gabriel prova nei loro confronti, sembra quasi che tutti si trovino sulla sua strada per dargli un messaggio, per fargli afferrare il senso di qualcosa che continuamente gli sfugge. Sarà forse che è la luce giusta quella che gli manca per comprendere il messaggio…? Un percorso lungo e poche pagine alla fine per trovare la risposta a tutto quanto. E che risposta!

Tullio Avoledo non è nuovo nel panorama letterario italiano, tanto che da una sua opera è stato addirittura tratto un film intitolato, come l’opera, “Breve storia di lunghi tradimenti”. E’ sempre un piacere però trovare autori come lui che, romanzo dopo romanzo, continuano a stupire per la loro inventiva e per la loro capacità narrativa.

L’esperienza non manca, e “Chiedi alla luce” ne è la riprova.

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Titolo: Chiedi alla luce
Autore: Tullio Avoledo
Editore: Marsilio (Collana Romanzi e Racconti), 2016, p. 483

https://it.wikipedia.org/wiki/Tullio_Avoledo

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La sacra acqua

Nel panorama letterario attuale e in modo particolare nel genere della fantascienza, i romanzi che vanno per la maggiore sembra siano quelli ambientati in futuri distopici, aiutati senza dubbio dalla massiccia trasposizione cinematografica che ne deriva. Sarà che la combinazione “futuro distopico” apre nella mente degli scrittori emergenti infiniti scenari di avventure, ma non si può certo dire che fino ad ora questo genere non abbia ottenuto ottimi risultati.

La scrittrice finlandese Emmi Itaranta ha deciso di unirsi alla schiera degli autori sopracitati con un romanzo sul genere ma dal contenuto molto “riflessivo” e tra poco vedremo il perchè.
La storia è ambientata in un futuro non molto lontano dove il mondo è stato consumato dalle guerre del petrolio, risorsa ormai esaurita, e dove il bene più prezioso ma soprattutto più controllato dal governo del Nuovo Qian è quello in assoluto più importante fin dall’alba dei tempi: l’acqua.
La protagonista del romanzo è la giovane Noria Kaitio, figlia di un maestro del tè, titolo quest’ultimo che lei stessa ambisce ottenere sotto l’attenta guida del padre.
E da maestro prestigioso qual’è, il padre di Noria non può che avere un segreto, ovvero quello gelosamente custodito insieme alla moglie riguardante il “posto che non esiste”: una sorgente d’acqua pura nascosta nella montagna vicino al villaggio. Ma per un segreto del genere tenuto nascosto il governo non si farebbe scrupoli a giustiziare i Kaitio e, purtroppo per il buon nome della famiglia, le accortezze avute nel tempo dal padre si dissolvono in breve dopo la sua morte per via di una sprovveduta Noria che ne dimentica alcuni insegnamenti.
Gli interessi che la giovane ha sempre esternato nei confronti dei misteri sepolti delle generazioni passate unite ad un pizzico di ingenuità giovanile, porteranno Noria a compromettere la sua posizione, attirando su si sé gli occhi sempre attenti del temibile governo.

Pensando a “1984” di George Orwell come romanzo distopico per eccellenza, la storia che l’autrice racconta è sicuramente meno tragica rispetto ad esso, a partire da una più ampia libertà di cui godono i protagonisti che sono controllati solo in termini di consumo di acqua. L’occhio vigile del governo non arriva ad invadere la sfera intima dei protagonisti, seppur lasciando intendere che i controlli serrati non lasciano comunque molto scampo a chi pensa di fuggire dal Nuovo Qian. La presenza dell’esercito o lo spettro delle guerre del petrolio per quanto possano far pensare a scenari di rivolta, come la moda del genere vuole ultimamente, nel romanzo della Itaranta rimangono solo delle figure di contorno. Il ritmo del romanzo è lento ma mai noioso, accompagnato da una narrazione descrittiva che porta a cogliere anche l’atmosfera che i maestri del tè creano durante le loro cerimonie, con un effetto catastrofe che sempre aleggia ma mai esplode, lanciando solo presagi di un epilogo incerto.
La famiglia e l’amicizia sono valori su cui l’autrice sembra aver puntato per la stesura del romanzo, trasmessi tramite la protagonista. Il valore più importante però è quello legato all’acqua che, forse implicitamente, la Itaranta ricorda quanto sia importante saper consumare con giudizio, in previsione di un futuro non tanto lontano da alcune immagini che le sue parole disegnano.

Libri la memoria dell'acqua******************

Titolo: La memoria dell’acqua
Autore: Emmi Itaranta
Traduttore: N. Rainò
Editore: Frassinelli, 2015
Pagine: 280
Prezzo: € 16,00
Disponibile in ebook

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Non è mai troppo tardi

Raramente capita di leggere romanzi che hanno per protagonista un vivace, anzi un verace, pensionato, soprattutto un pensionato del calibro di Cesare Annunziata, un napoletano dall’animo focoso come la terra in cui abita.
Cesare, 77 anni, ancora non ne vuol sapere di fare quella vita che tutti pensano che un uomo della sua età dovrebbe fare, ovvero una vita pacata ormai lontana dai vizi e dagli eccessi (come la pillola blu) per godersi in pace l’ultima fase di una lunga esistenza; anche se lui di morire non ne ha alcuna intenzione.

Questo bizzarro pensionato, nato dalla penna di Lorenzo Marone, riempie le pagine del romanzo “La tentazione di essere felici” che ha portato lo scrittore napoletano al grande salto di qualità, approdando alla casa editrice Longanesi che ne ha riconosciuto le ottime doti narrative. Il merito dell’autore è sicuramente quello di aver creato e caratterizzato un personaggio come Cesare che nonostante l’età è dotato di un carisma prorompente condito con una certa dose di cinismo che per molti lettori può risultare affascinante.

L’anziano protagonista è vedovo, padre e nonno ma nessuna di queste tre cose gli dona particolari emozioni: il rancore nei confronti della defunta moglie si trascina nel tempo per via delle responsabilità nei confronti dei figli a cui lui ha dovuto far fronte, quando invece prima si preoccupava lei. I figli invece sono un capitolo ancor più complicato: Sveva è una madre in carriera infelice della sua vita matrimoniale, mentre Diego è omosessuale anche se al padre non lo ha mai detto, tuttavia Cesare ne ha la certezza ed è questa la cosa che gli fa davvero male. E il nipotino Federico? Diciamo che fare il nonno non è il massimo delle ambizioni del protagonista, anche se tra tutti il piccolo è quello che gli dà meno problemi e più sorrisi.

E poi c’è Emma, quella del presente e quella del passato. La prima è la vicina di casa di Cesare e la seconda è un ricordo che la prima ha risvegliato. Ma se non si può vivere di ricordi lo si può fare riscoprendo se stessi grazie ad una giovane ragazza la cui realtà è molto più difficile e complicata di quella di un vecchio pensionato a cui tutto sommato la vita ha dato tutto. Dal loro incontro sul pianerottolo in poi il passato e il presente di Cesare si intrecceranno facendo luce sul perché delle molte situazioni che oggi lo circondano, rivitalizzando in lui parte di quell’affetto paterno che ai figli è da tempo negato.
La sua è la storia di un uomo che ha vissuto numerose esperienze e il cui cuore ha conosciuto parecchi amori e altrettante delusioni che poco alla volta hanno indurito il suo animo fino a renderlo l’uomo “scorbutico” che è diventato.
Capita però di incappare a volte in situazioni drammatiche che nella sventura sono proprio quelle che aiutano a riaprire il proprio cuore anche se forse questo potrebbe non bastare per risolvere tutto.

L’autore, Cesare e il romanzo trasmettono tra gli altri un messaggio chiaro: la felicità non è dovuta ma va ricercata. A volte magari la stessa non è voluta o si pensa che più di così non si possa avere ma anche in questi casi non è mai troppo tardi per accorgersi che i primi che possono donare felicità sono proprio gli affetti che ti circondano; del resto, proprio come si dice a Napoli: I figli so’ piezz’e core.
E Cesare? Se ne renderà conto?

Libri La tentazione di essere felici cover

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Titolo: La tentazione di essere felici
Autore: Lorenzo Marone
Editore: Longanesi (Collana la Gaja scienza), 2015
Pagine: 268
Prezzo:
Disponibile anche in ebook

Sito

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Misteri in miniatura

Un mistero in un mistero dentro un altro mistero… e così via. A lettura in corso questa è la perpetua sensazione che lascia questo romanzo intitolato “Il Miniaturista”, scritto dall’autrice inglese Jessie Burton, al suo esordio letterario con quest’opera.
Il romanzo, ambientato ad Amsterdam verso la fine 1600, si ispira liberamente alla vita della giovane e ricca olandese Petronella Oortman, che ne è anche la protagonista. L’autrice ne sottolinea l’ispirazione chiarendo che non si tratta affatto di un romanzo biografico della ragazza che visse in quegli anni, pur attingendo pienamente dalla sua storia per condire le pagine del libro.

Per essere corretti però, è meglio dire che i protagonisti del romanzo sono Petronella e la sua casa in miniatura, riprodotta fedelmente da uno sfuggente personaggio e regalatale come dono di nozze dal marito, il prestigioso quanto emblematico mercante Johannes Brandt.
E dove stanno i misteri in tutto ciò? Da dove cominciare…?
Dal marito forse, o dall’austera sorella Marin magari, e perchè non dai loro servi Otto e Cornelia? O dai clienti/amici dei Brandt, i coniugi Meermans? Senza tralasciare poi la miniatura stessa e chi l’ha creata che probabilmente sono i misteri per antonomasia. Per farla breve, tra tutti i personaggi che compaiono nel libro, l’unica senza scheletri nell’armadio e segreti da custodire sembra proprio essere la protagonista, che dovrà invece rassegnarsi all’idea di dover scoprire da sola molte cose che sarebbe meglio se rimanessero nell’ombra.

Il Miniaturista è una storia che a tratti toglie il fiato da quanto la storia si infittisce e si addentra nella vita privata dei personaggi o meglio ancora nei corridoi della casa di Johannes e Petronella. Senza contare l’ambientazione in un’Amsterdam perbenista e pronta a condannare chiunque non si attenga alle rigide regole imposte dallo Stato e non meno dalla Bibbia.
La miniatura poi sembra vivere di vita propria, così come i vari decori che la compongono, quali le riproduzioni fedeli di coloro che quella casa la vivono. Non si tratta certo di bambole voodoo ma a volte a Nella (diminutivo di Petronella) sembra che quei pupazzi subiscano le stesse mutazioni fisiche delle persone reali, siano esse ferite o “altro”. Come è possibile tutto ciò? E come fa il miniaturista a sapere quel che succede in casa o, peggio, cosa vorrebbe Nella da aggiungere tra gli orpelli? Altri misteri si aggiungono.
Così fino alla fine, fino all’ultima pagina dove forse al lettore rimarranno ancora dei dubbi irrisolti… o forse no?
Questo è l’ultimo mistero che rimane da scoprire.

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Titolo: Il Miniaturista
Titolo originale: The miniatuist
Autrice: Jessie Burton
Traduttore: E. Malanga
Editore: Bompiani (collana Narratori Stranieri), 2015
Pagine 439
Disponibile in ebook

Sito web

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Attenti agli sgambetti

La discriminazione è un male che di generazione in generazione non ha mai abbandonato l’uomo nel suo lato più malvagio. Una delle peggiori è quella nei confronti di coloro che a causa di evidenti difetti fisici vengono ritenuti da molti “diversi” e per questo molto spesso maltrattati. Può capitare però che siano persone con questi difetti le prime a discriminarsi senza pensare che non tutti vedono diversità in loro.
E’ questo il caso di Germain, il protagonista del romanzo di Vincent Maston che, afflitto da balbuzie fin dalla nascita, è convinto di essere discriminato da tutti e gode nello sfogare il suo rancore nei confronti delle persone che ai suoi occhi risultano normali, come per punirli della loro indifferenza.
Seppur il suo modus operandi in questo senso non sia particolarmente nocivo per gli altri, visto che egli si limita solamente ad urtarli “accidentalmente” all’interno dei treni nella metro di Parigi, il rischio è che alla lunga questa abitudine gli si rivolti contro mettendolo nei guai. Ed è ovviamente ciò che gli succede quando, dopo una serie di eventi tutto sommato positivi, si ritrova a far parte di un gruppo di persone che fanno il suo stesso gioco per puro svago ma, come è ben noto, non si gioca col fuoco e infatti la situazione degenera quando uno dei suoi compari dà di matto arrivando a fare del male agli ignari passeggeri, mettendo così Germain in una situazione molto scomoda che lo obbligherà a ricominciare tutto daccapo.

Trama semplice nel suo svolgimento come semplice ma profonda è la morale che vuole trasmettere: accettare ed accettarsi. Una morale sentita e risentita, ma che mai si ascolta o si comprende abbastanza come la società di oggi ci ricorda ogni giorno per i continui atti di discriminazione, di bullismo o di maltrattamenti nei confronti di altri.
Germain balbetta ma questo non gli vieta di avere degli amici o una donna oppure di divertirsi e a voler guardare ciò che lui definisce un difetto non è poi così limitativo nella vita di tutti i giorni. Ciò che accadrà al protagonista sarà utile ad insegnarli il rispetto verso gli altri e la salvaguardia di se stessi, partendo proprio dall’accettarsi come strumento utile per vedere che ci sono persone che sono più in difficoltà di noi che, invece di essere maltrattate, meritano più aiuto di quanto loro sembrano chiederne.

Romanzo d’esordio di Vincent Maston che decide di iniziare la sua carriera letteraria con un libro non troppo impegnativo ma con un risultato tutto sommato soddisfacente, che offre una lettura piacevole e senza troppe pretese, una commedia utile a ricordare che il rispetto per la vita di tutti è il comune denominatore per una convivenza pacifica con se stessi e con gli altri.

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Titolo: Io, te e la vita degli altri
Titolo originale: Germain dans le métro
Autore: Vincent Maston
Traduttore: Michela Finassi Parolo
Disponibile in ebook

Editore: Salani, 2014
Prezzo: € 13,90
EAN:9788867158577

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