Tutti gli articoli di Alessandro Borghesan

Scomode Letture

Una delle sensazioni più belle che può donare un libro è quella di sentirsi parte di esso, avvolto dall’ambiente che circonda i protagonisti fino a percepirne i profumi e i sapori che la terra emana. Bene, si dà il caso che questo romanzo, intitolato “I cacciatori di libri”, faccia proprio quest’effetto e che la terra in questione, tra le tante che i protagonisti calpesteranno, sia la Terrasanta che Raphaël Jerusalmy, l’autore, descrive così:

“E’ la patria dei profeti e dei cantori di salmi, dei villani e degli angeli decaduti, delle peggiori disperazioni e dei sogni più folli”.

Ma tra le tante caratteristiche che rendono questo romanzo così particolare quella che senza dubbio più spicca è il protagonista della storia ovvero tale François Villon, un poeta francese vissuto sotto il regno di Luigi XI. La sua biografia dice che egli fu un poeta molto scomodo alle alte sfere del potere tanto che più volte venne condannato a morte e poi graziato fino all’esilio definitivo avvenuto agli inizi del 1463 quando fu costretto a lasciare la Francia. E dopo? Dopo non si sa… Non si sa dove andò come non si sa dove, come e quando morì.
E qui interviene Raphaël Jerusalmy che, in mancanza di documenti certi in merito a ciò che il poeta fece o non fece da quell’anno in poi, decide di ipotizzare una storia verosimile su quello che Villon avrebbe potuto fare visti il suo animo focoso e la sua vena poetica, come ad esempio inserirlo in un complotto religioso orchestrato dalla Corona francese e dai Medici di Firenze con l’appoggio di una confraternita formata da ebrei e da cristiani che agiscono in clandestinità da Gerusalemme. Tale complotto è stato ordito con lo scopo di minare il potere del Vaticano e della Parola che esso diffonde, sfruttando agenti della confraternita che, sfuggendo dall’Inquisizione, vagano per le terre conosciute a caccia di libri, pergamene e testi persi o dimenticati che al loro interno nascondono delle scomode verità che minaccerebbero gravemente la Chiesa di Roma, testi come, tra gli altri, il vero testamento di Cristo.
Ma François Villon non è un uomo facile da adescare e ci vogliono ben più che semplici parole o evidenti fatti per convincerlo ad appoggiare una simile cospirazione. Fortunatamente per la confraternita nel viaggio che lo porterà da Parigi a Gerusalemme passando per Genova e Roma il poeta avrà modo di scoprire meglio se stesso fino a trovare il suo vero scopo nella vita. Uno scopo che le terre aride e misteriose della Terrasanta gli sussurrano all’orecchio e gli mostrano ai suoi occhi ancora ciechi dinanzi alla verità; il tutto mescolato all’amore inseguito e goduto in ogni suo sospiro con la bellissima Aisha, la donna che ruberà il suo cuore per legarlo definitivamente al suolo sacro.

Raphaël Jerusalmy ha pensato proprio a tutto, creando un romanzo molto descrittivo in ogni sua parte che si addentra nei misteri della fede, nell’animo umano e in quelle terre che ancora oggi nascondono segreti che probabilmente mai nessuno svelerà. Ma, come sempre, con la fantasia si arriva ovunque e grazie ad essa e con l’ausilio dei testi storici si possono creare storie che molto si avvicinano alla realtà.
Ciò che è certo e vero è che François Villon ha lasciato ai posteri delle opere di infinito valore che da molti vengono considerate le basi della lingua francese moderna, ma ancor più sicuro è che la Terrasanta non finirà mai di essere, “grazie” alla sua storia e ai suoi misteri, un teatro di guerre ideologiche che purtroppo non vengono combattute a suon di libri ma, bensì, a suon di bombe.

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Libri i cacciatori di libri arton67106Titolo: I cacciatori di libri
Titolo originale: La Confrérie des chasseurs de livres
Autore: Raphaël Jerusalmy
Traduzione: Federica Alba
Editore: E/O (collana Dal mondo), 2014
Pagine: 272
Disponibile anche in Ebook

ISBN: 9788866325321
ISBN Ebook: 9788866325833

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Nota sull’autore

Raphaël Jerusalmy, ex agente del Mossad, si è dedicato ad azioni umanitarie e al commercia in libri antichi a Tel Aviv. Un’attività quest’ultima da cui probabilmente è nata l’ispirazione per questo romanzo, il secondo pubblicato in Italia dopo “Salvare Mozart”, edito dalla medesima Casa Editrice.

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Il Cronenberg scrittore

Dopo quasi dieci anni di gestazione (o almeno così si dice) ha visto finalmente la luce il primo romanzo del regista David Cronenberg, il maestro di quel cinema definito “body horror”, che per non smentirsi neppure come scrittore ha ben riproposto le sue tematiche preferite in quest’opera intitolata “Divorati”.
A beneficio di coloro che poco conoscono i lavori cinematografici del regista e quindi i temi da lui trattati c’è una parola utile per avere un approccio più semplice alla lettura e questa parola è “estremo”. Estremo è il rapporto che i suoi protagonisti hanno talvolta con il proprio corpo piuttosto che con la propria mente, così come estreme arrivano ad essere le relazioni che si instaurano tra i vari personaggi nati dalla sua fantasia, relazioni che includono la violenza e il sesso nelle loro visioni più crude e, appunto, estreme.

Fatta questa breve delucidazione è giunta l’ora di parlare meglio di questo romanzo che ha per protagonisti una coppia di foto-giornalisti free-lance di nome Naomi e Nathan, coppia sentimentalmente e, di rado, professionalmente. Di rado perchè come in questo caso a loro insaputa i loro rispettivi reportage finiranno per intrecciarsi. Mentre infatti Nathan vola a Toronto per incontrare il Dott. Roiphe, nientemeno che lo scopritore della malattia ai genitali che il giornalista ha “casualmente” contratto, Naomi va prima a Parigi poi a Tokyo per cercare informazioni più precise sul “Succoso caso di omicidio-suicidio sessual-cannibal-filosofico francese” come lo chiama lei, fino a che scavando più a fondo entrambi troveranno del materiale che si rivelerà utile l’uno per l’altra. Ma non sarà forse che questa coincidenza non sia casualità e che i due foto-reporter siano stati trascinati in un intrigo ben più misterioso?
Qui inizia la vera complessità del romanzo o forse è meglio dire che è qui che iniziano a mostrarsi i primi veri segni della mano di Cronenberg.
Il sospetto omicidio-suicidio su cui è concentrata Naomi è quello che ha per vittima la nota filosofa francese Cèlestine Arosteguy che, secondo le indagini e le immagini pubblicate dalla polizia, è stata trovata un po’ qua e un po’ là nel suo appartamento di Parigi, brutalmente smembrata e sembra anche parzialmente cannibalizzata. C’entra forse il marito, anch’egli noto filosofo di nome Aristide Arosteguy? Potrebbe, visto che di lui si son perse le tracce, perse ma non per tutti perchè tramite alcune conoscenze Naomi riesce a rintracciarlo nella capitale Nipponica dove i due si incontreranno. E Nathan? Beh lui scoprirà invece che nella casa del dottore o, meglio, nella figlia del dottore si nascondono segreti molto ma molto scottanti.

A questo punto avviene la massima esplosione di tutte le caratteristiche che accomunano le opere di Cronenberg: si comincia con gli estremismi sessuali dei rapporti che i due filosofi avevano tra loro e con i loro studenti, per passare poi alle immagini piuttosto crude e talvolta disturbanti di come il regista è solito trattare il corpo umano fino ad inoltrarsi nelle menti complesse dei protagonisti, indubbiamente affetti da disturbi psichici tra i quali l’apotemnofilia, da voltastomaco.
Ma… può forse mancare un intrigo politico di qualche particolare paese come ad esempio… la Corea del Nord? Ovviamente no. Come non possono mancare le radici cinematografiche dell’autore tra le cause scatenanti della follia di alcuni personaggi. Per essere più completi bisognerebbe aprire un paragrafo molto lungo e articolato su Cèlestine e Aristide Arosteguy ma, dal momento che i veri protagonisti alla fine sono loro, basta giusto lanciare il seme dell’interesse per quei lettori che poi vorranno farlo germogliare.
Limitarsi insomma a queste piccole anticipazioni è talmente riduttivo che rimarreste senza dubbio sorpresi nello scoprire cosa contiene questo romanzo tutto sommato abbastanza contenuto nel suo numero di pagine. Per farla breve, qui c’è tutto il meglio (e il peggio per gli stomaci deboli) del cinema di Cronenberg,
Un ultimo dettaglio per coloro ai quali potesse interessare è che nel libro è presente un campionario completo dei più bei modelli di macchine fotografiche digitali, dipositivi audio, video, notebook, tablet, smartphone e quant’altro di tecnologico può tornare utile ai due giornalisti, sembra una banalità presentarlo così ma c’è da rimanere a bocca aperta per quello che l’autore mette in campo…

Non è dunque necessario essere fan di David Cronenberg per leggere questo romanzo, basta semplicemente essere aperti alle visioni estreme ma talvolta affascinanti dell’autore, che egli è in grado di esporre in modo così semplice e naturale. Non è escluso però che ai più nostalgici venga voglia di rispolverare le vhs dei cari vecchi Videodrome e Crash o i dvd dei più recenti a History of Violence e A Dangerous Method, come non è escluso che chi non li hai mai visti decida, a lettura conclusa, di regalarsi un week-end cronenberghiano. Le sue opere fanno quest’effetto.

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Titolo: Divorati
Titolo originale: Consumed
Autore: David Cronenberg
Traduttore: Prosperi C.
Editrice: Bompiani(Collana Narratori Stranieri), 2014
Pagine: 343
Disponibile anche in ebook

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Regista, sceneggiatore, attore, produttore scrittore e quant’altro, tutto questo è David Cronenberg, e siccome è tutto questo quale modo bigliore di un booktrailer più esplicito che mai per accompagnare l’uscita del romanzo? Cliccare per credere.

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Sogni di libertà

Cento anni di vita racchiusi in un romanzo. E’ questa la sintesi più estrema di quest’opera, la seconda in carriera, di Jean-Michel Guenassia autore francese nato in Algeria che già con il suo primo romanzo intitolato “Il club degli incorreggibili ottimisti” aveva dato un’ottima prova delle sue capacità narrative catturando fin da subito numerosi lettori.
Ma cento anni di chi? Non di quell’Ernesto G. che compare nel titolo, ma di tale Joseph Kaplan un medico ebreo che ha molta storia da raccontare tanto che, più che un romanzo, il libro si rivela quasi una biografia del personaggio. E la vita sognata di Ernesto G. cosa c’entra allora?
Questa domanda attanaglierà il lettore per buona parte del libro aumentando da una parte la curiosità di trovare la risposta e dall’altra i quesiti su chi sia veramente questo Ernesto G. anche se è facile immaginarlo. Non c’è errore però, perché dopo una lettura approfondita è impossibile non rendersi conto che non poteva esserci titolo più azzeccato.

Come anticipato il protagonista del romanzo è Joseph Kaplan, nato a Praga nel 1910 e medico per tradizione di famiglia, professione da lui svolta con passione e dedizione fin dai tempi degli studi che lo portarono a specializzarsi nel prestigioso istituto Pasteur di Parigi. C’è un’altra passione però che fin dall’adolescenza lo ha contraddistinto ovvero quella per il Tango Argentino, in particolar modo di quello ballato sulle note di Carlos Gardel la cui musica accompagnerà Joseph nel corso di tutta la sua vita. Vita che da Parigi si sposterà ad Algeri dove potrà finalmente esercitare la sua professione e soprattutto dove potrà star lontano da un Europa sferzata dai venti di guerra alimentati da Hitler ma che in ogni caso presto o tardi raggiungeranno anche le colonie.
Nella capitale Algerina avrà modo di incontrare quelle persone che si riveleranno fondamentali per il suo futuro tra cui la bella Christine che segnerà la sua vita in modo indelebile. Come indelebile è l’esperienza da lui vissuta durante la Seconda Guerra Mondiale, un isolamento forzato ma necessario per sfuggire alle persecuzioni, prova che supererà anche grazie al suo amore per il proprio lavoro.

Nella seconda parte del romanzo Joseph si troverà coinvolto nella dura realtà della Guerra Fredda e dell’invasione della Cecoslovacchia ad opera dei Sovietici che con le loro politiche ostruzioniste e con la dittatura condizioneranno non poco la vita sua e di chi gli sta intorno, una tra tutti la figlia Helena.
Ed è qui che finalmente fa la sua comparsa quel personaggio tanto atteso che per tutto il corso della storia aleggia nella mente del lettore che ad ogni pagina cerca di capire dove potrà mai collocarsi questo Ernesto G. nella vita di Joseph.
Un medico prima di tutto, come Jospeph, appassionato del Tango e della musica di Gardel, come Joseph ma, al contrario di Joseph, un guerrigliero che finirà vittima del sue stesse idee.
Guennassia propone questo personaggio nel suo lato più intimo e umano, concentrandosi di più sul suo carattere e sulle sue emozioni al di là del suo operato, creando un viaggio interiore in colui che diverrà poi un icona nei tempi a venire.

E allora vien da chiedersi se la vita vissuta di Joseph Kaplan non sia quella vita che Ernesto G. avrebbe desiderato fare con il senno di poi oppure se, semplicemente, l’incontro del guerrigliero con Joseph e con la figlia Helena abbia fatto nascere in lui il desiderio di vivere un’altra esistenza su una strada diversa da quella da lui intrapresa.
Tante sono le chiavi di lettura di quest’opera che Guennassia ha costruito trovando nella biografia del “misterioso” personaggio un buco di quattro mesi ad un anno dalla sua morte dove non si sa bene cosa gli sia successo. Perché allora non fargli incontrare Joseph Kaplan? E per farlo l’autore ha dato vita ad un romanzo storico, romantico, d’avventura e di passione dove il protagonista dimostra che nonostante le difficoltà, anche le più gravi, il coraggio e il desiderio di vivere sono il motore giusto per andare avanti, senza arrendersi di fronte a nulla seppur il destino per alcuni sia già stato scritto.
Non c’è da spaventarsi se, arrivati ad un certo punto, si abbia la sensazione di sentire in sottofondo delle note nostalgiche che accompagnano la lettura… si tratta solo di Gardel con la sua Volver.

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Titolo: La vita sognata di Ernesto G.
Autore: Jean-Michel Guenassia
Traduttore: Bruno F.
Editore: Salani (Collana Romanzo)
Anno: 2013
Pagine: 510
Prezzo: € 16,90
Disponibile anche in ebook 1,0 MB

http://www.salani.it/generi/narrativa_generale/la_vita_sognata_di_ernesto_g_9788867153077.php

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Nato nel 1950 ad Algeri Jean-Michel Guennassia ha abbandonato l’attività di avvocato per dedicarsi completamente alla scrittura. Il suo primo romanzo intitolato “Il Club degli incorreggibili ottimisti”, pubblicato anch’esso dalla casa editrice Salani, ha ottenuto uno strepitoso successo in Francia prima e in altri dieci Paesi dove è stato tradotto poi.

Nascondersi dalla vita

Jens Jansen è un brand manager di una società svedese che opera nel mercato dei caschi per ciclisti nota come Helm Tech, un ruolo il suo che nella scala gerarchica dell’azienda è di tutto rispetto oltre che di non poche responsabilità. Jens Jansen però è anche un uomo che desidera sparire.
Non ha commesso crimini né ha mai meditato il suicidio ma, stanco di una vita di cui si sente vittima, egli decide che la cosa migliore da fare per il suo bene è dileguarsi senza lasciare tracce.

Un debutto dai temi forti quello dell’autore Lars Berge che con una visione estrema della vita da impiegato ha creato la trama di questo romanzo intitolato Ninja in ufficio.
Il protagonista rappresenta infatti una visione molto enfatizzata di quel desiderio di libertà che una buona fetta di lavoratori coltivano mal sopportando il loro status di forza lavoro alle dipendenze altrui. Pur ricoprendo un ruolo dirigenziale Jens Jansen è pur sempre un sottoposto che deve render conto a figure a lui superiori come l’amministratore delegato piuttosto che alla presidenza stessa e le responsabilità connesse al suo impiego (che tra l’altro lui scarica completamente alla collega) lo portano ad elaborare idee malsane come, appunto, sparire.
E quale è il posto migliore per nascondersi? Come molto spesso accade il luogo migliore per non farsi vedere è sotto gli occhi di tutti, ma in questo caso è meglio dire alle spalle di tutti, ovvero all’interno della struttura da cui proprio vorrebbe fuggire: il suo ufficio. Ed è così che si trasforma in un Ninja come a lui piace definirsi, un ninja che si muove sfruttando il controsoffitto e che trova rifugio in uno stanzino dimenticato.

Come anticipato le tematiche trattate dall’autore non sono certo leggere nonostante la trama relativamente semplice e di facile comprensione, ma il rifiuto che il protagonista oppone alle offerte lavorative che gli vengono proposte e quindi al futuro che gli si prospetta potrebbero al giorno d’oggi suscitare nei lettori diverse reazioni.
La prima potrebbe ad esempio essere la perplessità visto che con la crisi che attualmente colpisce il mercato del lavoro è difficile pensare a qualcuno che rifiuterebbe tanto a cuor a leggero delle possibilità di futuro così appetitose. Dopo questa prima reazione però e dopo una più approfondita lettura fin oltre la metà della storia, la linea guida seguita da Berge nella stesura del romanzo appare più chiara quando al protagonista si affianca un altro personaggio piuttosto bizzarro che decanta a gran voce la sua lotta al capitalismo e all’assuefazione al lavoro che subiscono i dipendenti.
Anche in questo caso però le visioni si rivelano essere forse troppo estreme sia per la società di oggi sia per coloro che dipendenti lo sono ma che difficilmente sceglierebbero soluzioni così drastiche come quelle prese dai personaggi.
Come si dice però “il mondo è bello parchè è vario” e quindi tutto è possibile ragion per cui alla fin fine nonostante le idee un po’ strambe dell’autore il romanzo è comunque di piacevole lettura e quelle risate assicurate che vengono enunciate in copertina si trovano qua e la, soprattutto per chi apprezza il cinismo.

Lars Berge forse un po’ cinico lo è ma essendo questo il suo primo romanzo non si può ancora dire con certezza quali siano i suoi “ideali”, certo è che l’autore deve essere un grande appassionato di cinema viste le frequenti citazioni di famosi film ma, soprattutto, ciò che sicuramente non gli manca è la fantasia.

 

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Titolo: Ninja in ufficio
Autore: Lars Berge
Traduzione: Margherita Podestà Heir
Editore: Bompiani, 2014
Pagine:280
Disponibile anche in ebook
Prezzo: 18.00 €

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L’estate nera del “Sacco di Roma”

“Il Sacco di Roma” è senza dubbio uno dei tanti fatti storici di rilievo che la nostra Capitale ha da raccontare. Avvenuto nel 1527 sotto il pontificato del Papa mediceo Clemente VII, il Sacco fu per il popolo romano un duro colpo non solo per via dell’occupazione imperiale ma anche per tutte le scorrerie che i lanzichenecchi (l’esercito dell’Imperatore Carlo V) perpetrarono a lungo per le vie e per le case della città.
Lo scrittore italiano Luigi De Pascalis ha ben pensato che su quest’avvenimento storico ci si potesse costruire un bel romanzo, dove la storia si tinge di giallo per i toni investigativi e di nero per la trama scelta.
“La morte si muove nel buio” parla di una serie di assassinii avvenuti all’interno di Castel Sant’Angelo nell’estate seguente il Sacco, dove le vittime principali furono il Cardinal Rangoni, porporato di peso all’interno della Curia, e il suo assistente personale Mario Barbaro.

E chi è il protagonista del romanzo? Nientemeno che l’artista, il musico, lo scultore, il pittore, l’orafo e soprattutto il “bombardiere”, come spesso qui viene chiamato, Benvenuto Cellini, un Fiorentino irruento, focoso, facilmente incline alla violenza e parecchio lascivo.
Durante l’attacco delle truppe imperiali Benvenuto fu tra i più combattivi in difesa del Papa sulle mura di Castel Sant’Angelo, tanto da uccidere addirittura con un colpo del suo broccardo il comandante imperiale Carlo Borbone (e se non fu per mano sua, sicuramente da uno dei suoi uomini). Quella notte però per il bombardiere iniziarono i guai, fu lì infatti che incontrò per la prima volta il colonnello Schertlin, avversario in guerra e in “amore”, se così sì può chiamare il loro rapporto con la bella cortigiana andalusa di nome Lozana. Nemici, dunque, le cui strade saranno però destinate ad incrociarsi nel corso delle indagini sui due assassinii in un disegno che nasconde ben più di quanto entrambi pensino.
Ma se Cellini è il protagonista che si muove per la strade di Roma, c’è un altro personaggio che si muove invece nel sottosuolo romano tra le rovine dimenticate dei tempi antichi, ed è Gregorio, un ex prete sfuggito per poco alla forca e nascostosi laddove nessuno andrà a cercarlo. Personaggio chiave all’interno della vicenda, Gregorio viene presentato dall’autore in modo alquanto misterioso rivelando a piccole dosi il suo ruolo all’interno del tutto.

Riassunta così la storia può sembrare semplice, ma letto per intero il romanzo si presenta come un’opera ben costruita che si pone molto al di sopra del comune prodotto commerciale.
De Pascalis oltre all’ambientazione ha curato molto attentamente anche il carattere e la dialettica dei suoi personaggi, adattandoli all’epoca in questione. Frequente è anche l’uso del dialetto del loro paese natio da parte di Benventuto, dei suoi compagni e dei suoi nemici.
Basandosi poi su fatti storici realmente accaduti non possono mancare tutti i protagonisti di quei giorni duri che segnarono Roma in modo indelebile. Sono presenti infatti personaggi come il Cardinale Pompeo Colonna, il Conte Morone (poi Vescovo e Cardinale), i Cardinali Armellini e Pisani insieme a tutti gli altri già sopra citati. Questo breve elenco vuole rafforzare l’idea che i contenuti di questo romanzo meritano attenzione, a maggior ragione del fatto che non volendo reinventare la storia l’autore ci ha tenuto particolarmente a costruire una trama solida che si adatta facilmente alla realtà senza alterarne troppo i fatti, con un risultato finale molto più che soddisfacente.

Se poi a lettura conclusa nascesse la voglia di approfondire la biografia di alcuni dei protagonisti le fonti non mancano affatto, prima tra tutti quella di Benvenuto Cellini.

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Libri La morte si muove nel buio 3944090Titolo: La morte si muove nel buio
Autore: Luigi De Pascalis
Casa editrice: Mondadori (collana Omnibus)
Anno: 2013
Pagine: 379

Prezzo: € 16,00

Disponibile anche in ebook con DRM a € 9,99

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Luigi De Pascalis è uno scrittore italiano già autore di numerosi romanzi e racconti, due volte vincitore del Premio Italia per la letteratura fantastica e più volte finalista di altri concorsi letterari. Le sue opere sono pubblicate anche in Francia, Germania e Stati Uniti.