Tutti gli articoli di Gianleonardo Latini

Quando l’arte non è un’isola

Lucilla Caporilli Ferro, dopo una vita impegnata perché l’arte contemporanea compiuta da molti sia di tutti, è scomparsa improvvisamente a Roma quasi un mese fa’. Fondatrice e presidente del Liart (laboratorio incontri d’arte), ha promosso lo scambio tra gli artisti di diversi paesi, credendo nell’arte come strumento di comunicazione ed è anche per questo che si è adoperata come insegnante presso il Liceo Artistico Caravillani, dove gli sarà dedicata la Sala Lettura.

Al suo ricordo è stata organizzata, nell’auditorium del Liceo Scientifico “Romita” di Campobasso, la mostra “Memento Lucillae”.

La sua ricerca era influenzata dalle geometrie semplici come si può facilmente comprendere dall’opera “Opus reticulatum” (dipinti a olio su carta), per dar vita a delle gestualità architettoniche.

Il suo impegno per l’arte andando oltre l’insegnamento e la realizzazione dell’opera, credendo nell’unione d’intenti come quando scrisse insieme ad altri artisti di varie associazione la Lettera aperta all’On.le Sindaco di Roma Walter Veltroni, aprì un dibattito sul ruolo dell’arte e la necessità di spazi per promuoverla al di fuori dei circuiti ufficializzati dalla politica del mercato.

Coniugava con positivi risultati l’arte con l’impegno sociale come nel caso della partecipazione, affianco di decine di artisti, all’installazione Il Muro. Tanti “mattoni” di ogni singolo artista contro l’incomunicabilità.

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Maggie liberalista culturale

Prima di Margaret Thatcher la Gran Bretagna era un paese con un’industria fiorente e delle miniere. Dopo il suo passaggio rimase un’economia basata sulla finanza. Una donna che ha smantellato il prodotto fisico per sostituirlo con i Commodity Futures, trasformando la Londra dickensiana in quella dell’alta finanza araba, prima, e quella odierna dei russi.

Maggie è morta e c’è chi stappa bottiglie di spumante e ha grida: Evviva!

Negli anni ’80 avviò il risanamento della malsana ex zona portuale del Tamigi, l’ampio quartiere dei Dock, creando un asse di espansione della City, facilitando l’insediamento di banche e agenzie finanziarie, ma anche per la produzione televisiva.

Un intervento che trasformò la zona degradata in quartiere residenziale dei Docklands – Canary Wharf.

La Thatcher avrà distrutto un’economia basata sulle miniere, e dopo trent’anni i minatori hanno continuato a odiarla, ma ha limitato l’inquinamento atmosferico. Paradossalmente è grazie alla Lady di Ferro utilizzata come fonte d’ispirazione che l’industria cinematografica britannica è risorta e il rock è rinato.

Margaret Thatcher è stata la fortuna della cultura britannica, ha incanalato su di se la rabbia ispiratrice anche degli scrittori, rendendo, come afferma Ian McEwan sul The Guardian di martedì 9 aprile, migliore la loro scrittura. Alla fine degli anni ’80, ad una conferenza internazionale di Lisbona, gli scrittori italiani come Antonio Tabucchi non riuscivano a capire perché Salman Rushdie, Martin Amis, Malcolm Bradbury e lo stesso Ian McEwan erano tanto ossessionati dalla Lady di Ferro, perché secondo loro la letteratura non ha niente a che fare con la politica.

Ma per Ian McEwan e gli altri la Thatcher era un inesauribile fonte di ispirazione con il loro non amarla e il piacere di provarlo.

Bastò qualche anno perché quegli scrittori italiani si dovettero ricredere con la scesa in campo di Silvio Berlusconi.

In Italia non è stata necessaria la presenza di una figura forte come la Thatcher per fare di meglio nello smantellamento dell’istruzione e della cultura e anche con l’industria siamo a buon punto.

Il neorealismo italiano si affermò in un periodo difficile per l’Italia e osteggiato dalla politica che denuncia un’immagine “avvilente” della società.

Con Ken Loach i suoi Riff Raff (1991) e Piovono pietre (1993), Peter Cattaneo con Full Monty (1997), Stephen Daldry con Billy Elliot (2000) si ha un panorama del proletariato in era thatcheriana, sino al The Iron Lady con Meryl Streep per avere una sintesi di cosa è stata la Thatcher per il Regno unito.

Non solo la politica economica della Thatcher, ma anche le scelte politiche e l’inutile fermezza nel gestire il caso di Bobby Sands, l’esponente dell’Ira lasciato morire di fame in prigione, raccontata da Terry George con Some Mother’s Son (Una scelta d’amore, 1997), con The Falklands Play viene affrontata la crisi del Regno Uniti con le Isole Falkland per la Bbc.

Una visione forse un po’ faziosa, ma nulla a che vedere con la rabbia gridata in canzoni come Margaret on the guillotine di Morrissey, dove l’ex leader degli Smiths immagina la morte del primo ministro britannico come un “sogno meraviglioso”. Pink Floyd di The fletcher memorial home (1983), Elvis Costello con Tramp the dirt down (1989), Sinead Oconnor con Black boys on mopeds (1990) sono tutte delle proteste contro la politica ultraliberista e le privatizzazioni selvagge della lady di ferro.

Il gruppo The Clash risponde al divieto della Thatcher dell’uso della parola “sandinista”, riferita ai guerriglieri del Nicaragua intitolando il loro quarto album Sandinista!.

Quale altro politico può fregiarsi di aver ridotto le cause d’inquinamento dovute all’industria e al carbone, oltre ad essere stata la promotrice di una nuova filmografia e fare la fortuna del rock, sino a rendere la narrativa britannica migliore? Inoltre il Labour Party la deve ringraziare per Tony Blair e il nuovo corso liberalista del partito.

 “dal letame nascono i fiori dai diamanti non nasce nulla

 Margaret Thatcher

Lo sguardo del prossimo Sindaco

Il Sindaco che verrà dovrà affrontare l’organizzazione e il dislocamento dei numerosi uffici e servizi per una migliore fruizione da parte del cittadino e nell’ambito della culturale è quello più spinoso con la miriade di offerte che propone.

Con aprile arriva per il PD il momento di scegliere il suo candidato per la poltrona di Sindaco di Roma. Non un Sindaco qualsiasi, il primo cittadino che deve dare l’esempio a milioni di abitanti di una città ricca di storia e sonnolenta.

Oltre al PD anche altre formazioni proporranno il loro candidato, ma la discriminante tra l’uno e l’altro non è solo la presentabilità e la competenza della persona, oltre che della sua onestà, ma soprattutto nella sua capacità di scegliere il suo entourage e il tenere ben presente che Roma deve far convivere la tutela del patrimonio culturale senza demonizzarlo come si è fatto da anni. Una ricchezza culturale che non dovrà essere un ostacolo a rendere la città vivibile per tutti e non una situazione fastidiosa come se fosse della rogna.

La fretta con la quale si muovono i sindaci per avere dei risultati da vantarsi è superiore solo all’incompetenza che spesso hanno i loro lacchè, raccattati anche tra gli scarti delle precedenti gestioni ed ecco le conseguenze di un restauro approssimativo o di un’infrastruttura utile che si trasforma in una trappola per il cittadino.

La politica e l’imprenditoria devono collaborare, per il bene di Roma, e ogni volta i candidati si propongono di scardinare le clientele, ma sino ad ora hanno dimostrato di non essere maturi per tale cooperazione per la soggezione di una parte nei riguardi dell’altra.

La lobby nel senso più deteriore è quella degli immobiliaristi che un tempo venivano definiti in tutto il loro splendore i palazzinari. I muratori e gli operai non necessariamente devono essere impegnati a erigere muri e colare cemento, potrebbero esprimere il loro meglio anche nel recupero e la conservazione del patrimonio artistico. Un’attività che aprirebbe per l’Italia un futuro di cooperazione tra ambientalisti e imprese edilizie. Centinaia di migliaia sono gli alloggi rimasti invenduti o sfitti, ma sono tanti i monumenti che potrebbero essere recuperati per essere fonti di reddito e non svenduti.

Sarebbe utile per il futuro delle città italiane la nascita di una lobby di archeologi, storici dell’arte, bibliotecari, restauratori, archivisti e conservatori che facilmente troverebbero un appoggio considerevole nella società civile.

Tra le letture da consigliare al prossimo Sindaco c’è il libro di Salvatore Settis Paesaggio, costituzione, cemento (Einaudi), per comprendere l’importanza di intraprendere la battaglia per l’ambiente contro il degrado civile.

Sarebbe una grande vittoria se il prossimo Sindaco di Roma non masticasse gomme o non passasse del tempo davanti allo specchi, non camminasse come un perseguitato delle emorroidi o astenersi di arieggiare la bocca per liberare vocaboli di cui ignora il significato o fare dei gargarismi con la solidarietà, senza prendere delle energiche decisioni per migliorare la vita agli abitanti di Roma.

Ma soprattutto dimostri di avere una visione della città che approdi alla Metropoli capace di coniugare il millenario tessuto urbano con le esigenze della quotidianità degli abitanti e quella dei turisti, senza che i pullman non si addentrino sino sotto il museo o il monumento, mentre siano rispettate le fasce per lo scarico delle merci, come dovrebbe essere per il servizio di pulizia delle strade.

La lista dei candidati a Sindaco di Roma continua ad implementarsi e modificarsi. Attualmente Gianni Alemanno cerca una riconferma per il centrodestra con un camper per girare in lungo e in largo la città alla ricerca di voti.

Il centro sinistra propone ufficialmente David Sassoli, europarlamentare Pd, e poi una serie di altri esponenti tra i quali Paolo Gentiloni, ex assessore capitolino con Rutelli, e per ultimo è presente anche Ignazio Marino. Anche Sinistra ecologia e libertà sarà presente nelle primarie del centrosinistra con dei suoi candidati.

Il Movimento 5 Stelle mira al colpaccio in Campidoglio proponendo Marcello De Vito per confermare il Tsunami elettorale.

Come indipendente e fuori dalle primarie di Pd e SeL è degno di nota Sandro Medici, gradito da una sinistra diffusa e dai movimenti sociali, con la sua esperienza di presidente del X Municipio e la conoscenza della città esternato nella pubblicazione Roma bella m’appare.

Umberto Croppi che vuol realizzare per Roma quello che non è riuscito a fare come assessore!

Da non dimenticare Alfio Marchini, un immobiliarista che abbandona la cementificazione selvaggia per abbracciare la filosofia del recupero edilizio, con una sua lista civica.

In sintesi abbiamo chi ha fatto il Sindaco per il quale l’elettore può giudicarlo dai risultati, chi porta un’effervescente esperienza europeista o chi una soddisfacente esperienza nell’amministrare un Municipio, chi ha uno sguardo aperto e poi c’è chi ha un’implacabile voglia di protestare.

Una campagna elettorale che porterà ad imbrattare la città di manifesti, anche di chi afferma di non fare affissioni abusive. Qualcuno ritiene che sia uno spreco impegnare degli euro per essere scelto nelle primarie come candidato e magari vorrebbe non vedere il proprio faccione sui muri.

All’elettore l’ardua sentenza, riflettendo anche sulle incognite esplose con le attuali elezioni politiche, guardando negli occhi i singoli candidati per vedere Roma e non le loro tasche.

 

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Dopo la danza contro la violenza

Oltre un miliardo di teste pensanti, più donne che uomini, hanno danzato il 14 febbraio contro la violenza sulle donne. Un invito a ballare contro la violenza partito dalla drammaturga statunitense Eve Ensler con One Billion Rising che ha coinvolto l’intero Pianeta, non solo l’Occidente, ma dall’Afghanistan alla Papua Nuova Guinea, da Mogadiscio all’India.

Un’iniziativa facilitata dalle nuove tecnologie.

Non è stato facile contare un miliardo e oltre di donne che danzano contro gli stupri e le mutilazioni, coercizioni psicologiche e angherie verbali.

Egitto Donne mohamed-mahmoud-mural-008-001Violenze che continuano e di cui solo una minoranza vengono denunciate. Di questo esiguo elenco solo pochi casi trovano spazio nell’informazione e quando è coinvolto un personaggio da rotocalco offusca la tragedia di altre ragazze violentate, torturate e uccise, come nel caso della diciassettenne sudafricana dimenticata per dare tutte le possibili notizie sul caso di Oscar Pistorius – Reeva Steenkamp. Una coppia da ricchi e famosi, ben lontani dalle miserie di un’India che quotidianamente vede un’infanzia violentata come le tre sorelline uccise in Maharashtra.

Il Sudafrica è una tra le nazioni più violente tra quelle non in guerra, registrando nel 2012 65mila casi di violenza sessuale. Numeri che rappresentano la punta dell’iceberg in un paese tra i più promettenti per la crescita economica.

In Italia sono state 100 le donne vittime degli uomini che le “amavano” e Riccardo Iacona ha ripercorso le loro storie nel programma Presa Diretta del 24 febbraio.

In occasione della riunione dei G8 il 10 e 11 aprile a Londra, sotto la presidenza britannica, sarà presentato un documento contro lo stupro come arma di guerra.

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Cellulari per delle cucine

In occasione dell’appuntamento annuale dedicato all’etica di vivere del Fa’ la cosa giusta, Magis sarà presente per presentare il suo progetto che da alcuni anni viene portato avanti in Africa per fornire cucine solari in Ciad.

Un’iniziativa alla quale tutti possono contribuire dando il vostro cellulare che non usate più e avete dimenticato in qualche cassetto o angolo della casa.

È da oltre cinque anni che i cellulari che per molti sono obsoleti vengono utilizzati per introdurre nuove tecnologie che allevino la fatica delle donne africane nella ricerca quotidiana della legna per la preparazione dei pasti.

Il ricavato viene destinato alla Casa per bambini Nyumbani (termine swahili che significa “casa accogliente”) e per realizzare 100 cucine solari per migliorare le condizioni socio-familiari delle donne e delle loro comunità nel Ciad.

I vostri vecchi cellulari acquisteranno un nuovo valore, grazie al riciclaggio da parte di una società inglese Cmr specializzata nello smaltimento di tutte quelle sostanze pericolose per l’ambiente, assicurando al Magis un corrispettivo per ogni cellulare ricevuto dall’Italia.

La presenza di Magis alla Fiera della sostenibilità nel settore “Cooperazione Internazionale” è in collaborazione con Popoli, Aggiornamenti Sociali e la Compagnia del Perù.

Un impegno che, oltre ad aiutare il prossimo, salvaguarda l’ambiente con avviare allo smaltimento controllato di sostanze altamente inquinanti ed evitando l’abbattimento di alberi, specialmente in zone povere di vegetazione, per fornire combustibile per la cottura.

Evento fa-la-cosa-giusta2Fa’ la cosa giusta

Fiera Milano City

Fine settimana di fiera

Dal 15 al 17 marzo 2013

Magis

Informazioni di Fa’ la cosa giusta