Tutti gli articoli di Luigi M. Bruno

Un Surrealista visionario

I “Racconti del signor Dido” di Alberto Savinio. Li leggo tra la filigrana della pioggia e il plumbeo delle stanze in penombra. A distanza di tanti anni mi svelano i labirinti dolorosi e sorprendenti delle ultime invenzioni di Savinio. E sembra la stessa pioggia,lo stesso quartiere “rispettabile” e desolato,gli stessi filtri e li stessi alambicchi dei nostri pomeriggi domenicali, lunghissimi e torpidi.
Magnifici racconti,di una malinconia preziosa e forte, la malinconia d’un genio satirico,la malinconica discesa d’un vecchio genio surrealista, il crepuscolo d’un antico fauno che ancora morde e sorprende.
Le verità astratte e concretissime d’uno strano poeta cresciuto tra le ghette e i papillon d’una generazione privilegiata,solare e geniale,baciata dagli accordi d’un Orfeo col viso di Apollinaire, raccolta e svezzata dalle vesti cubiste di angeli smaniosi e birichini…


Il signor Dido Condividi
di Alberto Savinio
Adelphi, 1978, pp. 166
Prezzo: 11,40 €

EAN: 9788845903441


Post d’Arte: da Corolla a Sironi

Joaquin Corolla

Apprezzabilissimo pittore di sicura tecnica, ma la sua ascendenza più che impressionista (di cui usa talvolta la solarità della macchia, ma lontanissimo dalle folgorazioni di un Monet) è di dichiarata ispirazione tardo preraffaellita, pur senza le intenzioni mitico-favolistiche di quel movimento, o meglio ancora alfiere di quella pittura tardo romantica che ha il sapore di certe rievocazioni classiche di un lirismo da piccolo salotto nostalgicamente gozzaniano.

Whistler l’americano

Ecco, Whistler è un pittore che trovo di straordinaria aristocraticità, e nonostante agisca in quell’ambito tardo ottocentesco un po’ decadente e un po’ impressionista, attinge ad una interiorità che realizza le più alte valenze romantiche (romanticismo, per capirci, alla Flaubert), ma anche con singolari profezie di quelle che saranno le novità novecentiste (vedi “Notturno in blu”).

Domenico Induno

Nonostante il pericolo della retorica sentimentale, inevitabile per tali soggetti, “Alla ruota degli esposti” di Domenico Induno risulta notevole per qualità pittorica, per la resa magistrale della materia d’ambientazione: il muro, l’angolo desolato a cui s’appoggia la donna stremata, le sue vesti logore ma dignitose, la fredda solitudine d’intorno nell’albeggiare tetro, tutti elementi resi con grande equilibrio oltre che tecnico anche emotivo. Il dramma è evidenziato senza eccessi e senza clamori, il pallore della donna spicca come una tacita condanna della sua povertà e dell’indifferenza colpevole c della società: essa è sola e abbandonata al suo gesto disperato, la terra degli uomini e il Cielo stesso sono assenti. Il dipinto vive di un realismo sobrio ed intenso degno di Courbet, segnato da un dolente intimismo che non urla né accusa; sinfonia mesta di grigi e di silenzi, più efficace e risoluta d’ogni pletorica arringa.

Salvador Dalì

La Crocefissione di Salvador Dalì forse è il dipinto migliore dell’artista…l’unico in cui il suo virtuosismo forsennato tradisce un sentimento di profonda cosmicità dell’Umano..

Mario Sironi

Una pittura che è quasi scultura, bassorilievo folgorato dal taglio di luci radenti, una gamma cromatica essenziale di terre, grigi ferrosi e squarci di oltremare. Nei paesaggi urbani, desolati e deserti una poesia sobria, compatta di malinconica astrazione metropolitana, rare tracce umane che attraversano mute il silenzio di gelido albeggiare.

Dante nei Libri d’Artista

Tra le molte celebrazioni ed eventi per ricordare Dante e la ricorrenza del settecentesimo anno della sua morte nel nostro paese, spicca e si distingue l’iniziativa di Stefania Severi, che già in passato si era occupata dell’argomento nel commentare l’opera poetica dantesca attraverso diverse creatività pittoriche e diverse tendenze dell’arte contemporanea.

In “Dante nei libri d’artista” si intende rievocare, presumo, attraverso la presenza del libro in qualche modo “illustrato”, l’antica arte preziosa e raffinata della miniatura e del miniaturismo a suo tempo a torto ritenuta arte minore. Naturalmente l’opera dei vari artisti presenti nella pubblicazione è lontanissima dagli artifici illustrativi del tempo di Dante, ma in qualche modo e per diverse modalità si è inteso riprendere la tradizione antica di rafforzare e accendere visivamente la fantasia del lettore, oggi come allora, nella rilettura del Sommo Poeta.

Le tecniche usate dai vari artisti ovviamente esprimono diverse soluzioni e diverso modo di ispirarsi alle strofe dantesche, ognuno manifestando quella che è l’eredità della propria ricerca individuale: questo comporta contrasti e difformità in ogni testo “illustrato”, ma certamente a tutto vantaggio della molteplice ricchezza d’ispirazione e dell’originalità del Libro d’artista che in questo modo intende farsi portavoce e manifesto dell’omaggio che l’arte contemporanea in Italia ancora oggi, dopo settecento anni, esprime ai versi sublimi del Poeta che trovano ricetto e sollecitazione creativa pur se a distanza temporale così notevole: ma questo è il miracolo della grande Poesia che in ogni epoca e in ogni luogo si manifesta viva e imperitura.

Nel “libro a rotolo” dipinto con collage,pigmenti ed altro di Letizia Ardillo ritorna l’antica tradizione del “volumen” con cui le antiche scritture conservavano i tesori delle proprie esperienze conoscitive. Nei “fili di parole che portano alla luce” del suo libro cucito Franca Buscaglia ci offre l ‘opportunità di sfogliare pagine emblematiche del tradizionale rapporto libro-lettore,alla ricerca di spazi e grafie rivelatrici. Vito Capone,nel suo libro di grossolana carta riciclata offre lo spunto di una materia plastica che ancor più sollecita, quasi in modo tridimensionale, il riaffiorare della plasticità poetica. Francesca Cataldi nel suo libro con rilegatura all’antica ritorna alla preziosità della medievale miniatura corredando di fitte architetture grafiche il mistero stesso di quell’irripetibile poesia. Gianleonardo Latini nel suo libro “a leporello” dispiegato quasi a quinta teatrale, con l’uso luminoso e giocoso di matite colorate e pennarelli, ridà respiro di sintesi semplice e diretta al lettore odierno, forse troppo intimorito da certe cupezze ed eccessive drammaticità di ottocenteschi illustratori; ma l’artista così ha inteso alleggerire e schiarire toni troppo seriosi che appartenevano ad antiche letture tardo romantiche. Salvatore Giunta, nell’illustrare la dantesca “Quaestio de aqua et terra”, profonda nelle sue pagine di carta di riso la liquidità dei verdi e degli azzurri e dei timbri freddi nello scorrere e nel fluire dell’elemento acquatico il senso stesso della cosmicità universale, un “panta rei” che si ricollega alla vaporosità delle origini stellari. Infine Massimiliano Kornmuller nelle sue “rime petrose”, con l’uso della linoleografia stampata a mano ritorna nostalgicamente alla grafica e alla decorazione delle antiche stampe, alla tradizione di preziosi testi e di manualità dei dimenticati artefici che furono scrigno delle nostre prime riscoperte di quella poesia unica e assoluta che tutti ci rappresenta nel rinnovarsi perenne della rilettura dantesca.

Post d’Arte: da Guttuso a Courbet

Guttuso ieri e oggi
Strano caso quello di Guttuso…. Osannato come artista principe portabandiera della cultura di sinistra, una specie di Michelangelo del partito comunista, (e questo al disopra dei suoi effettivi meriti creativi)… Poi, una volta scomparso, è in atto da anni una sua demistificazione anche eccessiva, quasi rinnegato e dimenticato… Corsi e ricorsi dell’Arte che, ahimè!, subisce anch’essa le prepotenze della moda tiranna!… Che ne penso io?… direi: tecnica sicura e sperimentata, ma forse solo un buon eclettico che ha usato qualche taglio cubista addomesticandolo nel figurativo, un po’ di realismo alla Carlo Levi (costui molto più ingenuo di lui), senza disdegnare qualche crudezza espressionista… In quest’ambito molto più originale e di più sincera e intensa creatività un Fausto Pirandello, artista capofila dell’espressionismo italico…

Dal Decadentismo in poi…
Il Decadentismo ha avuto tanti figli e figlie da dar materiale di ricerca e analisi per una vita e per generazioni di storici dell’arte! In quel calderone tiepido e fumante e dai suoi cangianti miasmi ognuno poi ci ha pescato quel che voleva:surrealisti, espressionisti,astrattisti!. Non dimentichiamolo, tutta l’arte e il rinnovamento estetico del ‘900 parte da lì… e come l’opera alchemica “al nero”, dalla sua dissoluzione la materia si riappropria della vitale riscoperta del mondo e dei suoi enigmi.

Caravaggio si diverte
“I bari” di Michelangelo Merisi da Caravaggio. Forse è l’unico dipinto suo in cui diciamo si “diverte” a produrre una scena di genere, anzi un siparietto satirico, scena grottesca se non comica addirittura, legata al suo tempo e al suo costume, un documento insomma della sua contemporaneità…mentre siamo abituati in Caravaggio a dipinti di sostanza atemporale e di forte impatto drammatico in cui vive e agisce una umanità assoluta e immanente..

“Nostalgia preraffaellita”
Trovo delizioso il crepuscolare romanticismo dei cosiddetti Preraffaelliti… È in loro un delicato erotismo, piuttosto languente, che sa di vecchio salotto della nonna, malinconica nostalgia del tempo che fu… e su tutto un sentore mistico di gigli sfatti…

Vetriano erotista?
Ben lontano l’erotismo di Jack Vetriano (da dozzinale rivista porno anni ’50 con mal digerite intenzioni “intellettuali”) dall’erotismo “acido” e dolente di un Otto Dix!

Lo “Studio d’artista ” di Courbet
Monumentale capolavoro assoluto nel quale si ritrova la somma conclusiva di tutto il Romanticismo, da Gericault a Delacroix, con la spazialità e il respiro quasi cinquecentesco di un Tintoretto o di un Veronese… Magistrale profondità dei piani scanditi dal chiaroscuro e da luci d’interno sapientemente distribuite…

Post d’Arte: Da Cézanne a Rembrandt

Cézanne e Monet

Con tutti i limiti e i pregi, Cézanne è per istinto attratto e proiettato verso le “scoperte” (non solo artistiche) del novecento… Monet, impressionista sì, ma anche ultimo continuatore dell’estetica romantica nella vibrazione drammatica e “sentimentale” del suo tessuto pittorico.

Non tutto è stato detto!

Non è vero, come si professa per legittimare ogni assurdo sperimentalismo fuorviante, che “tutto è già stato detto”. Laddove l’uomo, l’artista, il creativo, esprime le sue autentiche emozioni (sostenute da una personale, necessaria tecnica), là è l’autentica novità. Vedere il mondo e trasfigurarlo a propria immagine è l’atto eterno della creazione. La pretesa originalità non si conquista a tutti i costi per stupire (o per scandalizzare). L’originalità è il frutto naturale e la naturale conseguenza della propria visione del mondo. Laddove l’artista è fedele al proprio vissuto fino in fondo, là è l’autentica “novità”, e lì ogni volta l’arte si rinnova!

Quando “giustificare”

Con tutto il rispetto per l’istintualità e il valore del momentaneo, secondo me l’astrazione in pittura ha necessità, più che nel figurativo, di giustificare il suo procedere secondo una più rigorosa ricerca di motivazioni strutturali. Intendo che non basta l’intensità emotiva dello slancio: si deve dar ragione di un progetto oltre che tecnico anche intellettuale ,proprio perché ci si inoltra in un terreno insidioso dove i riferimenti con il reale sono depistanti e ambigui.

Nudi “normali”

Lo splendore dei nudi caravaggeschi è soprattutto nella “normalità” muscolare, se così si può dire, del personaggio, adolescente o vecchio che sia, una bellezza naturale e scevra da quelle sovrabbondanze muscolari financo eccessive e grottesche riscontrabili per esempio anche nel grande Buonarroti, intento com’era nel creare una superumanità celeste o infernale che fosse!

Caravaggio e Rembrandt

Sicuramente la rivoluzione caravaggesca ha influenzato il percorso di molti artisti sia in Italia che in Europa, fra gli altri anche il grandissimo Rembrandt… con la differenza, mi sembra, a parte i forti contrasti “notturni” con i fondali scuri da cui emergono le figure (eredità caravaggesca),una visione meno drammatica, una maggiore ricchezza e felicità cromatica con una pennellata meno severa e drastica, ma più mossa e vibrante.