Tutti gli articoli di Marco Pasquali

Europa: identità per esclusione

Molto prima delle elezioni europee la comunità del web si è interrogata sul senso dell’identità europea, a prescindere dall’immagine negativa percepita da chi vede nella UE solo un’eletta di burocrati e tecnocrati concentrati sull’economia e sulle regole, ma poco comunicativi con l’Europa dei popoli. Ma nei siti diciamo identitari l’immagine dell’Europa è mitica più che storica, icona di una comunità più sognata che reale, legata a una società preindustriale. A guardare anche superficialmente questi siti, intanto si direbbe che il Mediterraneo è totalmente escluso da un’Europa nordica e continentale. Volti, paesaggi, usi e costumi rimandano al repertorio del Sacro Romano Impero o del Reich millenario, dimenticando un grande imperatore come Federico II di Svevia, l’unico che ha realmente cercato di integrare nord e sud d’Europa. Vero è che nell’UE egemonia franco-tedesca si è sempre imposta sugli altri paesi, ma questa visione mitologica non fa altro che marcare l’esistente invece di ricrearlo. Il messaggio è emblematico: il sud dell’Europa non partecipa da protagonista all’identità europea, il che dimostra che certi pregiudizi datano dai tempi dei Franchi e Longobardi. Eppure la parola Europa parte da sud, è fenicia (Ereb, occidente). Europa era la figlia di Agenore re di Tiro, città fenicia oggi in Libano. Zeus, innamoratosi di lei, decise di rapirla e si trasformò in uno splendido toro bianco. Mentre coglie i fiori in riva al mare, Europa vede il toro che le si avvicinava. E’ spaventata ma il toro si sdraia ai suoi piedi ed Europa, tranquilla, vi sale in groppa. Ma il toro si getta in mare e la conduce fino a Creta, dove Zeus si ritrasforma in dio e le rivela il suo amore. Avranno tre figli: Minosse, Sarpedonte e Radamanto. Il senso del mito è che la civiltà arriva dal Medio Oriente, ma una volta traversato il mare quella cultura si sviluppa con una vita propria.

Ora, se il mito di Europa è greco, il concetto di Europa risale al medioevo; prima era tutto Imperium Romanum e il termine geografico per i greci indicava in modo generico una terra a nord del Mediterraneo, dai confini ancora indefiniti. Il primo a usare il termine è a fine del VI secolo l’abate irlandese San Colombano, futuro fondatore dell’abbazia di Bobbio, che lo cita (tutus Europae) in una delle lettere al papa Gregorio Magno. Il termine lo usa anche il monaco Isidoro Pacensis, per indicare i soldati di Carlo Martello che avevano combattuto a Poitiers (prospiciunt Europenses Arabum tentoria, nescientes cuncta esse pervacua). La battaglia aveva assunto infatti un grande valore simbolico: l’Occidente cristiano, idealmente rappresentato dall’Europa, aveva fermato l’espansione araba; e quindi Isidoro usa l’aggettivo “europeo” per attribuire un’identità collettiva ai guerrieri franchi che avevano fermato gli invasori musulmani. E infatti l’Europa politica nasce con l’impero di Carlo Magno, all’inizio del IX secolo, realtà che riunisce simbolicamente popoli romani, celti e germanici, sotto la guida dell’Imperatore e del Sommo Pontefice. Peccato che si ignorasse l’Impero Romano d’Oriente, che pur è durato mille anni ed era ben più solido del Sacro Romano Impero.

Tornando però ai nostri siti web, alcuni vanno più indietro: la vera Europa non è cristiana, ma pagana, ancestrale. L’iconografia è un misto di Nibelunghi e Trono di Spade, fra rune naziste, rudi guerrieri e bionde fanciulle in un paesaggio cupo e boscoso che fa rimpiangere il trascurato Mediterraneo. E se l’Europa è un continente che possiede una massima diversità culturale in distanze geografiche minime, questi siti misticheggianti esaltano l’identità europea non accogliendo o assimilando la varietà, ma operando solo per esclusione, esaltando un cupo nordismo e mostrando famiglie patriarcali, guerrieri scorciati dal basso, uomini inseriti in un’economia contadina e una cupa vegetazione forestale, in mezzo a simboli runici ossessivamente ripetuti. Da un punto di vista elettorale, ci si può anche chiedere quanta presa possono avere queste immagini sulle masse inurbate che vivono nelle periferie delle metropoli piuttosto che nelle province del continente o nelle comunità locali isolate, serbatoio di voti per i partiti c.d. sovranisti (1). Sui motivi di questa immagine neopagana e paleoecologista in stile Frei Korps Kultur si potrebbe discutere, ma è probabilmente anche una reazione alle politiche cattoliche di accoglienza dei migranti e di dialogo con l’Islam che papa Francesco porta avanti quasi in modo ossessivo, provocando l’ostilità o almeno la diffidenza dei cristiani più conservatori e non solo di quelli, visto il successo dei partiti europei “sovranisti”.

Si è parlato di Islam. Ebbene, abbiamo scoperto che per ogni sito razzista europeo che incoraggia la maternità ariana ce n’è parimenti uno islamista o africanista che sogna unioni con bionde fanciulle da usare come fattrici per sommergere la vecchia Europa con nidiate di bimbi musulmani e donne convertite al velo. Gli stilemi ricordano una certa pornografia e sono anche pieni di minacce e profezie, le quali danno solo una giustificazione o almeno un appiglio ai teorici del complotto della sostituzione razziale e religiosa, altro mito che fa tutt’uno con il complotto mondiale dei banchieri. Ma si sa, in rete tutto è permesso. L’importante è che chi vota usi anche il proprio cervello

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NOTE

  1. La differenza fra nazionalismo e sovranismo potrebbe essere così definita: il nazionalismo tende ad aggregare popoli etnicamente e culturalmente affini, mentre il sovranismo crea un’identità mitologica esclusivamente per sottrazione, escludendo non solo i diversi ma persino gli affini.

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01 Ago 2017
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Un’altra primavera in Europa

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Il pregiudizio non si combatte con il pregiudizio

Se volevano farsi pubblicità ci sono riusciti. Parlo di Gerush92, che si definisce “un gruppo per i diritti umani” e ha ufficialmente attaccato Dante Alighieri e la sua Comedia. Gerush92 vuole depennare Dante dai programmi scolastici perché nelle sue opere condanna i rapporti tra persone dello stesso sesso e mal sopporta l’Islam. Secondo Gerush92 i contenuti danteschi non sarebbero inalienabili, non aderirebbero ai tempi, non sarebbero politicamente corretti. L’auspicio è che dunque l’opera venga rimossa, cominciando a depennarla dai programmi scolastici. Dante viene definito «offensivo e discriminatorio». Ma andiamo a vedere chi sono questi zelanti attivisti per i diritti umani. Basta cliccare sul sito http://www.gherush92.com/home_it.asp e di loro sappiamo tutto. Sono addirittura consulenti delle Nazioni Unite. Il nome indica in ebraico la cacciata degli ebrei dalla Spagna cinquecento anni fa e s’indovina nell’associazione una forte componente ebraica ortodossa, la stessa che vorrebbe espungere dai Vangeli la parola “Farisei”; esattamente quello che a mio giudizio sono proprio loro, sia pur al passo coi tempi. Che siano pure consulenti delle Nazioni Unite non deve sorprendere: su 193 stati membri, solo una trentina sono democrazie, quindi c’è spazio anche per finanziare consulenti non propriamente al di sopra delle parti. Ricordiamo poi che sono state proprio le Nazioni Unite a rifilarci in Libia Al-Serraj come unico rappresentante ufficiale del governo libico, in base al voto unanime di soli 15 membri (ONU- risoluzione 2259 del 17 dicembre 2015).

Ma torniamo al sito ufficiale di Gerush92. Alla voce “articoli” c’è una ricca antologia e lascio al lettore la lettura dei testi, alcuni interessanti, altri faziosi, ma comunque ben documentati. Il problema è che i documenti di archivio o giornalistici bisogna anche saperli leggere, mettendo da parte per un attimo gli occhiali dell’ideologia. Lo stesso vale per la letteratura: l’opera d’arte va storicizzata. Dante era forse l’uomo più colto del suo tempo, ma viveva pur sempre nel Trecento ed è figlio della sua epoca, contemporanea dell’ottava Crociata. Assegna Maometto al girone degli eretici perché per la teologia cristiana quello è il posto suo, e lo stesso sarebbe oggi per i Testimoni di Geova o gli Avventisti. L’Islam era un pericolo reale e Dante non era islamofobo, a meno di non definire Togliatti un fasciofobo. Con questo ragionamento a scuola non si dovrebbe insegnare nessun capolavoro della letteratura epica e teatrale: l’Iliade è maschilista, militarista e gli eroi scannano gli animali davanti agli ospiti. Le tragedie greche trasudano di incesto e assassinio. I Nibelunghi sono razzisti, la Chanson de Roland e il Dighenis Akritas sono islamofobi al pari della Gerusalemme liberata, mentre la Bibbia propone leggi che per fortuna nessun ebreo ha mai trasformato in codice penale, come avviene invece per il Corano, che a parte l’islamofobia (ovviamente) contiene tutto quello che quest’associazione combatte altrove. Morale? Dovere di un insegnante non è censurare i testi considerati politicamente scorretti da una minoranza organizzata, ma contestualizzarli, ricostruendone il tessuto sociale e culturale entro cui sono stati elaborati. Arrivo a dire che, invece di nascondere la mano, per capire il nazismo andrebbe letto e commentato pubblicamente anche Mein Kampf. In questo senso l’insegnamento della storia e della geografia sono fondamentali, e guarda caso le forze antidemocratiche tendono sempre a ridurre o eliminare il peso di queste due materie dall’insegnamento scolastico. E questo purtroppo avviene anche in Italia

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Achille Nero

01 Feb 2018

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Fare Soldi

Ho provato a rispondere a un’inserzione di lavoro promossa via email. L’ho fatto solo per curiosità, perché la paga – 3000 euro al mese – onestamente mi sembrava troppo alta. Ho comunque spedito il mio curriculum, peraltro molto generico. Mi ha risposto la responsabile del personale, tale C*******a Z***g (nome alla moda, come ho scoperto dopo), allegando anche il modulo per il contratto. Scritto in buon italiano, il documento è molto lungo e lo riporto solo in parte:

New Way Neo Logistics Company.

Gentile Sig. ***,

La nostra azienda, presta una vasta gamma di servizi di trasporto ad altissimo livello,

specializzandosi in trasporti di carichi internazionali tra i paesi dell’Europa occidentale. L’indirizzo prioritario della nostra attività è rappresentato dai trasporti internazionali dall’Italia. Avendo l’ufficio centrale situato in Gran Bretagna, disponiamo di una rete di rappresentanze in molti paesi europei e collaboriamo solamente con partner affidabili e di fiducia, sia in Italia che in tutta Europa. Comprendiamo che dalla giusta scelta dello schema logistico e di trasporto, dipendono direttamente i termini ed i costi di consegna del carico (…). Garantiamo un approccio individuale nei confronti di ogni cliente e la garanzia dell’alto grado di interazione da parte di tutti i nostri dipendenti nel processo di trasporto, a prescindere dalla difficoltà degli obiettivi che ci siamo posti. In relazione all’ampliamento ed alla preparazione dell’apertura di un nuovo dipartimento nella vostra regione, siamo alla ricerca di candidati per la nostra futura filiale. (…) Se siete una persona onesta, comunicativa, vivete in Italia oppure in un altro paese dell’Unione Europea, avete più di 21 anni e siete disposti a dedicarci circa 5-7 ore alla settimana del vostro tempo libero, siete il candidato giusto per le mansioni da ricoprire nella nostra azienda. Vi proponiamo di effettuare un apprendistato di 2 mesi e durante questo periodo vi pagheremo 3.000 euro al mese a partire dal momento della prima operazione. A seguito di tale periodo, deciderete se restare con noi per lavorare a tempo pieno, diventando direttore della nostra filiale ed incrementando il vostro stipendio fino a 5000-7000 euro al mese. Nel corso dell’apprendistato eseguirete i seguenti semplici incarichi:

  1. Ricevere la corrispondenza da parte della nostra azienda, materiali metodici, istruzioni.
  2. Comunicare con i nostri manager, i quali durante il periodo di apprendistato vi invieranno incarichi e le relative istruzioni.
  3.  Essere sempre on-line, rispondere alle nostre chiamate, email, sms.
  4.  Ricevere il denaro da parte della nostra azienda per le spese ordinarie, oppure per altri fabbisogni, sia durante il periodo di apprendistato che dopo. Ricevere lo stipendio, che ammonta a 3.000 euro per un mese di apprendistato in base alla nostra metodica aziendale, a partire dall’inizio del primo training. In seguito, il vostro stipendio aumenterà, per raggiungere il massimo, quando sarete impegnati a tempo pieno.

Distinti saluti,

C******a Z***g

Global Marketing Manager NEW WAY NEO LOGISTICS COMPANY

Dai 3000 mensili iniziali si può arrivare fino a 7000? Troppo bello. A quel punto cerco il sito dell’azienda: www.nwneo.com . E’ realmente professionale, ma per intuito “questurino” cerco su Google maps l’indirizzo della sede legale. Allo stesso indirizzo sono allocate almeno una dozzina di ditte diverse, quindi mi aspetto un edificio nella city. Curiosando con Street view si vede invece solo una brutta via suburbana inglese con le classiche casette a schiera, ma del tutto priva di insegne di attività commerciali. A quel punto cerco di capire in che consiste veramente il lavoro proposto; ebbene, si tratta di rispedire a indirizzi terzi tutti i pacchi e pacchetti che lo spedizioniere manda a te come ponte. E perché mai uno spedizioniere internazionale “di altissimo livello” subappalterebbe ai privati il remailing dei pacchi a ignoti destinatari stranieri? Quei pacchi ovviamente non potrei aprirli, ma se fosse merce di contrabbando o di dubbia natura, magari comprata con carte di credito rubate, è chiaro che per la polizia postale l’ultimo mittente registrato sarei io. Sia chiaro che la mia è solo diffidenza, ma il fiuto mi dice di lasciar perdere.

01 Mar 2018

Cantate Domino – Postilla

Di musica liturgica avevo scritto in modo articolato su queste pagine (vedi) e non intendevo più tornare sull’argomento, se non avessi ora letto l’ultimo documento del Papa Emerito, il quale mi ha illuminato sui motivi dello scadimento del canto che deve accompagnare la liturgia. Per correttezza riporto per intero la parte che m’interessa:

Pensiamo a questo riguardo a una questione centrale, la celebrazione della Santa Eucaristia. Il nostro modo di trattare l’Eucaristia non può che suscitare preoccupazione. Il Concilio Vaticano II si è giustamente concentrato sul riportare questo sacramento della Presenza del Corpo e del Sangue di Cristo, della Presenza della Sua Persona, della Sua Passione, Morte e Risurrezione, al centro della vita cristiana e dell’esistenza stessa della Chiesa. In parte, questo è realmente avvenuto, e dovremmo essere molto grati al Signore per questo.

Eppure è prevalente un atteggiamento piuttosto diverso. Ciò che predomina non è una nuova venerazione per la presenza della morte e risurrezione di Cristo, ma un modo di trattare con Lui che distrugge la grandezza del Mistero. Il calo della partecipazione alla celebrazione eucaristica domenicale dimostra quanto poco noi cristiani di oggi sappiamo ancora apprezzare la grandezza del dono che consiste nella Sua Presenza Reale. L’Eucaristia viene svalutata in un mero gesto cerimoniale quando si dà per scontato che la cortesia esiga che Egli sia offerto in occasione di celebrazioni familiari o in occasioni come matrimoni e funerali a tutti gli invitati per motivi familiari.

Il modo in cui le persone spesso ricevono il Santissimo Sacramento nella Comunione come una cosa ovvia mostra che molti vedono la Comunione come un gesto puramente cerimoniale. Pertanto, quando si pensa a quali azioni siano necessarie in primo luogo e soprattutto, è piuttosto ovvio che non abbiamo bisogno di un’altra Chiesa di nostra iniziativa. Piuttosto, ciò che è richiesto in primo luogo e soprattutto è il rinnovamento della Fede nella Realtà di Gesù Cristo che ci è stata data nel Santissimo Sacramento

Dunque: dalla Trascendenza si scende al Convivio, dal Mistero alla Cerimonia; dalla mistica celebrazione del Sacramento si arriva all’Assemblea di quartiere, alla gioiosa Mensa comune aziendale. A questo punto è quasi normale spingersi fino all’estrema, logica conseguenza successiva: l’esaltazione di un repertorio musicale secolare. Se è una festa di famiglia o di quartiere, tutto diventa un musical, la celebrazione di un incontro tra famiglie di credenti. La musica sacra ha infatti valore soltanto se ha valore il Sacro, altrimenti è cosa buona e giusta cantare Sanremo con le parole cambiate. Ringrazio a questo punto il cardinal Ratzinger per avermi dato la chiave di lettura che mi mancava. Purtroppo il Papa Emerito era più colto dell’epoca in cui è stato costretto a vivere.

Precedentemente:

Cantate un canto nuovo
Del 2 Febbraio 2018
“Cantate Domino canticum novum, cantate Domino omnis terra” (Salmo 96)

Bella Ciao si aggiorna con Greta

Greta Thunberg ha indubbiamente spiazzato tutti, a cominciare dai partiti politici, e il movimento giovanile nato dalla sua caparbia protesta è l’unica novità positiva nel deprimente panorama politico europeo. Detto questo, quello che profondamente mi ha colpito è stato sentire “Bella ciao” rinverdita con un nuovo testo e divenuta inno ufficiale della Green Revolution. Anche chi non ha partecipato a uno dei tanti cortei può vedere in rete il bel video della canzone, con tanti volti di giovani sorridenti.

Bella ciao l’abbiamo cantata quasi tutti almeno una volta a scuola o durante una manifestazione, ed è così popolare da essere stata anche oggetto di studio. Senza dilungarmi troppo (trovate tutto su Wikipedia), dirò che è stata adattata dai partigiani italiani emiliani o comunque del nord Italia a partire da un canto popolare, forse un canto di lavoro. In realtà la sua popolarità si è ampliata assai più nel dopoguerra, diffusa nelle varie adunate giovanili europee e tradotta in varie lingue. A suo favore c’è un testo universale – si parla di un invasore, senza specificare quale, anche se il riferimento storico era chiarissimo. E soprattutto, la musica ha tutte le caratteristiche del canto popolare: facile, orecchiabile, corale: esattamente quello che non capiscono i nostri parroci quando stampano i loro astrusi canzonieri liturgici da proporre all’assemblea dei fedeli. Ma tornando a Bella ciao, ora ricompare sulla scena un cugino lontano: nel repertorio tradizionale di un musicista ebreo errante è stata registrata una melodia che, sia pur orientaleggiante – nel classico stile “klezmer” – nelle prime battute e anche in alcune altre somiglia molto alla nostra amata canzone partigiana. Ascoltare per credere.

Che dire? E’ forse ozioso chiedersi se quella canzone è stata creata dai musicanti yiddish o dai rom o piuttosto non siano stati loro a diffonderla in giro dopo averla ascoltata magari in Friuli. Ricordo ancora a memoria una melodia che quando ero bambino sentii da qualche parte in quel di Bolzano: un musicista ambulante tirolese l’aveva suonata al clarinetto per ore a una festa campestre e alla fine mi era entrata dentro per sempre. Certo, analizzandolo con un minimo di orecchio musicale, il motivo di Bella ciao è impostato in modo minore, tipico di tanta musica dell’Europa orientale, e risente più delle scale modali (tradizionali) che della musica tonale (più moderna). Ma quello che trovo più importante è la sua vitalità: rimane anche ora un inno al futuro che vorremmo.