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L’Astrazione Donna

La mostra racconta alcune protagoniste dell’arte astratta italiana a lungo trascurate o dimenticate che, grazie all’attività critica svolta in particolare negli ultimi vent’anni, stanno tornando al centro dell’attenzione.

La storia dell’arte astratta infatti, in Italia come nel resto d’Europa, è una storia sostanzialmente al maschile, scardinata per la prima volta nel 1980 dall’importante mostra L’altra metà dell’avanguardia, a cura di Lea Vergine, che per la prima volta, porta alla luce le donne dimenticate dalla storia dell’arte, tra cui anche alcune artiste parte del gruppo degli astrattisti comaschi, le stesse che sono state raccontate in occasione delle grandi mostre Elles font l’abstraction al Centre Pompidou di Parigi e Women in Abstraction al Guggenheim Museum di Bilbao.

L’indagine sull’astrazione si declina in gruppi e tendenze comprese tra astrazione geometrica, informale, pittura analitica e astrazione post-pittorica.

Il percorso espositivo – scandito da aree tematiche che evidenziano le diverse declinazioni, modalità e linee di ricerca in cui l’arte aniconica si esprime – parte dalle Pioniere: Carla Badiali, Cordelia Cattaneo, Giannina Censi, Bice Lazzari, Regina e Carla Prina, molte delle quali ebbero un legame stretto con la città di Como, luogo unico in Italia per l’arte astratta grazie alla presenza e al dialogo della pittura con l’architettura razionalista, ma anche alla presenza dell’istituto di Setificio e alla pratica del disegno per tessuto, linguaggio sperimentale e moderno come la fotografia, la danza, il cinema. In questa sezione un focus è dedicato alle prime opere astratte di Regina, presentate nel 1936 alla Mostra di Scenografia Cinematografica allestita proprio a Villa Olmo.

Dopo la sezione Segno/Scrittura, Geometrie, Meditazione/Concetto, Corpo/Azione/Re-Azione, si arriva all’ultima parte del percorso dedicato a Spazio/Luce, con il secondo dopoguerra, quando la modernità è uno degli aspetti più caratteristici delle ricerche dell’astrazione. Qui qui sono esposte le opere di Alice Cattaneo, Sonia Costantini, Dadamaino, Paola Di Bello, Elisabetta Di Maggio, Lia Drei, Nataly Maier, Eva Sørensen, Grazia Varisco e Nanda Vigo, che si distinguono per l’uso di materiali nuovi, come vetro o neon, e, anche nella pittura, per l’indagine della dimensione percettiva e partecipativa dell’arte.


ASTRATTE. Donne e astrazione in Italia 1930-2000
Dal 19 marzo al 29 maggio 2022

Villa Olmo
via Cantoni 1
Como

https://www.astrattecomo.it/it/

A cura di Elena Di Raddo

Le artiste presenti:
Carla Accardi, Luisa Albertini, Carla Badiali, Marion Baruch, Irma Blank, Gabriella Benedini, Mirella Bentivoglio, Renata Boero, Alessandra Bonelli, Alice Cattaneo, Cordelia Cattaneo, Giannina Censi, Chung Eun-Mo, Sonia Costantini, Dadamaino, Betty Danon, Paola Di Bello, Elisabetta Di Maggio, Lia Drei, Nathalie du Pasquier, Fernanda Fedi, Franca Ghitti, Maria Lai, Luisa Lambri, Bice Lazzari, Nataly Maier, Carmengloria Morales, Maria Morganti, Lucia Pescador, Claudia Peill, Tilde Poli, Carla Prina, Carol Rama, Regina (Regina Cassolo Bracchi), Mirella Saluzzo, Fausta Squatriti, Eva Sørensen, Grazia Varisco, Nanda Vigo

Catalogo bilingue edito da Antiga Edizioni
a cura di Elena Di Raddo, con testi e saggi critici di Elena Di Raddo, Cristina Casero e Ginevra Addis.


Pippo Altomare e il Contemporaneo nel Borgo

Pippo Altomare, professore all’Accademia di Belle Arti di Catania, affianca alla didattica un’intensa attività espositiva in Italia (Napoli, Perugia, Roma, Milano, ecc.) e all’Estero (Austria, Germania, Macedonia, Montenegro, Serbia, Slovenia, Ungheria, ecc.). Le sue opere d’arte rimandano ad un simbolismo dell’agire pittorico; segni geometrici e naturali, forme e colori appaiono come autentiche presenze all’interno delle sue tele. Le superfici pittoriche, di grande formato e di forte impatto, in maniera rituale, strategica e ossessiva, si presentano all’osservatore in un’atmosfera pseudoreligiosa, poiché lo spazio espositivo (ubicato all’interno del Castello) coincide con una chiesa, anche se sconsacrata: la Chiesa di San Luca Evangelista, oggi Chiesa di San Domenico in Soriano.

Questa esposizione dimostra come anche il piccolo Comune della Provincia di Enna sia capace di creare grandi eventi in una location particolarmente suggestiva per i molti turisti italiani e stranieri che si recano a Sperlinga per visitare il Castello, il Borgo Rupestre e gli altri tesori che il paese conserva al suo interno.


SACRUM FACERE
Pratiche Rituali nella pittura di Pippo Altomare
Dal 26 febbraio a fine maggio 2022

Chiesa di San Domenico in Soriano – Castello di Sperlinga
Sperlinga (Enna)

Informazioni:
Ufficio Turistico 0935/643221


L’Ambrosiana napoleonica

L’esposizione presenta incisioni, disegni, relazioni, scritti satirici, libretti, periodici e opere teoriche a stampa provenienti dal patrimonio della Biblioteca Ambrosiana nonché beni dalle collezioni di dipinti e cimeli della Pinacoteca.

Il variegato materiale consente un approfondimento sulla rappresentazione che, nella sua più vasta accezione antropologica, costituisce un osservatorio privilegiato sulle trasformazioni culturali che la città di Milano vive in epoca napoleonica. Come si presenta, o meglio ‘rappresenta’, il nuovo potere? Come è percepito e a sua volta rappresentato?

La rassegna analizza diversi campi d’indagine, come lo sviluppo della festa e delle altre forme celebrative dalla Repubblica Cisalpina sino al Regno d’Italia, o l’organizzazione dello spazio urbano che rivela, tra strutture effimere e permanenti, un assetto frutto di un profondo ripensamento. Gli spettacoli teatrali, inoltre, con il loro fermento creativo, si pongono in dialogo con i grandi eventi del tempo e partecipano alla costruzione del nuovo cittadino.

La rappresentazione investe infine anche gli aspetti più quotidiani della vita, dalle nuove allegorie che compaiono in ambito burocratico sino alla moda per il vestiario e l’acconciatura.

Il percorso espositivo segue la successione cronologica degli eventi dalla Repubblica Cisalpina fino al Regno d’Italia e alla caduta di Napoleone, e si snoda tra i diversi campi di studio, che sono proposti parallelamente, con accostamenti tra modalità di rappresentazione anche molto diverse.

Gli apparati per le feste, gli spettacoli teatrali, i nuovi spazi urbani mostrano richiami di forme e temi ricorrenti che si ripropongono nel tempo, tra cambiamenti e continuità. Nella burocrazia napoleonica persino le allegorie presenti nella modulistica appaiono strettamente legate alle strategie di rappresentazione del potere. Non mancano tuttavia le voci fuori dal coro: incisioni e scritti satirici percorrono tutte le fasi dell’epoca napoleonica, mostrando gli aspetti meno graditi del nuovo governo.

Propaganda, burocrazia, retorica, satira, moda e qualsiasi altra modalità di espressione condividono tuttavia una sorta di teatralizzazione che pervade ogni ambito: la forma dialogica, la declamazione, il gusto per il costume e la scenografia sono il trait d’union che accomuna gli eterogenei materiali esposti.


NAPOLEONE ALL’AMBROSIANA
PERCORSI DELLA RAPPRESENTAZIONE
Prorogata fino al 3 aprile 2022
Pinacoteca Ambrosiana
Milano

Informazioni:
tel. 02/806921
contatti@ambrosiana.it

Curata da Francesca Barbieri e Alessandra Mignatti, con Annamaria Cascetta


Guccione e Perilli tra colore e forma

Un inedito confronto tra due artisti del secondo Novecento: da un lato Piero Guccione (1935 – 2018), il pittore della luce e del mare, dall’altro Achille Perilli (1927 – 2021), promotore della più pura astrazione. Al centro, il colore e la forma.

Legato alla sua terra d’origine – la Sicilia – e allo stesso tempo riconosciuto in tutt’Italia, Guccione visse nella Roma neorealista di Fausto Pirandello, Renato Guttuso, Carlo Levi. Achille Perilli è invece stato uno dei membri di Forma 1, il movimento che nell’immediato dopoguerra professa il valore della forma in opposizione a ogni possibile interpretazione di natura simbolica, sentimentale o psicologica dello spazio della tela.

Pur seguendo traiettorie proprie, lo stile dei due artisti resterà intimamente legato a queste prime esperienze. La pittura di Guccione, tornato in Sicilia alla fine degli anni Settanta, si porrà al di sopra di ogni corrente artistica dell’epoca; quella di Perilli proseguirà nel solco di una rigorosa astrazione, alla ricerca di cromatismi accesi e brillanti.


Piero Guccione e Achille Perilli
Ai confini dell’astrazione

Dal 21 ottobre 2021 al 9 gennaio 2022

Mart
Rovereto


Penck: Le contraddizioni della Germania

La retrospettiva su A.R. Penck (1939-2017) propone oltre 40 dipinti di grande formato, 20 sculture in bronzo, cartone e feltro, oltre una settantina tra opere su carta e libri d’artista) intende ripercorrere le principali tappe di uno degli esponenti più significativi dell’arte internazionale degli anni Settanta e Ottanta.

Nato a Dresda, per decenni è attivo nella Germania dell’Est con opere di chiara ispirazione socialista, riuscendo a far tesoro di condizioni allora apertamente ostili all’arte d’avanguardia: mentre il socialismo nega all’artista moderno qualsivoglia funzione, A.R. Penck (pseudonimo di Ralf Winkler) sa trasformare col tempo la funzione della propria pittura in un elemento in dialogo col sistema sociale e politico. Fino alla fine degli anni Settanta, tuttavia, espone raramente nell’allora DDR. È soltanto dall’inizio degli anni Settanta che A.R. Penck riesce a partecipare a mostre; non in patria, ma in Svizzera, Paesi Bassi e Canada, riscuotendo ampi consensi. Nel 1972 espone a documenta 5 di Kassel chiamato da Szeemann; all’inizio degli anni Ottanta è tra i protagonisti delle rassegne, fondamentali per la pittura moderna, A New Spirit in painting (Londra) e Zeitgeist (Berlino). Paradosso della Germania divisa è proprio il fatto che la sua opera, così fortemente legata all’analisi della situazione socio-politica, sia riconosciuta e apprezzata solo all’Ovest, e mai nella sua terra d’origine.


A.R. Penck
Dal 24 ottobre 2021 al 13 febbraio 2022

Museo d’arte
Mendrisio (Svizzera)

A cura di:
Simone Soldini, Ulf Jensen, Barbara Paltenghi Malacrida