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Il Cinema in una tela

Immagini del passato (recente) si ripresentano nei vividi colori acrilici della pittura di Maurizio Morandi; una pittura eclettica, capace di districarsi in scioltezza tra rappresentazione esatta del reale e interpretazione fumettistica irreale, che sceglie come punti di riferimento le avanguardie americane degli anni Sessanta, iperrealismo e pop-art, senza riproporle pedissequamente, conscia di possedere una propria cifra stilistica ben definita.
Attraverso la rielaborazione d’immagini attentamente selezionate, l’artista ripropone gli anni di Kennedy, della guerra fredda, del mitico cinema americano anni Cinquanta-Sessanta, rivisitati e catapultati nell’era moderna in sembianze completamente nuove. Uno stile asciutto, essenzialmente pulito, nel quale le stesure appaiono sempre attentamente ponderate in ogni dettaglio; dominato dal colore, strumento indispensabile per astrarre un’immagine effettivamente reale e spostarla dal piano della veridicità a quello della verosimiglianza. Personaggi, immagini, momenti, diventati con il passare del tempo icone indelebili nell’immaginario collettivo, che per ri-vivere, per essere ri-evocati, a volte necessitano unicamente di una trasformazione in semplici “poco più che silhouette” messe ben in evidenza tramite l’impiego di azzardi cromatici utili a sottolinearne l’essenza decisamente pop, tuttavia non circoscrivendo tale citazione artistica al solo ordine visivo: Morandi si addentra in profondità nelle fondamenta del pop-art pensiero, spoglia i soggetti delle fisionomie mettendone in luce la basilarità conformativa apparentemente riproducibile all’infinito, reinventandoli alla stregua di “marchi pubblicitari”, oggetti di un consumo speculativo/visivo popolare perfetto per il grande pubblico, talmente noti da poter essere identificati con facilità anche se di essi rimane poco più di un “contenitore” privo di caratteri.
E quando Morandi si serve delle fredde tonalità di grigio le sue opere si riappropriano di tutto il sapore vintage di una vecchia istantanea, perfetto per illustrare una corsa d’auto di fine anni Cinquanta; con l’aggiunta magistrale di quel tocco pop-decontestualizzante che pone la scena in bilico tra realtà e finzione.

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FERMO IMMAGINE A di Maurizio Morandi Santa Barbara,1959- 2008,acrilico su tela,120x125FERMO IMMAGINE/A
di Maurizio Morandi
dall’8 al 19 novembre 2014

Genova
piazza Stella 5/1
SATURA art gallery
associazione culturale – centro per la promozione e la diffusione delle arti

Informazioni:
tel. 010/246.82.84

Maurizio Morandi

Ass.ne Satura
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Orario:
da martedì a sabato
15:30 – 19:00

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FERMO IMMAGINE A di Maurizio Morandi Subway, 2014, 100x100 acrilico su tela web

 

 

Siria New Syrian Voices

Non si potrà dire che non si sapeva nulla: la follia assassina di Bashar el-Assad, l’orrore delle sue galere, la tortura, i bombardamenti, le armi chimiche, la distruzione di un intero paese e la sofferenza di un intero popolo. No, non si potrà dire: “io non sapevo”. Da ormai quasi tre anni il web documentario “Syrie. Journeaux intimes de la revolution” (“Siria. Diari intimi della rivoluzione”), ideato da Caroline Donati e Carine Lefebvre-Quennell e prodotto da Emmanuel Barrault, racconta attraverso le testimonianze per immagini di quattro protagonisti – Oussama Chourbaji, Amer abdel-Haq, Majid abdel-Nour e Joudi Chourbaji – la vita quotidiani dei siriani presi in trappola tra la violenza cieca del regime e il terrore degli estremisti dell’IS, lo Stato Islamico.

continua

Anche:

Free-Syrian-Voices

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Grégoire, un uomo che libera altri uomini

Grégoire Ahongbonon è un uomo africano che abbiamo conosciuto ad agosto durante il campo di volontariato in Benin.
Un uomo semplice con una grande forza: libera dalle catene i malati psichici soli e abbandonati, offrendo loro dignità e un’altra possibilità di vivere nelle diverse comunità che ha in Africa.
Il 9 novembre ore 18.30 sarà con noi e ci racconterà la sua incredibile storia.

Per saperne di più

Bei Gesti Magis Grégoire Ahongbonon LocandinaIl 9 novembre 2014 ore 18.30
Sala Assunta, Via degli Astalli, 17 – Roma

GREGORIE, UN UOMO CHE LIBERA ALTRI UOMINI

Incontro con

Grégoire Ahongbonon, Testimone
Lia Bambagioni, Psicologa
Cinzia Calandriello, Volontaria Campo Benin

Aperitivo conviviale

Magis

Bei Gesti Magis Grégoire Ahongbonon home

 

 

 

 

La Belle Marchesa in un altra Époque

Venezia rievoca la figura e il mito della donna che affascinò d’Annunzio e con le sue follie divenne la musa dei più grandi artisti del tempo: da Boldini a Bakst, da Marinetti a Balla, da Man Ray ad Alberto Martini, da Van Dongen a Romaine Brooks.
Palazzo Fortuny a Venezia – una delle città più amate da Luisa Casati Stampa, palcoscenico delle sue stravaganti esibizioni – sarà la sede della prima straordinaria mostra interamente dedicata alla “Divina Marchesa”, come la definì d’Annunzio: la donna che a inizio Novecento, con il trucco esagerato, le trasgressive ed eccentriche performance e una vita sopra le righe, fu capace di trasformare se stessa in opera d’arte, leggenda vivente, conturbante e sorprendente rappresentazione di modernità e avanguardia.
Tra le innumerevoli amanti di Gabriele d’Annunzio, fu l’unica che egli stimò veramente, ammaliato per anni dal fascino inimitabile di quella donna che il Vate – come tanti altri – citò e ricordò in numerose sue opere.
Dinanzi al suo fascino e ai suoi favori s’inchinarono schiere di pittori, scultori, fotografi che la immortalarono: Alberto Martini, Augustus Edwin John, Giacomo Balla, Umberto Boccioni, Kees van Dongen, il barone Adolph de Meyer, Cecil Beaton ma anche Romaine Brooks, Ignacio Zuloaga, Jacob Epstein e Man Ray.
Artisti che la mostra chiama a raccolta a ricordare la Corè dannunziana – dark lady decadente ma anche musa di surrealisti, fauvisti, dadaisti e futuristi – facendone convivere mito e storia, vita e arte.
La Casati, infatti, non fu solo bizzarra ed eccessiva (dai pitoni veri al collo al nude look), spettacolare e trasformista, megalomane e narcisista: il percorso espositivo e gli inediti studi pubblicati nel catalogo (edito da 24 ORE Cultura) le restituiscono una dimensione più consapevolmente “artistica”, rintracciando la sua attività di collezionista e restituendo alle sue azioni e ai suoi mascheramenti una dimensione estetica che la rende un’antesignana dell’arte performativa e della body art.
In pochi anni Luisa trasformò il suo volto nell’icona della belle dame sans merci: disegnato da profonde ombre nere, con le pupille dilatate e rese lucenti dalla belladonna, le labbra dipinte di rosso scarlatto, i capelli tinti di rosso.
Dilapidò la sua immensa fortuna in travestimenti mozzafiato e in feste spettacolari di cui fu ideatrice e principale interprete, in case allestite come musei e nell’acquisto di opere d’arte. Morì a Londra nel 1957 nella più triste indigenza.

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Venezia Palazzo Fortuny La Divina Marchesa. Arte e vita di Luisa Casati dalla Belle Époquecatalogo_casatiLA DIVINA MARCHESA.
Arte e vita di Luisa Casati dalla Belle Époque
Dal 4 ottobre 2014 all’8 marzo 2015

Venezia
Palazzo Fortuny

Informazioni:
tel. 041/0988107 (dall’Italia e dall’estero)

sito web

video

Orari:
10.00 – 18.00 | chiuso il martedì
Il servizio di biglietteria termina 1 ora prima
della chiusura

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Venezia Palazzo Fortuny La Divina Marchesa. Arte e vita di Luisa Casati dalla Belle Époque imageVenezia Palazzo Fortuny La Divina Marchesa. Arte e vita di Luisa Casati dalla Belle Époque marchesa-luisa-casati-stampa-258

 

Goltzius and the Pelican Company

Presentato alla 7° edizione del Festival Internazionale del Film di Roma nella sezione Cinema XXI, Goltzius and the Pelican Company è l’ultimo film di Peter Greenaway. Un affresco epocale che è insieme summa e riflessione sulle diverse forme espressive che l’artista gallese ha sperimentato e frequentato negli anni: narrazione, videoarte, pittura, teatro, musica. Le attuali dinamiche distributive italiane non hanno saputo trovare adeguati spazi e modelli di diffusione per un’opera così inconsueta e per un autore fuori dagli schemi quale Greenaway, ed è proprio da questa constatazione che nasce l’idea. Ecco quindi il film proposto da Lo Scrittoio e Maremosso al Teatro Argentina in lingua originale con sottotitoli in italiano, scelta che valorizza l’autenticità dell’opera stessa e del suo autore e privilegia la costruzione dell’immagine e dell’immaginario di Greenaway.

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06 Teatro Goltzius and the Pelican Company GoltziussitoDal 12 al 16 novembre 2014

un film di Peter Greenaway

Un progetto culturale “oltre gli schermi”, unʼopera colossale che travalica i generi di fruizione classica

regia Peter Greenaway
sceneggiatura Peter Greenaway
anno 2012
fotografia Reinier van Brummelen
montaggio Elmer Leupen
scenografia Ben Zuydwijk
costumi Marrit van der Burgt, Blanka Budak
musica Marco Robino
suono Huibert Boon
cast F. Murray Abraham, Ramsey Nasr, Kate Moran, Giulio Berruti, Anne Louise Hassing, Flavio Parenti, Lars Eidinger, Pippo Delbono

Prodotto da Kasander Film in coproduzione con Film & Music Entertainment, CDP, MP Film Production
Distribuzione Lo Scrittoio e Maremosso

Sito web http://cinecult.scrittoio.com

Info
orari ore 21.00
sabato ore 18.30 e ore 21.00
durata 112 minuti
biglietti posto unico 9,00 €
vietato ai minori di 14 anni

http://www.teatrodiroma.net/adon.pl?act=doc&doc=2885