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I volumi della carta di gelso

Un’ampia selezione dei suoi lavori Nobushige Akiyama, una trentina circa, alcuni dei quali site specific, come espressione dell’artista giapponese del suo un grande amore per la carta fatta a mano tipica del suo Paese, ed in particolare la carta kozo, ottenuta dalla corteccia del gelso con una complessa lavorazione. Questa carta, utilizzata nelle forme più varie ed in abbinamento con il legno, la resina, il bronzo e il marmo, è diventata la materia della sua scultura.

Le opere in mostra, oltre a un evidente valore estetico, hanno anche un valore culturologico, permettendo al pubblico italiano di conoscere l’affascinante mondo della carta washi, la tradizionale carta artigianale giapponese. Nel corso della mostra l’artista darà vita ad alcune dimostrazioni durante le quali il pubblico potrà assistere dal vivo alla manifattura della carta, e a dei wokshop, i cui partecipanti stessi fabbricheranno il proprio foglio di carta.

La mostra. curata da Stefania Severi, si integra con una serie di eventi organizzati negli ultimi anni dal Museo Nazionale d’Arte Orientale ‘G. Tucci’ che hanno avuto per oggetto la produzione di artisti contemporanei provenienti da Cina, Corea e Giappone, nonché di artisti italiani che si ispirano all’Oriente.

06 Mostre Roma Palazzo Brancaccio Nobushige Akiyama Il peso della leggerezza sculture in carta kozo 12 web******************************

NOBUSHIGE AKIYAMA
Il peso della leggerezza sculture in carta kozo
Dal 5 ottobre 2014 all’11 gennaio 2015

Roma
Palazzo Brancaccio
via Merulana, 248

sito web

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JAPAN FOUNDATION - ROMA

 

I sogni secondo Corcos

I sogni secondo Corcos

L’attuale antologica dedicata al pittore livornese Vittorio Corcos, con i suoi oltre 100 dipinti, sembra la più completa in grado di ripercorrere, attraverso le sue più note opere e quelle inediti, la sua vicenda artistica.

La fama di Corcos era peraltro già considerevole nella prima metà del secolo scorso. Ugo Ojetti, nel 1933, ebbe modo di scrivere: “Chi non conosce la pittura di Vittorio Corcos? Attenta, levigata, meticolosa, ottimistica: donne e uomini come desiderano d’essere, non come sono”, e Cipriano Efisio Oppo, nel 1948, “Una pittura chiara, dolce, liscia, ben finita: la seta, seta, la paglia, paglia, il legno, legno, e le scarpine lucide di copale, lucide come le so fare soltanto io, diceva Corcos”.
Il percorso ruoterà attorno al grande capolavoro Sogni, l’opera più celebre di Corcos, proveniente dalla Galleria d’Arte Moderna di Roma. Si tratta del ritratto, davvero particolare per l’epoca, di una ragazza moderna, Elena Vecchi. Grazie alla forza del gesto e dello sguardo, come alla suggestiva ambientazione, è diventato l’immagine più emblematica della cosiddetta Belle Époque di cui ben rappresenta l’atmosfera sospesa tra i sogni dorati e una sottile inquietudine. Esposto per la prima volta alla Festa dell’Arte e dei Fiori di Firenze 1896, il quadro aveva destato un “chiasso indiavolato” e provocato un acceso dibattito sul significato da attribuire a quell’intenso ritratto di giovane donna, ora definito “spiritualista” ora “realista”, ma infine universalmente ammirato per l’originalità della composizione e l’inquieto carattere della protagonista.
A Palazzo Zabarella, i visitatori saranno accolti dall’unico Autoritratto realizzato nel 1913 per la serie dei ritratti di artisti della Galleria degli Uffizi di Firenze, a fianco del Ritratto della moglie, conservato al Museo Giovanni Fattori di Livorno.
La prima sezione analizza i luoghi che hanno visto scorrere l’esistenza di Corcos, gli amici e le importanti personalità che ha frequentato, tra cui l’Imperatore Guglielmo II di Germania, Giosuè Carducci, Silvestro Lega e molti altri, dei quali ha tramandato l’immagine ai posteri. Di particolare rilievo sono i ritratti dell’editore milanese Emilio Treves (1907) della Collezione Franco Maria Ricci, e quello del critico Yorick (1889), ora al Museo Giovanni Fattori di Livorno.
Un capitolo particolare sarà dedicato a Parigi, città in cui visse dal 1880 al 1886 e che lo vide uno dei maggiori interpreti della cosiddetta pittura della vita moderna, assieme a Boldini e De Nittis. Straordinari a tal proposito sono alcune opere in mostra, come Ore tranquille (1885-1890 ca.) e Jeune femme se promenant au Bois de Boulogne, o come i ritratti en-plein air de La signora col cane e la Figlia di Jack La Bolina (1897).
Le istitutrici ai Campi Elisi del 1892, uno dei vertici dell’artista livornese, che raffigura una scena ambientata in una dorata giornata d’autunno in uno dei luoghi più affascinanti di Parigi, testimonia quanto Corcos abbia mantenuto costanti rapporti con la capitale francese, ma anche con l’Inghilterra, e come la sua pittura si evolva verso soluzioni sempre più raffinate in un continuo dialogo con la pittura europea.
Una serie di dipinti, alcuni di grandi dimensione, confermano come, anche dopo il 1900, Corcos continui a elaborare la fortunata formula del ritratto mondano, qui rappresentato da autentici capolavori come Ritratto della Contessa Carolina Sommaruga Maraini del 1901, conservato alla Fondazione per l’Istituto Svizzero di Roma, o il Ritratto di Lina Cavalieri (1903), la ‘Venere in terra’, come la definì d’Annunzio.
L’ultima sezione, La luce del mare, rivela come i suoi soggiorni a Castiglioncello, a partire dal 1910, sembrano riportarlo all’osservazione della realtà e alle gioie della pittura en plein air. Esemplari sono In lettura sul mare (1910 ca.) o La Coccolì (1915), il ritratto della nipotina sorpresa sulla spiaggia.
Non mancherà, all’interno del percorso di Palazzo Zabarella, un confronto con artisti quali Giuseppe De Nittis, Léon Bonnat, Ettore Tito e altri, coi quali Corcos ha intrattenuto un rapporto di lavoro e di amicizia.

06 Mostre Padova Palazzo Zabarella Vittorio Corcos******************************

CORCOS
I sogni della Belle Époque
Dal 6 settembre al 14 dicembre 2014

Padova
Palazzo Zabarella

Informazioni:
tel. 049/8753100
http://www.zabarella.it

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Take Away Words & Voices

Testo di Giorgio Fiume con un inserto di Claudia Bellocchi
per la Giornata mondiale dell’alimentazione

Denaro divora -/- Veleno diffonde Teschio sotterra -/- Anime incatena Odio fermenta -/- Cuori tortura Uomo !. cosa fai.!?…

Ed eccoci, randagi,
con le nostre anime affamate
di nuove parole,
annusiamo l’umanità nell’aria famelica
che attanaglia il nostro tempo,
nell’agorà dei linguaggi che raccontano
le proprie singole verità.

Siamo,
tra le righe dell’attimo,
come esseri incomprensibili,
fermi nel noviziato dell’esistenza,
e simili ad un sommario
di avventure, di fede, di passioni,
tra vite in decomposizione e la conoscenza di sé.

Mentre…
la Sacra Mucca mastica il miele d’Oriente,
la bianca luna, nel letto stellare,
appare … come …
una pietanza di cibo orientale,
un collage di proteine grassi e carboidrati,
pronti a saziarci.

E sia cibo e non sangue,
ho..terra !.. terra.. perché per amore..
avrei gustato i tuoi occhi-ciliegia
e assaporato la tua natura.

Parla dolcemente e risoluta la madre:

-Mangia la pastasciutta!
Prima finisci di mangiare… tutto…,
poi,.. poi vai a giocare!

E sia cibo e non sangue,
nelle immagini che mangio
e non digerisco più,
mentre gli dei in esilio,
durante l’apocalittica digestione,
tra seminari sulla fame
e segreti della creazione,
impastano pensieri attorno
a incontrollabili rigurgiti.

E sia cibo e non il sangue
a condurre i passi verso l’albero del pane
dove, .. davanti a greci profili,
assorti in letture mangia-tempo,
orfani di pietà aspettano…
con la bocca aperta, a s p e t t a d o
il nostro pane quotidiano.

E sia cibo e non sangue,

negli sguardi bramosi del potere,
negli occhi digitali che pranzano e cenano
dentro le nostre anime
e si saziano di coscienze.

Ma perché… – …a quale scopo …!
sogno di esser fame,
macilenta, disperata fame!
Per essere a loro uguale….
Uguale.. .
ai loro volti fanciulli
attorniati da fameliche mosche,
Uguale…
ai loro occhi spalancati
verso Madonne Nere crocifisse
ogni giorno, quo ti dia na men te
sugli schermi televisivi come
Veneri degli Stracci.
Uguale…
ai loro ventri, …gonfi
come tamburi di canti tribali,
che ancora anelano una ciotola satolla.

E nel dessert dolce di crema pasticcera,
contorno di una sera,
tra le frattaglie di lenzuola ancora tiepide,
l’umanità sperduta
è in cerca di amore.

Siamo nudi, nudi…
Nudi come bimbi
in ceste di nulla,
come polli sacrificali…
in gabbie d’aria …
lacerate
da memorie di anime spergiure.

E sia cibo e non sangue

La speranza dei Semplici … dei Gentili,
è stata martirizzata
sui bracieri dogmatici di
voraci multinazionali,
mentre il tempo   divora ogni passione
e lascia sogni   spol pa ti
sulle vetrine
di lucidi centri commerciali.

A…stento…
As sog get to la mia schiena
alla fretta dei fast-food,
alla convenienza dei supermercati,
ai ricatti del lavoro,
e come   come larva
rag go mi to la ta nell’angolo buio
dell’umana comprensione…
farnetico – tremante:…
un pasto   caldo   fuori dal mondo.!

Aspettano un piatto di dignità
nei sarcofagi di cartoni e stracci
segregati
 sotto pensiline rifiutate dalla notte,
accostati
 a serrande colorate di smog,

emarginati
 in giardini prigionieri dell’umidità,
posteggiati
 in angoli di piazze dedicate alle blatte,
ignorati
 sotto ponti ruggenti di leonini squittii,
dimenticati
 in ogni luogo,
dove ombra e buio illuminano
il solitario distacco di reliquia
dispersa del tempo umano.
Tuttavia… tuttavia
come figli di faraoni celesti,
si risvegliano…
e nell’ordine peregrino
riprendono a benedire la vita,
ma senza … Buoni Mensa.

E sia l’Amore – che tu desideri.
E sia il Tempo – del nostro vivere.

E sia magia di esistere.

E sia realtà della nostalgia.
E sia la verità del cuore.

E sia vita e non sgomento.
E sia giustizia e non arbitrio.
E sia coraggio e non furore.

E sia il comandamento dell’anima.

E sia parola, suono, musica, vento,
aria…a r i a

E sia l’infinito
la culla del nostro spirito.

E sia cibo e non sangue
sulla Terra …nostra amante.

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Fao

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 Giornata dell'Alimentazione 2014

 

 

 

 

Tanaliberatutti a Firenze

La mostra Tanaliberatutti, promossa per la prima volta a Roma nel settembre dello scorso anno, viene ora allestita a Firenze nell’ambito di una rassegna che per sette giorni focalizzerà l’attenzione sulla Campagna 7 http://avventisti.it/stopabusi/, incentrata sul tema della lotta contro degli abusi sui minori, sostenuta in Italia dalla Chiesa Avventista.

Sarà l’occasione per proporre un’ampia selezione delle opere che Claudia Bellocchi, precedentemente esposte nello spazio romano di Moto della Mente, affiancata da un esaustivo video sul lavoro svolto e sarà Luisa Stagni ad interpretare il monologo scritto dalla stessa Claudia Bellocchi per un vissuto delirante della protagonista, una donna trafitta nell’infanzia. Nella performance teatrale “Notte Nera” è racchiuso il trauma infantile irrisolto, in una gabbia che reiteratamente si attiva nella protagonista ormai adulta, chiedendo allo spettatore un’adesione immediata e intima alla sofferenza dell’abuso, nella dimensione più profonda dell’empatia e dell’irrazionale.

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Dal 16 al 23 settembre 2014

Firenze
Istituto Avventista di Cultura Biblica di Villa Aurora
http://www.villaaurora.it/ita/index.php

Informazioni:
055/414040 – 328 3474405

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