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Milano noir

La notte, le finestre dei palazzi di Milano nascondono stanze e vite private.

A volte, come in questa notte, nascondono uffici, e un uomo: è l’ispettore Monaco (Silvio Orlando), stanco del suo lavoro da quando tre anni fa è morta la moglie.

Sulla sua scrivania arrivano documenti, fotografie di omicidi, i residui freddi dei delitti: perché le regole che l’ispettore Monaco si è dato per resistere, non prevedono più il contatto con le persone, e con gli odori della violenza. Solo carte da controllare.

E stanotte, in queste stanze della Questura, oltre al caso dell’omicidio del signor Ullrich, entra anche Linda (Alice Raffaelli) ‐ la figlia dell’ispettore ‐ fermata perché trovata con una pistola. La solidità apparente di Monaco protetto dalla burocrazia, è messa a repentaglio dal suo ruolo di padre. Si rende conto dell’abbandono in cui ha lasciato la sua vita privata, e anche ‐ drammaticamente ‐ di non essere più il poliziotto di una volta, il maestro di tanti altri poliziotti, neppure di Levi (Giuseppe Battiston), suo allievo e amico.

Ma il caso Ullrich, sul quale si sollevano pressioni politiche per la notorietà della vittima, costringe Monaco a partecipare alle indagini, di nuovo insieme a Levi.

E lo porta a scoprire un mondo metropolitano di decadenza e promiscuità, popolato anche da ragazzine come Linda, di cui si ritrova a seguire le tracce di una vita sotterranea, e sulle orme di vite apparentemente comode e distanti, come quella della Signora Ullrich (Sandra Ceccarelli).

L’alba getta luce su una nuova e crudele realtà, che Monaco deve scegliere come affrontare, da poliziotto o da padre. È cercando se stesso, che ritroverà anche Linda, e una verità che non è come sembrava.

 

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06 Cinema LA VARIABILE UMANA la-variabile-umana_cover

La variabile umana

 

Regia: Bruno Oliviero

 

Attori: Silvio Orlando, Giuseppe Battiston, Alice Raffaelli, Sandra Ceccarelli, Renato Sarti, Arianna Scommegna, Giorgia Senesi, Dafne Masin, Mao Wen, Davide Tinelli, Caterina Lucani, Luca Cerri, Silvano Piccardi, Paolo Grossi, Gabriele Dino Albanese, Francesco Palamini, Roberta Paparella.

 

Soggetto Bruno Oliviero E Valentina Cicogna

Sceneggiatura Valentina Cicogna, Doriana Leondeff, Bruno Oliviero

 

Una Produzione Lumière & Co. E Invisibile Film con Rai Cinema

Film riconosciuto di Interesse Culturale con il contributo economico del Ministero per i Beni e le Attività Culturali Direzione Generale per il Cinema Italia

 

Distribuzione: Bim Distribuzione

Nazionalità: Italiana

Anno: 2013

Durata: 83’

 

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La sofferenza della vita

Henry Barthes, supplente di letteratura al liceo, è un uomo solitario che porta dentro di sé un’antica ferita e cerca di tenere gli altri a distanza. Henry entra ed esce dalla vita degli studenti, cercando di lasciare qualche insegnamento come può, nel poco tempo che ha con loro.

Quando un nuovo incarico lo porta in una degradata scuola pubblica di periferia, il mondo di Henry viene lentamente alla luce attraverso i suoi incontri con gli studenti – giovani senza speranze per il futuro – e gli altri insegnanti disillusi.

Ciò che sconvolge di più la sua vita è, tuttavia, l’incontro con Erica, una prostituta adolescente scappata di casa. Ma anche Meredith – allieva sveglia e molto sensibile, schiacciata dal conflitto con il padre – e gli altri studenti, entrano in modo travolgente nella vita di Henry, rompendo gli argini e azzerando quella distanza tra lui e il mondo.

 

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06 Cinema IL DISTACCO images 48876Il Distacco

Regia: Tony Kaye

Attori: Adrien Brody, Sami Gayle, Christina Hendricks, James Caan, Lucy Liu, Tim Blake Nelson, Blythe Danner, Marcia Gay Harden, Betty Kaye, William Petersen

Sceneggiatura: Carl Lund

 

Distribuzione Italia: Officine UBU

http://www.officineUBU.com

 

Durata: 100’

 

06 Cinema Il distacco Detachment-Il-distacco-al-cinema-Adrien-Brody-prof-solitario-video-in-anteprima_poster_16906 Cinema IL DISTACCO detachment-trailer-2346946_0x410

La mitologia del fantastico

Sarà un enorme drago realizzato dallo scenografo-scultore Gigi Giovanazzi a dare il benvenuto con le fauci spalancate ai visitatori della spettacolare mostra per scoprire e conoscere attraverso affreschi, dipinti, sculture, arazzi e preziosi oggetti d’arte un mondo fantastico fatto di unicorni, draghi, centauri, grifoni, basilischi, sfingi, serpenti e animali fantastici e inconsueti che ricorrono costantemente nella mitologia e anche nella iconografia castellana.

A fare da scenario la mostra i numerosi animali raffigurati negli affreschi che decorano il castello del Buonconsiglio eseguiti da Dosso Dossi nella decorazione della Stua della Famea con le favole di Fedro, o la dama con unicorno, la scimmia, il serpente che morde l’Invidia dipinte da Girolamo Romanino o ancora il bestiario realizzato dal maestro Venceslao nel celebre ciclo dei Mesi in Torre Aquila o il prezioso erbario medievale conservato in castello. Un tema, quello degli animali fantastici, che sarà protagonista nella mostra estiva “Sangue di drago, squame di serpente: animali fantastici al Castello del Buonconsiglio” organizzata in collaborazione con il museo Nazionale Svizzero di Zurigo. Scultura, pittura, architettura e disegno, raccontano il mondo animale, frutto delle fantasie e delle paure dell’uomo.

Dipinti, con capolavori di Tiziano e Tintoretto, sculture rinascimentali, magnifici arazzi provenienti dagli Uffizi e da Palazzo Pitti, preziosi monili d’ oro, oggetti archeologici, oltre a filmati e scenografie emozionanti, grazie anche all’innovativo ausilio della realtà aumentata, stupiranno e conquisteranno il più vasto pubblico. La mostra sarà l’occasione per ammirare sfingi e centauri dipinti sia sui vasi a figure rosse e nere greci, sia nelle tele dei maestri bolognesi del Seicento, il gatto mummificato egiziano, la fontanella rinascimentale in bronzo con il mito di Atteone, il Laooconte proveniente dal Museo del Bargello di Firenze, un prezioso falco in bronzo, una rarissima casula (veste del prete) decorata, sculture di San Giorgio e il drago.

Dagli animali sacri della tradizione cristiana alla mitologia con Diana cacciatrice a quelle care agli dei: il cigno, il toro e l’aquila per Giove, il leone per Sansone ed Ercole. E ancora i veri mostri delle leggende: draghi, chimere, unicorni, sfingi, mostri marini, centauri e sirene. Nemico, preda, cibo, forza lavoro e mezzo di trasporto, l’animale è anche interprete della forza della natura primigenia e dell’immaginario nella sfera magico-religiosa ed eroica.

Le eterne questioni della ferinità presente nell’uomo e dell’antropomorfismo ravvisato nel mondo animale, emergono attraverso le opere in mostra. Il percorso è dedicato sia ad alcuni animali reali che nel tempo hanno assunto, spesso anche in termini transculturali, complessi significati simbolici, sia ad animali fantastici interpreti di miti, leggende e credenze condivisi o peculiari di diversi popoli e civiltà. Aquila, leone, serpente, cervo, cavallo e pesci sono alcuni degli animali reali che danno origine ad esseri che, in più forme di ibridazione, variabili a seconda di tempi e luoghi, sono interpreti delle riflessioni, paure, speranze e immaginazione dell’uomo. Si potranno ammirare le tele del ciclo di Ercole con il drago a più teste, dipinto magistralmente da Paolo de Matteis, il famoso drago con due ali serpentine attaccate allo stesso tronco. Questi draghi nacquero dall’unione tra il multiteste Tifone e la donna-serpente Echidna. I figli dei due furono Chimera, dalla testa di leone e dal corpo di serpente-capra, Cerbero il cane a tre teste e l’Idra di Lerna, rettile con molte teste che verrà poi ucciso da Ercole, il quale sconfisse anche Ladone dalle cento teste e Scilla, dai tentacoli di piovra. Magnifico il dipinto conservato a Castel Thun eseguito a fine Seicento dal pittore tedesco Dietterlin che raffigura le Tentazioni di S. Antonio Abate dove draghi lanciano fuoco, un mostro alato regge uno spiedo con un pollo e serpenti infilzati e serpi fuoriescono dai capelli di una dama ignuda. La mostra avrà una sezione a Riva del dal titolo «Mostri smisurati» e creature fantastiche tra i flutti, che intende esporre un ristretto ma importante nucleo di opere prevalentemente cinquecentesche aventi per tema creature fantastiche e animali mitici che, nell’immaginario antico, abitavano le acque dei laghi e dei mari. Il precipuo taglio dato all’esposizione rivana, rispetto a quella ospitata nelle sale del Castello di Trento, deriva non solo dalla peculiarità della sede espositiva – la Rocca – circondata dalle acque del Garda, ma anche dalla presenza nelle prime sale della Pinacoteca, che ospiteranno la mostra, di un affresco che risale agli anni trenta del Cinquecento raffigurante Ercole, intento ad uccidere l’Idra, un mostruoso essere che viveva nel lago di Lerna nella regione greca dell’Argolide.

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05 Mostre Trento Sangue di drago, Squame di serpenteSANGUE DI DRAGO

Squame di serpente

Dal 10 agosto 2013 al 6 gennaio 2014

Trento

Museo Castello del Buonconsiglio

monumenti e collezioni provinciali

Tel. 0461/492803 – 492846

Sito web

05 Mostre Trento Sangue di drago, Squame di serpente ImageCache

Un Futuro dietro ad un Muro

Agli inizi del Novecento l’Ostiense non era la zona continuamente sull’orlo del degrado, ma era la naturale estensione dell’industrializzazione intrapresa nel vicino Testaccio e si protendeva verso Ostia.

Orti e vigne cominciarono a far posto a fornaci e laboratori artigianali, venne edificato il complesso dei Magazzini generali e grazie alla linea ferroviaria nazionale la fornitura delle materie prime era agevolata, mentre il collegamento su rotaia con Ostia rese il litorale consueto luogo di villeggiatura per i romani.

Sulla via Ostiense trovarono sede l’Anglo-Romana Gas, oggi l’Italgas, con il gasometro e la collocazione di una delle prime centrali elettriche che fornirono energia a Roma.

L’Ostiense, con lo spostamento dell’industrializzazione degli anni Trenta a san Lorenzo, diventa un’area non del tutto marginale al progetto del nuovo quartiere Eur e comincia l’edificazione delle diverse tipologie di case popolari.

L’edilizia popolare nell’area tra il gasometro e via del Porto Fluviale era più “popolare” di quella del Testaccio compreso tra via Marmorata e piazza santa Maria Liberatrice, ma più rifinita di quelle abitazioni intorno all’ex Mattatoio. Mentre i palazzi all’inizio della via Ostiense esprimono una dignità piccolo borghese. In questo contesto di comunità che abitava dove lavorava, nel seguito degli anni, si sono edificati palazzoni senza carattere, spingendo gli inquilini, quando hanno un impiego, ben lontani dall’Ostiense, superando il Testaccio e san Paolo.

Del progettato porto fluviale rimane l’omonima via e tutte le attività produttive che proliferavano tra la Piramide e la basilica di san Paolo fuori le Mura, a cominciare dagli anni ’90, furono sostituite da locali della vita notturna e spazi per iniziative culturali.

Un quartiere dedito alla produzione e al commercio che si trasforma per dare slancio alla cultura oltre che allo svago, con la conversione dei numerosi edifici in sedi della Terza Università e la Centrale termoelettrica della Montemartini nel Polo Museale, valorizzando il territorio già ricco di testimonianze storiche e artistiche con la presenza dell’omonimo sepolcreto e dell’affascinante complesso conventuale della basilica di san Paolo fuori le Mura, sovrastato dalla Garbatella, uno degli esempi di città giardino, realizzata negli anni ’20, come realtà urbanistica autonoma che costella la periferia di un tempo.

Tante energie in campo, ma l’Ostiense appare sempre un progetto incompiuto come l’interminabile cantiere che dovrebbe trasformare il complesso dei Magazzini Generali nella Città dei Giovani. Un progetto che ha subito vari rimaneggiamenti, compreso quello della cancellazione degli studi d’artista.

I Mercati Generali all’Ostiense si trasformeranno invece nella Città dei Giovani per ospitare una mediateca, delle strutture dedicate allo sport e ai sapori multietnici, per fare pendant con la Città delle Arti all’ex Mattatoio del Testaccio da una parte e la Città del Gusto dall’altra.

Anche il ponte pedonale delle Scienze è lì, sospeso sul Tevere in attesa di essere utilizzato come provvidenziale collegamento tra l’Ostiense e Marconi. Il ponte colma una lacuna all’interno del tessuto edilizio, una “ricucitura” tra le due zone della città per collegare la riva della Casa dello Studente con l’Università, la zona dello shopping di viale Marconi con quello dell’intrattenimento e della cultura.

Un collegamento che, oltre a facilitare una scelta ambientalista con le piste ciclabili, amplierà la platea dei fruitori del Teatro India, magari completando la riqualificazione dell’ex fabbrica della Mira Lanza assegnata da tempo all’Accademia di Arte Drammatica, e della multisala cinematografica, promuovendo anche il mistico enorme spazio della Città del Gusto che la pubblicazione del Gambero Rosso da anni ha dedicato ai diversi aspetti della gastronomia.

Un ponte che darà un nuovo significato alla conoscenza e all’opportunità di aprire un nuovo ingresso al complesso museale della Montemartini.

Gloriose prospettive che vanno a scontrarsi contro la mancata urbanizzazione dell’area industriale degradata nascosta dal muro che ostruisce l’accesso dal ponte alla via Ostiense.

Ora questa zona di Roma potrebbe recuperare la dignità di quartiere e uscire dall’isolamento nel quale la carenza di corse del trasporto pubblico su gomma lo ha relegato, mentre il trasporto su rotaia non gode la dovuta pubblicizzazione attraverso la segnaletica.

Il recupero di una dignità coinvolge anche la nuova destinazione d’uso dell’ex Cinodromo di Ponte Marconi, diventando in parte un deposito per tram anche se non si è ancora pensato al tracciato delle rotaie, e l’ex Air Terminal Ostiense in un ennesimo mega centro commerciale.

A caratterizzare l’odierna Ostiense nel suo vivere e interagire con gli abitanti è l’impegno estetico che una serie di writer si sono dati da fare per far uscire dall’anonimato le facciate del quartiere, decorandole con graffiti e stencil. Un impegno visivo in gran parte sviluppato nell’area tra la via Ostiense e il Tevere come il complesso di proprietà del demanio e in parte occupato dalla comunità Fronte del Porto che ha trasformato gli edifici abbandonati dell’aereonautica in un’occasione d’incontro e di vita, mentre la parte strettamente adibita a deposito è stata affidata alla Comunità di sant’Egidio per il suo mercato della città eco-solidale.

Facciate degradate che avevano perso ogni ricordo della loro tinteggiatura originale stanno vivendo una nuova giovinezza, se non fossero per le numerose vetrate “sconnesse”, con il racconto pittorico e multi cromatico che di giorno in giorno si arricchisce di nuovi elementi. Raffigurazioni surrealiste affiancano i frammenti di un immaginario urbano, ritratti di personaggi come Gramsci o Wojtyla s alternano ad astrazioni geometriche.

Graffiti che non hanno nulla a che vedere con gli sgorbi di firme per esaltare l’egocentrismo nel segnare il territorio, oltre a non comunicare nulla al passante.

 

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Il Cavaliere degradato

Appare strano, in un Paese costituzionalmente democratico, l’utilizzo di tonnellate di parole per definire il primo di agosto del 2013 come una data spartiacque, solo perché una sentenza di colpevolezza per intrallazzi fiscali ha ridimensionato lo smisurato ego di un piccolo uomo che guarda la sua ombra sognando di essere un Titano.

Un verdetto che possa essere ritenuto causa di grandi sconvolgimenti epocali appare difficile, come è urgente riformare la giustizia nell’evidenziare la disparità di trattamento tra chi sottrae ingenti somme al benessere comune e chi ruba una mela per fame.

Grandi titoli, enorme sdegno, incommensurabile soddisfazione, tanto clamore per un cavaliere degradato, apparentemente disarcionato, ma non è certo la caduta del Muro di Berlino, è solo un altro ricco che interpreta il personaggio del martire senza andare in prigione, ma nel trovarsi revocato il titolo di Cavaliere.

Anche se il Cavaliere è condannato i suoi fedeli non possono abbandonarlo, anzi! c’è chi preavverte una guerra civile senza aver minimamente idea di cosa stia parlando, ma cerca ugualmente di far pressione seminando acredine.

Dopo la condanna le condizioni di tante persone non migliorerà, anche se per alcuni è una grande soddisfazione, ma sono gli accadimenti in Egitto e nel mondo musulmano o la mancanza di una progettualità per contrastare la disoccupazione che potranno influenzare profondamente il futuro del Paese e di molti altri.

Dopo aver basato la propria difesa sull’essere ignaro dei fatti contestati perché era impegnato nella politica e non seguiva le scelte dirigenziali delle proprie aziende, tutto ciò appare ingenuo per una persona egocentrica che dirige il Partito come se fosse una delle sue aziende. Era suo dovere saperlo per un padrone grintoso che reputa tutti al meno un dito meno capaci di lui.

Il commovente monologo televisivo sulla persecuzione giudiziaria dei magistrati in toga rossa è un altro esempio d’istrionismo, ma anche se il governo del paese rischiasse di andare in tachicardia si potrebbe volgere lo sguardo a qualcosa di più importante per tutte le persone che vivono nell’equilibrio dei 1000 o anche meno euro al mese?

Un perseguitato con una folla di seguaci, per piaggeria e sudditanza, che lo hanno eletto loro mito alla stregua di una attempata rockstar, nonostante sia un condottiero azzoppato non molla e grida la sua innocenza, per continuare a propugnare illusori cambiamenti quando sappiamo che entro l’anno la Fiat lascia al proprio destino gli operai e lo stabilimento di Termini Imerese.

PI Il Cavaliere degradato web