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Sulla strada del ricordo

Con la prima personale italiana del fotografo francese Olivier Paravel, affronta, sotto il titolo “N7, une route”, il ricordo di antichi fasti di una strada che collegava Parigi al Mediterraneo.
La National Highway 7, o RN 7, o N 7, anche a volte chiamato “Blue Road”, è stata la più lunga strada statale Francese, con i suoi 996 km., prima della sua dismissione parziale, collegando Parigi a Mentone attraversando la Borgogna, la Auvergne, la valle del Rodano, l’ Esterel sino alla Costa Azzurra.

Una serie di scatti in b/n della mitica route bleue, tratti da un più ampio progetto di ricerca, realizzati con la Leica, con una sorta di ossessione da archeologo della modernità che si nutre di quello stesso senso del tempo che investe tutte le rovine, e che Marc Augé definisce come “tempo puro”. In questo senso, la strada, quella strada – con il portato di una storia millenaria che sembra improvvisamente accelerata e come condensata all’alba della nuova modernità, per poi rapidamente depotenziarsi fino a ridursi per alcuni tratti a poco più di una traccia e a qualche rovina – costituisce l’altra ossessione che muove la ricerca di Olivier Paravel, fino a saldarsi con la prima in un unicum dall’alta valenza simbolica, per cui la strada diviene, è, essa stessa figura del tempo, che fugge e da cui fuggire.

La luce della stagione invernale potenzia la scelta espressiva del b/n, dal sottile potere evocativo che rinvia al gioco dell’immaginazione, all’ombra lieve di una rêverie o a un dolente e pungente sentimento di melanconia. Non attraversa tuttavia questi scatti la nostalgia, come desiderio o tensione al ritorno al tempo mitico dei favolosi ’60, costruzione letteraria o massmediatica. Perché: “Che cos’è una strada che muore? Un discorso concluso, una frase finita? Una strada…che riprende la storia dall’inizio…partire?” (Dominique Paravel, in Catalogo.)

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OLIVIER PARAVEL
N7, une route
7 al 27 giugno 2015

Roma
Storie Contemporanee
Studio Ricerca Documentazione
via Alessandro Poerio, 16/B

Orario:
martedì, mercoledì, giovedì e venerdì
dalle 17.00 alle 19.00
sabato a.m. per appuntamento

a cura di Anna Cochetti
con un testo di Dominique Paravel

Sito web

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Mostre Olivier Paravel

Popfigurazione

Quarant anni dentro la pittura attorno e dentro la figurazione Nel cuore di un immaginario pop che si trasforma senza perdere coerenza definendo la carriera di un artista dal sangue spagnolo figlio d arte.

Una delle tematiche piú rappresentative di questo artista Italo Spagnolo Gestualità Pop è la protagonista di questa esposizione personale. L´artista rappresenta, quasi sempre in close up, gesti quotidiani che hanno come protagoniste le mani.

Usando indistintamente fondi tappezzati, masse di colore o i suoi mitici sfondi barocchi, tutte le opere raccontano attraverso un gesto due storie: quella che l´artista vive a partire da questo gesto e quella che immagina lo spettatore facendola sua nel vedere e impattandosi in questi gesti a volte quotidiani ed a volte fantastici.

In sala saranno esposte opere mitiche come Tu-Tu-Tu e tutta una nuova serie che l´artista ha realizzato con motivo di questa mostra personale.

Mostre Esteban Villalta Marzi Gestualidad pop ridimensiona.php******************

GESTUALIDAD POP
di Esteban Villalta Marzi
Dal 29 aprile al 12 giugno 2015

Roma
Istituto Cervantes
piazza Navona, 91

Orari:
da mercoledí a sabato
dalle 16.00 alle 20.00

Sito web

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Un effimero alfabeto

La presentazione di un insieme di opere su carta inedite, realizzate per lo spazio romano dall’artista giapponese Noriko M. Kobayashi, maestra calligrafa, che sotto il titolo di “I – RO – HA” o l’ “alfabeto dell’effimero” mette in scena la rappresentazione figurale di un antico alfabeto buddista.

Una narrazione nella narrazione – tra scrittura, parola, immagine e materia, condivisa nel tempo con Elizabeth Frolet – ha condotto Storie Contemporanee all’incontro con Noriko M. Kobayashi, alla grazia delle sue carte pregiate tirate a mano su cui scorrono e si compongono i segni e i simboli, al tempo stesso notazioni e visioni, di un alfabeto millenario, nelle cui linee fluide e sinuose di “scrittura al femminile” la sapienza esperienziale ha fatto precipitare i fondamenti e l’essenza di un pensiero filosofico e poetico intorno all’esistere e all’essere, che dicono dell’Uomo e della Natura, della Bellezza e del Tempo. E introducono lo sguardo e il pensiero al saper sostenere, con levità ed ebbrezza, l’evocazione dell’insostenibile fragilità della bellezza e dell’insostenibile bellezza della fragilità, dell’Uomo e di ogni essere del creato.

Se Elizabeth Frolet, esperta di cultura giapponese, sottolinea infatti la specificità di una cultura « dont l’un des systèmes d’écriture (le syllabaire hiragana) constitue à lui seul un poème sur l’éphémère et la fragilité de la beauté », le carte di Noriko M. Kobayashi dispiegano una sorta di “invito al viaggio” immateriale, dentro e intorno una lirica meditazione sulla percezione del Tempo, dell’incanto e dell’effimero, condotta attraverso quella “bellezza della scrittura” che fonda la “bellezza visuale del manoscritto” e, al tempo stesso, la libertà, come perizia tecnica e sensibilità estetica, del calligrafo/scrittore – come viene affermando l’artista.

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Mostre Storie Contemporanee Noriko M. KobayashiNoriko M. Kobayashi
I – RO – HA o l’alfabeto dell’effimero
Dal 10 al 30 maggio 2015

Roma
Storie Contemporanee
Studio Ricerca Documentazione
via Alessandro Poerio, 16/B

Orario:
martedì, mercoledì, giovedì e venerdì
dalle 17.00 alle 19.00
sabato a.m. per appuntamento

A cura di Anna Cochetti
con un testo di Elizabeth Frolet

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Nata a Tokyo (1943), Noriko M. Kobayashi ha compiuto lunghi studi di calligrafia, si è laureata presso la Facoltà di Estetica e Storia dell’Arte dell’Università Keio. Tra il 1977 e il 1996 ha esposto in numerose personali a Parigi, Berlino, Roma. Negli anni successivi partecipa a numerose manifestazioni di arte e cultura giapponese, in Belgio, Australia, Spagna, mentre proseguono le personali presso gallerie a Tokyo. Ha collaborato alla pubblicazione “L’image écrite” di Anne-Marie Christin. Una sua opera è presente al NEZU Shrine, Tokyo.

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Luce Delhove: Segni sotto tensione

In mostra la presentazione di un doppio insieme di opere inedite di Luce Delhove, opere che, raccolte sotto il titolo “paramètre / suite au noir”, mettono in serrato dialogo due tra le linee portanti in cui si è venuta dispiegando l’articolata ricerca dell’artista, tra la scultura e il disegno.

«Toutes ses œuvres doivent être vécues comme appartenant à un présent à la fois classique et moderne» (Tutte le sue opere appartengono ad un presente sia classico che moderno): è muovendo da questo indizio interpretativo di Gérard-Georges Lemaire (Prefazione, Luce Delhove, Ardoises…, Paris, 2010), che “paramètre / suite au noir: o della misura” intende approfondire i caratteri che costituiscono la qualità specifica e la coerenza dell’impegno etico-estetico di Luce Delhove, individuando nella tensione al raggiungimento della “misura” il topos in cui si raffrontano e si sciolgono la disciplina del modulo matematico-geometrico, che struttura le sculture in ferro, e il pathos che dà sostanza al gesto e al segno di incisioni e disegni, suggerendo leggerezza e movimento nelle sculture e incardinando incisioni e disegni nell’ordine lungo e lento di trame e orditi.

Nel gioco dinamico delle tensioni che sottendono le opere di Luce Delhove agiscono altresì come potenti fattori la dialettica e l’equilibrio tra l’assolutezza del nero, e, per contro, l’epifania della luce, variamente modulati. Un’indagine rigorosa, in definitiva, sull’essenza dello spazio/tempo che si declina e si conforma attraverso una raffinata sapienza tecnica, in grado di avvalersi delle diverse opzioni linguistiche – da considerarsi assolutamente equivalenti – in funzione del raggiungimento dei fini che questa ricerca si pone.

Catalogo e Libro d’Artista (numerato e firmato) in mostra.

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00 Mostre Luce Delhove IMG_20150415_170618LUCE DELHOVE
“paramètre / suite au noir”
Fino al 5 maggio 2015

Roma
Storie Contemporanee
Studio Ricerca Documentazione
via Alessandro Poerio, 16/B

Orario:
martedì, mercoledì, giovedì e venerdì
dalle 17.00 alle 19.00
sabato a.m. per appuntamento

a cura di Anna Cochetti

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Franco Cenci: Quando la teoria si coniuga con la pratica

Ritratti volanti di Franco Cenci è la prima di una serie di mostre, destinate a bambini e ragazzi, che il Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari ospiterà nell’Atelier dei Bambini, aprendo una nuova area per la didattica allestita all’interno del percorso museale dedicata all’illustrazione per l’infanzia e alla graphic novel. Uno spazio destinato alle attività manuali e alla videoproiezione, oltre alle mostre per ragazzi, con una particolare attenzione ai generi dell’illustrazione e al romanzo a fumetti. Generi interessanti e vitali ma ai quali il sistema museale della capitale ha sinora riservato scarsa attenzione.

Il titolo è chiaro, quelli di Franco Cenci non sono disegni su carta ma 8 disegni di carta. Cenci infatti, utilizzando pezzi di carta, tessuto e piccoli oggetti, raffigura una serie di fantasiosi volatili dietro alle cui alate fattezze si celano ritratti di amici e conoscenti. Ritratti per allusione, dal momento che ogni uccello è costituito da elementi riferibili a caratteristiche salienti della personalità e della vita della persona rappresentata: le sue passioni, il mestiere, il luogo di nascita e tanti altri indizi. Ritratti-rebus per ragionare giocando, opere non casualmente scelte per inaugurare l’attività espositiva dell’Atelier dei Bambini del Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari.

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Mostre Franco Cenci 1428659074bI RITRATTI ORNITO-ANTROPOLOGICI
di Franco Cenci
dal 12 aprile al 17 maggio 2015

Roma
Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari
piazza Guglielmo Marconi, 8/10

Informazioni:
tel. 06/5926148

Oraio:
da martedì a domenica
dall’8.30 alle 18.45

Ingresso:
euro 4,00

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