Archivi categoria: Arte

Post d’Arte: Artemisia e le altre

Artemisia Gentileschi (1593-1653)

… Di Artemisia si è letto e si è scritto di tutto: artista vittima dei suoi tempi maschilisti, icona del protofemminismo, donna ribelle e coraggiosa, o oltretutto pittrice valente…Io stesso già ne scrissi molti anni fa in  una mia rubrica. L’arte e la moda sono un dubbio connubio ma tant’è!… da Artemisia non si sfugge: libri, saggi, racconti, film, credo che manchi solo un melodramma dell’artista-eroina cinquecentesca. Dissi allora, e ribadisco, quanto fosse curioso e rivelatore il suo prediligere in più di un suo lavoro la rappresentazione cruda e sanguinaria dello “scannamento” di Oloferne da parte dell’eroica Giuditta; esplicita anche se non confessata rivalsa della violenza subita nella realtà: una specie di vendetta in chiave artistica che potrebbero spiegare meglio di me austeri psicanalisti… Ma aldilà dell’episodio di cronaca e delle sue conseguenze, parliamo solo un pò dell’effettivo valore pittorico dell’Artemisia: il raffronto con il padre Orazio è tutto a favore di quest’ultimo (per me)..dalle cupe e tetre atmosfere intrise di sangue e di orrore della figlia, scene appessantite da un caravaggismo di maniera, ricco di orpelli e di sovrabbondanza decorativa, si passa invece al chiarore aurorale dei dipinti paterni dove l’abisso drammatico si stempera in un rigore compositivo e in una qualità plastica che ne fa del Gentileschi non un pedissequo caravaggesco ma un autore di spirito e intenzioni originalissimi.

Elisabetta Sirani (1638-1665)

Artista nel pieno della stagione barocca. Il suo, un barocco “languoroso” e sentimentale, con auguste tracce di Guido Reni. Pittura più devozionale che originale, in riga più con i parroci controriformisti che con la rivoluzione caravaggesca. Trionfo della Santa Maternità e della salottiera disponibilità al rassicurante conformismo di una dolcezza volta allo Spirito con fiducia fanciullesca.

Lucrina Fetti (1600-1651)

Artista della corte mantovana dei Gonzaga, fattasi suora di sant’Orsola, esplicò una pittura tutta sua, devozionale sì, ma di robusta struttura chiaroscurale dove luce, natura e personaggi vivono di ariosità e consonanza quasi musicale. Fantasia la sua, frutto di meditazione monacale ma arricchita da singolari invenzioni barocche ( vedi “il Sogno di Giacobbe”) di gusto scenografico.

Orsola Maddalena Caccia (1596-1676)

Anche lei suora e pittrice, deliziosa decoratrice di trionfi e festoni, resta nell’ambito di un barocchismo scenografico e teatrale. Le sue figure vivono immerse in una specie di compassata malinconia dove tutto è previsto e stabilito, e un vago ottimismo le arrotonda e le infonda in una specie di giardino incantato.

Guccione e Perilli tra colore e forma

Un inedito confronto tra due artisti del secondo Novecento: da un lato Piero Guccione (1935 – 2018), il pittore della luce e del mare, dall’altro Achille Perilli (1927 – 2021), promotore della più pura astrazione. Al centro, il colore e la forma.

Legato alla sua terra d’origine – la Sicilia – e allo stesso tempo riconosciuto in tutt’Italia, Guccione visse nella Roma neorealista di Fausto Pirandello, Renato Guttuso, Carlo Levi. Achille Perilli è invece stato uno dei membri di Forma 1, il movimento che nell’immediato dopoguerra professa il valore della forma in opposizione a ogni possibile interpretazione di natura simbolica, sentimentale o psicologica dello spazio della tela.

Pur seguendo traiettorie proprie, lo stile dei due artisti resterà intimamente legato a queste prime esperienze. La pittura di Guccione, tornato in Sicilia alla fine degli anni Settanta, si porrà al di sopra di ogni corrente artistica dell’epoca; quella di Perilli proseguirà nel solco di una rigorosa astrazione, alla ricerca di cromatismi accesi e brillanti.


Piero Guccione e Achille Perilli
Ai confini dell’astrazione

Dal 21 ottobre 2021 al 9 gennaio 2022

Mart
Rovereto


Penck: Le contraddizioni della Germania

La retrospettiva su A.R. Penck (1939-2017) propone oltre 40 dipinti di grande formato, 20 sculture in bronzo, cartone e feltro, oltre una settantina tra opere su carta e libri d’artista) intende ripercorrere le principali tappe di uno degli esponenti più significativi dell’arte internazionale degli anni Settanta e Ottanta.

Nato a Dresda, per decenni è attivo nella Germania dell’Est con opere di chiara ispirazione socialista, riuscendo a far tesoro di condizioni allora apertamente ostili all’arte d’avanguardia: mentre il socialismo nega all’artista moderno qualsivoglia funzione, A.R. Penck (pseudonimo di Ralf Winkler) sa trasformare col tempo la funzione della propria pittura in un elemento in dialogo col sistema sociale e politico. Fino alla fine degli anni Settanta, tuttavia, espone raramente nell’allora DDR. È soltanto dall’inizio degli anni Settanta che A.R. Penck riesce a partecipare a mostre; non in patria, ma in Svizzera, Paesi Bassi e Canada, riscuotendo ampi consensi. Nel 1972 espone a documenta 5 di Kassel chiamato da Szeemann; all’inizio degli anni Ottanta è tra i protagonisti delle rassegne, fondamentali per la pittura moderna, A New Spirit in painting (Londra) e Zeitgeist (Berlino). Paradosso della Germania divisa è proprio il fatto che la sua opera, così fortemente legata all’analisi della situazione socio-politica, sia riconosciuta e apprezzata solo all’Ovest, e mai nella sua terra d’origine.


A.R. Penck
Dal 24 ottobre 2021 al 13 febbraio 2022

Museo d’arte
Mendrisio (Svizzera)

A cura di:
Simone Soldini, Ulf Jensen, Barbara Paltenghi Malacrida


Una Nuvola riempita d’Arte

Per la prima edizione di Roma Arte in Nuvola, ci si aspettava senza dubbio di più.

Un luogo questo, come ebbi modo di scrivere per la sua inaugurazione avvenuta nel 2016, dotato di quell’armonioso oscillare tra ritmo e bellezza. Ritmo però, questa volta, rappresentato da troppa quantità e meno qualità.

Tanti, troppi galleristi, troppi operatori visivi nel campo della Pittura, della Scultura, dell’Installazione, dei video.

Ad eccezione delle gallerie storiche che, ovviamente, hanno presentato le loro collezioni permanenti, se ne poteva fare a meno, la qualità dei singoli artisti è risultata scarsa in questa fiera mercato dell’arte.

Infatti, proprio perché fiera dell’arte, poteva presentare ben altre proposte, opportunità, idee.

Nonostante questo, non sono mancate alcune novità, come aver affiancato le Gallerie da trenta Progetti speciali.

Tra questi, quello voluto dall’Ambasciata di Israele in Italia, la mostra Israel Landscape che ha inaugurato il ciclo dedicato all’arte internazionale. Diciassette artisti israeliani tra scultura, pittura, fotografia e ricamo.

La manifestazione è nata con lo scopo del rilancio di Roma nel mondo dell’Arte. Un rilancio indirizzato ad essere luogo di produzione dell’arte, del collezionismo e di un mercato aperto non solo in Italia ma anche nelle aree del Mediterraneo e dell’Europa. Opportuni, quindi, sono stati gli incontri organizzati sotto l’egida di come strutturare un ‘sistema-Roma’. I relatori del mondo dell’arte, direttori di musei, artisti, critici, collezionisti hanno fatto il punto sulle prospettive future.

Nella terza giornata sono stati assegnati quattro Premi e due menzioni speciali.

Premio Young per la migliore galleria under 5 per la cura nella proposta e il coraggio nell’allestimento, una promessa che ci fa sperare nel futuro di queste giovani gallerie, Premio Ex Equo a galleria Basile Contemporary di Roma e galleria Talk Bruxelles con un importo di 2.000 euro.

Nella Galleria di Bruxelles sono stati presentati tre artisti: Camilla Ancilotto con dei lavori  a tre facce che si possono comporre con delle immagini di opere antiche e altre dei vari aspetti della natura, Guillaume Garri e Onie Jackson si adagiano sul mondo e della mitologia greca,  in una lettura “picassiana”, sfociando nel graffitismo. Onestamente poco mi ispirano, a parte la citazione picassiana, quella delle piastrelle o immagini che si muovono e compongono altro, mi sembra un déjà-vu; una vecchia installazione, che era alla GNAM anni fa, fatta di polistirolo dove si muovevano i tasselli e i quiz televisivi dove si ruotano le caselle con le immagini o addirittura i cubi con le varie facciate che ricordano l’infanzia di molti di noi.

Premio The Best, offerto dalla Regione Lazio, per la migliore presentazione d’artista per stand, allestimento, comunicazione, grafica a due gallerie Matèria e Ex Elettrofonica, premiandole con un importo di 5.000 euro.

Menzione speciale per la galleria Burati Anderson che da Venezia ha scelto di operare nel territorio laziale.

Premio Absolute Modern per il migliore allestimento tra le gallerie di arte moderna Giuria: Simon Groom, Moira Mascotto, Roberto Perugini con un importo di 2.500 euro

Premio Rock per l’allestimento più originale dello stand: Giuria: Sabrina Vedovotto, Giuliana Benassi, Giuseppe Fantasia Sottolinea l’originalita’ e la visionarieta’ dell’allestimento con un tocco di azzardo che può fare la differenza in una fiera: è assegnato alla galleria Marina Bastianello di Mestre, Venezia. Importo: 2.000 euro

L’auspicio per la prossima edizione è quello di riempire il ‘contenitore fiera’ con più proposte nuove, da parte delle gallerie e meno presenze artistiche conosciute, storicizzate.

Nonostante tutto, interessante visione.

****************************

Roma Arte in Nuvola

Dal 18 al 21 novembre 2021

Nuvola di Fuksas

Roma (Eur)

C.O.R. Creare Organizzare Realizzare

****************************

Cercando di consolidare l’Arte

È difficile trovare nelle Fiera internazionale di Arte moderna e contemporanea delle nuove proposte e quella di Roma non fa eccezione, ma i Modigliani, i De Chirico, i Campogrossi e i Giosetta Fioroni non hanno necessità di trovare un mercato.

Sono gli sconosciuti ad avere necessità di essere promossi, ma le “vecchie” gallerie, come le nuove, preferiscono ufficializzare le loro produzione piuttosto che andare alla ricerca di novità per il domani.

Tra le nuove presenze nel panorama contemporaneo risalta la presenza della Talk Gallery, con sede a Parigi e a Bruxelles, nel proporre Camilla Ancilotto con le sue opere multi componibili, con le loro tre facce, in una poetico interagire nel sollecitare la creatività dello spettatore nel comporre, con le tre opere, numerose possibilità di giocare con la rivisitazione di opere antiche e i vari aspetti della natura.

Mentre Guillaume Garri e Onie Jackson offrono una visione contemporanea delle credenze sulla creazione del mondo e della mitologia greca,  in una lettura “picassiana” che sfocia nel graffitismo.

L’allestimento dello stand si completa di alcune sculture di inflessione primitiva di Guillaume Garrié e quelle futuribili  di Camilla Ancilotto.

In questo mercato dell’arte di 120 gallerie espositrici italiane ed estere c’è anche lo stand di Israele, nel quale vengono proposti artisti di varie ispirazioni, dal naif al concettuale e, per quanto possiamo saperne, questi 17, tra scultori, pittori, fotografi e ricamatori, sono presenti per rappresentare le tante sfaccettature della realtà israeliana contemporanea

Unico stand nazionale, d’altronde il contemporaneo non è nelle corde del nostro ministro Franceschini e dei suoi consulenti, che non hanno buone gambe per andare a scovare artisti che continuano ad essere ignorati; invece la Regione Lazio è presente per pubblicizzare le iniziative sul patrimonio e i luoghi della cultura, mentre il Lazio Contemporaneo è un opuscoletto come spunto per un’indagine approfondita.


Roma Arte in Nuvola
Dal 18 al 21 novembre 2021

Nuvola di Fuksas
Roma (Eur)

https://romaarteinnuvola.eu/