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Qualcosa di nuovo a san Valentino

Il prossimo 14 febbraio, dopo quasi mezzo secolo, potrà essere la data spartiacque per tutte le donne della Terra.

Sarà il giorno di san Valentino, un giorno di gioiosa danza per dire no ai diversi abusi verso la donna e ribadire la voglia di cambiamento del loro ruolo nella società.

Le manifestazioni degli scorsi mesi in India che hanno fatto seguito all’ennesima violenza sulle donne hanno dato il via ad un passa parola che ha avvolto il Pianeta, per dar vita a un Flashmob One Billion Rising in contemporanea in diversi paesi.

Un’iniziativa per scrollarsi dalle spalle la millenaria marginalizzazione nella quale gli uomini hanno segregato la loro metà del Cielo.

L’invito a ballare contro la violenza parte dalla drammaturga statunitense Eve Ensler e l’idea per giungere ad un miliardo di donne è nato dal suo lavoro in Congo, tra le donne vittime di violenza. Un voler danzare in piazza e in casa.

Contare un miliardo e oltre di donne che danzano in pubblico e in privato, contro gli stupri e le mutilazioni, coercizioni psicologiche e angherie verbali.

Le statistiche appaiono distaccate e tragiche quando preannunciano violenza per una donna su tre, nel corso della vita. Sconfortante che in un contesto ritenuto da molti civile si prospetti tale destino per una persona e come Eve Ensler sottolinea: Un miliardo di donne violate sono un’atrocità. Un miliardo di donne che danzano sono una rivoluzione.

Un Flashmob contro ogni abuso in ogni luogo della Terra. Dalle donne somale a quelle Maori, per un’assordante danza che riesca a coinvolgere un miliardo di donne. Due miliardi di piedi che volteggiano contro la violenza, come le numerose mani che hanno scandito il 31 gennaio in vari luoghi della Terra la volontà delle donne per la pace. Un’iniziativa promossa dalle Mujeres por la Paz, che si adoperano per la conclusione negoziata del conflitto armato che dura da quasi cinquanta anni in Colombia, e appoggiata da altre migliaia di associazioni impegnate per la Pace.

Un invito globale facilitato e rilancia a livello planetario dall’utilizzo delle tecnologie.

Qualcosa di Nuovo Danza Donne Flashmob 1br-logo-web

One Billion Rising contro la violenza sulle donne

http://onebillionrising.org/

 

Qualcosa di Nuovo Danza Donne Flashmob Donne per la Pace Mujeres Por la Paz partMujeres Por la Paz

http://www.mujeresporlapaz.org/web/

 

 

Le loro Afriche

Sono 200mila le madri che muoiono ogni anno in Africa sub-sahariana durante la gravidanza, lasciando 1,5 milioni di bambini orfani. Nessuna donna dovrebbe morire per dare la vita. La causa è sempre la stessa: mancanza di assistenza medica appropriata.

Radio3 di Scienza e Mondo ha “sposato” la causa di Amref (African Medical and Research Foundation) nella campagna Stand up for african mothers dedicata a sensibilizzare l’opinione pubblica sulla campagna per la formazione di ostetriche: 15.000 ostetriche entro il 2015 riducendo la mortalità materno-infantile del 25%. Amref chiede il sostegno di tutti perchè la salute delle donne è un diritto, anche in Africa. L’Africa ha bisogno delle madri africane e le madri africane di ostetriche africane!

Ogni ostetrica può assistere 500 madri ogni anno, salvaguardando la vita delle madri e dei figli in Africa sub-sahariana. La campagna è anche finalizzata a promuovere la candidatura di Esther Madudu, simbolo dell’impegno quotidiano delle ostetriche africane per salvare la vita delle madri africane, per il Premio Nobel per la Pace 2015.

L’iniziativa Radio3Scienza e Radio3Mondo si è sviluppata nell’ultima settimana del 2012, con il racconto in 5 puntate di altrettante scrittrici invitate a trascorrere una settimana in alcuni luoghi dell’Africa (Kenia, Etiopia, Tanziana e Uganda) e altre 5 donne hanno prestato la voce radiofonica.

I cinque racconti messi nero su bianco raccolti sotto il titolo “La nostra Africa” per descrivere le contraddizioni di un continente tanto ricco quanto il più povero della Terra. Cronache della vita quotidiana delle donne e del loro impegno di dare un futuro all’Africa, con i profumi e i colori di una terra, e del percorrere decine di chilometri per rifornirsi d’acqua.

Racconti sulle donne che lavorano per la famiglia e di uomini dediti all’alcol, di donne sieropositive grazie ai loro mariti poco accorti nei rapporti sessuali, donne che si riuniscono per organizzarsi con creatività per affrontare la vita giorno dopo giorno e degli uomini che hanno studiato all’estero per poi tornare nella loro terra per aiutare il prossimo a ridurre la mortalità. Storie messe in onda dalle 11.00 alle 12.00 – da lunedì 24 a venerdì 28 – e che è ora possibile riascoltare su Rai Radio3.

 

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Le 5 scrittrici si raccontano

 

I PODCAST DI RADIO3:

Il racconto di Claudia de Lillo letto da Paola Cortellesi

Il racconto di Paola Soriga letto da Sonia Bergamasco

Il racconto di Clara Sereni letto da Sandra Ceccarelli

Il racconto di Concita De Gregorio letto da Fiorella Mannoia

Il racconto di Chiara Valerio letto da Serena Dandini

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Anche una scatola di fagioli può fare festa

La solidarietà alimentare verso i meno fortunati non si limita all’annuale Giornata Nazionale della Colletta Alimentare nell’ultimo sabato di novembre, ma viene portata avanti dall’operosa attività quotidiana della Fondazione Banco Alimentare, nel recupero delle eccedenze alimentari da destinare ai più poveri del nostro paese.

Nella XVI edizione della raccolta di quest’anno sono stati coinvolti 130mila volontari e raccolte 9.622 le tonnellate di prodotti alimentari in 9.000 supermercati in tutta Italia. Una generosità che non conosce crisi, nell’edizione 2011 erano state 9.600 le tonnellate raccolte, nessuna flessione, anzi in leggera crescita.

Ogni giorno alcuni supermercati e ristoranti forniscono del cibo in scadenza per le mense o per essere distribuiti nei centri organizzati appositamente, evitando che vadano ad ingrossare i numeri di tonnellate di cibo gettate annualmente.

In questo impegno di raccolta troviamo in prima fila non solo il Banco Alimentare, ma anche la Caritas con il suo Emporio, con il suo impegno nell’aiuto ai più deboli. D’altra parte Andrea Segrè, direttore del Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agro-alimentari, con Last Minute Market prova ad educare ad un utilizzo consapevole del cibo.

Probabilmente in Europa la maggioranza della popolazione ignora, per non distrarci con gli indigenti più lontani, che sono quasi 120milioni di europei soffrono di povertà e, nonostante il periodo poco felice per i bilanci famigliari, non pensa di ottimizzare le proprie risorse per evitare sprechi alimentari.

Potremmo comunque, anche se non siamo ancora stati coinvolti in problemi economici, evitare gli sprechi almeno come rispetto verso le altre persone meno fortunate. Se non siete avvezzi a fare delle donazioni in denaro alle organizzazioni che vi appaiono lontano, potete venire incontro alle necessità della parrocchia vicino casa che si è attrezzata per raccogliere confezioni di alimenti non deperibili.

Sono le parrocchie ad essere l’ultimo argine alla disperazione dell’indigenza più oscura e dove ognuno può dare un aiuto al prossimo.

Potrebbe essere un bel gesto ed essere il proposito per festeggiare il 2013.

 

TIBET Mandiamole a Scuola

Aiutaci a diffondere la campagna “Mandiamole a Scuola”

Istruire le bambine, future donne e madri

 è fondamentale per l’evoluzione del genere umano

In un momento di grave crisi come quello attuale ASIA ha deciso di investire le sue energie sull’educazione e in particolare sull’educazione femminile. Educare una bambina significa farne una donna consapevole di sé, e a migliorare sensibilmente le condizioni di vita dei suoi futuri figli e della sua famiglia. Nel nostro caso educare una bambina nomade significa anche innalzare la qualità di vita dell’intera comunità nomadica.

Sostenere agli studi una bambina attraverso il progetto di ASIA richiede un impegno di 25 euro  al mese (0.80 centesimi al giorno) con i quali si provvede alle spese di vitto e alloggio delle bambine, all’assistenza sanitaria di base, al vestiario e al materiale didattico.

Al momento nella scuola di Golok, costruita da ASIA nel 2004, ci sono 300 bambine che hanno bisogno di un genitore a distanza e altre ancora ce ne sono nelle scuole di Dongche e Tanggan, entrambe costruite da ASIA.

Il sostegno a distanza non è un mero aiuto economico ma permette lo stabilirsi di una relazione tra sostenitore e beneficiario attraverso lo scambio di lettere e spesso la conoscenza reciproca. Per noi di ASIA è senza dubbio uno degli strumenti più efficaci per sostenere la popolazione tibetana e salvaguardarne il patrimonio culturale. Permettere ai bambini tibetani di conservare le loro radici culturali è, infatti, un modo per
assicurarsi che i futuri “semi” del Tibet possano germogliare.

Aiutaci a diffondere la campagna Mandiamole a scuola

 

A PROPOSITO DELLA COLONIA FELINA di TORRE ARGENTINA

Una lapide d’amore  per Antonio Crast

attore istriano di Trastevere

scomparso in una mattina di sole

accanto agli amici mici

che lo ricordano ogni giorno

nell’ora del pasto

presso l’Ara Sacra di Torre Argentina

all’ombra del Teatro.

Sarina Aletta
Roma, 21 marzo 1984

 

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Ricordando chi, ora che la colonia di felini è nuovamente a rischio di sfratto, aveva a cuore i gatti di largo Argentina.

Una petizione:

http://www.gattidiroma.com/

http://www.gattidiroma.com/index.html