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La preziosa tavolozza del Perugino

L’Amministrazione di Corciano, in collaborazione con importanti enti quali la Soprintendenza ai Beni Storici, Artistici e Culturali dell’Umbria, l’Archivio di Stato di Perugia, il Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale dell’Università degli Studi di Perugia e l’Accademia di Belle Arti Pietro Vannucci di Perugia, ha realizzato alcuni eventi per ricordare degnamente i cinquecento anni della realizzazione della Pala da porsi sull’altare maggiore della chiesa parrocchiale intitolata alla Vergine Assunta in cielo, opera di Pietro di Cristoforo Vannucci, noto come il Perugino o Pietro Perugino (Città della Pieve, 1448 circa – Fontignano, 1523).

Culmine delle celebrazioni peruginesche, che dureranno fino alla fine del 2013, sarà il 15 agosto, data in cui avvenne la solenne benedizione della Pala nel giorno della festa a lei intitolata.

Titolo dell’evento “Con oro e colori preziosi e buoni” si ispira alla citazione annotata dal notaio nel contratto della commissione a Pietro Perugino. Il progetto prevede un’installazione virtuale che riproponga l’effigie antica del dipinto. Sono stato in quel di Corciano, per assistere alla presentazione della ricostruzione e della videoproiezione, raffigurante la parte architettonica della parete lignea che inquadrava la tavola dell’Assunzione della Vergine, ideata e progettata da un’equipe multidisciplinare con l’intenzione di ricreare, per mezzo di tecnologie avanzate, l’ambientazione originaria della pala d’altare. Al di là della ricostruzione, sempre importante (in questi casi) per comprendere al meglio l’ideazione primigenia, la Pala del Perugino, si presenta (non potrebbe essere altrimenti) essere un eccellente dipinto, come siamo soliti conoscere attraverso l’opera di quel Maestro del dipingere che ha avuto come allievo Raffaello. Caratteristiche principali della “maniera moderna” del dipingere del Perugino, sono la purezza formale, la misura delle ampie composizioni, il disegno ben definito ed elegante, il colore chiaro, ricco di luce con raffinate modulazioni del chiaroscuro, i personaggi investiti da un’aura “angelica e molto dolce”.

La sua arte è fatta di armonie e silenzi, di quel silenzio che consiglio vivamente nel vedere la Pala di Corciano e di colori dolcemente sfumati.

La tavola principale mostra l’Assunzione della Vergine entro una mandorla tra angeli oranti, musicanti, cherubini e serafini, mentre in basso si trovano gli apostoli staccati dal gruppo superiore e immersi nel dolce paesaggio collinare che sfuma in lontananza. L’opera è particolarmente significativa per rappresentare la fase tarda dell’artista, indirizzata verso un più dolce sfumato leonardesco.

Nel vicino Museo di San Francesco risultano esserci non solo i documenti per l’assegnazione della realizzazione della Pala al Perugino, ma dipinti ad olio e a tempera su tavola e su tela oltre a sculture e oggetti anche del Perugino.

Il catalogo, riccamente illustrato, a cura di Tiziana Biganti, Fabio De Chirico e Alessandra Tiroli per le edizioni di Fabrizio Fabbri editore è importante perché oltre a dare la spiegazione dell’origine della Pala, descrive minuziosamente le varie fasi del restauro documentate con un ampio repertorio fotografico.

Oltre all’interesse personale, che può esserci in ognuno di noi, di venire a conoscere opere di quell’artista piuttosto di un altro, venire a Corciano, in occasione della visione della Pala del Perugino restaurata, significa anche essere in un ambiente idilliaco per chi voglia, al meglio, percepire la serenità dei colori del Perugino.

L’arte del Perugino è fatta di armonie e silenzi, di quel silenzio che consiglio vivamente nel vedere la Pala di Corciano e di colori dolcemente sfumati.

L’arte del Perugino non è solo armonia, ma è anche silenzio con le sue mille tonalità ed è immersi nella quiete, lontani dai rumori, che consiglio vivamente nel vedere la Pala di Corciano con i suoi colori dolcemente sfumati.

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05 Mostre Pala di Corciano Con oro e colori pre#3D4078Corciano (Perugia)

CON ORO E COLORI PREZIOSI E BUONI

Perugino a Corciano 1513-2013

Dal 20 luglio al 20 ottobre 2013

Corciano Festival

Dal 3 al 18 agosto 2013

Informazioni:

Comune di Corciano tel. 075/5188253 – 260

Pro Loco 075/6979109

http://www.comune.corciano.pg.it

http://www.prolococorciano.it

http://www.corcianoinbanda.com

Ingresso:

intero € 5,00 ridotto € 3,00

Un catalogo da collezione

Di solito quando scrivo un articolo amo riportare, là dove ho la possibilità di farlo, impressioni anche sulla confezione dell’eventuale catalogo a testimonianza della mostra o dell’evento.
In questo caso mi vedo costretto nel fare un’eccezione: mi spiego.
Il catalogo in questione, dal titolo In Principio, fa parte del Padiglione della Santa Sede che per la prima volta espone alla 55° Esposizione d’Arte di Venezia.
Pur non avendo visitato ancora la Biennale, una volta che mi sono trovato, tra le mani, la pubblicazione del marchio FMR – Franco Maria Ricci ho capito subito cosa stessi toccando.
Io come voi conosco perfettamente le pubblicazioni di FMR. Questo è un catalogo che va oltre. Sicuramente apprezzerò ancora di più, una volta arrivato a Venezia, l’esposizione del Padiglione della Santa Sede.
Il volume che misura cm. 28×28, ha oltre centoottanta pagine e gli articoli e le splendide foto sono stampate su quella carta che l’editore usa da sempre. Quindi un catalogo che va al di là di un semplice catalogo, di un libro, oserei piuttosto dire un ‘oggetto’ non solo da conservare ma da tenere per sempre.
Le pubblicazioni, infatti, di Franco Maria Ricci, sono per sempre. Non hanno stagioni, non finiscono con la fine di un evento, ma anzi assumono ancora di più il loro valore proprio perché sono da collezione.
Il volume, a cura di Micol Forti e Pasquale Iacobone, si avvale di testi di Paolo Baratta, Gianfranco Ravasi, Antonio Paolucci, Micol Forti, Rosalia Pagliarani, Francesca Boschetti, Studio Azzurro, Alessandra Mauro e Lawrence Carroll.
Il piacere che ho avuto nello sfogliare la pubblicazione/oggetto di questa nota, è un piacere unico e mi permetto di consigliarne la visione a voi tutti.

05 Mostre Catalogo In PrincipioIn Principio
Padiglione della Santa Sede
55. Esposizione Internazionale d’Arte
della Biennale di Venezia 2013

€ 35.00

Da toccare con mano

  MUSEO LABORATORIO DELLA MENTE

          “DA TOCCARE CON MANO”

Storie poetiche di straordinaria follia…

in bella mostra al Santa Maria della Pietà:

già antico“Ospizio dei poveri pazzerelli”.

 

 Quel 13 maggio 1978, che vide l’approvazione della 180:

la famosa legge Basaglia, fu il giorno in cui ebbe inizio,

idealmente, la metamorfosi del Santa Maria della Pietà.

Chiudere i manicomi e abolirli per sempre:

un sogno incredibile lungo vent’anni, che sarà realizzato

nel segno di una nuova idea di salute mentale.

Ma tutto era iniziato molto tempo prima,

quando, nel 1961, il trentasettenne Franco Basaglia

decideva di rinunciare alla carriera universitaria

per dirigere l’Ospedale Psichiatrico di Gorizia.

L’impatto con la realtà allucinante del manicomio,

associata agli orrori del carcere fascista,

da lui subito all’età di vent’anni,

sarà determinante per la sua vita e per la psichiatria

“…l’impressione di entrare in un’enorme sala anatomica,

dove la vita aveva l’aspetto e l’odore della morte,

un letamaio impregnato di un lezzo infernale,

dove carceriere e carcerato avevano perso ogni qualifica umana”.

Otto anni dopo, nell’ambito delle note conferenze brasiliane del ‘79

lo stesso Basaglia sintetizza poeticamente l’incredibile itinerario di lavoro:

“Giorno dopo giorno, anno dopo anno, passo dopo passo, disperatamente,

trovammo la maniera di portare fuori chi stava dentro e dentro chi stava fuori.”

Ma Lui aveva già concluso e pubblicato da tempo la sua “diagnosi”:

“La nostra società attuale preferisce definirsi malata anziché riconoscere,

nelle proprie contraddizioni, il prodotto del sistema su cui si fonda.

In un certo senso la malattia deresponsabilizza sia la società che il singolo.

Per questo si cerca in tutti i modi di costruire scientificamente un nuovo alibi

che converta in patologia ogni aperto segno di dissenso verso una vita invivibile.”

E dunque la “follia” è una rivoluzione individuale.

A vent’anni dalla scomparsa di Franco Basaglia (13 maggio 1980),

nei padiglioni dell’ex Manicomio di Roma Santa Maria della Pietà,

l’utopia rivoluzionaria dello psichiatra e neurologo veneziano, si fa arte e storia

e, giorno dopo giorno, seguendo “LA LINEA D’OMBRA”

prima mostra permanente già inaugurata nel 1995 al Santa Maria,

verrà coinvolto anche il pubblico in un viaggio esperienziale nella memoria

attraverso ciò che resta del passato:

Bagaglio pesante e prezioso da condividere con le nuove generazioni:

E DUNQUE UN MUSEO IN DIVENIRE PER NON DIMENTICARE…MAI.

 

Varcata la soglia del sesto padiglione, sguardi profondi accolgono il visitatore

e lo ammoniscono severi come preambolo dantesco, ma anche…

iniziazione e guida alla storia di un mondo scomparso tradotto in poesia.

Drammatiche vibrazione percettibili di corpi nudi in lotta contro barriere invisibili:

opere d’arte “belle da matti” diversamente simili come il Muro di Nanof

e la valigia volante di Gianfranco, i Ritratti di Romolo Righetti (pittore-psichiatra)

e le ricostruzioni inquietanti di luoghi come… Fagotteria, Studio medico,

o la Camera di Ames: Parlare, vedere, ascoltare. E tanto ancora.

Oggetti carichi di storie e libri da sfogliare in lontananza, tra voci e miraggi.

E infine la grande opera di Studio Azzurro: “PORTATORI DI STORIE”

in attesa che tu li faccia esistere, gioco ineffabile nelle suggestioni della Video Arte

ma potremmo dire:esempio sommesso di Gran Teatro, dove voci e volti di infermieri,

medici, pazienti e parenti di pazienti si intrecciano in armonioso dramma.

Una processione di “personaggi” che, richiamati da un lieve cenno, sostano,

a confidare ricordi ed esperienze, se vuoi fermarti ad ascoltare direbbe Pirandello.

E dunque, decine di monologhi e protagonisti-autori “da toccare con mano”

per condividerne emozioni e conoscenza nella magica Biblioteca Cencelli.

Gran piacere degli occhi e della mente…oltre il limite stellato della follia.

 

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Roma

Museo Laboratorio della Mente (Padiglione 6)

piazza S. Maria della Pietà, 5

 

Video installazione:

PORTATORI DI STORIE

Da vicino nessuno è normale.

Biblioteca Cencelli / Pad. 26 I piano

 

Orari:

dal lunedì al venerdì

dalle 9.00 alle 17.00

sabato 9.00 alle 13.00

giorni di chiusura domenica e festivi

 

Informazioni:

tel. 06/68253825 – 28.07

http://www.museodellamente.it

Prenotazioni visite guidate, gruppi scolastici: tel.06/68352927

Per visitare individualmente il Museo non è richiesta la prenotazione

http://www.studioazzurro.com/

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Un incontro d’immagini

Udaka Sensei è la storia dell’incontro tra il maestro giapponese Udaka Michishige (Kyoto 1947), il più grande attore vivente del teatro Nō e il fotografo italiano Fabio Massimo Fioravanti.

Un racconto inedito che si svolge attraverso una selezione di trentasei scatti a colori realizzati nel 2012, nel passaggio tra due stagioni: primavera/estate e autunno/inverno.

La narrazione procede per piani paralleli. In primo piano sono inquadrate quindici maschere nelle categorie di donne, fantasmi, uomini, morti e demoni, che con ventagli e costumi sono tra gli elementi visivi basilari del Nō, teatro antichissimo e raffinatissimo.

Queste maschere appartengono alla collezione di Udaka Michishige che, oltre a essere attore di talento riconosciuto nel suo paese come “tesoro nazionale vivente”, è anche il creatore delle maschere che indossa e che insegna a realizzare seguendo le regole della tradizione (nel 2010 è uscito il suo libro The Secrets of Noh Masks).

 

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UDAKA SENSEI

Fabio Massimo Fioravanti

dal 14 maggio al 14 settembre 2013

 

Roma

Galleria Doozo

via Palermo 51/53

Tel. 06/4815655

http://www.doozo.it

Orari:

dal martedì al sabato, dalle 11.00 alla 22.00

 

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 Mostre Udaka Sensei Fotografie di Fabio Massimo Fioravanti 1  Mostre Udaka Sensei Fotografie di Fabio Massimo Fioravanti 2 Mostre Udaka Sensei Fotografie di Fabio Massimo Fioravanti

 

La ritualità dell’immagine

Il Giappone è in mostra con 125 fotografie originali realizzate fra il 1860 e i primi anni del Novecento, realizzate dai grandi interpreti europei e giapponesi, finemente ritoccate e dipinte a mano dagli stessi artisti che realizzavano le stampe dei maestri dell’arte giapponese: come Hiroshige e Utamaro. Gli scatti, come dicevamo, sono opera in gran parte di fotografi europei e giapponesi che intendevano rispondere, innanzitutto, al bisogno irresistibile dei viaggiatori occidentali di portare con sé album- souvenir; il ricordo di un paese che appariva straordinario agli occhi dell’immaginario collettivo dell’Occidente.

Documento di carattere storico e antropologico e di armonica quotidianità, dove l’esotismo si coniuga con l’arte fotografica ed il pittoricismo. Il percorso si dipana attraverso itinerari tematici: il contesto paesaggistico, in cui si muovono uomini e donne impegnati nelle loro attività domestiche e cerimoniali. L’universo del sacro, scandito dal tempo del rito e della festa; la dimensione idealizzata, segreta ed edonistica, nei modelli di sublime bellezza femminile asiatica; la quale si imporrà come una sorta di cliché destinato a durare nel tempo.

Chiudono la mostra due sezioni dedicate agli eroi per eccellenza della cultura giapponese: sàmurai, kendoka, lottatori di sumo tatuati e gli attori del teatro Kabuchi.

 

Di diverso carattere l’esposizione dedicata a Kubrick segnatamente ai cinque anni cruciali per la sua formazione, fra il 1946 e il 1950 periodo nel corso del quale la sua fotografia risulta essere la radice di quello che diventerà di lì a poco il suo cinema.

La mostra, assai vasta, presenta ben 160 fotografie. È stata realizzata in collaborazione con il Museo reale del Belgio che l’ha ospitata nella scorsa primavera. Si tratta di scatti straordinari, stampati per l’occasione dai negativi originali conservati al Museum of the City of New York.

La città natale è il primo grande soggetto della sua straordinaria capacità di visione. New York la protagonista assoluta degli scatti. Un viaggio in itinere lungo le strade di Manhattan frequentate da una curiosa umanità colta nell’attimo fuggente del proprio vissuto quotidiano. Mickey, il ragazzino che in città lustra le scarpe, i nuovi gladiatori, i protagonisti del mondo del pugilato, duro e violento dai profondi risvolti umani. E ancora, la borghesia sofisticata all’inaugurazione di una mostra, le atmosfere silenti della “Subway”. Un grande affresco popolare, realistico e, a volte, contrassegnato da un tragico lirismo.

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 Genova

Palazzo Ducale

Dall’1 maggio al 25 agosto 2013

http://www.palazzoducale.genova.it/

 

Mostre Genova Geìshe Samurai e Kubrick Geishe e samuraiGeìshe e Samurai

Esotismo e fotografia nel Giappone dell’Ottocento

Tel. 010/542285

http://www.giapponegenova.it/

 

Mostre Genova Geìshe Samurai e Kubrick Stanley Kubrick fotografo logoStanley Kubrick fotografo

Tel. 010/5574065

http://www.mostrakubrick.it