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Un pittore toscano del Rinascimento

È esposto in questi giorni, e lo sarà fino al 18 gennaio prossimo, presso la Galleria Nazionale d’Arte Antica di Palazzo Barberini, un dipinto di Piero di Cosimo proveniente dal Museo de Arte di Sao Paulo in Brasile. In Italia è tornato provvisoriamente per essere restaurato presso il Laboratorio di Restauro della Soprintendenza del Polo Museale Romano a spese di uno sponsor Brasiliano e con l’opera delle restauratrici Sannucci, italiana, e Barbosa, brasiliana. In attesa del suo rientro in sede, a cura della Soprintendenza, del Museo de Arte e dell’Istituto Italiano di Cultura di Sao Paulo, sarà esposto a Palazzo Barberini unitamente ad un’altra opera dello stesso autore conservata presso la Galleria d’Arte Antica. Questa esposizione è una sorta di introduzione a due mostre, ben più ampie e incentrate sullo stesso autore, che si terranno il prossimo anno a Firenze e Washington.
Le due tavole rappresentano la “Madonna con Bambino, San Giovannino ed Angeli” la brasiliana e la “Maddalena” la locale.
L’artista nacque, con il nome di Piero di Lorenzo, a Firenze intorno al 1460 ed entrò da giovane nella bottega di Cosimo Rosselli da cui acquisì il nome; con il suo maestro fu a Roma nel 1481 impegnato nella decorazione della Cappella Sistina. Rientrò poi a Firenze lavorando per committenti laici ed ecclesiastici riscuotendo ampio successo per il suo stile eclettico e raffinato in cui si fondono spunti ed influenze della pittura fiamminga, di Filippino Lippi, del Ghirlandaio ed anche del luminismo leonardesco. Nella vita privata dovette sembrare un tipo strano, almeno secondo le fonti, è citato come persona solitaria ed asociale e Vasari parla di una sua “bestialità”. Morì a Firenze nel 1521 o secondo altre notizie nel 1522. Per quanto riguarda le due opere esposte si è di fronte ad una grave carenza di informazioni: la prima è forse individuabile in una citazione del Vasari che colloca un dipinto dello stesso soggetto nel noviziato di San Marco, poi è esattamente identificata nel 1633 nella collezione di un arciduca austriaco della famiglia Asburgo dove rimase fino all’inizio del XX secolo; dopo vari passaggi fu acquistata dai coniugi Pietro Bardi e Lina Bo per conto del mecenate Assis Chautebriand che nel 1947 fondò il Museo di Sao Paulo.
E’ una tavola di forma rotonda costituita da cinque assi in legno di pioppo dipinta in parte a tempera e, al di sopra, ad olio, tecnica all’epoca di nuova concezione e pochissimo usata con l’eccezione di Leonardo, è databile tra il 1501 e il 1513. Restaurata più volte, la tavola era in pessime condizioni ed è stata restituita ad una piena leggibilità con ricostruzione, con criterio analogico, di vistose lacune. Dell’altro dipinto, di forma rettangolare, si sa ancora meno, acquistato dal Monte di Pietà, nella seconda metà dell’800, dal Barone Barraco, fondatore dell’omonimo museo ora a Corso Vittorio Emanuele, fu donato nel 1907 alla Galleria Nazionale d’Arte Antica; a lungo si è dibattuto tra gli storici dell’arte sulla paternità originariamente attribuita al Mantegna per passare poi a Piero di Cosimo. La tecnica pittorica è abbastanza simile anche se nella seconda tavola è più consistente l’uso della tempera il che farebbe pensare ad una datazione più antica, quanto allo stile i dipinti sono relativamente dissimili con una algida rigidezza della Maddalena in contrapposizione alla dinamicità del gruppo raccolto intorno alla Madonna; il tutto è comprensibile tenendo conto sia della diversa epoca della lavorazione che della tecnica pittorica di Piero che spesso si adeguava a stili diversi.

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MADONNA CON BAMBINO, SAN GIOVANNINO ED ANGELI
dipinto di Piero di Cosimo dal Museo de Arte di Sao Paulo in Brasile
Sino al 18 gennaio 2014

Galleria Nazionale d’Arte Antica
Palazzo Barberini
via delle Quattro Fontane, 13
Informazioni:
tel. +39 06/4814591
Galleria Barberini
Sito web

Orari:
martedì/domenica 8.30 – 19.00
lunedì chiuso

Ingresso:
Intero € 7,00

ridotto € 3,50: cittadini dell’Unione Europea tra i 18 e i 25 anni, insegnanti di ruolo nelle scuole statali.

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Mostre i  due Cosimi 1Mostre i  due Cosimi maddale

Alberi su tante carte svolazzanti

Graziella Reggio, artista dalle molteplici esperienze, attiva in Italia e all’estero, e l’olandese Michiel Blumenthal (vive e lavora tra Spoleto e Amsterdam), dopo il successo dell’installazione “Trans/uman(ze) 2013”: cento uomini e cento asini in marcia nel dualismo dell’umana coscienza e della naturale corporeità, un piccolo esercito alla ricerca della propria appartenenza, si ripropongono nel progetto “200 alberi”. Dall’umanità e dalla “asinità” dunque, all’essenza della “arboreità”:
L’albero visto, capito, amato come la quintessenza della radicata e felice “terrestrità”, radici, tronco, foglie, rami, frutti, l’emblema stesso del pianeta che nella terra e alla terra si artiglia nella necessità, gioia e pena, dell’esistere.
Sono disegni, bozzetti, schizzi su carta con diverse tecniche ora elementari ora raffinate,alberi nel mutare delle stagioni e del tempo, ora scheletrici, ora frondosi e caldi, ora fioriti e fruttuosi.
Alberi in Graziella Reggio graffiti, accennati con la sintesi rapida che poco si concede alla ricchezza vegetale, nella nuda essenzialità della loro forza primitiva, alberi invece in Michiel Blumenthal più ricchi di festosi cromatismi, carichi talvolta di frutti e di doni quasi come nell’immaginario naive essi ci appaiono, ingenui nella loro bellezza da giardino edenico.

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Alberi kado invito 5Kado – creazioni floreali presenta
il 20 dicembre 2014
alle ore 18.00

I 200 ALBERI
di Michiel Blumenthal e Graziella Reggio

via Alessandro Poerio, 22 – Roma

Tel. 06/5815392

a cura di Gianleonardo Latini
con il testo di Luigi M. Bruno

con la collaborazione di enriconatoli.net/mdm e di RomaCultura.it

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Ascetiche visioni urbane

Non è necessario utilizzare tutta la tavolozza o far vibrare il pennello in opulente composizioni pittoriche per creare interesse nell’osservatore, bastano delle calibrate strutture ascetiche, ricche di sfumature “monocromatiche”, per sintetizzare una visione del Mondo e soffermarsi nell’interminabile contemplazione di uno spazio pittorico non figurato.

Proprio una descrizione non figurata, fuori dalla convenzione che permette la distinzione di una casa da una persona, offre un’occasione di perdersi tra le modulazione di grigi frantumati da tracce di rosso e sospesi da compendi di nero che sono gli elementi caratterizzanti della creatività di Adriano Di Giacomo. Elementi che ho trovato confermati, in occasione della decima Giornata del contemporaneo dello scorso 11 ottobre, con la mostra omaggio nello Studio d’arte di via Poerio ad un anno dalla scomparsa.

Una ricognizione all’interno della ricerca condotta da Adriano Di Giacomo, curata da Anna Cochetti e sintetizzata sotto il titolo “Pandora Container ed altre Storie”, come testimonianza dell’impegno dell’artista per il sociale e l’ambiente.

Adriano Di Giacomo realizzò “Pandora Container” nel 1997 e anche quest’opera, al pari del famoso vaso, libera drammi e speranze. Miraggi che prendono vita attraverso numerose tonalità di grigio, ben differenti dal sopravvalutato libro, strutturate in geometrie spigolose.

Una selezione di opere, attraverso anche alle rielaborazioni fotografiche e video provenienti dall’Archivio privato dell’artista, che racchiudono l’universo di Adriano con le sue forme “modellate” sulle superfici pittoriche. Gradazioni di grigio, custodi di un Mondo interiore, come attualizzazione dell’esempio sironiano. Realizzazione di spazi su piani scivolosi che facilmente conducono alla luce o all’oscurità, espressione di una chiusura pessimistica, ma aperti a un futuro speranzoso, spalancato verso gli altri, rivolto alla metropoli, in un susseguirsi di bunker e barriere inneggianti all’incomunicabilità urbana.

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Studio d’arte contemporanea

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L’America migrante e operaia

È prolungata fino all’11 gennaio 2015 la bellissima mostra “BUILDING A NATION” su Lewis Hine (1874-1940) in corso all’isola della Giudecca a Venezia.
Hine, il padre della fotografia sociale in America, famoso per i suoi scatti agli operai in equilibrio sulle travi dell’Empire State Building, è presente in questa imperdibile mostra, con 60 scatti originali provenienti dalla collezione della famiglia Rosemblum di New York, in cui vengono riproposti i temi cari ad Hine, anzi il tema per eccellenza caro ad Hine: il lavoro (“Men at work” era il titolo di una delle sue prime mostre).
Hine ci mostra gli operai all’opera sulle travi dei grattacieli in costruzione, ci mostra gli sguardi straniati delle famiglie di immigrati in arrivo ad Ellis Island da mezza Europa, sguardi che esprimono stupore disagio ma anche speranza, ci mostra i volti sporchi dei minatori ragazzini, ci mostra terribili immagini che preferiremmo non vedere di bambini e bambine di 4/5 anni al lavoro nei campi di cotone.
Le sue foto sorprendono per la perfezione della composizione, per l’umanità e la composta dignità che trasmettono: La Madonna dei poveri, esposta in questa mostra, madre immigrata coi suoi bambini, è la Madonna col bambino e san Giovannino di Raffaello, l’operaio alla catena di montaggio, sembra un fotogramma tratto da tempi moderni di Chaplin.
Building a Nation, perché la costruzione di una ricca nazione è sorta sugli inimmaginabili sacrifici di una varia umanità e Hine è qui a ricordarcelo, per non dimenticare e per dimostrare che la macchina fotografica può e deve diventare uno strumento di denuncia sociale e di sviluppo culturale.

Mostre Lewis Hine 15.11.2014 san pantalon carmini 3 oci bis 001 (3)******************************

LEWIS HINE
Building a nation
Dal 13 settembre 2014 all’11 gennaio 2015

Venezia (Giudecca)
Casa dei Tre Oci
Fondamenta delle Zitelle, 43

Orari:
tutti i giorni 10.00 – 18.00
chiuso martedì

Prezzi:
10,00 € intero
10,00 € ridotto speciale nonna/o con nipote
8,00 € ridotto gruppi superiori alle 15 persone, studenti fino a 26 anni, titolari di apposite convenzioni.
4,00 € ridotto scuole

Informazioni:
tel. +39 041/2412332
http://www.treoci.org

Catalogo:
Admira Edizioni
con saggi di Mario Calabresi e Nicolò Leotta

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 Mostre Lewis Hine 15.11.2014 san pantalon carmini 3 oci bis 001 (10) - CopiaMostre Lewis Hine 24446-ve

Arazzi riuniti

L’arazzo è un tipo di tessuto a trama e ordito realizzato a mano su telaio; è in genere di grandi dimensioni e serviva a rivestire le pareti di regge, dimore nobiliari e chiese. Conosciuto sin dall’antichità l’arazzo ebbe un grande sviluppo tra il ‘500 e il ‘700 e fu prodotto presso varie manifatture originariamente situate tra il nord della Francia e le Fiandre, prese il nome dalla città di Arras dove operarono importanti tessitori.
Grande fortuna ebbe nella Francia di Luigi XIV che creò la famosa manifattura di Gobelins. Il disegno era fornito da pittori, spesso celebri, che dipingevano cartoni che venivano riportati sul tessuto da artigiani arazzieri. In Italia operarono varie fabbriche specie a Firenze sotto impulso dei Medici e a Roma dove coesistettero l’arazzeria Barberini e quella del San Michele che lavorò sino all’inizio del ‘900. Ormai l’attività di produzione di arazzi è quasi cessata per il cambiamento di gusto, gli altissimi costi e la lentezza della lavorazione; in pratica operano quasi solo laboratori di restauro ed uno di questi si trova presso il Palazzo del Quirinale. Qui sono ospitati 261 arazzi che vi furono radunati a fine ‘800 allorché i Savoia si istallarono con la corte nel Palazzo e per arredarlo spostarono dalle loro residenze piemontesi e dalle regge preunitarie buona parte del patrimonio artistico ivi contenuto.
L’arazzo è un tessuto delicato in quanto anche il solo essere appeso alla lunga danneggia la trama e per tenere sotto controllo stato di usura degli arazzi del Quirinale nel 1995 è stato costituito il Centro Operativo per la Manutenzione ed il Restauro degli Arazzi; il Centro opera con personale interno e sta svolgendo un programma di manutenzione dei manufatti. Da molti anni era in corso a Roma e a Firenze il restauro di un ciclo di arazzi suddiviso tra le due città e alla fine si è deciso di esporlo al Quirinale organizzando una mostra dal titolo “Il Principe dei sogni. Giuseppe negli arazzi medicei di Pontormo e Bronzino”. Si tratta di venti pezzi di grandi dimensioni, alti sei metri per una estensione di quattrocento metri quadrati, commissionati tra il 1545 e il 1553 dal Granduca di Toscana Cosimo I de’ Medici agli arazzieri fiamminghi Rost e Karcher che operarono su cartoni forniti da due artisti toscani di gran fama: Bronzino e Pontormo. Il primo (1503-1572), raffinato ed abile interprete del Manierismo Fiorentino, fu apprezzato ritrattista e pittore di fiducia dei Medici, il secondo (1494-1557) fu artista introverso e tormentato, dotato di particolare sensibilità; lavorò per lo più a Firenze per committenze laiche ed ecclesiastiche e fu uno degli iniziatori dello stile manierista.
Il ciclo, destinato ad arredare la Sala dei Duecento in Palazzo Vecchio, descrive le vicende, narrate nella Bibbia, di Giuseppe venduto dai fratelli, divenuto vicerè d’Egitto ed infine rappacificato con padre e fratelli. La sua storia era molto apprezzata da Cosimo che vedeva in lui l’uomo paziente, il saggio governante, la persona dotata di grande moralità e aliena dalla vendetta; il Granduca amava pensare di immedesimarsi con Giuseppe e tale essere considerato dai suoi sudditi. Il ciclo rimase a Palazzo Vecchio fino al 1882 quando fu diviso in parti uguali, dieci pezzi rimasero al loro posto e dieci andarono al Quirinale.
La mostra è una ghiotta occasione di rivedere insieme, dopo oltre centotrenta anni, l’intero svolgimento delle vicende di Giuseppe con accenno particolare alla sua capacità di interpretare i sogni.
La mostra si sposterà in tre diverse sedi, sarà a Roma da gennaio ad aprile 2015 nel Salone dei Corazzieri al Quirinale, a Milano da aprile a settembre, in concomitanza con Expo 2015, nella sala delle Cariatidi a Palazzo Reale ed infine a Firenze da settembre a gennaio 2016 nella Sala dei Duecento a Palazzo Vecchio. L’esposizione è stata preparata da Comunicare Organizzando e sponsorizzata da Gucci, Fondazione Bracco e Acea.

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Arazzi al Quirinale coordinataIL PRINCIPE DEI SOGNI
Giuseppe negli arazzi di Pontormo e Bronzino
Viaggio tra i tesori del Quirinale

Roma
Palazzo del Quirinale
Salone dei Corazzieri al Quirinale
Accesso da piazza del Quirinale
Da gennaio ad aprile 2015

Ingresso:
gratuito e senza bisogno di prenotazione
nei giorni feriali da martedì a sabato
dalle ore 10.00 alle ore 13.00 e dalle ore 15.30 alle ore 18.30
mentre l’orario domenicale resta fissato dalle ore 8.30 alle ore 12.00
in concomitanza e con le modalità dell’apertura al pubblico delle sale di rappresentanza

Sito web

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Arazzi al Quirinale Giuseppe fugge dalla moglie di Putifarre-ktcF--1280x960@WebLe sedi della mostra

Roma
Salone dei Corazzieri
Palazzo del Quirinale
Gennaio – Aprile 2015

Milano
Sala delle Cariatidi
Palazzo Reale
Aprile – Settembre 2015

Firenze
Sala de’ Dugento
Palazzo Vecchio
Settembre 2015 – Gennaio 2016

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