Archivi categoria: MULTIMEDIALITA’

Braghettone

Con questo soprannome è passato alla storia un buon pittore del ‘500: Daniele Ricciarelli più noto come Daniele da Volterra. Nato nel 1509 fu allievo a Siena del Sodoma e del Peruzzi e poi a Roma di Perino del Vaga; fu molto legato a Michelangelo e forse su suo disegno dipinse la sua opera più nota, la “Discesa dalla Croce” nella Cappella Orsini della chiesa di Trinità dei Monti. Lavorò per vari committenti ecclesiastici finché gli fu affidata l’opera da cui nacque il suo soprannome. Il Concilio di Trento aveva decretato l’esclusione della nudità dai dipinti di soggetto religioso e così Daniele fu invitato nel 1565 a oscurare varie figure discinte che apparivano nel Giudizio Universale di Michelangelo nella Cappella Sistina. Morì a Roma nell’aprile del 1566. Intorno ad un dipinto del pittore è stata organizzata nella “Sala della Scimmia” a Palazzo Barberini, sede della Galleria Nazionale d’Arte Antica, una piccola mostra che ospita sei dipinti ed un disegno; il filo conduttore che unisce tre quadri di Daniele e tre del suo contemporaneo Leonardo di Grazia da Pistoia è l’essere stati dipinti su pietra.
Era una moda nata qualche decennio prima ad opera di Sebastiano del Piombo ed aveva incontrato un buon successo in quanto il supporto lapideo garantiva un aspetto levigato di grande effetto, erano utilizzate per lo più lavagna, ardesia e pietra di paragone, materiale usato anche per testare l’autenticità di manufatti d’oro.
Fulcro della mostra è un piccolo dipinto su lavagna di Daniele rappresentante “Davide e Golia” ritrovato nei depositi della Galleria e restaurato a cura di un anonimo e generoso mecenate; precedentemente era attribuito a Lelio Orsi altro pittore manierista.
La scoperta è avvenuta per merito di Andrea De Marchi impegnato da anni nella ricognizione delle opere in carico alla Galleria ma in deposito esterno presso ambasciate ed edifici pubblici o nei depositi interni; il De Marchi ha anche ricostruito la storia, piuttosto oscura, dell’opera; sarebbe stata commissionata a Monsignor della Casa che voleva utilizzarlo per chiarire la disputa, all’epoca molto in voga tra i dotti, circa il primato tra pittura e scultura.
Il dipinto su lavagna avrebbe avuto una immagine su ogni faccia mostrando due episodi collegati, in epoca imprecisata fu tagliato ed una facciata è scomparsa; ricomparve, negli ultimi decenni del ‘600, presso la grande collezione artistica di Gaspar Mendez de Haro y Guzman marchese di El Carpio prima ambasciatore presso il Pontefice e poi Vicerè di Napoli dove morì nel 1687. Dopo vicende ignote fu acquistato dallo Stato, a prezzo modico, all’inizio del ‘900 e assegnato alla Galleria di Arte Antica. Accanto al dipinto è esposto un disegno di identico soggetto di Daniele conservato presso la Biblioteca Apostolica Vaticana.
Il catalogo della mostra è il primo numero di una collana che dovrebbe illustrare restauri e scoperte nel gran numero di dipinti in carico alla Galleria Nazionale d’Arte Antica.

******************************

00 Mostre Braghettone Daniele da VolterraDANIELE DA VOLTERRA:
La prima pietra del paragone
Dal 14 gennaio al 28 febbraio 2015

Roma
Galleria Nazionale d’Arte Antica (Palazzo Barberini)
via delle Quattro Fontane, 13

Orario:
martedì/domenica 8.30 – 19.00
giorni di chiusura: lunedì, 25 Dicembre, 1 Gennaio
la biglietteria chiude alle 18.00

Ingresso:
intero € 7,00
ridotto € 3,50: cittadini dell’Unione Europea tra i 18 e i 25 anni, insegnanti di ruolo nelle scuole statali.

Informazioni:
Tel. 06/4814591
Sito web

Catalogo:
Campisano Editore

******************************

 

 

Una morale da “Cecchino”

L’ultimo capolavoro di Clint Eastwood è ispirato alla biografia di Chris Kyle, il cecchino più micidiale delle forze armate americane (163 bersagli centrati), eroe della seconda Guerra del Golfo (dal 2003 in poi) e ucciso nel 2013 a trent’anni da un reduce squilibrato. Il film inizia con una doppia inquadratura, dove vediamo il cecchino appostato e il bersaglio inquadrato nell’ottica del fucile. Una donna con un bambino sta per lanciare un ordigno esplosivo contro una squadra di Marines che rastrellano l’isolato di un quartiere iracheno. Cosa fare, sparare o no? Salvare i propri compagni o uccidere una madre e un bambino? Per scegliere ci sono pochi secondi di tempo e la responsabilità è del singolo. Non siamo di fronte al solito film di guerra: qui l’uomo è posto di fronte a scelte morali che lo marcheranno a vita. Il cecchino è un soldato che uccide a sangue freddo, anche se Kyle non è un franco tiratore ma un militare inquadrato che deve coprire gli altri soldati. Siamo infatti nelle sgangherate periferie di Falluja e di Sadr City e il rastrellamento casa per casa si svolge in un ambiente ostile e pericoloso.
Le scene successive ci rimandano indietro. Chris e il fratello sono ragazzoni texani patriotticamente pieni di adrenalina, per loro arruolarsi nei Marines è una scelta normale. Chris è selezionato per i Navy Seals, gli incursori della Marina, e qui rivediamo le solite scene di addestramento alla Full Metal Jacket. E siccome è un bravo tiratore, Chris sarà addestrato come cecchino e mandato in quattro turni (tre anni in tutto) in Irak. Nel frattempo conosce una ragazza in un locale e la sposa appena in tempo prima di esser mandato al fronte. La moglie del soldato è in America un mestiere duro: si vive per mesi con altre mogli nei quartieri riservati delle basi militari e i bambini il padre lo vedono poco. Kyle ne avrà due e la moglie dimostra una grande abnegazione: in genere il tasso di divorzio nei corpi speciali tocca anche il 90%. Il vero problema è che ad ogni nuovo ritorno dal fronte la moglie capisce sempre meno il marito. Né potrebbe essere altrimenti: Chris non discute mai le sue idee ed è convinto che l’America sia nel giusto, ma la brutalità della guerra segna tutti i soldati, per cui anche lontano dal fronte il cervello è altrove. Tra l’altro c’è un pericoloso e crudele avversario da eliminare, un cecchino siriano ex olimpionico di carabina (storie già sentite in Bosnia), che è una sorta di alter ego demoniaco di Kyle, in una sorta di versione aggiornata di Duello al sole, dove l’Irak è il Far West e i cow-boy si sono arruolati nei Marines. Le ricostruzioni dei combattimenti sono attendibili, ma il film è comunque schematico: se il nostro Kyle si pone problemi etici, i nemici sono coraggiosi ma infidi, rozzi, crudeli e mafiosi, il che non è peraltro una novità: gli americani in guerra raramente sanno capire un’ideologia. Peccato, perché il film mette continuamente in gioco la responsabilità individuale del protagonista, il quale talvolta prende l’iniziativa anche in modo scoordinato dal proprio comandante (nei reparti speciali può capitare), col risultato di scatenare la reazione nemica prima dell’arrivo dei rinforzi, come avvenne a Mogadiscio nel 1993 (ricordate Black Hawk down ?). Memorabile l’esfiltrazione finale dei soldati americani da un isolato sotto assedio durante una tempesta di sabbia, in un inferno di ferro e fuoco dove alla fine si spara a casaccio. “Non puoi sparare a ciò che non vedi” aveva detto un commilitone a Kyle durante un’azione, ma qui è il caos. Kyle ha avuto però il tempo di centrare l’avversario cecchino da una distanza di quasi due chilometri, se il doppiaggio non ha confuso i metri con i piedi (altrove i genieri erano diventati ingegneri).
L’epilogo del film segue la reale biografia di Kyle: una volta a casa inizia a dar segni di squilibrio nervoso e viene mandato in terapia, dove gli consigliano di aiutare gli altri reduci e mutilati di guerra, opera che il nostro eroe fa volentieri. Ma verrà ucciso proprio da uno di loro, afetto da disturbi da stress post traumatico, sindrome che ha colpito migliaia di soldati dal Vietnam in poi. Il film si chiude con le immagini originali dei funerali di Kyle, seguiti da migliaia di americani.

******************************

Cinema American Sniper locandinapg1AMERICAN SNIPER

Regia di Clint Eastwood
Con Bradley Cooper, Sienna Miller, Cory Hardrict, Jake McDorman, Luke Grimes, Navid Negahban, Keir O’Donnell, Kyle Gallner, Sam Jaeger, Brando Eaton, Brian Hallisay, Eric Close, Owain Yeoman, Max Charles, Billy Miller, Eric Ladin, Marnette Patterson, Greg Duke, Chance Kelly

USA, 2015 – durata 134 min

Sceneggiatura: Jason Hall
Fotografia: Tom Stern
Montaggio: Joel Cox, Gary Roach
Produzione: 22 & Indiana Pictures, Mad Chance Productions, Malpaso Productions
Distribuzione: Warner Bros. Italia

******************************

 

Cinema American Sniper images1 Cinema American Sniper images

Fogli su Fogli

200 sono gli alberi che Michiel Blumenthal e Graziella Reggio hanno disegnato, schizzato e acquerellato su carta, creando una novella foresta che invita a riflettere su questi nostri “antenati”, immagine sensibile della forza della vita generata dalla terra.
La loro installazione è un invito a tornare a radicarci nei valori naturali ed a rispettarli.
L’olandese Blumenthal e l’italiana Reggio non sono nuovi ad installazioni comuni, già in passato con “Trans/umanze 2013”, una installazione di 100 uomini e 100 asini in camino, hanno invitato a riflettere tra coscienza e corporeità.
Scrive Luigi M. Bruno nella sua presentazione a 200 Alberi: «L’albero visto, capito, amato come la quintessenza della radicata e felice “terrestrità”, radici, tronco, foglie, rami, frutti, l’emblema stesso del pianeta che nella terra e alla terra si artiglia nella necessità, gioia e pena, dell’esistere».
I grafici alberi della Reggio ed i colorati alberi di Blumenthal hanno preso vita nell’atelier di Susanna Vincis e Sabrina Baldoni, Kado creazioni floreali.
Si tratta in realtà di un negozio di fiori nel cuore di Monteverde Vecchio, ma preferisco usare il termine atelier perché si tratta di un vero laboratorio d’arte dove la materia prima, costituita da fiori, piante, radici, pigne secche, tuberi e quant’altro, prende vita in composizioni di rara raffinatezza con accostamenti di materiali inediti ed una scelta cromatica assolutamente originale.
Si può sicuramente affermare che in questa installazione foglie e fogli costituiscono un tutt’uno magico, con la complicità di profumi densi di sottobosco.

Mostre 200 Alberi 20141220_121003

 

******************************

200 ALBERI
di Michiel Blumenthal e Graziella Reggio
Dal 20 dicembre 2014 al 15 febbraio 2015

Kado creazioni floreali
via Alessandro Poerio 22 a/b (Roma)

Tel. 06/5815392

La mostra è a cura di Gianleonardo Latini
con testo di Luigi M. Bruno

******************************

 

Mostre 200 Alberi DSCF0895Mostre 200 Alberi DSCF0894 Mostre 200 Alberi DSCF0893

Un Paese di Speranze

Sulle tracce dell’eroe fenicio Cadmo, cui il mito attribuisce l’introduzione in Grecia dell’alfabeto, Nicola, trentenne incerto sul futuro, e il fratello Elia, dieci anni, intraprendono un viaggio in Italia alla ricerca di un nuovo linguaggio, per ridare alle cose il loro giusto nome e restituire un senso alle parole. In questo peregrinare, fatto di volti e luoghi, realtà dolorose e memorie storiche, la strada diventa percorso di formazione e insieme di esplorazione immaginaria. Al confine tra documentario e finzione, il film racconta le speranze del Paese che sarà.

Unicef Italia ha scelto Sarà un Paese per festeggiare la Giornata mondiale del Bambino e il 25° Anniversario della Convenzione Onu sui diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza (Convention on the Rigths of the Child), approvata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 20 novembre 1989. Per la prima romana del film, che si terrà proprio il 20 novembre 2014, sarà organizzata una serata-evento in collaborazione con UNICEF Italia.

La motivazione con la quale il Comitato Italiano per l’Unicef sostiene: «Il film è un viaggio per l’Italia attraverso lo sguardo di un bambino di dieci anni che cerca le tracce di un Paese migliore. I temi narrati con grande delicatezza e sensibilità spaziano dall’ambiente al diritto al lavoro e alla non discriminazione, fino alla cittadinanza per i bambini di origine straniera nati in Italia. L’attenzione all’equità e ai diritti dei bambini sono i cardini della missione dell’Unicef. La conoscenza e l’incontro si rivelano ancora una volta chiavi d’ingresso alla libertà, all’inclusione e a una crescita serena per lo sviluppo individuale e dell’intera società».

******************************

06 Cinema Sarà un paese LocandinaSARÀ UN PAESE

Regia: Nicola Campiotti
Titolo Originale: Sarà un Paese

Con: Elia Saman, Raffaele Guarna, Matilde Gardini, Graziella Marota, Anok Deb, Greta Fink, Serge Latouche, Sista Bramini, Gianluca Foresi

Distribuzione: Distribuzione indipendente
Produzione: Indrapur Cinematografica
Paese: Italia, 2014
Durata: 77’
Genere: documentaristico
Sceneggiatura: Nicola Campiotti
Direttore della Fotografia: Leone Orfeo
Montaggio: Enrica Gatto
Destinatari: Scuole di ogni Ordine e Grado

Maggiori informazioni

Trailer

******************************

06 Cinema Sarà un paese sarà-un-paese-675

Il poema della Terra

Da quarant’anni a questa parte, il fotografo Sebastião Salgado viaggia in tutti i continenti della terra seguendo le tracce di un’umanità in costante mutazione. Dopo esser stato testimone dei principali eventi che hanno segnato la nostra storia recente – conflitti internazionali, carestie, esodi – si lancia adesso alla scoperta di territori inesplorati e paesaggi grandiosi, per incontrare la fauna e la flora selvagge in un grande progetto fotografico, “Genesi”, che è un omaggio alla bellezza del pianeta.
La vita e il lavoro di Sebastião Salgado ci vengono rivelati attraverso gli sguardi incrociati di Wim Wenders, anch’egli fotografo e di suo figlio Juliano che lo ha accompagnato nei suoi ultimi viaggi.

 

Cinema Il sale della terra locandinapg1******************************

IL SALE DELLA TERRA
Regia di
Wim Wenders, Juliano R. Salgado

con
Sebastião Salgado

Produzione: Brasile, Italia, Francia, 2014
Durata: 106 min

Titolo originale The Salt of the Earth
Documentario

Officine Ubu

******************************

Trailer su YouTube
FaceBook
******************************

Cinema Il sale della Terra -ottobre_oggetto_editoriale_850x600-U103035191040935ZF-U1030352743484841E-252x225@LaStampa-NAZIONALE-kyX-U1030352743484841E-640x320@LaStampa_it Cinema Il sale della terra salgado