Archivi categoria: MULTIMEDIALITA’

Oltre l’ignoranza

Leopardi è un bambino prodigio che cresce sotto lo sguardo implacabile del padre, in una casa che è una biblioteca. La sua mente spazia ma la casa è una prigione: legge di tutto, ma l’universo è fuori. In Europa il mondo cambia, scoppiano le rivoluzioni e Giacomo cerca disperatamente contatti con l’esterno. A ventiquattro anni, quando lascia finalmente Recanati, l’alta società italiana gli apre le porte ma il nostro ribelle non si adatta. A Firenze si coinvolge in un triangolo sentimentale con Antonio Ranieri, l’amico napoletano con cui convive da bohémien, e la bellissima Fanny. Si trasferisce infine a Napoli con Ranieri dove vive immerso nello spettacolo disperato e vitale della città plebea. Scoppia il colera: Giacomo e Ranieri compiono l’ultimo pezzo del lungo viaggio, verso una villa immersa nella campagna sotto il Vesuvio.

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06 Cinema Il giovane favoloso locandinaIL GIOVANE FAVOLOSO (2014)

Regia
Mario Martone

Cast
Elio Germano, Michele Riondino, Massimo Popolizio, Anna Mouglalis, Valerio Binasco, Paolo Graziosi, Iaia Forte, Sandro Lombardi, Raffaella Giordano, Edoardo Natoli, Federica De Cola, Isabella Ragonese

Genere: biografico/storico
Durata: 135′
Italia, 2014
Produzione: Palomar; in collaborazione con Rai Cinema
Distributore: 01 Distribution
Soggetto: Mario Martone – Ippolita Di Majo
Sceneggiatura: Mario Martone – Ippolita Di Majo
Musiche: Sascha Ring “Apparat” – Sascha Ring

Il giovane favoloso e altri 10 film su poeti

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 06 Cinema Il giovane favoloso cover1300

Grecia In Video: Realtà In Pausa

La crisi finanziaria che affligge la Grecia negli ultimi anni ha colpito significativamente la società. Le persone sono costrette a confrontarsi con i bisogni crescenti e con una realtà in tumultuosa trasformazione. Allo stesso tempo, la consapevolezza di essere nel mezzo di una costante e radicale trasformazione porta ad un contrasto netto con il profondo senso di stagnazione e incertezza.

Sorprendentemente il mondo continua a muoversi secondo lo stesso rapido ritmo mentre il tempo diviene sempre più relativo; i suoi confini una volta così chiaramente delimitati si dissolvono, la capacità di pianificare a lungo termine si indebolisce e i punti di riferimento preesistenti vengono meno.

Come affermava il filosofo tedesco Martin Heidegger, l’uomo tenta costantemente di comprendere il tempo soltanto nei termini limitati della sua vita. In questo senso, il tempo può solo essere percepito attraverso il concetto di mortalità e l’unico e consapevole punto di contatto dell’uomo con il tempo è il quasi inimmaginabile concetto di presente.
Quando il momento attuale è così incerto e appare così desolante, come può il senso e il significato del tempo mutare forma? Gli artisti Loukia Alavanou & Cecilia Jardemar, Bill Balaskas, George Drivas, Vasilis Patmios Karouk, The Spiritual Studio, e Lina Theodorou registrano il cambiamento della propria personale realtà e riflettono i propri pensieri privati sulla ricerca di tale significato in un momento cruciale per il loro paese.

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Sala 1 Videozoom Grecia 1Videozoom
Grecia In Πausa (Pausa)
Dal 15 al 29 Novembre 2014

Sala 1 – Centro Internazionale d’Arte Contemporanea
Roma
piazza di Porta San Giovanni, 10

Orario:
da martedì a sabato
dalle 16.30 alle 19.30

Informazioni:
tel. 06/7008691
http://www.salauno.com/

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Il Cinema in una tela

Immagini del passato (recente) si ripresentano nei vividi colori acrilici della pittura di Maurizio Morandi; una pittura eclettica, capace di districarsi in scioltezza tra rappresentazione esatta del reale e interpretazione fumettistica irreale, che sceglie come punti di riferimento le avanguardie americane degli anni Sessanta, iperrealismo e pop-art, senza riproporle pedissequamente, conscia di possedere una propria cifra stilistica ben definita.
Attraverso la rielaborazione d’immagini attentamente selezionate, l’artista ripropone gli anni di Kennedy, della guerra fredda, del mitico cinema americano anni Cinquanta-Sessanta, rivisitati e catapultati nell’era moderna in sembianze completamente nuove. Uno stile asciutto, essenzialmente pulito, nel quale le stesure appaiono sempre attentamente ponderate in ogni dettaglio; dominato dal colore, strumento indispensabile per astrarre un’immagine effettivamente reale e spostarla dal piano della veridicità a quello della verosimiglianza. Personaggi, immagini, momenti, diventati con il passare del tempo icone indelebili nell’immaginario collettivo, che per ri-vivere, per essere ri-evocati, a volte necessitano unicamente di una trasformazione in semplici “poco più che silhouette” messe ben in evidenza tramite l’impiego di azzardi cromatici utili a sottolinearne l’essenza decisamente pop, tuttavia non circoscrivendo tale citazione artistica al solo ordine visivo: Morandi si addentra in profondità nelle fondamenta del pop-art pensiero, spoglia i soggetti delle fisionomie mettendone in luce la basilarità conformativa apparentemente riproducibile all’infinito, reinventandoli alla stregua di “marchi pubblicitari”, oggetti di un consumo speculativo/visivo popolare perfetto per il grande pubblico, talmente noti da poter essere identificati con facilità anche se di essi rimane poco più di un “contenitore” privo di caratteri.
E quando Morandi si serve delle fredde tonalità di grigio le sue opere si riappropriano di tutto il sapore vintage di una vecchia istantanea, perfetto per illustrare una corsa d’auto di fine anni Cinquanta; con l’aggiunta magistrale di quel tocco pop-decontestualizzante che pone la scena in bilico tra realtà e finzione.

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FERMO IMMAGINE A di Maurizio Morandi Santa Barbara,1959- 2008,acrilico su tela,120x125FERMO IMMAGINE/A
di Maurizio Morandi
dall’8 al 19 novembre 2014

Genova
piazza Stella 5/1
SATURA art gallery
associazione culturale – centro per la promozione e la diffusione delle arti

Informazioni:
tel. 010/246.82.84

Maurizio Morandi

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Orario:
da martedì a sabato
15:30 – 19:00

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FERMO IMMAGINE A di Maurizio Morandi Subway, 2014, 100x100 acrilico su tela web

 

 

Rinascimento nordico

Spesso si pensa che l’Italia per l’arte antica abbia una sorte di monopolio, ciò è vero parzialmente, abbiamo una parte consistente delle opere d’arte ma queste sono numerose anche in altre nazioni.
Un luogo che conobbe una grande fioritura di pittura, scultura e architettura fu la Fiandra, una zona compresa tra l’attuale Belgio settentrionale e l’Olanda, nella metà del ‘400 sottoposta al Duca di Borgogna. Posta all’incrocio di rotte commerciali e marittime tra l’Europa Settentrionale e quella Mediterranea, sede di attive manifatture soprattutto tessili la Fiandra tra il ‘300 e il ‘500 conobbe una grande prosperità economica che portò con se una ricca committenza religiosa e laica con conseguente sviluppo delle arti e dell’artigianato del lusso.
Nel campo della pittura si affermarono grandi artisti quali Jan van Eyck, Rogier van der Weyden, Petrus Christus, Giusto di Gand. Nello stesso periodo, tra la fine del XIV e la metà del XV secolo, in Italia avveniva con Masaccio quella grande svolta che poi prese il nome di Rinascimento; acquistava consistenza il senso del volume, la definizione delle figure, il colore, la luce, la prospettiva.
Dopo di lui una miriade di artisti si affollò per oltre un secolo facendo dell’Italia la guida artistica dell’intera Europa. Diverso lo sviluppo nella Fiandra, non netta e polemica antitesi con la precedente tradizione ma evoluzione dello stile gotico fiammeggiante con quel suo colore vivo ed un analitico naturalismo. In contatto con il nuovo stile italiano, spesso con viaggi e soggiorni in Italia, con rapporti con mercanti italiani residenti e operanti nella città della Fiandra, gli artisti fiamminghi del ‘400 acquistarono larga notorietà presso corti principesche, chiese, monasteri e ricchi borghesi dipingendo quadri di arte sacra e ritratti come il famoso “ Coniugi Arnolfini “ del van Eyck.
Nella generazione successiva si presenta sulla scena artistica della Fiandra un pittore di origine tedesca di cui restano molte opere ma della cui vita poco si sa: Hans Memling. A lui è dedicata una grande mostra monografica che si tiene presso le Scuderie del Quirinale” Memling. Rinascimento fiammingo”, con esposizione di dipinti provenienti da collezioni italiane e da prestigiosi musei esteri. Il pittore nacque tra il 1435 e il 1440 in un paese della Germania e si ignora dove abbia svolto il suo apprendistato e presso quale bottega; dopo il 1460 appare a Bruxelles forse nello studio di Roger van der Weyden e dopo la morte di questi nel 1464 è citato a Bruges. Alcuni documenti dell’epoca lo descrivono come titolare di una fiorente bottega che riceveva ricche ed importanti committenze. Il suo stile presenta una visione tranquilla e contemplativa con un delicato lirismo ed una dolcezza di tratti, con volti sereni e pensosi, paesaggi chiari e netti. Dipinse trittici, tavole con soggetti religiosi e ritratti con immagini assorte in tranquilla compostezza. Morì l’11 agosto 1494 circondato da universale stima e da grande fama.
La mostra organizzata da Scuderie del Quirinale e da Arthemisia Group è la prima antologica che viene dedicata all’artista nel nostro paese, espone una cinquantina di dipinti, di cui più della del Memling, e mira a chiarire gli intensi rapporti intercorrenti tra la Fiandra ed alcuni stati italiani sia sotto l’aspetto culturale che economico.
Particolarmente vivace l’incontro tra il Memling e i mercanti italiani o i loro rappresentanti, operanti a Bruges e nelle città vicine e ne sono testimonianza i molti quadri dipinti per committenti italiani, d’altra parte sono presenti in mostra opere di pittori italiani in cui si nota l’influsso dell’artista fiammingo: c’è un trittico del Botticelli, in collezione Pallavicini, di chiara ispirazione, un quadretto di Frà Angelico, una tempera su tavola di Bernardino Luini ed un “Cristo Benedicente” del Ghirlandaio replica di uno analogo del Memling .L’influsso di quest’ultimo anche sull’arte locale si nota dal buon numero di seguaci ed imitatori, generalmente ignoti, ma conosciuti dai critici d’arte come Maestro della leggenda di Sant’Orsola, di Santa Lucia, di Santa Caterina.
L’eposizione si articola su varie sezioni che si susseguono con un interessante allestimento. Al piano terreno si apre con una serie di ritratti, di dimensioni molto contenute, contraddistinti da un tratto minuto e preciso e da grande serenità; segue la pittura religiosa articolata su dittici e soprattutto trittici, spesso smembrati e ricomposti in occasione della mostra, tra loro spicca il “Trittico Moreel” con una scena sacra contornata dal donatore con moglie e molti figli. Manca purtroppo il “Trittico di Danzica”, un dipinto di grandi dimensioni destinato ad una chiesa di Fiesole, intercettato dai pirati e finito nella città polacca dalla quale pare sia impossibile averlo in prestito.
Al piano superiore si alternano opere devozionali del Memling frammiste con quelle di suoi imitatori e seguaci fornendo una chiara nozione della pittura fiamminga della seconda metà dal XV secolo ancora in parte legata allo stile gotico. Emblematico dello stretto rapporto tra Memling e l’Italia è il “Trittico Pagnanotti” dipinto per un vescovo italiano e ricomposto per l’occasione con il pannello centrale agli Uffizi e i pannelli laterali alla National Gallery di Londra.
L’esposizione è estremamente interessante per la qualità dei dipinti e per il fatto che raramente opere d’arte fiamminghe del ‘400 sono state esposte in Italia, ed in particolare a Roma, con una scelta oculata ed un raffinato allestimento.
Alla mostra sono legate altre iniziative quali tre conferenze presso le Scuderie e sei presso il Palazzo delle Esposizioni nonché visite e laboratori per ragazzi e bambini.

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 MEMLING
Rinascimento Fiammingo
Dall’11 ottobre 2014 al 18 gennaio 2015

Mostre Rinascimento nordico 15Roma
Scuderie del Quirinale
via XXIV Maggio 16

Informazioni:
sito web

Orario:
domenica/giovedì 10/20
venerdì e sabato 10/22,30

Catalogo:
Skira

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Mostre Rinascimento nordico 11 Mostre Rinascimento nordico 10

 

 

 

Barocco “trucido”

Si è aperta a Villa Medici, sede dell’Accademia di Francia a Roma, una mostra singolare per il nome ed il contenuto: si chiama I bassifondi del Barocco. La Roma del vizio e della miseria ed espone una cinquantina di quadri dipinti nell’arco del XVI secolo.
Generalmente quando si osserva un’opera d’arte antica si valutano la bellezza dei volti, l’eleganza delle figure, il paesaggio, il colore. il chiaroscuro, nel caso della nostra mostra invece ciò che collega i quadri esposti, di svariati autori, è il crimine, la violenza, il furto, la prostituzione, la mendicità ed altri momenti della vita sordida della Roma del ‘600, aspetti che spesso non si colgono al primo sguardo sui dipinti.
Secondo quanto dichiarano le curatrici la mostra esamina “il lato oscuro e indecoroso della Roma barocca” e attraverso le opere dipinte da artisti, anche di grande fama come Lanfranco, Bartolomeo Manfredi, Dirck Van Baburen, Peter Van Lear, Simon Vouet, Jan Miel, passa in rassegna vizi, perdizioni, malefatte della Roma barocca ben lontana dalla Roma della Controriforma, della Chiesa trionfante, della magnificenza delle grandi famiglie principesche.
Il percorso espositivo è articolato in varie sezioni che analizzano il mondo del vizio, della miseria, delle taverne, dei tanti artisti, specie di origine nordica, che facevano della trasgressione la loro bandiera come i Bamboccianti, specialisti nella pittura di genere di ambienti piccoli e poveri, e i Bentvueghels, artisti del Nord Europa riuniti in una sorta di associazione che si contrapponeva alla paludata Accademia di San Luca e si articolava su riti di iniziazione e di appartenenza basati su allegre bisbocce ad alta gradazione alcolica.
La mostra si apre con “il soffio di Bacco” che espone quadri che coinvolgono mitologia, attualità e vino; un dipinto desta in particolare grande curiosità, è del Lanfranco e rappresenta un uomo quasi nudo sdraiato su un letto con un gatto. Quale ne è il significato? Cosa voleva esprimere un pittore certamente non alternativo come il Lanfranco?. “Bacco, tabacco e Venere” mostra le immagini di alcuni pittori Bentvueghels, “La taverna dissoluta” svela interni di taverne con bari, cortigiane, spadaccini” e così pure “Divertimenti e inganni” con la “Buona Ventura” di Simon Vouet. “disordini e violenze” parla di risse e assalti con quadri opera dei Bamboccianti. “i ritratti dei margini” mostra mendicanti e zingare dipinti con mirabile realismo.
L’esposizione si chiude con “la taverna melanconica: meditare sui piaceri” e “Roma insolentita” con altre scene di taverna con avventori che fanno musica con vari strumenti e paesaggi con piccole figure che solo ad un esame attento rivelano persone intente ad attività eufemisticamente definibili scorrette.
E’ una mostra molto originale che fa pensare in quanto espone dipinti in gran parte noti ma li esamina con un occhio particolare inteso a svelare vizi e miserie dell’umanità dei bassifondi della Roma del ‘600. In occasione della mostra si può anche visitare la Villa costruita a metà ‘500 per il Cardinale Ricci da Montepulciano e passata poi ai Granduchi di Toscana Medici e Lorena e nel 1803 acquisita da Napoleone con uno scambio con la Granduchessa Elisa, sua sorella, con il Palazzo Mancini al Corso allora sede dell’Accademia di Francia fondata nel 1666 da Luigi XIV e dal Colbert.

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Mostre Barocco Trucido anonyme-homme_faisant_le_geste_de_la_fica-2-150dpiI BASSIFONDI DEL BAROCCO
La Roma del vizio e della miseria
Dal 7 ottobre 2014 al 18 gennaio 2015

Roma
Accademia di Francia a Roma – Villa Medici

Informazioni:
tel. 06/67611
sito web

Orario:
da martedì a domenica
11,00/19,00

Ingresso:
Euro 12 (ridotto 6)
comprensivo di visita guidata alla Villa e ai giardini

Catalogo:
Officina Libraria in italiano e francese

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Mostre Barocco Trucido 01