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I giochi di Shakespeare

Il Cimbelino è, innanzitutto, un inno al Teatro; una grande favola in cui Shakespeare sembra giocare con il teatro e i suoi generi, spaziando dal comico al drammatico e inserendo elementi disparati senza soluzione di continuità: amanti divisi, selvaggi che vivono in una grotta, intrighi di corte, astuti seduttori, finti veleni, legionari romani, ecc.

Innocenza, giovane principessa, è innamorata del povero Postumo, che viene cacciato da corte e si rifugia a Roma, dove l’incontro con un italiano sconvolgerà la sua esistenza. La Britannia, nel frattempo, dichiara guerra all’Impero romano per conquistare la propria indipendenza. Apparentemente lontani da tutto ciò, vivono nei boschi tre selvaggi dalla misteriosa identità. Questi gli ingredienti della favola.

Nello spettacolo quattro attori ‘inseguono’ i circa trenta personaggi della storia con cambi di costume continui e, in alcuni casi, indossando maschere ispirate alla Commedia dell’Arte, in un parossismo di trasformazioni che fa eco alla complessità dell’opera, usando una traduzione che ricalca non solo il senso letterale del testo, ma anche e soprattutto la forza della musicalità del testo originale, laddove la melodia delle parole e del loro scorrere insieme disegna caratteri e situazioni, e addirittura affanni fisici e aneliti dei personaggi.

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CIMBELINO

04 – 09 febbraio 2014

testo di W. Shakespeare traduzione e regia di Valerio Vittorio Garaffa

con Riccardo Bocci, Chiara Cimmino Sander, Valerio Vittorio Garaffa, Mario Pietramala

scena Paola Castrignanò – costumi Simona Cimmino – maschere Riccardo Rossi

Teatro dei Conciatori

Via dei Conciatori, 5

Roma

Tel. +39 06 45448982 – +39 06 45470031

http://www.teatrodeiconciatori.it/index.php

 06 6 Teatro dei Conciatori CIMBELINO

Quando il malaffare è potere

“Le rovine di Adriano. Così potere e malaffare volevano distruggere la villa dell’Imperatore patrimonio dell’Umanità. Una storia di rifiuti e soldi che ha fatto il giro del mondo rischiando di diventare la Caporetto della cultura italiana e che invece ha segnato una importante vittoria della società civile sulla “politica degli affari” raccontata da uno dei protagonisti. Dopo le intimidazioni ricevute il teatro come risposta civile”.

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LE ROVINE DI ADRIANO

28 gennaio – 02 febbraio 2014

testo di – regia di Giuseppe Marini

con Urbano Barberini

Teatro dei Conciatori

Via dei Conciatori, 5

Roma

Tel. +39 06 45448982 – +39 06 45470031

http://www.teatrodeiconciatori.it/index.php

 06 5 Teatro dei Conciatori 01 Le rovine di Adriano

Intrappola nell’emarginazione

Il film segna il debutto come regista dello sceneggiatore, candidato all’Oscar, Steven Knight ed è la storia di un ex soldato delle forze speciali, Joey Jones (Jason Statham), diventato un senza tetto, dopo essere fuggito da un processo alla corte marziale.

Una notte s’intrufola in un attico di lusso a Covent Garden, che scopre resterà vuoto per tre mesi. Lì trova una carta di credito, le chiavi di una macchina e un conto in banca consistente. Ma invece di approfittarne, decide di tenersi pulito e trovarsi un lavoro. Smette di bere e drogarsi e trova un posto come lavapiatti in un ristorante cinese. Viene presto promosso a portiere e buttafuori, ed è così efficiente che finisce con l’essere scelto da un boss della mala cinese come autista e vigilante.

Joey comincia a far carriera nella malavita cinese di Soho, ma non dimentica i suoi vecchi amici di strada. Quando era anche lui un senzatetto, Joey aveva una fidanzata di nome Isabel che ora vuole salvare da quella vita. Si rivolge, perciò, alla suora che gestisce il rifugio che lo ospitava. Il suo nome è Suor Cristina (Agata Buzek) e quando le loro vite si intrecciano, sono scintille.

Man mano che Joey guadagna sempre più denaro, comincia a sostenere il rifugio con viveri di ogni sorta. Cristina accetta questi doni finché Joey non le lascia un rotolo di banconote e le compra un bellissimo abito di seta da indossare. I due si affrontano e presto scoprono di avere in comune molto più di quanto non avrebbero mai immaginato.

Cristina accetta di rintracciare l’ex di Joey, scoprendo che la ragazza è stata uccisa mentre aspettava un bambino. Per Joey ha inizio una missione di vendetta per scoprire chi l’ha uccisa.

L’ascesa di Joey nel mondo del crimine organizzato s’interrompe quando viene coinvolto in una sparatoria nella cucina di un ristorante italiano. Con la polizia alle calcagna, torna da Cristina al rifugio. Seguono tristi confessioni sulle loro rispettive vite passate e i due si avvicinano ancora di più.

Dopo uno scontro con un’organizzazione dedita al traffico di esseri umani, Joey scopre il nome dell’assassino di Isabel. Cristina comunica a Joey che sta per partire per una missione in Africa e che hanno solo un giorno ancora da passare insieme.

Joey segue l’assassino di Isabel fino a un cocktail party su una terrazza della città e lo uccide facendolo precipitare dal tetto.

Joey e Cristina si salutano il giorno dopo, per non vedersi mai più. Joey si rende conto che quando è sobrio e in salute diventa pericoloso e quindi cerca di scivolare silenziosamente nel mondo anonimo della strada, ma c’è la polizia che lo sta tenendo d’occhio.

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REDEMPTION – Identità Nascoste

Titolo originale Hummingbird

Regia di Steven Knight

Con Jason Statham, Agata Buzek, Vicky McClure, Benedict Wong, David Bradley.

Thriller, durata 100 min.

USA, Gran Bretagna 2013

Presentazione

 06 Cinema Redemption - Identità Nascoste locandina 06 Cinema Redemption - Identità Nascoste

Un Gusto davvero particolare

La mostra che sono andato a vedere, è particolare perché particolare è il posto nella quale è stata allestita. Mi riferisco a quel gioiellino romano del Museo Praz. In questo luogo, nelle cui sale sono raccolte oltre mille opere, tra sculture, dipinti, arredi e oggettistica varia, vengono esposte una selezione di arredi e di dipinti raccolti da Alessandro Marabottini (1926 – 2012) nel corso della sua vita, spesso acquistati presso gli stessi antiquari che era solito frequentare con l’amico Praz (1896 – 1982).

Vedute e paesaggi, ritratti d’interni e di personaggi, miniature riportate anche nelle pagine del catalogo.

Questa mostra è stata possibile grazie alla disponibilità della Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia, affidataria della proprietà, della gestione e della valorizzazione da parte dello stesso Marabottini attraverso lascito testamentario. Il catalogo della De Luca editori Gusto Romantico rende bene quello che si andrà a vedere o quello che si è appena visto non solo attraverso l’impianto iconografico, ma anche attraverso gli scritti riportando quel ‘gusto’ e la visione estetica che accompagnarono Praz e Marabottini nel loro lavoro di storici dell’arte e della cultura.

L’intelligente titolo della mostra Gusto romantico dato dalla responsabile del Museo Praz nonché curatrice dell’esposizione, Patrizia Rosazza Ferraris, fa da contraltare a quel Gusto Neoclassico di praziana memoria.

La collezione del Marabottini, accumulata negli anni, fece parte del palazzetto di famiglia a Firenze. Una collezione che emanava un’aura e un clima di natura romantica. In realtà la collezione va da opere del Duecento fino al secolo scorso.

Le scelte della Rosazza Ferraris si attestano soprattutto in quelle opere databili nell’ambito del XIX secolo. L’intera collezione comprende, infatti, poco più di novecento dipinti che dall’appartamento romano all’Aventino, il Marabottini aveva trasferito nelle sale al piano nobile del palazzetto di famiglia in Firenze. È interessante leggere, nel catalogo la storia, ad opera di Caterina Zappia, di come questa collezione si sia andata formando.

Il Marabottini soleva spesso dire: “Compro la pittura non i nomi o le storie”. Nel catalogo c’è anche il dotto intervento di Tomaso Montanari, con riferimenti a Leon Battista Alberti, Lanfranco, Pietro da Cortona, Claude Lorrain.

In mostra vengono esposte alcune miniature in avorio, bisquit, alcuni paesaggi e interni di studio dell’artista come quello di Anonimo francese Interno di studio con modello e pittore al cavalletto, o anche Interno di un grande atelier con due pittori al cavalletto.

Una mostra che consiglio, anche per chi non conosce il Museo Praz, museo da vedere assolutamente.

Romantica visione.

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06 Mostre Gusto Romantico Anonimo Artista Francese GUSTO ROMANTICO

Opere del XIX secolo dalla Collezione di Alessandro Marabottini

Dal 23 novembre al 21 aprile 2014

Roma

Museo Mario Praz

via Zanardelli, 1

Curatore: Patrizia Rosazza – Ferraris

Orario:

dal martedì alla domenica

dalle 9.00 alle 14.00 e dalle 14.30 alle 19.30

lunedì chiuso

Ingresso:

libero

Informazioni:

tel. 06/6861089

Sito web

http://www.museopraz.beniculturali.it

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 06 Mostre Gusto Romantico Catalogo G.Romantico

Un caraveggesco veneto

Con questa convenzionale denominazione è chiamato un valente pittore dei primi due decenni del ‘600 che probabilmente avrebbe raggiunto i massimi vertici della sua arte se non fosse morto in ancor giovane età: Carlo Saraceni.

A lui è dedicata una mostra che si tiene a Palazzo Venezia e che ripercorre la sua vita attraverso l’esame delle sue opere, si tratta della prima monografica sinora dedicata all’artista ed esamina la sua evoluzione stilistica; viene anche descritto il mondo culturale ed artistico del primo ‘600 diviso tra le due tendenze del naturalismo caravaggesco e del classicismo carraccesco.

Il Saraceni nacque a Venezia intorno al 1579 e si sa che si trasferì a Roma nel 1598 lavorando con Camillo Mariani e poi con Adam Esheimer, un ottimo pittore tedesco specializzato in paesaggi, soprattutto notturni, mediatore tra gli stili di Caravaggio, Domenichino e Annibale Carracci.

A Roma il Saraceni si affermò subito ricevendo prestigiose committenze pubbliche e private, dipinse piccoli e raffinati rami e grandi pale d ‘altare. A Trastevere, nella Chiesa di Santa Maria della Scala, fornì la grande tela rappresentante il “Transito della Vergine” in sostituzione dell’analogo quadro del Caravaggio rifiutato dai committenti per il troppo crudo verismo. Tra il 1616 e il 1617 lavorò alla decorazione della Sala Regia del Quirinale, sue opere sono nelle chiese di Santa Maria dell’Anima e di San Lorenzo in Lucina; una grande tela con il “Martirio di Sant’Agapito” si trova da secoli nel Duomo di Palestrina. Tornato a Venezia gli fu commissionato un telero per la Sala del Maggior Consiglio in Palazzo Ducale ma nel 1620 morì improvvisamente e l’opera fu terminata dal suo socio e allievo Leclerc. Fu un artista sensibile alla lezione caravaggesca ma interpretata in maniera personale, il realismo è attenuato dal gusto per un maggior intimismo e da un tipo di colore e luce di chiara origine veneta, è un caravaggismo reso con  differente tonalità e addolcimento del verismo.

La mostra è stata ideata dalla precedente Soprintendente Rossella Vodret e curata da Maria Giulia Aurigemma con il coordinamento di Civita ed espone numerose opere del Saraceni, alcune inedite ed altre recentemente restaurate, fornendo una esauriente carrellata sulla vita e le opere del pittore veneziano partendo dagli esordi legati al naturalismo nordico fino a giungere al caravaggismo rivisitato.

Le opere esposte, suddivise in varie sale, sono oltre sessanta e provengono da chiese, musei e collezioni italiane ed estere, tra loro spiccano un piccolo quadro in rame (39 x 54) di soggetto erotico-mitologico rappresentante gli amori di Venere e Marte, proveniente da Madrid, una Giuditta, in collezione privata, esposta per la prima volta e rifacentesi ad analogo dipinto del Lotto ed un Diluvio Universale recentemente identificato come opera dell’artista e ritrovato in un convento di clausura dei dintorni di Sorrento, in origine in collezione Orsini. Una sala raccoglie dipinti di scolari e imitatori ed alcuni dipinti da attribuire dubitativamente al Saraceni o ad un altro misterioso ed ignoto artista noto come “pensionante del Saraceni”. Un accurato catalogo ed una guida breve contribuiscono ad una completa comprensione dell’arte del pittore veneziano.

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06 Mostre Roma SaraceniCARLO SARACENI

Un veneziano tra Roma e l’Europa

Dal 29 novembre 2013 al 2 marzo 2014

Roma

Museo Nazionale – Palazzo di Venezia

via del Plebiscito

Ingresso:

10.00 euro

Orario:

dalle 9.00 alle 19.00

chiuso il lunedì

Informazioni:

06/699941 – 32810

Sito web: http://museopalazzovenezia.beniculturali.it/

Catalogo

De Luca

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