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L’eleganza di Venanzo Crocetti

Dunque, i temi hanno i seguenti titoli: Ritratto di donna, Ritratto di ragazza, Uomo con cane e altri abbastanza comuni. Ma anche: Fanciulla che si pettina, Modella che si riordina i capelli, Fanciulla con le trecce, Donna che guarda la luna, Ragazza al fiume che saluta e ancora tanti altri temi esplosi in quell’universo scultoreo (ma non solo), oserei dire anche pittorico. Universo di quell’Artista con la ‘A’ maiuscola che faceva di cognome Crocetti e di nome Venanzo

Ho voluto iniziare così questa mia testimonianza sull’Artista nato cento anni fa e venuto a mancare dieci anni fa, perché quei temi erano anche quelli che dava a noi allievi un Maestro della Pittura: Alberto Ziveri. Visitando l’accogliente esposizione che è aperta al Museo Nazionale del Palazzo di Venezia in Roma, si entra subito in un’atmosfera vorticistica con i corpi, in prevalenza femminili, che si esprimono attraverso torsioni, estensione delle membra, raggomitolamenti. Venanzo Crocetti è stato un Artista abbastanza schivo, cercò sempre di occupare il suo tempo a disegnare e a scolpire nonostante riconoscimenti nazionali e internazionali. La sua umiltà lo fa divenire ancora di più Artista. Crocetti (1913 – 2003) guardò con attenzione le opere di Arturo Martini, di Donatello, dell’Antelami, di Poussin, di Niccolò dell’Arca.

La visione delle opere di questi grandi Maestri sviluppò, nell’Artista di Giulianova, il suo personalissimo esprimersi scultoreo attraverso sfumature e rimandi tutti all’interno di sentimenti carichi di memorie.

L’esposizione è suddivisa in tre aree tematiche: Elegantia (ballerine, modelle, teste e busti); Etternale Ardore (maddalene, fughe, ratti, incendi); Clementiae (pescatori, bagnanti, animali). Insomma ce n’è per tutti i gusti e mi sembra opportuno sottolineare che è una mostra che va vista, ascoltata, sentita come era nell’animo di Venanzo Crocetti.

L’esauriente catalogo della Allemandi e C. conserva le testimonianze, tra le tante, anche di Carla Ortolani, Presidente la Fondazione Venanzo Crocetti e mi ritrovo in Lei quando afferma che il Crocetti: “… per non deturpare la grazia e l’eleganza delle sue forme, egli seppe vivere [….] dentro una solitudine [….] dedicandosi senza tregua a un lavoro appassionato…”.

Altri interventi sono di Raffaella Morselli e la lunga ed esaustiva testimonianza di Paola Goretti. Biografia e bibliografia chiudono il catalogo riccamente illustrato.

Speciale visita per voi.

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06 Mostre Crocetti1Venanzo Crocetti e il Sentimento dell’Antico

L’eleganza nel Novecento

Dal 2 settembre al 20 ottobre 2013

Roma

Museo Nazionale del Palazzo di Venezia

Orario:

da martedì a domenica

dalle 10.00 alle 19.00

Ingresso:

intero 7,00 €, ridotto 5,00 €

Informazioni:

tel. 06/69994388 – 6780131

sito web

Museo Venanzo Crocetti

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06 Mostre Crocetti206 Mostre Crocetti3

Giovanni Cara: l’essenza dell’umano

La figura, intendo l’umana umanissima figura, in Giovanni Cara non rispetta né vuole farlo adempimenti accademici o sapienze volumetriche che risolvano il pathos in una presenza solida e temporaneamente stabile.

La superficie, pelle e carne, appaiono candidamente indifese in una limpidità disarmante. La figura vive e appare solo mediata dal suo empito erotico: mani, occhi, tendini, sangue, solo come apparenza di una corposità disfatta nella luce, nel colore, nel segno lasciato senza pentimenti: una dolce ferita che è primitiva ingenuità esistenziale.

L’uomo vibra nell’essere suo momentaneo. Hic et nunc: qui ed ora comunque. Una eternità mutevole sofferta nel suo aperto dissociarsi da simmetrie e proporzioni rassicuranti.

Tutto si fonde e si ricompone nell’aperto, dissacrante, scomposto desiderio di esistere nella necessaria, irresistibile sessualità che è continuità carnale del proprio sé in un mondo che ci riflette impietoso.

 06 Riflessioni Giovanni Cara

Quando Pietro diventa un’icona

Non lontano da Tolmezzo, dove ci si arriva in pullman da Udine, esiste un piccolo paese di nome Illegio, anch’esso raggiungibile con pullman, all’interno di quel meraviglioso ambiente naturale dei monti della Carnia. Illegio è un piccolo paese dove risiedono poco meno di quattrocento abitanti. In questo piccolo luogo è stato creato uno spazio espositivo, la Casa delle esposizioni, sede d’importanti mostre che si organizzano ogni anno tra la primavera e l’estate. L’esposizione di quest’anno: Il Cammino di Pietro ha avuto come prima fase espositiva Castel Sant’Angelo di Roma.

Nella mostra si va da Lorenzo Veneziano a Garofalo, dal Guercino a Luca Giordano, a Mattia Preti fino a Simon Vouet, per dire solo una gran parte di quei pittori (le opere sono quaranta) che hanno riportato sulla tela la percezione di cosa è davvero la fede, vale a dire cosa veramente può fare la fede e cosa la fede può fare di un uomo, come recita la presentazione nel catalogo.

Nel visitare la mostra mi sono soffermato su alcuni quadri come quello di Gerard van Honthorst L’Angelo libera Pietro dal carcere proveniente dal Museo Civico di Prato. Ebbene in questa tela, al di là degli ovvii e apprezzabili riferimenti di natura caravaggesca, ho trovato la raffigurazione di un momento  sacro sapientemente riportato sul quadro dall’autore, nell’entrata dell’Angelo che indica a Pietro. Ma poi c’è il Vouet con San Pietro visita sant’Agata in carcere, dove l’atteggiamento di Pietro nell’indicare la Santa rivela un corpo femminile che richiama una bellezza soprattutto terrena.

Una bella mostra da visitare con attenzione anche perché non ci sono solo oli su tela, ma tempere su tavola e poi sculture in legno di cembro intagliato.

Il catalogo delle edizioni Skira di oltre trecento pagine è accompagnato da un supplemento di sessantina di pagine. Una utile edizione anche perché oltre a contenere le immagini delle opere in mostra, raccoglie altri riferimenti iconografici utili per comprendere al meglio l’avvenimento espositivo. Importante, infine, la bibliografia delle schede.

Felice e serena visione a tutti.

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06 Mostre Un Cammino importante catalogo cammino di pietroUN CAMMINO IMPORTANTE

Dell’11 maggio al 6 ottobre 2013

Illegio (Udine)

Casa delle Esposizioni

Orario al pubblico:

dal martedì al sabato dalle 10.00 alle 19.00

domenica e festivi dalle 9.30 alle 19.30

Ingresso:

intero 8 €, ridotto 6 €

Informazioni:

tel. 0433/44445 – 2054

sito web

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 06 Mostre Un Cammino importante 306 Mostre Un Cammino importante 806 Mostre Un Cammino importante G.van H

Tiziano e il papa

L’occasione è da non perdere, infatti per l’esposizione dedicata a Tiziano viene prestata in Italia per la prima volta il dipinto “Il vescovo Jacopo Pesaro e papa Alessandro VI davanti a San Pietro”. Grazie ad una recente pulitura, si può apprezzare meglio questa tela, che fa da fulcro alla mostra allestita a Palazzo Cosmo in Pieve di Cadore. Ho avuto il piacere di visitare questa esposizione che oltre all’importante dipinto del giovane Vecellio offre l’opportunità di visionare una decina di opere di riferimento e di confronto attraverso dipinti, disegni, silografie, gemme, armature, documenti preziosi così da poter comprendere meglio, esaminando gli avvenimenti nell’ambito della commissione, l’opera proveniente dal Museum voor Schone Kunsten (Museo di Belle Arti) di Anversa. La grande tela del Pittore di Pieve di Cadore, fu eseguita in un’unica soluzione su una tela coperta da un sottile strato di gesso sul quale Tiziano ha abbozzato la composizione con il carboncino.

La presenza, in mostra, dell’apparato multimediale aiuta il visitatore a leggere in pieno il capolavoro della fase giovanile di Tiziano. Quindi una mostra a tutto tondo. Il luogo dell’esposizione non poteva essere altro che il simpatico Paese di Pieve di Cadore che ha fornito i natali a Tiziano Vecellio. Proprio in una lettera scritta alla Magnifica Comunità di Cadore verso la fine del 1572, Tiziano affermava: “… io ho amato la cara patria et cercato d’honorarla sempre et favorire le cose sue”. Nel dipingere la tela, Tiziano si è avvalso di pigmenti di alta qualità. Quei rossi, i verdi, i gialli possono tranquillamente essere paragonati agli altrettanto rossi, verdi e gialli di un Cima da Conegliano o di un Giovanni Bellini.

Ma Tiziano fa di più, istituendo delle tecniche personali consistenti nella fluidità delle forme, nella consistenza materica delle superfici. Tutto questo è stato possibile grazie alla volontà non solo delle istituzioni locali, ma anche da parte di quel mondo dell’associazionismo e del volontariato. Una mostra quindi, se possibile, da visitare confortata anche dal catalogo dei Fratelli Alinari, garanzia di una perfetta edizione e che testimonia attraverso la delicata riproduzione di tutte le opere in mostra e non solo quanto visto personalmente.

Colorata visione per ognuno di voi.

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06 Mostre TizianoTIZIANO, VENEZIA E IL PAPA BORGIA

Dal 29 giugno al 6 ottobre 2013

Pieve di Cadore (Bellunno)

Fondazione Centro Studi Tiziano e Cadore (Palazzo Cosmo)

Orario:

dal lunedì alla domenica

dalle 10.00 alle 19.00

Ingresso:

intero 8,00 €, ridotto 6,00/4,00 €

Informazioni:

tel. 0435/212170 – 501674

sito web

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06 Mostre Tiziano 1

Un déjà vu Enciclopedico

Eh no, non ci siamo, questa volta proprio non ci siamo. Frequento Venezia da più di dieci anni e con essa le varie Biennali d’Arte o di Architettura, anno dopo anno vengono chiamate con nomi più o meno accattivanti. Quest’anno la 55. Esposizione Internazionale d’Arte ha come sottotitolo Il Palazzo Enciclopedico. Il Palazzo Enciclopedico venne ideato da Marino Auriti, artista naif auto-didatta italo-americano, venuto a mancare nel 1980 e che nel 1955 immaginò un museo che avrebbe dovuto ospitare tutto il sapere dell’umanità, raccogliendo dalla ruota al satellite le più grandi scoperte del genere umano, mai attuato praticamente. Quest’anno, però, nell’Esposizione veneziana, non solo non si è riusciti nell’intento dell’Auriti, ma ancora peggio, infatti se un rimprovero deve essere fatto, questo va ai curatori in senso lato, non tanto a chi espone. Chi espone fa il suo mestiere bello o brutto che sia. I curatori, invece, dovrebbero fare il loro mestiere consapevoli delle esposizioni e/o errori del passato. Questa volta, lo dico con cognizione di causa, avendo visitato la Biennale. Non ho mai visto un ripetersi di déjà vu, passando da padiglione a padiglione, in quelle che vengono chiamate le partecipazioni nazionali.

Un’occasione persa, perché pur essendo queste Biennali (una volta definite d’Arti visive) un concentrato di una parte dell’avanguardia o della contemporaneità, pur essendo ormai da anni un affastellarsi di performance, installazioni, videoarte e altro (ormai la Pittura e la Scultura non esistono più in questi tanto agognati luoghi espositivi, o se esistono sono in piccola percentuale rispetto a tutto il resto che pare che non ci siano), questa volta è stato solo e unicamente un noioso ripetersi di cose già viste.

Lo so creare è difficile, essere innovativi pure, ma BASTA, BASTA, BASTA con le solite proiezioni video (tra l’altro per essere originali, ho visto anche i televisori che proiettavano video sistemati al suolo, per poterli vedere bisognava letteralmente sdraiarsi per terra). Basta con le performance, con le espressioni di natura concettuale posta all’estremo.

Cito a caso, dopo i vari Schifano, dopo il new dada e la minimal Art, l’Arte povera, la bodyart, Bill Viola, bisogna fare altro. Ma se questi sedicenti artisti non sanno, più di tanto, cosa inventarsi, che si ritorni a quella sana e pura espressione d’Arte coniugata attraverso il “fare” PITTURA o il “fare” SCULTURA. Infatti in questa edizione si passa da un Charles Ray dal suo iperrealismo fuori misura (l’immagine di una donna in tailleur alta almeno tre metri), a un Damian Ortega che riunisce, a cerchio e sospesi, tanti oggetti di vita quotidiana, alle sculture viste e riviste di Duane Hanson, a Enrico Baj, a un Gianfranco Baruchello, alle rocce sospese di Phyllida Barlow, per parlare solo di alcune espressioni ‘artistiche’ ripetute già nel passato. Non si scomodi, con questo, l’idea dell’Auriti perché si poteva benissimo dare spazio a cose già viste con del nuovo così da poterli mettere a confronto. Ma forse il nuovo non c’è? E se saltassimo un’edizione, per dare il tempo di produrre qualcosa di veramente originale e perché no, di un nuovo modo di concepire la pittura nel senso più materico del termine o di nuove forme della scultura?

Negli interventi di presentazione alla stampa Massimiliano Gioni, curatore la 55.Esposizione Internazionale d’Arte, domanda quale sia il mondo degli artisti?

Comunque v’invito lo stesso a vedere questa esposizione veneziana perché ciò che ho descritto è solo un parere personale.

Mi piacerebbe, infatti, essere INTELLIGENTEMENTE smentito. So apprezzare le critiche solo se motivate e con un senso proprio.

Auguri.

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55. Esposizione Internazionale d’Arte 2013

Il Palazzo Enciclopedico

Dal 2 giugno al 24 novembre 2013

Venezia

Giardini / Arsenale

Orario:

dal martedì alla domenica

dalle 10.00 alle 18.00

Ingresso:

intero 30/25 €, ridotto 22 €

Informazioni:

tel. 041/5218.828

sito web

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Biennale di Venezia Palazzo Enciclopedico Camille Henrot