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Artiste in cerca di luoghi

I concetti di esodo, nomadismo, esilio, diaspora coinvolge le ultime generazioni, spinte dalla crisi economica e culturale a cercare di realizzare il proprio futuro all’estero.

L’artista non è esentato da questa condizione esistenziale e ancor di più, come in ogni ambito, se è una artista che storicamente è legato a una condizione di vita nomade. Vuoi l’ispirazione o la committenza, ma è spesso dal sistema espositivo che possa offrire maggiori prospettive che egli è condizionato per far conoscere il proprio lavoro.

Le istituzioni culturali possono essere solo una provvisoria soluzione di accoglienza, un primo passo per proporre la propria opera, ma poi gli artisti italiani dovranno fare affidamento solo sulle proprie forze. Borse di studio o stage sono solo un’occasione, le opportunità sono solo sulle spalle dell’artista migrante che potrebbe trovarsi nella condizione di un richiedente asilo politico.

Un frammento di questo panorama, rappresentato da cinque artiste (Sara Basta, Elena Bellantoni, Laura Cionci, Mariana Ferratto, Dunia Mauro) nate fra il 1975 e il 1980, viene racchiuso nel titolo biblico e nell’evoluzione che questo “esodo” ha collaborato al vissuto artistico delle singole nella loro formazione.

Ciascuna esperienza di vita all’estero passa attraverso un lento processo di metabolizzazione da una cultura altra, cui si accompagna una condizione di spaesamento culturale e linguistico, ma anche di spaesamento ambientale e spaziale (le relazioni e i confini con l’altro-da-sé vengono continuamente rinegoziati e ridefiniti).

Qualsiasi forma di esodo include prima o poi il trauma del ritorno a una condizione che non corrisponde mai a quella di partenza. Come un moderno Ulisse, l’artista segue l’istinto verso il Centro internazionale d’arte contemporanea, viaggio che per ciò che è lontano finché il desiderio e il bisogno di tornare non lo portano a fare i conti con la propria condizione originaria e con le disparità culturali, sociali, economiche.

Ognuna delle artiste ha scelto un lavoro che interpreta il tema dell’esodo in chiave di confronto, identità, viaggio, famiglia.

La mostra è curata da Emanuela Termine.

 

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Mostre Roma Sala 1 Exodus Dunia Mauro, Noah's Ark, 2010_lowRoma

Sala 1

piazza di Porta S. Giovanni, 10

EXODUS

Dal 12 marzo al 13 aprile 2013

Tel. 06/7008691

http://www.salauno.com

dal martedì al sabato – dalle 16.30 alle 19.30

 

 

 

Non solo se stessi

Dolorose vicende familiari spingono Augusta, una giovane donna italiana, a mettere in discussione le certezze su cui aveva costruito la sua esistenza.

Su una piccola barca e nell’immensità della natura amazzonica inizia un viaggio accompagnando suor Franca, un’amica della madre, nella sua missione presso i villaggi indio, scoprendo anche in questa terra remota i tentativi di conquista del mondo occidentale. Augusta decide così di proseguire il suo percorso lasciando la comunità italiana per andare a Manaus, dove vive in una favela. Qui, nell’incontro con la gente semplice del luogo, torna a percepire la forza atavica dell’istinto di vita, intraprendendo il “suo” viaggio fino ad isolarsi nella foresta, accogliendo il dolore e riscoprendo l’amore, nel corpo e nell’anima. In una dimensione in cui la natura assume un senso profetico, scandisce nuovi tempi e stabilisce priorità essenziali, Augusta affronta l’avventura della ricerca di se stessa, incarnando la questione universale del senso dell’esistenza umana.

 

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Cinema UN GIORNO DEVI ANDAREun  giorno devi andare-anteprima-600x856-880808UN GIORNO DEVI ANDARE

Regia: Giorgio Diritti

Durata: 110′

Con Jasmine Trinca, Anne Alvaro, Sonia Gessner, Pia Engleberth, Amanda Fonseca Galvao.

Drammatico

Paese: Italia/Francia, 2013

Produzione: Aranciafilm, Lumière & Co., Groupe Deux; in collaborazione con Rai Cinema, Wild Bunch

 

Guardate il trailer

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Dietro a Psycho

La pellicola di Hitchcock che dopo aver ispirato la video l’installazione 24 Hour Psycho di Douglas Gordon, una performance di che Don DiLillo ha evidenziato nel libro Point Omega, è ora la volta del film tratto dall’omonimo libro di Stephen Rebello.

Forse non avrà l’eco che Douglas Gordon ha ottenuto con la sua installazione proposta sia negli Stati uniti che in Europa, ma sarà interessante conoscere come Hitchcock ha pensato e realizzato Psycho, un horror in bianco e nero che ha cambiato le regole del gioco, con Anthony Hopkins nei panni del regista.

Non è una seduta di psicanalisi sulla complessa personalità del genio del thriller, ma forse non tutti sanno che Hitchcock per il suo film si ispirato alla vicenda del serial killer del Wisconsin Ed Gein.

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Cinema Hitchcock locandinaHitchcock

Regia: Sacha Gervasi

Interpreti: Anthony Hopkins, Helen Mirren, Scarlett Johansson, James D’Arcy, Jessica Biel.

Michael Stuhlbarg, Toni Collette, Michael Wincott, Danny Huston, Kurtwood Smith, Ralph Macchio, Richard Portnow

Genere Biografico

produzione USA, 2013

Durata 98 minuti circa

 

 

 

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Teatro dei Conciatori 2012-2013

Teatro dei Conciatori 04 CHERRY DOC'S regia di A. Serrano05 – 14 aprile 2013

CHERRY DOC’S
di David Gow
regia di A. Serrano
con Antonio Bonanotte – Pierfrancesco Ceccanei

La scena è quella di un processo. A dominarla sono solo in due: forma dialettica perfetta.

La tensione che pervade il testo segue il crescendo dettato dal ritmo incalzante delle battute, quasi un ritmo di jazz, in cui le due voci, dissonanti all’inizio, pian piano si accordano e avvicinano su note armoniche: i monologhi iniziali cedono il passo a battute sempre più brevi che ospitano la voce dell’altro, danno spazio alla sua prospettiva.

E’ assecondando questo ritmo che è costruita la regia di un testo scritto – come dichiara l’autore – “senza preoccuparsi di non urtare la sensibilità di qualcuno”: un testo che mostra quanto siano fragili i confini tra buoni e cattivi. Un vero gioco delle parti, dove i personaggi sono lasciati in bilico tra reale natura personale e ruolo sociale, limes sottile che tiene in scacco ciascuno di noi. Non a caso la scena rappresenta una grande gabbia: reale luogo di detenzione del naziskin ma anche metafora della prigione in cui sono rinchiusi entrambi, quella dei loro (e dei nostri) demoni…

Il complesso rapporto tra Mike, un giovane skin head accusato dell’omicidio di un pakistano e Dan, l’avvocato ebreo chiamato a difenderlo, è il fulcro di “Cherry Docs”, dell’americano David Grow. Un testa a testa, un gioco a due voci che si intrecciano a suon di battute lapidarie, chiare e stentoree. Sette giorni, sette scene, sette momenti in cui i protagonisti saranno costretti a confrontarsi con le proprie paure, le contraddizioni e le convinzioni più profonde. Da una parte la fede in un ideale di purezza da difendere a tutti i costi (le “cherry docs” del titolo sono gli anfibi “da battaglia” di Mike), dall’altra quella nei principi della religione di un popolo perseguitato proprio in nome di quella purezza; da una parte l’estrema intolleranza, dall’altra i supposti convincimenti liberali. Contrapposizioni nette, almeno in apparenza. Fino a che le certezze di entrambi non perdono forza e consistenza, minate dal gioco dialettico di cui i due sono allo stesso tempo protagonisti e vittime.

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Teatro dei Conciatori 04 CYRANO DE BERGERAC16 – 28 aprile 2013

CYRANO DE BERGERAC
di Edmond Rostand
regia di Matteo Fasanella
adattamento e allestimento registico: Antonella Bagorda
con Antonella Bagorda – Gianpiero Botta – Susanna Lauletta – Matteo Fasanella – Antonio Coppola

Il poeta. L’amore. Il genio. Le virtù. L’uomo.
Come può l’amore indurre a rinunciare al proprio volto?
Come può l’amore portare un uomo a spalleggiare il proprio “nemico” nella conquista del proprio sogno?

Un amore così, non esiste. Forse.

La lucidità del personaggio Cyrano, viene ingannata da questo nuovo sentimento che mette a nudo le fragilità di quest’uomo quasi perfetto, aldilà delle sue famigerate carenze fisiche.

“Chi la vide sorridere conobbe l’ideale.” Questo ideale porta Cyrano alla consapevolezza della sconfitta, ed egli affida il suo genio ad un uomo che è in grado di soddisfare tutti i suoi sogni.

“Se mi par che vi sia di speranza un’ombra, un’ ombra sola..” La speranza, meravigliosa e vana, induce Cyrano a rendere questo amore, forse unico, palpitante. Egli utilizza tutte le sue virtù senza però mai slegarsi dalla maschera che lo protegge. Ne rimane talmente vincolato che, anche quando la verità viene a galla, preferisce immolarsi e concedersi alla sua vera musa ispiratrice: la libertà.

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Teatro dei Conciatori
Via dei Conciatori, 5
00154 ROMA
info@teatrodeiconciatori.it

Tel. +39 06 45448982 – +39 06 45470031

http://www.teatrodeiconciatori.it/