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Cento anni di vita intensa

Quest’anno si compie il centenario dalla fondazione della Biblioteca Hertziana, prestigiosa istituzione culturale con sede in Roma con il fine dello studio della Storia dell’Arte. Il tutto si originò negli ultimi decenni dell’800 allorché Henriette Hertz (1846-1913) facoltosa signora tedesca di religione ebraica innamorata dell’arte italiana si trasferì a Roma acquistando in via Gregoriana un Palazzo fatto costruire quasi due secoli prima dal famoso pittore Federico Zuccari, edificio ricco di pregevoli affreschi e con un singolare ingresso su via Gregoriana fatto a forma di bocca di mostro; rapidamente la dimora della Hertz divenne un vivace centro culturale punto di attrazione di studiosi e cultori d’arte di ogni provenienza.

L’edificio ospitò ben presto una biblioteca di 8.000 volumi ed una fototeca con 12.000 fotografie. Per testamento la Hertz, anche su suggerimento del suo collaboratore Ernst Steinmann (1866-1934), istituì la fondazione Biblioteca Hertziana donandola alla società Kaiser Wihlelm che ne assicurò la gestione grazie anche a generose sovvenzioni finanziarie. La Biblioteca proseguì negli anni la sua intensa vita culturale nonostante due guerre mondiali con seguito di confische e requisizioni  fino a giungere all’attuale consistenza di circa 300.000 volumi e 800.000 foto; parallelamente crebbero gli spazi a disposizione acquistando edifici contigui tra cui il Palazzo Stroganoff costruito originariamente per il pittore e letterato napoletano Salvator Rosa alla metà del ‘600 e poi acquisito nell’800 dal principe russo. Dal secondo dopoguerra ha preso il nome di Istituto Max Planck per la Storia dell’Arte. Mezzo secolo fa per ampliare i locali fu costruito nel giardino un edificio che a distanza di anni mostrò insufficienza di spazi e carenze strutturali tali che una decina di anni fa ne fu decisa la demolizione e ricostruzione; operazione effettuata con grande maestria erigendo un edificio con ampi spazi idonei alla  conservazione dei materiali e all’accoglienza di studiosi e studenti. Un interessante lavoro è stato compiuto nei sotterranei dove sono stati conservati resti archeologici appartenenti a un ninfeo della Villa di Lucullo al Pincio. Per celebrare il centenario la Biblioteca Hertziana, la Soprintendenza Speciale per il PSAE, il Polo Museale della Città di Roma e la Direzione della Galleria d’Arte Antica di Palazzo Barberini hanno organizzato una esposizione di 43 quadri che la Hertz lasciò per testamento allo Stato Italiano e che furono destinati alla Galleria.

Si tratta di una raccolta di dipinti di autori italiani per lo più del Rinascimento anche se non mancano opere del tardo trecento e del 6/700; gran parte degli autori, pur pregevoli, non sono particolarmente noti anche se spiccano una Annunciazione di Filippo Lippi, un piccola, graziosa Madonna con Bambino di Giulio Romano, un’opera del Garofalo nonché due deliziosi pastelli di Rosalba Carriera e un piccolissimo dipinto del Longhi dall’anomalo formato. Parte dei quadri sono abitualmente nelle sale, parte nei depositi; in occasione della mostra sono stati tutti restaurati e riesaminati criticamente ed ora sono esposti, mescolati con la normale dotazione della Galleria, contraddistinti da un pannello azzurro che indica la loro provenienza dalla donazione Hertz. Oltre al catalogo della mostra la Biblioteca ha pubblicato due volumi, in tedesco, con la storia dell’istituzione e degli edifici nei quali è insediata. Un vivo augurio all’Hertziana per il compleanno trascorso e per i prossimi cento anni di intensa attività.

 

Mostre Cento anni Hertziana 1913–2013 IMG20130307065813505_900_700LA DONAZIONE DI ENRICHETTA HERTZ 1913-2013

Segno del mio amore verso il paese che tengo in sì alta stima

Dall’8 marzo al 23 giugno 2013

Roma

Galleria Nazionale d’Arte Antica di Palazzo Barberini

via Quattro Fontane 19

Orario:

dal martedì alla domenica

dalle 8.30 alle 19.00

Biblioteca Hertziana

via Gregoriana 28

Tel. 06/69993 227

http://biblhertz.it.mpg.de/it/

 

 

 

 

 

 

Helmut Newton ovvero come essere protagonisti in fotografia

Quando un Autore ci riporta con la memoria ad altri autori, quando un’immagine ci fa pensare, ecco in quell’immagine, in quell’autore non c’è l’ovvietà del concetto ma c’è l’originalità. È quanto è successo alla Persona di Helmut Newton, famoso protagonista del secondo Novecento. Mi si potrà obiettare che fotografare, soprattutto, dei nudi di donna, ovviamente, garantisce il successo. Assolutamente no. Ho visitato l’interessantissima esposizione delle foto di Newton. Innanzitutto ci sono moltissime gigantografie e questo rende la visione ancora più gradevole, e poi? E poi ci sono molti ‘scatti fotografici’, tra l’altro già conosciuti perché famosissimi, che inseriti in quel contesto, oggi si direbbe la location, che è il Palazzo delle Esposizioni di Roma, assumono una vita diversa. Si, diversa da quei libri fotografici cui il Newton era solito fare. E nello scorrere le centoottanta fotografie, mi sono soffermato su diverse immagini, tra le quali quel gruppo di quattro donne vestite (‘Ecco vengono II’ dalla serie Big Nudes) e poi, sempre nella medesima posizione, denudate. Il ricordo con la ‘Maja vestida’ e la ‘Maja desnuda’ del Goya, mi ha fatto capire quanto sia stata importante la vita artistica di Helmut Newton. Ma non solo, in queste foto il nudo non è fine a se stesso ma assume un valore ben preciso perché inserito in un ambiente al chiuso piuttosto che all’aperto. Questi nudi dialogano tra loro apparendo a volte vestiti della propria nudità. È la magia di chi utilizza un mezzo per esprimersi ed Helmut Newton c’è riuscito alla perfezione. Felice visione a voi tutti.

 

HELMUT NEWTON

White Women, Sleepless Nights, Big Nudes

200 immagini di uno dei fotografi più emblematici del XX secolo

Dal 6 marzo al 21 luglio 2013

 

mostra_HELMUT_NEWTON_ROMA_Immagine-3-Autoritratto-con-la-moglie-e-le-modelle-Paris-1981Roma

Palazzo delle Esposizioni

via Nazionale 194

Informazioni e prenotazioni:

tel. 06/39967500

http://www.palazzoesposizioni.it/Home.aspx

Orari:

domenica, martedì, mercoledì e giovedì

dalle 10.00 alle 20.00

venerdì e sabato

dalle 10.00 alle 22.30

lunedì chiuso

Biglietti:

Intero €10, ridotto €7,5 – dal 6 al 10 marzo 2013

Intero €8, ridotto €6 – dal 12 marzo al 21 aprile 2013

Intero €12,50, ridotto €10,00 – dal 23 aprile al 21 luglio 2013

Permette di visitare tutte le mostre in corso al Palazzo delle Esposizioni

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Tiziano, il pittore dell’Imperatore

E non solo, dipinse ritratti di re, di un papa, di principi ed una gran quantità di quadri a soggetto religioso per chiese e conventi e a soggetto storico o mitologico per edifici privati e pubblici, in particolare per il Palazzo del Doge a Venezia. Fu uno dei più grandi e famosi pittori del ‘500 ed uno dei massimi esponenti della pittura del Rinascimento. Tiziano nacque intorno al 1490 a Pieve di Cadore, figlio di un notaio, e si trasferì giovanissimo a Venezia dove fu accolto prima nella bottega di Giovanni Bellini e poi in quella del Giorgione; da entrambi apprese la nuova lezione del colore dipingendo ad ampie zone con colori luminosi e vivi messi a contrasto fra loro. Poco più che ventenne cooperò ad affrescare l’esterno del Fondaco dei Tedeschi a Venezia e poi operò nella Scuola del Santo a Padova approntando composizioni sciolte e dinamiche con intensi contrasti di chiaroscuro. Iniziò a lavorare per vari committenti dipingendo ritratti, scene mitologiche e grandi pale d’altare tra cui spicca l’Assunta per Santa Maria Gloriosa dei Frari dove fu sepolto mezzo secolo dopo. Per il governo della Serenissima decorò parecchie sale del Palazzo Ducale, per lo studiolo del Duca di Ferrara Alfonso I dipinse quadri a soggetto mitologico, purtroppo ormai da tempo in musei esteri, effigiò anche in un pregevole ritratto, ora al Prado di Madrid, Federico II Gonzaga. Nel 1530 a Bologna si verificò un evento significativo, Tiziano incontrò Carlo V Re di Spagna e Imperatore del Sacro Romano Impero ed ebbe l’incarico di ritrarlo, cosa che fece più volte fino a giungere al capolavoro del 1548 allorché dipinse l’imperatore a cavallo con elmo, corazza e lancia alla battaglia di Muhlberg. Anche il figlio Filippo II e vari nobili spagnoli ed italiani ebbero l’onore di essere oggetto dell’opera del pennello di Tiziano. Nel 1545, dopo aver sostato presso il Duca di Urbino, Tiziano giunse a Roma accolto trionfalmente dalla corte di Papa Paolo III Farnese che dipinse più volte da solo o con nipoti e cortigiani, incontrò però ostilità nell’ambiente artistico romano dominato da Michelangelo che criticava il colore veneto a favore della preminenza del disegno; tornò quindi a Venezia dove riprese una intensissima attività interrotta da un viaggio in Germania presso la corte imperiale. Nel 1571 si ritirò definitivamente nella sua città e nonostante la tarda età continuò a dipingere con impegno anche se molto supportato da aiuti e dalla bottega, specie nell’esecuzione di repliche. Negli ultimi anni di vita modificò il suo stile e la visione del colore, da chiaro e luminoso pian piano si incupì mentre le pennellate e le velature si presentavano più rapide e sfrangiate con una carica di violenza espressiva; il colore non si distende più in composizioni ariose ed ampie ma si divide in tocchi agitati e nervosi, cupi, quasi monocromi; esempio ne è l’ultima opera dell’artista, la Pietà, ora a Venezia alle Gallerie dell’Accademia, incompiuta, tragica, possente e che l’autore, quasi presagendo la sua fine, aveva destinato alla sua sepoltura. Tiziano morì il 21 agosto del 1576. Al celebre pittore le Scuderie del Quirinale con la consueta serietà scientifica ed accattivante allestimento hanno dedicato una grande mostra che attraverso una quarantina di quadri ripercorre l’intera lunga vita dell’artista. Accolgono il visitatore un autoritratto del pittore in età matura ed una grande pala d’altare raffigurante il Martirio di San Lorenzo che non si sa se ammirare più per l’ardito scorcio della graticola su cui il santo fu martirizzato o per l’intenso colore del fuoco crepitante, seguono per tutto il piano terra grandi pale d’altare o dipinti di grandezza media a soggetto religioso. Il primo piano si presenta con uno stupendo ritratto di Paolo III Farnese raffigurante un vecchio malinconico e intristito con un piacevole contrasto tra la lunga barba bianca ed il rosso cupo della veste. Seguono numerosi ritratti tra cui quello a figura intera di Carlo V con un cane, il Duca d’Urbino, Giulio Romano, Ranuccio Farnese, un paio di Dogi; sempre al primo piano la celebre e bellissima Flora ed una Danae e la pioggia d’oro riecheggiante l’analogo dipinto del Correggio. Verso la fine della mostra è esposto il misterioso quadro noto come Allegoria del Tempo governato dalla Prudenza, o le Tre Età dell’Uomo, rappresentante tre volti maschili posti a triangolo: uno di ragazzo, il centrale di uomo maturo ed infine uno di vecchio. Chiudono l’esposizione un altro autoritratto dell’artista in età avanzata ed un quadro datato all’ultimo anno di vita di Tiziano: la Punizione di Marsia con la scena dello scorticamento del satiro sconfitto da Apollo in una gara di musica. E’ un dipinto con figure mosse, con un colore cupo e terroso, con larghe pennellate sfuggenti, senza luce, senza speranza.

 

Mostra Tiziano 02_Flora_Alongi_Modifica_GLK copia webTIZIANO

Dal 5 marzo al 16 giugno 2013

Roma

Scuderie del Quirinale

via XXIV Maggio 16

 

Orario:

da domenica a giovedì ore 10.00 – 20.00

venerdì e sabato 10.00 -22.30

Ingresso:

intero € 12,00

ridotto € 9,50

Informazioni:

tel. 06/39967500

http://www.scuderiequirinale.it

 

 

Un ‘segno’ riconoscibilissimo

Mostre Valentina Un ‘segno’ riconoscibilissimo 1Il ‘segno’, quel ‘segno’ a cui allude il titolo di queste mie note, si riferisce alla mano intelligente, all’originale linguaggio grafico, come giustamente scrive nel catalogo il figlio, che porta il nome di Guido Crepax. A questo ‘segno’, a questi disegni e/o immagini – e/o creazioni, fa riferimento una più che godibile mostra, elegantemente montata alla CArt Gallery. La mostra Ciak: Valentina – una trentina di tavole e disegni dal ’68 agli anni ‘90” è curata da Luca Reinero e Massimo Tavani, due storici collezionisti romani. Ma cosa c’è in questa esposizione? C’è soprattutto la necessità di narrare per immagini. Un intreccio (prendo spunto dall’esauriente presentazione in catalogo del figlio Antonio) di parole e disegni. Nelle belle tavole originali presenti in galleria, Crepax obbliga il lettore a fermarsi, o meglio a guardare, sui particolari come acutamente ha scritto in catalogo Morando Morandini. E sempre, giustamente, il Morandini scrive, che: “…l’abolizione o riduzione della scenografia […] in favore della coreografia […] dei corpi fanno di Crepax un disegnatore-narratore assimilabile al cinema d’avanguardia.” Il consiglio che posso dare è, oltre a visitare con calma questa felice esposizione, quello di prendere il catalogo: sarà come portare nella propria abitazione un po’ di quella Valentina creata da quel mago del ‘segno’ Guido Crepax

Intrigante visione a tutti

Mostre Valentina Un ‘segno’ riconoscibilissimo 2CIAK: VALENTINA

Dal 23 febbraio 2013 al 5 aprile 2013

Roma

CArt Gallery

via del Gesù

Orario:

dal lunedì al sabato dalle 10.15 alle 19.00

Ingresso:

libero

http://www.cart-gallery.com/953-ciak-valentina/