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UNO SGUARDO AD ORIENTE

Finalmente a Roma una iniziativa degna di un Paese ricco di storia
e tradizioni culturali, depositario di una antica civiltà.
Un Paese famoso anche perchè in un giorno non lontano
l’allora ministro Italiano della cultura Giulio Tremonti
disse: “La cultura non si mangia”…
mentre pare che la cultura si mangi e che la cultura nutra
alzando le difese immunitarie contro ogni forma di potere incolto e autoritario.
Infatti la cultura non è utile ma necessaria, per questo, come la storia insegna,
la conoscenza terrorizza i signori del consumismo e della guerra. 
Ed è in questo clima di neo-oscurantismo in fase di peggioramento
che si evidenzia il valore e l’importanza di “ASIATICA” un festival quanto mai attuale, 
rassegna di cinema “civile” per eccellenza, ideata e diretta da Italo Spinelli
Un festa della cultura che mediante l’arte cinematografica
apre le porte della comunicazione vera con le realtà sociali del continente asiatico.
Dettaglio significativo dell’operazione “culturale” è che “ASIATICA”,
un Festival, giunto alla tredicesima edizione, si offre al pubblico gratuitamente.
Venerdì scorso, la sera dell’inaugurazione, abbiamo visto OROS (Filippine)
un film di Paul Sta.Ana, che essendo presente in sala,
ha dialogato lungamente con il pubblico a fine spettacolo,
Chi ha visto OROS, lo ricorderà come un’opera che sa unire in armonia
storie umane, denuncia e ritmo nella continuità del racconto,
ad una tecnica filmicamente ineccepibile.
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ASIATICAFILMMEDIALE
Dal 5 al 13 ottobre 2012

AsiaticaFilmMediale
XIII Edizione 2012
Incontri con il cinema asiatico
Rassegna ideata e realizzata da Italo Spinelli

Roma
MACRO La Pelanda (Testaccio)

 Ingresso libero fino ad esaurimento posti.

AsiaticaFilmMediale nasce a Roma nel 2000 dall’idea di costruire, attraverso il cinema, una nuova possibilità di confronto e di scambio culturale tra il nostro paese ed il continente asiatico. Promosso dall’Associazione Mnemosyne, il festival gode del contributo e del sostegno del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, del Comune di Roma, della Provincia di Roma e della Regione Lazio. Patrocinato da numerosi Istituti Culturali e da buona parte delle Ambasciate dei paesi asiatici, Asiaticafilmmediale vanta collaborazioni con Fondazione Cinema per Roma, Casa del Cinema, Rai Cinema, Camera di Commercio di Roma, Promoroma, Università La Sapienza, Università degli Studi di Roma Tre.
 

 

UNA BIENNALE DIVERSA

I motivi per cui, vale la pena di entrare a ‘vedere’, quello che c’è alla 13° Mostra Internazionale di Architettura a Venezia, sono svariati più uno. Tolgo subito quell’uno, che si riferisce alla città di Venezia.
Venezia, infatti, non ha bisogno di motivi per visitarla, dal momento che è Essa stessa un validissimo motivo.
Ma vengo subito ai motivi per cui ognuno di noi, io l’ho già fatto, dovrebbe visitare l’interessante Esposizione sull’Architettura.
Uno dei primi è che, a differenza delle precedenti (se pur valide) edizioni ci si trova, ora, di fronte ad una mostra dal senso (finalmente) compiuto.
Mi spiego meglio.
Così come sapientemente presentata dal Presidente della Biennale di Venezia, Paolo Baratta, questa mostra sana la frattura tra addetti ai lavori e il pubblico normale. Una mostra che parla di architettura per aiutare gli architetti a uscire dalla crisi d’identità che stanno vivendo.
Infatti si trova il rapporto tra architettura ed ecologia, tecnologia e urbanistica. Per fare questo, ad esempio, gli architetti hanno trovato l’interesse diretto per essere partecipanti per la città con particolare attenzione al recupero di edifici esistenti e alla riqualificazione di spazi urbani.
Altro motivo è l’interesse che i partecipanti hanno nutrito attingendo ispirazione da un forte legame con i maestri del passato, remoto o recente.
O, ancora, sperimentando le architetture costruite in scala 1:1 di edifici realizzati come Anupama Kundoo, che ha letteralmente trasportato materiali dall’India alle Corderie dell’Arsenale, alla fluidità di forme e spazi che Zaha Hadid fa emergere da equilibri di forze strutturali fino alle strutture nate in collaborazione con Alvaro Siza de Moura.
Le iniziative della Biennale, per far divenire la Mostra un riferimento per le nuove generazioni, hanno creato l’evoluzione di un pubblico più importante non solo numericamente ma, soprattutto, qualitativamente. Infatti, quest’anno, oltre sessanta università, italiane e straniere, partecipano alla Mostra di Architettura grazie al progetto ‘Biennale Sessions’, attraverso facilitazioni per visitarla e organizzando un seminario.
La Mostra, che è curata da David Chipperfield, è distribuita su diecimila metri quadri in un unico percorso dal Padiglione Centrale ai Giardini, all’Arsenale e comprende sessantanove progetti realizzati da architetti, fotografi, artisti, critici e studiosi.
Con il tema di quest’anno, Common Ground (terreno comune), si torna a parlare di architettura come ha spiegato Paolo Baratta.
Si offre, infatti, al pubblico la possibilità di guardare dentro l’architettura, rendendola familiare.
La mia personale impressione, che ho avuto nel visitare l’edizione di quest’anno, è che si è tornati ad una fase ricca di progettualità attraverso la presentazione reale di modelli, senza esporre inutili elaborazioni concettuali che tanto ‘male’ hanno fatto nel passato nel ‘mondo’ dell’espressione artistica.
Infatti, Chipperfield, si è ispirato a orientare questa Biennale attraverso la continuità, il contesto e la memoria. Questa di Chipperfield, è una mostra che invita gli architetti ad essere partecipi per la città, ispirandosi, anche, al legame con i maestri del passato.
Cinquantacinque sono le Partecipazioni nazionali che affiancano la Mostra tra le quali, per la prima volta ci sono nazioni come l’Angola, la Repubblica del Kosovo, il Kuwait e il Perù.
Il Padiglione Italia all’Arsenale è curato da Luca Zevi.
Gli Eventi collaterali ufficiali sono diciotto oltre alla partecipazione per il terzo anno dei due appuntamenti: Biennale Sessions e i Meetings on Architecture.
Biennale Sessions è un progetto per le Università, le Accademie di Belle Arti, istituzioni di ricerca nel settore dell’architettura e delle arti visive.
Meetings on Architecture è un programma di performance, conversazioni e dibattiti dedicati all’architettura. Attraverso queste due iniziative si è voluto, così, creare un riferimento per le nuove generazioni.
Mi sembra di aver elencato una serie di motivi utili a invitare tutti a visitare questa interessantissima Mostra (la tredicesima) Internazionale di Architettura.

Una produttiva visione a tutti.

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COMMON GROUND
13. Mostra Internazionale di Architettura
Dal 29 agosto al 25 novembre 2012

Venezia
Giardini – Arsenale

Informazioni:
tel. 041/5218711
http://www.labiennale.org/it/architettura/index.html

Orario:
10-18
chiuso il lunedì
(escluso lunedì 3 settembre e lunedì 19 novembre 2012)

SENTIMENTO E TORMENTO D’AMORE

“Si dolce è il tormento: l’amore in tre capolavori di Lucas Cranach il vecchio”, è il titolo della mostra inserita nel progetto “Viaggio in Italia. Capolavori dai Musei del mondo”.
Viaggio in Italia è stato suddiviso in tre sedi: quella del Castello di Diramare a Trieste che si conclude il 30 ottobre, quella della Rocca di Gradara che si chiude il 29 ottobre e quella del Castello Normanno-Svevo a Bari che si chiude il 28 ottobre.
Patrocinata dall’Ambasciata di Francia in Italia e promossa dalla Direzione Generale per la Valorizzazione del Patrimonio Culturale del Mibac, ideata e prodotta da Alef-cultural project management, vuole offrire una iniziativa destinata a ripetersi ogni anno.
Nel visitare la mostra al Museo Storico del Castello di Miramare a Trieste, ho avuto modo di vedere le tre opere dell’artista del Rinascimento pittorico tedesco: Lucas Cranach.
I dipinti presenti dai titoli: ‘Venere e Cupido’, ‘Il vecchio innamorato o Gli Amanti’, ‘Diana e le ninfe al bagno sorprese da Atteone’. Tutte eseguite su tavola.
Vale la pena raggiungere la città di Trieste, per poter vedere da vicino questi tre capolavori inseriti all’interno dell’affascinante Castello di Miramare.
Infatti, alla suggestione della visita agli arredi storici del castello, costruito a picco sul mare (aristocratica residenza arciducale, voluta alla metà dell’Ottocento da Massimiliano d’Asburgo e Carlotta del Belgio) si aggiunge la visione dei dipinti di Lucas Cranach il Vecchio.
In ‘Venere e Cupido’, realizzata dall’artista tra il 1530 e il 1531, la figura enigmatica di una Venere nuda, ornata di gioielli e cappello, accoglie il dolente Cupido che reca il favo di miele, simbolico rimando al tormento d’amore.
Anche ne ‘Il vecchio innamorato’ il tema sentimentale è trattato splendidamente.
In ‘Diana e le ninfe sorprese da Atteone’, invece, è raffigurata la drammatica conclusione della vicenda che vede legati la dea e il suo innamorato.

Serena visione.

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SÌ DOLCE È IL TORMENTO:
l’amore in tre capolavori di Lucas Cranach il Vecchio
Dal 14 giugno al 30 ottobre 2012

Trieste
Museo storico del Castello di Miramare

Orario: 9.00 – 19.00
(ultimo ingresso ore 18.30)

Informazioni:
tel. 040/224143
http://www.castello-miramare.it/
http://www.beniculturali.it

L’APOGEO DELLA POTENZA DI ROMA

Ai Musei Capitolini, a cura della Sopraintendenza, di Zetema e di MondoMostre e con il coordinamento di Eugenio La Rocca e Claudio Parisi Presicce è stata aperta la mostra “L’Età dell’Equilibrio” avente per oggetto il periodo di storia romana che va dal 98 al 180 d.C.. Si tratta di un’epoca che gli storici successivi definirono felice in quanto la potenza dell’Impero Romano raggiunse il suo massimo estendendosi per tutto il bacino del Mediterraneo, il Nord Africa, parte dell’Europa Continentale, il Medio Oriente. Unico lo Stato, l’organizzazione giuridica e amministrativa, la moneta, la lingua almeno per le classi dirigenti, l’approccio culturale. Pace, commercio fiorente, agricoltura, artigianato raffinato facevano dell’Impero un’isola felice; le legioni vegliavano sui confini, la flotta sui mari, la pax romana regnava indisturbata. Naturalmente si tratta di una visione agiografica, non tutto era perfetto, le tasse erano esose, le condizioni di vita delle plebi e degli schiavi pessime, le incursioni dei barbari erano il prologo di quello che sarebbe avvenuto nei secoli successivi.

Merito di tutto ciò che andava bene per gli storici fu dovuto a quattro imperatori che si alternarono per ottantadue anni. Furono chiamati imperatori adottivi perché nessuno di essi era figlio biologico del predecessore ma scelto ed adottato per merito, in realtà su questa scelta così virtuosa pesava il fatto che tra loro intercorrevano rapporti di parentela o di affinità.

La mostra ripercorre il sopracitato periodo di tempo articolandosi in sei sezioni che ne prendono in esame i vari aspetti; la prima sezione “I protagonisti”, dominata dalle statue dei quattro imperatori, ne esamina storia e caratteristiche. Traiano il grande condottiero che conquistò la Dacia e vinse i Parti, Adriano che consolidò i confini e represse duramente una rivolta in Giudea nel 135 d.C., Antonino Pio che eresse il “Vallum Antonini” in Britannia ed infine Marco Aurelio, l’imperatore filosofo che fu costretto a combattere una guerra incessante contro i barbari invasori morendo di peste lontano da Roma. In mostra sono esposti busti e statue degli imperatori insieme a quelli delle loro donne: Sabina, Plotina, Marciana, Matidia, Faustina Maggiore e Faustina Minore, matrone di grande cultura e di corposa influenza sui loro uomini, esposta anche una statua di Antinoo, bel giovane amato da Adriano e morto tragicamente. La seconda sezione “il linguaggio artistico” illustra il passaggio dallo stile realistico dell’età giulio-claudia ad un recupero del classicismo attico. La terza “Ville e dimore” offre una ricca rassegna di reperti provenienti da sontuose dimore imperiali e senatorie in specie da Villa Adriana a Tivoli e dalle ville greche di Erode Attico senatore ed intellettuale di epoca antonina. La quarta “rilievi storici” espone una serie di bassorilievi provenienti da edifici pubblici, tra loro spicca una grande scena di sacrificio proveniente dal Louvre. La quinta “Vincitori e vinti”esamina a fondo l’ideologia imperiale romana basata sull’uso della forza e della guerra; gli imperatori si fanno effigiare in abito militare quasi fossero alla testa delle legioni, interessante un Adriano in corazza che calpesta un barbaro,  quanto a questi ultimi sono proposti sempre come vinti supplici o in catene contraddistinti da un abbigliamento “diverso”, brache, capelli e barbe lunghi, cappelli a cono. Infine dato che ogni umana vicenda ha una fine l’ultima sezione ci parla delle “Tombe” suddivise ad incinerazione e ad inumazione. Il primo sistema nel II secolo stava andando in disuso comunque sono esposte belle urne cinerarie in marmo e in vetro, per l’inumazione sono presentati splendidi sarcofagi riccamente adorni di bassorilievi a soggetto mitologico o bellico; molto interessante un frontone del sepolcro degli Haterii, famiglia di imprenditori edili, che presenta una serie di edifici pubblici costruiti a loro cura e frammenti del sepolcro di Claudia Semne, moglie di un liberto di Traiano, ritratta come una dea. Chiude la rassegna il sarcofago, con scheletro, di Crepereia Tryfaena ragazzina sepolta con un corredo di piccoli gioielli e monili ed una bella bambola in avorio con braccia e gambe mobili.

La mostra è un piacevole viaggio dentro quasi un secolo di un periodo glorioso di storia romana illustrato da un popolo di candide statue, quasi fantasmi dell’epoca. Avvertenza: le statue in mostra si distinguono da quelle esposte al museo in quanto poste su basi verde scuro.

 

Roma
Musei Capitolini

L’ETÀ DELL’EQUILIBRIO

Traiano, Adriano, Antonino Pio, Marco Aurelio
Dal 4 ottobre 2012 al 5 maggio 2013
Tel. 060606
Tel. 06/39967800
http://www.museicapitolini.org

 

Orario:
da martedì a domenica
9,00/20,00

Catalogo:
MondoMostre

MASCHERARSI PER RITRARSI

Nell’ambito dell’ottava edizione di FotoLeggendo che ci si imbatte in un curioso quanto poco conosciuto archivio fotografico. Un archivio milanese quello della mitica Foto Marvellini che ha iniziato la sua formazione sin dalla nascita della fotografia.

Lo studio fotografico veniva pubblicizzato con lo slogan “Dai Fratelli Marvellini ritratti per tutti. Anche per chi non vuole essere ritratto” ed è in questa frase che può essere individuata la sintesi della mostra. Ritratti con maschera, databili tra il XIX e il XX secolo, sono stati scelti per essere mostrati in tutta la loro eccentricità creativa. Una serie di ritratti femminili, per signore che desideravano restare anonime ma nel contempo bramavano posare per Foto Marvellini. Saranno anche presenti i perturbanti Marvellini più recenti, le mini istallazioni che girano il mondo aggiungendo all’immagine una forza espressiva amplificata dai particolari delle presentazioni in cornice.

Nell’Archivio Marvellini si possono trovare alcuni pezzi unici stampati su carte baritate e che ci sono pervenute senza le lastra. Le stampe venivano realizzate in camera oscura con una tecnica originale, a base di acido tannico, chiamata “Viraggio Marvellini”. Del secolo successivo si conservano invece una sessantina di negativi che gli eredi Marvellini oggi ristampano e montano su cornici coeve adattate all’immagine.

Con le successive generazioni l’archivio Marvellini crebbe fino a diventare una vasta galleria di personaggi fantomatici. La preziosa collezione, sempre tenuta celata, viene ora divulgata per volontà degli ultimi eredi.


FOTO MARVELLINI
Dal 12 ottobre al 7 novembre 2012
FotoLeggendo
VIII edizione 2012

Roma
Label201
via Portuense 201

http://www.fotoleggendo.it/
http://www.label201.com/

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