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I soldatini di piombo

Letteralmente, Romani di zinco. In Germania. Zinnfiguren sono quei soldatini piatti alti poco più di 3 cm, da noi meglio noti come Norimberga,dal nome della città dove storicamente erano fusi in lega di piombo, zinco e antimonio e poi con pazienza dipinti a mano da artisti locali o dai collezionisti stessi. Ormai in disuso come giocattoli, questi soldatini sono spesso utilizzati dai collezionisti per comporre scene storiche in miniatura, i c.d. diorami. Ebbene, questo libro non solo dimostra l’amore per la Roma antica tanto diffuso nei tedeschi di buona cultura, ma ci guida alla composizione delle scene. I figurini di piombo – legionari, civili, suppellettili, alberi – infatti hanno ognuno un codice e si possono comprare su catalogo presso una antica fabbrica di soldatini tuttora esistente a Berlino, che ho visitato personalmente. Possiamo ricostruire tutto quello che vogliamo: l’assassinio di Cesare, l’assedio di Alesia, la disfatta di Varo da parte di Arminio, un accampamento di legionari, ma anche l’operosa vita di una villa rustica, l’animato mercato di una piazza romana, la costruzione del Limes. L’iconografia d’insieme risente un po’ delle ricostruzioni di maniera, ma noi possiamo sempre metterci la nostra creatività. Che dire? E’ un libro realmente originale. In più, un dettaglio interessante: per essere più facilmente riprodotte, le tavole sono stampate a fogli mobili, accorgimento molto pratico ma raramente seguito da altri editori.

 

04 Libri 13091102 Römer in Zinn IMG_0001 web*********************************

Autore: Friedrich Giesler

Titolo: Römer in Zinn. Römische Geschichte in Zinnfiguren

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Editore: Rheinland- Verlag, Köln, 1992

Dati: Pappband 59

Prezzo: EUR 17,40

ISBN 3792712091

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Le visioni della poesia

Alcune persone ambiscono all’utilizzo delle parole per evocare delle immagini, evocazione difficile da raggiungere se non si ha la capacità di focalizzare le proprie visualizzazioni e comunicarle. Una lacuna che non si trova nello sfogliare le paginaedell’ultima raccolta di poesie di Rita Iacomino.

In Poemetto tra i denti le pagine scritte si trasformano in visioni per liberare una serie di sensazioni e respirare le atmosfere di ogni singola descrizione.

L’autrice alterna il proprio coinvolgimento nel quotidiano con il bisogno di ritrarsi nelle confortevoli immagini intime, per poi trovare la sua più riuscita espressività nelle parole scelte per le opere d’arte e i luoghi che l’autrice ha incontrato nel suo viaggiare.

L’inizio della raccolta afferma Non posso scrivere una poesia civile, ma appare come una contraddizione leggendo la serie di istantanee di città, musei, gallerie, dopo una ventina di scritti dedicati alla quotidianità della vita, per poi insinuarsi tra le parole di un museo immaginario.

È come percorrere, pagina dopo pagina, le sale di un museo ideale e, come nell’ironico libricino su Una visita guidata alla National Gallery che Alan Bennett propone, Rita Iacomino offre la possibilità di non andare al museo per vedere le opere, ma come stimolazione di vita, esperimento per l’esaltazione dei sensi. Tutti i sensi vengono coinvolti, anche il tatto e il gusto, per calarsi in un’esperienza ultra terrena, fuori dai canoni fisici, e addentrarsi nell’ambito delle percezioni.

Il “Museo” di Iacomino, a differenza da quello inventato da Orhan Pamuk, esiste percorrendo le briciole lasciate tra le pagine del libro.

Quale miglior descrizione può esserci per sintetizzare l’arte di Botticelli se non queste righe:

Una linea morbida e scura

inchioda la musica

nella gola del cantore.

Neppure un bacio scioglie la sua bocca.

 

04 Libri Poesia Le visioni della poesia Rita Iacomino Poemetto tra i denti web*********************************

Titolo: Poemetto tra i denti

Autore: Rita Iacomino

Edizioni: Progetto Cultura, 2012

pagg. 61

Prezzo: 10,00 Euro

Isbn 978.88.6092.405.6

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La fatalità della scrittura

È la mancanza di veri criminali alla Agatha Christie o dei serial killer a rendere avara la produzione giallistica israeliana. Questa è la teoria dell’ispettore Avraham Avraham, personaggio principale per Un caso di scomparsa dell’esordiente Dror A. Mishani, che espone ad Hanna Sharabi recatasi al distretto di polizia della periferia di Tel Aviv per denunciare la scomparsa del figlio sedicenne Ofer.

Per l’ispettore non esistono misteriosi delitti in Israele e quando avvengono è il vicino o un parente e in quanto alla scomparsa del ragazzo sono innumerevoli e futili i motivi per cui può decidere di sparire per qualche ora, per poi assicurarla che probabilmente è già rientrato.

Una spiegazione che viene confutata da un membro dello Shin Bet con un’altra che ritiene i poliziotti israeliani impegnati in squallide indagini sulle quali nessuno perderebbe il tempo per scriverci un libro, mentre quelle importanti vengono affidate allo Shin Bet e come ogni servizio segreto evita di essere sotto i riflettori.

Ma il ragazzo non torna a casa, sembra svanito nel nulla, senza lasciare tracce e l’ispettore non trova alcun indizio nella pigra Holon, così lontana dalle luci di Tel Aviv.

Mishani non racconta la storia di un’identità perché il luogo dove si svolge la scomparsa non ha storia. È un luogo impersonale come tante altre periferie: non belle, ma neanche brutte, con palazzi anni ’60 e complessi residenziali in costruzione. In pochi anni la località di Holon si è popolata di locali e di vita notturna. Rari appaiono i riferimenti alla situazione politica israeliana e a quella internazionale, come la presenza di profughi africani e lavoratori stranieri, escludendo i brevi spazi di una quotidianità famigliare interrotta dall’arrivo della cartolina per il servizio militare.

Questo caso di scomparsa è l’occasione per Dror A. Mishani di replicare alla teoria del suo ispettore e lo trasforma in un viaggio nella psiche di Zeev Avni, insegnante di inglese del ragazzo scomparso, che arriva a confondere la realtà con l’immaginazione per alimentare la voluttà di scrivere, sollecitando le indagini.

La narrazione si sviluppa su due binari: quello dell’ispettore Avraham e quello di Zeev, dell’insegnante e vicino dell’adolescente scomparso, rispecchiando da una parte il fatalismo dell’ispettore e dall’altra la continua richiesta d’attenzione dell’insegnante.

Zeev, con le sue interferenze, offre alla polizia un diverso punto di vista per indagare e suscita il biasimo della moglie, quando lui, il novello scrittore, credeva di renderla orgogliosa con il suo progetto di scrittura.

Uno scrittore in erba che non riflette minimamente sul suo comportamento, non pensa alle conseguenze del suo sacro fuoco per la scrittura. Un’ingenua frenesia che non esclude di essere accorto per rimanere in ombra, rendendo le parole delle pesanti parole scagliate verso il prossimo che le legge.

La narrazione si dipana nel gioco delle parti e degli equivoci nel confessare un reato per scoprire le colpe di un delitto.

Avi appare come inebetito dalla vita e ancor più dal caso di scomparsa con il gran senso di colpa nel non aver immediatamente avviato le indagini.

Un essere frastornato dagli eventi che lo rende ben lontano dallo stereotipo di eroe tutto d’un pezzo, sicuro di sé. Egli è invece pieno di incertezze che lo portano ad esprimere il contrario di quello che pensa, con il risultato di confondere gli interlocutori. L’ispettore viene sopraffatto dall’empatia per gli accadimenti altrui, mentre i poliziotti non sono i genitori dei cittadini. Come il suo superiore, Ilana Liss, gli suggerisce per scuoterlo da questo sentirsi inadeguato alle indagini.

Anche il viaggio intrapreso da Avi a Bruxelles, nell’ambito degli scambi tra organi di polizia, sembra solo una parentesi senza alcuna importanza per la narrazione e invece rivela quanto l’ispettore si senta estraneo al mondo in cui vive.

Un fatalismo che viene preso in prestito dall’autore per introdurre il lettore al romanzo utilizzando la frase Ma, porca miseria, perché tutto questo d’avere una spiegazione? tratta da Giacomo il fatalista e il suo padrone di Denis Diderot.

L’ispettore Avi è compassionevole come Maigret, ma a differenza del commissario francese è schiacciato da dubbi sulle scelte da fare, vive un continuo disagio del vivere che lo porta ad evitare di entrare in conflitto con il prossimo, anche se silenziosamente rimane contrariato.

La complessa fragilità che Dror Mishani dipinge su Avi Avraham è da indagare con maggior attenzione, come promette la dicitura “Segue” che sostituisce la più consueta “Fine” come l’ultimo vocabolo del romanzo.

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03 Libri Dror Mishani La fatalità della scritturaTitolo: Un caso di scomparsa

Titolo originale: Tik Ne’edar

Autore: Dror A. Mishani

Traduttore: Elena Löwenthal

Editore: Guanda (collana Narratori della Fenice), 2013

Prezzo: € 18,00

Pagg.: 304

Disponibile anche in eBook a € 13,99

ISBN 9788860889614

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All’arrembaggio!

Lungo le coste della Maremma, più precisamente nella splendida isola d’Elba, ha inizio l’avventura del protagonista di questo romanzo, tale Cristiano D’Hercole, meglio noto agli studiosi di storia come il figlio del corsaro Sinan il Giudeo, cognato nonché braccio destro del famigerato pirata Khayr al-Din Barbarossa.

In uno stretto confine tra realtà e finzione abilmente intrecciate tra loro dalla penna di Marcello Simoni, ci troviamo trasportati a bordo delle galee corsare, tra una scorribanda e l’altra, alla ricerca di una reliquia misteriosa che potrebbe minare le basi della religione cattolica per un motivo che ovviamente non ci è dato sapere, ma che è un piacere scoprire pagina dopo pagina a fianco del giovane Cristiano, il cui destino è legato inevitabilmente al mistero.

“Rex Deus” è il nome di quella reliquia, un nome attorno al quale tutt’oggi aleggiano ancora molti dubbi irrisolti o avvolti nell’ombra, come spiega meglio l’autore nella nota finale, dove egli presenta inoltre una breve biografia dei vari personaggi presenti, fornendoci un piacevole approfondimento a lettura conclusa.

Le numerosi fonti storiche e tutti quei fatti realmente accaduti, così come tutti i protagonisti che ne presero parte, si rivelano un ottimo punto di partenza per un romanzo caratterizzato da molteplici colpi di scena e da un susseguirsi di battaglie sanguinose che delineano molto chiaramente la crudeltà della mente umana, non meno della sua avidità, quando essa è assetata di potere o di vendetta.

La figura del sopracitato Barbarossa, il temibile ammiraglio della flotta ottomana che per anni imperversò sulle coste mediterranee, conferisce ulteriore spessore a questa storia che di noioso ha davvero ben poco. Cristiano dovrà fare atto di sottomissione al pirata barbaresco per poter arrivare alla soluzione dell’enigma, stando bene attento a non rivelare le proprie intenzioni all’astuto corsaro, famoso in tutta la flotta per la sua indole spietata.

Piombino, l’Isola del Giglio, l’Argentario, Castiglione della Pescaia e l’Isola d’Elba vanno a fare da cornice a quanto narrato, uno sfondo perfetto di un’avventura per mare che aspetta solo di essere vissuta con il fiato sospeso, grazie al ritmo sostenuto che l’autore non ha risparmiato in nessuna pagina.

Reduce dalla vittoria del Premio Bancarella 2012 ottenuto grazie al successo del romanzo “Il mercante dei libri maledetti”, Marcello Simoni torna in libreria con questa nuova e avvincente avventura che in precedenza era stata pubblicata in versione ebook come “Rex Deus saga” divisa in cinque episodi. Il giovane autore è ormai un nome affermato nell’editoria italiana grazie al suo talento narrativo indiscutibile.

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00 Libri L'isola dei monaci senza nomeTitolo: L’isola dei monaci senza nome

Autore: Marcello Simoni

Editore: Newton Compton (collana Nuova narrativa Newton)

Anno: 2013

P. 329

Prezzo: € 9,90

Disponibile anche in eBook a € 4,99

Blog

http://blog.newtoncompton.com/l-isola-dei-monaci-senza-nome/

Una sua breve biografia è presente all’indirizzo della casa editrice:

http://www.newtoncompton.com/autori/s/marcello-simoni

oppure sul sito: http://it.wikipedia.org/wiki/Marcello_Simoni

 

Ritmi del narrare

Il nuovo romanzo di Maria Pia Ammirati LA DANZA DEL MONDO racconta l’inquietudine, la ricerca appassionata di un’autenticità, di una vita che vuole fondarsi, radicarsi con forza su una propria, essenziale verità. La protagonista è una trentenne in bilico tra due amori, due storie distinte e parallele vissute all’interno di un’esistenza stabile ma insoddisfacente. Tra le diverse prospettive, la pluralità di azioni e scelte che si presentano, Linda decide l’azzeramento, il ritorno a una condizione originaria, a un punto potenziale dell’essere. Un’azione radicale che mette a nudo le proprie contraddizioni, le paure e i desideri fino alla radice. Questa ricerca comporta un viaggio che, senza mete precise, diventa un errare e un errare si fa anche, inevitabilmente, errore, esperienza. Errare per essere. Linda volge il suo sguardo, la sua fuga al sud, perché le radici sono in basso, il viaggio è una discesa. Fuori da ogni cliché questo sud dell’anima si popola di personaggi dai contorni decisi, figure di dolcezza e dolore immerse nell’abbacinante luce meridiana. “La vita può essere una rovinosa sorpresa, un accidioso dilemma sospeso tra il restare e l’andare, tra il continuare e lo smettere.” La dicotomia crea un ritmo che diventa, nelle pagine di questo libro, la musica su cui danzano i personaggi nella più vasta coreografia del mondo. Ritmo che alterna voci luoghi e tempi della narrazione. Pulsione ontologica che trova l’essere di là dalla sua stessa soggettività. Qui le cose più semplici come l’amore, l’amicizia, la maternità o la paternità sembrano potersi fondare solo su uno strappo, un dolore necessario per essere, per darsi. Una rivolta profonda, integrale, passa per il corpo, la fisicità: ”Non ero riuscita a trattenere né l’uno né l’altro, le mie cavità fibrose si liberavano con sollecitudine, senza lasciare tracce. Il mio corpo non funzionava secondo natura. Si ribellava, alla natura.” Solitudine, perdita, perfino la violenza subita diventa il costo di una vita liberata, riformata dal suo interno, consapevole; così come il confronto con i fantasmi dell’infanzia diventa il prezzo della crescita, della maturità.

Una scrittura precisa, asciutta, senza enfasi o barocchismi, tesa fino allo spasimo ci conduce in un mondo il cui nervo è completamente scoperto e duole.

 

04 Libri La danza del mondo_copertina_piatta_foTitolo: La danza del mondo

Autore: Maria Pia Ammirati

Editore: Mondadori

Collana Scrittori italiani e stranieri

Pagine: 204

 

Prezzo: € 17,00

Disponibile anche in e-Book

ISBN 9788804624813