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Nascondersi dalla vita

Jens Jansen è un brand manager di una società svedese che opera nel mercato dei caschi per ciclisti nota come Helm Tech, un ruolo il suo che nella scala gerarchica dell’azienda è di tutto rispetto oltre che di non poche responsabilità. Jens Jansen però è anche un uomo che desidera sparire.
Non ha commesso crimini né ha mai meditato il suicidio ma, stanco di una vita di cui si sente vittima, egli decide che la cosa migliore da fare per il suo bene è dileguarsi senza lasciare tracce.

Un debutto dai temi forti quello dell’autore Lars Berge che con una visione estrema della vita da impiegato ha creato la trama di questo romanzo intitolato Ninja in ufficio.
Il protagonista rappresenta infatti una visione molto enfatizzata di quel desiderio di libertà che una buona fetta di lavoratori coltivano mal sopportando il loro status di forza lavoro alle dipendenze altrui. Pur ricoprendo un ruolo dirigenziale Jens Jansen è pur sempre un sottoposto che deve render conto a figure a lui superiori come l’amministratore delegato piuttosto che alla presidenza stessa e le responsabilità connesse al suo impiego (che tra l’altro lui scarica completamente alla collega) lo portano ad elaborare idee malsane come, appunto, sparire.
E quale è il posto migliore per nascondersi? Come molto spesso accade il luogo migliore per non farsi vedere è sotto gli occhi di tutti, ma in questo caso è meglio dire alle spalle di tutti, ovvero all’interno della struttura da cui proprio vorrebbe fuggire: il suo ufficio. Ed è così che si trasforma in un Ninja come a lui piace definirsi, un ninja che si muove sfruttando il controsoffitto e che trova rifugio in uno stanzino dimenticato.

Come anticipato le tematiche trattate dall’autore non sono certo leggere nonostante la trama relativamente semplice e di facile comprensione, ma il rifiuto che il protagonista oppone alle offerte lavorative che gli vengono proposte e quindi al futuro che gli si prospetta potrebbero al giorno d’oggi suscitare nei lettori diverse reazioni.
La prima potrebbe ad esempio essere la perplessità visto che con la crisi che attualmente colpisce il mercato del lavoro è difficile pensare a qualcuno che rifiuterebbe tanto a cuor a leggero delle possibilità di futuro così appetitose. Dopo questa prima reazione però e dopo una più approfondita lettura fin oltre la metà della storia, la linea guida seguita da Berge nella stesura del romanzo appare più chiara quando al protagonista si affianca un altro personaggio piuttosto bizzarro che decanta a gran voce la sua lotta al capitalismo e all’assuefazione al lavoro che subiscono i dipendenti.
Anche in questo caso però le visioni si rivelano essere forse troppo estreme sia per la società di oggi sia per coloro che dipendenti lo sono ma che difficilmente sceglierebbero soluzioni così drastiche come quelle prese dai personaggi.
Come si dice però “il mondo è bello parchè è vario” e quindi tutto è possibile ragion per cui alla fin fine nonostante le idee un po’ strambe dell’autore il romanzo è comunque di piacevole lettura e quelle risate assicurate che vengono enunciate in copertina si trovano qua e la, soprattutto per chi apprezza il cinismo.

Lars Berge forse un po’ cinico lo è ma essendo questo il suo primo romanzo non si può ancora dire con certezza quali siano i suoi “ideali”, certo è che l’autore deve essere un grande appassionato di cinema viste le frequenti citazioni di famosi film ma, soprattutto, ciò che sicuramente non gli manca è la fantasia.

 

04 Libri Ninja in ufficio

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Titolo: Ninja in ufficio
Autore: Lars Berge
Traduzione: Margherita Podestà Heir
Editore: Bompiani, 2014
Pagine:280
Disponibile anche in ebook
Prezzo: 18.00 €

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04 Libri Ninja in ufficio Berge_Lars

 

 

Sogno di una tanto desiderata Conversazione amorosa

Dialogo impossibile eppure vero e giocoso…
tra un uomo ricco di esperienza e ancora di ideali
e un bimbo immaginario e curioso… senza età.
Il figlio maschio desiderato
apparso e scomparso in un attimo… è un vuoto incolmabile:
quel figlio nato senza vita che avrebbe dovuto chiamarsi Siro.
Un mito che come tutte le cose perdute…
ritorna eterno nel sogno, più vivo e vero del vero.
Osiride Pozzilli, sindacalista e affabulatore nato,
padre amoroso di una bimba ormai grande di nome Elettra,
sente la necessità, fin da ragazzo, di tradurre le grandi emozioni
nella sintesi della parola poetica come talvolta…
nella gestualità immediata del segno pittorico.
Oggi, in una forma diversa, nuova per Lui,
che potremmo definire…prosa poetica dialogata,
il Pozzilli traccia cronologicamente, partendo dall’inizio,
l’intero percorso della propria vita e non solo:
un’esistenza vissuta e combattuta con passione,
sempre nel piacere inebriante del sociale.
Ma nella voglia di riassumere e ricomporre il tutto,
ad appagare la curiosità di quel bimbo amato,
nel quale Osiride ritrova gioie, dolore e sensi di colpa,
traspare il bisogno e la sete di ripercorrere un passato
che, in quanto tale, è sempre incredibile e fascinoso,
ricco di emozioni e di conquiste e inevitabilmente di rimpianti.
Un tempo ancora tutto da “ripassare” per comprendere qualcosa
che forse ci era sfuggita in tempo reale.
All’inizio il fantastico dialogo parte dal mistero del nome:
“Caro papà, perché ti hanno chiamato Osiride?”
E il padre risponderà fantasiosamente
evocando storie poetiche della mitologia egizia.
Ma le domande dei fanciulli si sa sono come le ciliege e…
“A proposito di poesia potresti leggermene una?”
Chiede ancora il bambino.
“Questa è la mia prima poesia scritta a quindici anni, nel 1959”.
Ogni anima ha un cuore
Ogni cuore ha una vita,
dolce è l’amore in natura beata.
Ogni verso ha una rima,
ogni vita ha un cammino,
breve è la vita ma lungo è il cammino.
Seduta su un monte, la morte ci attende,
alla fin del cammino ad ognuno ci prende.
Oh cuore dannato che m’ispiri tristezza,
oggi nessuno ha più tenerezza.
Io dico spesso: “la vita è”.
In questo dire c’è tutta la mia filosofia di vita.
Poi in un crescendo di domande e risposte tra padre e “figlio”,
passando per questa prima poesia matura e quasi profetica,
un susseguirsi di pagine della nostra storia, riaffiorano…
e si spiegano con naturalezza e amore
così come si apre, si spiega e vola una vela al vento.

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Layout 1Titolo: Bambino mio! Raccontami papà
Autore: Osiride Pozzilli
Editore: Aletti, 2014
Collana: Gli emersi narrativa

Pagine: 100
Prezzo: € 12,00 – Disponibile anche in e-book

ISBN: 8859118522
ISBN-13: 9788859118527

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L’estate nera del “Sacco di Roma”

“Il Sacco di Roma” è senza dubbio uno dei tanti fatti storici di rilievo che la nostra Capitale ha da raccontare. Avvenuto nel 1527 sotto il pontificato del Papa mediceo Clemente VII, il Sacco fu per il popolo romano un duro colpo non solo per via dell’occupazione imperiale ma anche per tutte le scorrerie che i lanzichenecchi (l’esercito dell’Imperatore Carlo V) perpetrarono a lungo per le vie e per le case della città.
Lo scrittore italiano Luigi De Pascalis ha ben pensato che su quest’avvenimento storico ci si potesse costruire un bel romanzo, dove la storia si tinge di giallo per i toni investigativi e di nero per la trama scelta.
“La morte si muove nel buio” parla di una serie di assassinii avvenuti all’interno di Castel Sant’Angelo nell’estate seguente il Sacco, dove le vittime principali furono il Cardinal Rangoni, porporato di peso all’interno della Curia, e il suo assistente personale Mario Barbaro.

E chi è il protagonista del romanzo? Nientemeno che l’artista, il musico, lo scultore, il pittore, l’orafo e soprattutto il “bombardiere”, come spesso qui viene chiamato, Benvenuto Cellini, un Fiorentino irruento, focoso, facilmente incline alla violenza e parecchio lascivo.
Durante l’attacco delle truppe imperiali Benvenuto fu tra i più combattivi in difesa del Papa sulle mura di Castel Sant’Angelo, tanto da uccidere addirittura con un colpo del suo broccardo il comandante imperiale Carlo Borbone (e se non fu per mano sua, sicuramente da uno dei suoi uomini). Quella notte però per il bombardiere iniziarono i guai, fu lì infatti che incontrò per la prima volta il colonnello Schertlin, avversario in guerra e in “amore”, se così sì può chiamare il loro rapporto con la bella cortigiana andalusa di nome Lozana. Nemici, dunque, le cui strade saranno però destinate ad incrociarsi nel corso delle indagini sui due assassinii in un disegno che nasconde ben più di quanto entrambi pensino.
Ma se Cellini è il protagonista che si muove per la strade di Roma, c’è un altro personaggio che si muove invece nel sottosuolo romano tra le rovine dimenticate dei tempi antichi, ed è Gregorio, un ex prete sfuggito per poco alla forca e nascostosi laddove nessuno andrà a cercarlo. Personaggio chiave all’interno della vicenda, Gregorio viene presentato dall’autore in modo alquanto misterioso rivelando a piccole dosi il suo ruolo all’interno del tutto.

Riassunta così la storia può sembrare semplice, ma letto per intero il romanzo si presenta come un’opera ben costruita che si pone molto al di sopra del comune prodotto commerciale.
De Pascalis oltre all’ambientazione ha curato molto attentamente anche il carattere e la dialettica dei suoi personaggi, adattandoli all’epoca in questione. Frequente è anche l’uso del dialetto del loro paese natio da parte di Benventuto, dei suoi compagni e dei suoi nemici.
Basandosi poi su fatti storici realmente accaduti non possono mancare tutti i protagonisti di quei giorni duri che segnarono Roma in modo indelebile. Sono presenti infatti personaggi come il Cardinale Pompeo Colonna, il Conte Morone (poi Vescovo e Cardinale), i Cardinali Armellini e Pisani insieme a tutti gli altri già sopra citati. Questo breve elenco vuole rafforzare l’idea che i contenuti di questo romanzo meritano attenzione, a maggior ragione del fatto che non volendo reinventare la storia l’autore ci ha tenuto particolarmente a costruire una trama solida che si adatta facilmente alla realtà senza alterarne troppo i fatti, con un risultato finale molto più che soddisfacente.

Se poi a lettura conclusa nascesse la voglia di approfondire la biografia di alcuni dei protagonisti le fonti non mancano affatto, prima tra tutti quella di Benvenuto Cellini.

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Libri La morte si muove nel buio 3944090Titolo: La morte si muove nel buio
Autore: Luigi De Pascalis
Casa editrice: Mondadori (collana Omnibus)
Anno: 2013
Pagine: 379

Prezzo: € 16,00

Disponibile anche in ebook con DRM a € 9,99

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Luigi De Pascalis è uno scrittore italiano già autore di numerosi romanzi e racconti, due volte vincitore del Premio Italia per la letteratura fantastica e più volte finalista di altri concorsi letterari. Le sue opere sono pubblicate anche in Francia, Germania e Stati Uniti.

 

La via verso se stessi

Millie è una giovane ragazza dal passato triste e burrascoso messa ai margini di una società che sembra non notarla. L’unica salvezza che lei vede a questo suo status è la finestra aperta del suo appartamento in fiamme che Millie non esita a cogliere “al volo”, anche se proprio quel volo ha degli esiti del tutto inaspettati. Che direbbe se al suo risveglio in ospedale le venisse offerta l’opportunità di ricominciare? Di rifarsi una vita?

Il signor Mike è invece un homeless con un passato da soldato. Qualcosa lo ha spinto a disertare dall’esercito fino a portarlo a vivere nel portone di un palazzo laddove altri senzatetto mirano ad avere il suo “comodo” angolino riparato. Qualcuno sembra riuscire a soffiarglielo e il Signor Mike si ritrova senza un luogo dove dormire e, peggio, con alcune lussazioni in varie parti del corpo. Penserebbe mai che una buon’anima gli si presentasse con una proposta di lavoro adatta alla sua persona?

Mariette è una moglie, una madre e, soprattutto, un’insegnante. Quel che è peggio però è che Mariette è stressata da un marito dittatore, dai figli menefreghisti e da alcuni alunni indisciplinati, talmente indisciplinati che uno di loro si prende uno schiaffo che lo fa cadere dalle scale, e a tirarglielo è proprio la sua maestra. Mariette ha raggiunto il limite e ha bisogno di cure per ritrovare se stessa. Si aspetterebbe forse di trovare molto di più in sé dopo queste cure?

Tre storie destinate ad incrociarsi in questo romanzo intitolato “l’Atelier dei miracoli” scritto dall’autrice francese Valèrie Tong Cuong. Un incrocio voluto da un benefattore di nome Jean Hart, un altro personaggio del libro e proprietario dell’Atelier, che si è posto degli obiettivi nella vita: rimettere in sesto gli altri e far riscoprire il proprio valore alle persone che lo hanno smarrito. Come tutti però anche lui ha i suoi misteri, i suoi scheletri nell’armadio, e l’autrice ha delineato per questo personaggio una personalità ambigua, a volte preoccupante, come se tutto ad un tratto il romanzo dovesse cambiare di colpo il corso degli eventi… come in effetti fa, ma a in modo forse imprevisto.
E i tre protagonisti? Anche per loro Valèrie Tong Cuong ha costruito un passato e un presente problematici, diversi per ognuno di loro ma simili nel destino che li accomuna, ovvero quello di ritrovare dei valori, dei principi di vita e una personalità che sembra scomparsa.
Ma per far ciò l’ostacolo più duro da superare è, come sempre, la verità, una verità che perseguiterà ogni protagonista fin dall’inizio della storia, compreso Jean che è poi la chiave di tutto.
I valori che l’autrice vuole esaltare in questo romanzo sono senza dubbio nobili, ma i mezzi utilizzati dal Centro di recupero per raggiungere certi obiettivi non sembrano del tutto “onesti”. La fragilità dell’animo umano è nota a tutti, ma Valèrie Tong Cuong vuole dimostrare come le vie e i risvolti che possono ridare dignità e amor proprio ad una persona siano a volte le più inaspettate. L’Atelier dei miracoli è un viaggio introspettivo nell’animo umano che ha lo scopo di analizzarlo fin nel profondo dove forse risiedono quelle risposte in noi stessi che a volte fatichiamo a trovare.
La domanda da porsi allora è: quale sarà mai il metodo utilizzato nell’Atelier?

Libri l'Atelier 9788867154821_latelier_dei_miracoli******************************

Titolo: L’Atelier dei miracoli
Autrice: Valèrie Tong Cuong
Edizioni: Salani (Collana Romanzo), 2014
P. 215
Traduttore: R. Fedriga

Disponibile anche in ebook
http://www.valerietongcuong.com/

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“Liberta’ va cercando ch’e’ si cara…”

Valerio Piccioni, scrittore e giornalista della Gazzetta dello Sport,
oltre ad aver “scoperto e raccontato il Mondo”
attraverso sei Olimpiadi, otto Tour de France
e cinque Giri d’Italia, dopo aver vinto il premio Saint Vincent
per memorabili inchieste antidoping
e dopo aver inventato, nel 2000, la Corsa di Miguel,
(che si ripete ogni anno portando a Roma migliaia di podisti)
pubblica oggi il suo quarto libro: un’opera che ci appartiene
e che leggiamo tutta d’un fiato con stupore e commozione.
Attraverso una scrittura fluida ed essenziale di forte impegno
Valerio Piccioni rievoca l’avventura di Manlio Gelsomini: maratoneta romano, medico chirurgo, partigiano e poeta…
che scriverà ad un tratto: “Dio, salva l’Italia!”.
Un giovane atleta entusiasta della vita che sarà infine combattente nella resistenza contro l’oppressione e la violenza nazifascista.
Romanzo vero, impostato e scritto magistralmente,
in un raro processo di immedesimazione,
che ripercorre e svela ferite aperte della nostra storia.
Partendo dal capitolo “identikit di un campione”
la vita di Manlio scorre veloce dall’inizio in un percorso esaltante
e ineluttabile che lo porterà ad un tratto lontano dalla madre,
dai compagni, dall’amata Elvira e lontano dallo sport
verso i terribili giorni di via Tasso
fino al tragico traguardo delle Fosse Ardeatine: 24 marzo 1944.
Trentasette anni sono pochi per una vita,
eppure Manlio Gelsomini seppe in così breve tempo
congiungere e conciliare con amore ideali irresistibili.
Ma un giorno, oltre la gioia di vittorie agonistiche, oltre gli affetti
e oltre la passione professionale, prevarrà l’impegno civile:
sogno di libertà irrinunciabile a costo della vita.

Attorno a quella di Manlio Gelsomini,
medaglia d’oro al valor militare alla memoria,
si intrecciano altre storie di protagonisti/e della lotta partigiana.
Vite eroiche come quella del torinese Luciano Lusana,
ex capitano del genio, già reduce della prima guerra mondiale,
che arrestato insieme a Gelsomini il 13 gennaio 1944,
muore sotto tortura “senza aver rivelato nulla”.
La sua storia rivive tra documenti e ricordi di Carla Capponi,
Rosario Bentivegna, Maria Teresa Regard e Carla Angelini
ma all’anagrafe di Roma, Luciano Lusana, nato nel 1895,
risulta deceduto il 19 gennaio1944 per:
“emorragia endoaddominale, ulcere, perforazione gastrica” .
Oggi, a distanza di settant’anni, in un clima di tragici riflussi,
la vita di Manlio Gelsomini, come quella di tanti compagni di lotta
ritorna limpida e folgorante nel racconto di Valerio Piccioni.
Storia esemplare che si fa testimonianza drammatica
nei documenti, nelle parole della madre di Manlio
e attraverso brani di quel diario che, miracolosamente,
sopravvisse dall’inferno di via Tasso.
Tracce indelebili che ricordano a noi poveri umani
quanto sia lunga e ardua la strada della libertà.

 

 

Libri Valerio Piccioni Liberta Manlio Gelsomini. Campione partigiano  9788865790748******************************

Titolo: MANLIO GELSOMINI
Campione partigiano

Autore: Valerio Piccioni
Editore: EGA-Edizioni Gruppo Abele, 2014
Collana: Le staffette
Prezzo € 14.00

ISBN: 8865790741
ISBN 13: 9788865790748

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Libri Valerio Piccioni Liberta Manlio Gelsomini. Campione partigiano  1004954_10203334800316506_176219316_n