Archivi categoria: Proposte Editoriali

Una sceneggiatura in stile post-post-romantico-surreale

Pare che certe remote scritture celassero, nelle parole sibilline del titolo,

il senso profondo e complessivo dell’opera.

Nelle quattro parole, che compongono il titolo di questa nuova sceneggiatura

l’autrice cela e svela due concetti indicativi.

Enigma: prima parola, terminologicamente e concettualmente arcaica e desueta. 

Sinonimo di mistero che promette climi inquietanti, atmosfere metafisiche

e attese dense di domande poeticamente sospese:

Enigma dunque che non si scioglie? Non è semplice a dirsi.

Questo è l’elemento inquietante, segreto e insolito della storia, che poi storia non è:

– L’enigma delle anime gemelle – potrebbe essere un sogno,

un sogno particolare che il risveglio non dissolve.

Probabilmente non tutti coglieranno questo essenziale dettaglio

dell’arcaica fiaba post-post romantica e attualissima di Lucia Gilli.

Ma non vorrei dire troppo e… passiamo al secondo concetto:

Anime gemelle. Utopica fantasia sempre più post romantica.

Chi mai oggi crederebbe di poter trovare l’anima gemella?

Chi mai la cercherebbe? In questo mondo ladro,

dove il valore di ogni cosa si misura e quantifica

in base al denaro che produce, si cerca ben altro.

Eppure l’autrice ci crede, ci crede davvero e lo si legge tra le righe.

Questa è la forza di Lucia Gilli, giovane donna fragile e fortissima,

candida, intraprendente, incredibilmente combattuta tra astratto e concreto

e forse… inconsapevolmente spregiudicata.

Creatura lieve che vediamo sintetizzarsi in un fumetto emblematico del nostro tempo.

Similmente, nella stesura, troviamo divertenti contrasti

che funzionano ritmicamente come piccoli colpi di scena.

Ad esempio, dopo un tenero dialogo, due innamorati,

guardandosi intensamente, si separano e mentre Lei si allontana…

lui, seguendola teneramente con lo sguardo fino all’ultimo istante, sussurra:

“E adesso come glielo dico che sono appena andato a letto con Morena?”

Altra particolarità di questa sceneggiatura fresca di stampa

è l’intenzione di offrirsi inizialmente ad un vasto pubblico in forma di lettura.

Il volume infatti, dietro misteriosa e bella copertina

vuole presentarsi anche come opera di narrativa, in una prosa molto stringata,

giocata tra veloci dialoghi, intense scene erotiche senza veli

ed asciutte descrizioni essenziali in forma didascalica.

In sintesi si tratta una storia irreale ma non impossibile che appare ed evolve

tra magici fondali teatrali e  sofisticati inganni da set cinematografico.

Luoghi o climi effimeri ed illusori dove tutto può accadere

e dove infine tra incubi, atroci dubbi, amplessi amorosi e allucinate attese,

il bene trionferà sul male, in un roseo e dorato lieto fine.

 

Lieto fine che come vedremo…non dissolve il sogno

né scioglie l’enigma inquietante della favola:

“La favola bella che ieri ti illuse, che oggi mi illude o Ermione”

così cantava cento anni fa Gabriele D’Annunzio

e sempre ritorna la fiaba in cui in fondo vogliamo ancora credere.

E dunque leggiamola questa candida storia intitolata:

L’Enigma delle anime gemelle: scritta con tanto amore da Lucia Gilli.

Su questo amore della scrivente…non ho dubbi e aggiungo che…

il clima fiabesco e innocente della storia mi ha ricordato

un incredibile successo editoriale del secolo scorso.

Subito dopo la fine della seconda guerra mondiale, a Milano,

i fratelli Del Duca, proprietari della già antica Casa Editrice Universo,

idearono e realizzarono un nuovo settimanale di “favole moderne”

che dopo aver attraversato trionfalmente varie generazioni

continua tuttora a stupire scettici intellettuali.

Lo chiamarono: GRAND HOTEL.

Non resta che augurare altrettanta fortuna al nuovo lavoro di Lucia Gilli

 

Layout 1

******************************

Titolo: L’enigma delle anime gemelle

Autore: Lucia Gilli

Prezzo: € 12,00

Dati: 2013, 160 p.

Editore: Progetto Cultura

******************************

 

Un gigante di marmo

Percorrendo il lungotevere in uno slargo intitolato, ironia della sorte, all’antifascista Lauro De Bosis si erge un obelisco di marmo alto più di 40 metri con una cuspide dorata; sulla sua faccia rivolta alla strada appare scolpita in grandi lettere la scritta “MUSSOLINI DUX”. È curioso pensare a come l’opera sia riuscita a sopravvivere alle varie epurazioni di simboli del Fascismo iniziate il 25 luglio 1943, forse si è salvata per le dimensioni ma è da notare come anche la scritta non sia stata intaccata da scalpellature o riempimento delle lettere. Comunque il monolite è sopravvissuto come gli edifici che lo circondano, ora Foro Italico, un tempo Foro Mussolini.

Il complesso ideato con finalità sportive ed educative venne progettato verso la fine degli anni Venti del ‘900 dall’architetto Del Debbio per incoraggiare i giovani alla pratica sportiva e militare legata agli ideali del regime e sin dai primi progetti era prevista l’erezione di uno o più obelischi.

La circostanza determinante avvenne nel 1927 allorché a Carrara, nella Cava Carbonera, venne rinvenuto un blocco di marmo, senza venature né fratture, di dimensioni non comuni, oltre 17 metri, ed il Consorzio dei marmi di Carrara propose di offrirlo al Capo del Governo; la proposta fu appoggiata da Renato Ricci, carrarese, responsabile dell’Opera Nazionale Balilla, reduce decorato della I Guerra Mondiale, importante gerarca e, come si diceva allora, squadrista della “prima ora”. L’ O.N.B. curava l’indottrinamento e la cultura fisica dei bambini e ragazzi dai 6 ai 18 anni articolati in varie fasce d’età: figli della lupa, balilla, avanguardisti, piccole italiane; aveva una salda e capillare organizzazione e molto seguito tra i giovani. Ricci decise di dedicare, a nome dell’O.N.B., il grande blocco trasformato in obelisco a Mussolini a decorazione del Foro allora in costruzione. L’opera era improba e tecnicamente complessa in quanto mai dalle cave era stato estratto un masso di tale misura, comunque fu isolato e tagliato con filo elicoidale, squadrato e preparato per il trasporto. Questo avvenne per una distanza di circa 10 Km. in discesa dalla cava al mare attraverso la “lizzatura”, termine tecnico che indica la discesa del blocco di marmo, inserito in una armatura di legno, trascinato da decine di buoi e trattenuto con funi da decine di operai; giunto al mare il monolite fu caricato su una specie di grande chiatta chiamata l’Apuano, progettata dall’Ammiraglio Pugliese e costruita dalla Regia Marina; dopo un complicato carico fu trainato da rimorchiatori a Fiumicino dove dovette attendere il massimo livello del Tevere in inverno per risalire il fiume fino alla Farnesina e qui rimase tre anni. Incaricati dell’erezione dell’obelisco furono gli architetti Costantini e Pintonello che iniziarono gli studi consultando anche la relazione di Domenico Fontana che per ordine di Sisto V innalzò l’obelisco su Piazza San Pietro.

Infine fu deciso di costruire una grande rampa in cemento e legno su cui fu fatto scorrere il monolite spinto da martinetti idraulici poi ruotandolo e depositandolo sul basamento nel frattempo costruito.

Le operazioni di montaggio si svolsero regolarmente poi intervennero squadre di operai per sistemare la cuspide in bronzo dorato, rifinire gli angoli e le facciate, intagliare la scritta, coprire il basamento con lastre di marmo. Il 4 novembre 1932, alla presenza di Mussolini, Balbo, De Bono, Ricci e di una folla di gerarchi, militari, autorità ed esponenti dell’ O.N.B., l’obelisco fu inaugurato insieme a parte del Foro.

Questa è la storia sommaria dell’obelisco di Mussolini ma per chi desidera una documentazione più approfondita è disponibile il libro di Maria Grazia D’Amelio dal pudico titolo L’Obelisco marmoreo del Foro Italico. Storia, immagini e note tecniche pubblicato da Palombi Editori.

Questa casa editrice, ormai pressoché centenaria, sin dall’inizio ha privilegiato la pubblicazione di opere relative alla città di Roma, alla sua storia, ai suoi costumi, ai suoi monumenti.

Il libro, di bella veste grafica e di circa 190 pagine, esamina in dettaglio le vicende dell’obelisco partendo dalla localizzazione e dall’inizio della costruzione del Foro, passa poi alla scoperta del grande masso, alla sua lavorazione in cava, al trasporto in terra, in mare, lungo il fiume fino all’erezione, anni dopo. Ogni passaggio è descritto con puntuale esattezza e grande professionalità dall’autrice che esamina, con dovizia di particolari, i dettagli tecnici delle varie fasi della lavorazione.

Circa metà del libro è costituita dall’Album Fotografico dell’Obelisco che fu commissionato all’Istituto Luce dall’ O.N.B e che in 83 foto b/n ripercorre la storia del monolite; l’album che appartiene all’archivio privato di Renato Ricci è costituito da 44 cartoncini e porta nella copertina il titolo “monolite mussolini anno X opera balilla”; altre immagini sono contenute negli archivi di persone od enti a diverso titolo coinvolti nell’operazione. Il libro è corredato da una ampia raccolta di carte d’archivio relative a vari carteggi, da una larga indicazione di fonti audiovisive, soprattutto di origine Luce, e da una amplissima bibliografia. Sono trascorsi più di ottanta anni, sono passati Mussolini, Ricci, Del Debbio, Costantini, l’O.N.B., il Fascismo; l’area circostante, molto degradata, non è più frequentata dai balilla ma dai tifosi diretti allo stadio ma l’obelisco, bianco ed imponente, sta sempre li, sopravvissuto agli eventi e consegnato alla storia.

 

copertina obelisco def.ok:Layout 1

******************************

L’Obelisco marmoreo del Foro Italico a Roma

Storia, immagini e note tecniche

Maria Grazia D’Amelio

Editore: Palombi

Pagine: 209, 196 ill.

ISBN 978-88-6060-232-9

€ 34.00

http://www.palombieditori.it

 ******************************

Preludio inverso – a sfatar leggende in poesia

Incontrare per la prima volta Mario Sandro Panico

dopo aver esplorato il suo mondo poetico iper-real-fantastico,

è sorpresa misteriosa in divenire.

Se leggere – PRELUDIO INVERSO – è uno spettacolo,

azione drammatica in cui l’autore è protagonista e narratore,

è perché Mario Sandro è essenzialmente un attore:

attore nato che rappresenta se stesso con arte passionale

in quella storia tragica e felice che, con qualche variante…

È STORIA UNIVERSALE.

La “visione” di questo libro è affidata all’estro di chi legge,

può colpire come dramma accecante della memoria

o materializzarsi in forma tragica barocca

scatenata in sequenza di scene tempestose

che sfumeranno poi in minore ai lati della storia.

Se un lettore per sua natura è attratto dal mistero.

leggerà facilmente nell’opera mariana

climi e drammi inquietanti in giallo e nero.

E mentre l’artista, in corsa senza freni,

esorcizza valanghe di dolore, di gioia e di follia

mettendo in gioco caparbiamente se stesso,

colpisce una innata eleganza narrativa che,

in assoluta libertà di parola,volge la tragedia in poesia.

Vivendo questa sfida all’ultimo sangue,

avventura catartica…in forma di lettura,

noi riusciremo con stupore a realizzar prodigi

a comprendere…e infine a disvelar l’arcano:

Questo – PRELUDIO INVERSO –

che si veste d’azzurro e si completa nell’opera dipinta

di Mario Sandro Panico da Recale

è il canto scatenato e giocoso di un artista felice…extrasensoriale.

 

04 Libri preludio in scheda copia 1

******************************

Mario Sandro Panico

Preludio inverSo

Presentazione di Paolo Di Paolo

Edizioni libreria Croce

Collana StilNovo

pag. 126

Euro 14,00

ISBN: 978-88-6402-000-0

******************************

04 Libri preludio in foto MARIO SANDRO web

Uno scomodo omicidio

In una notte di fine estate in una delle più belle spiagge di Cagliari, una ricca signora di nome Giulia Hernandez, appartenente ad una delle famiglie più influenti della città, viene trovata morta nella sua cabina orrendamente sfigurata a colpi di lama. L’unico testimone oculare in grado di fornire utili informazioni a riguardo, tale Nicola Pisano, ha pensato bene di sparire nel nulla con ben altri problemi in testa da lui ritenuti di maggiore importanza rispetto ad un omicidio. Il Capitano dei Carabinieri Martino Crissanti è costretto quindi ad affidarsi al suo acume per portare a buon fine le indagini, dare un volto all’assassino e consegnarlo alla giustizia.

Una trama semplice questa che contiene però ben più di quanto sembra. Il ritmo quasi ipnotico con cui scorrono le pagine crea un’atmosfera di quiete che avvolge il lettore, trascinandolo in una lettura veloce e carica di curiosità pur mantenendo i toni pacati scelti da Flavio Soriga. Notevole è in questo senso il contributo fornito dal profilo caratteriale dei vari personaggi che l’autore ha creato e disposto in equilibrio perfetto, altalenando personalità forti ad altre più umili e posate. E’ in mezzo ad esse che si pone Crissanti con la sua razionalità mista alla professionalità richiesta dal mestiere, oltre che ad un ottimo distacco emotivo che a volte sembra più timidezza, e sottolineo “sembra”, se non addirittura timore reverenziale, nei confronti di alcuni soggetti con cui si trova ad avere a che fare nel corso delle indagini di questo scomodo assassinio.

Nei romanzi di genere noir capita spesso che il filone principale della storia venga a tratti accantonato per concentrarsi brevemente su personaggi secondari che, apparentemente, sembrano avere pochi legami con quanto fin lì narrato. Personaggi le cui vicende si avvicinano pian piano alla trama centrale e che, una volta svelato e compiuto il loro ruolo all’interno di essa, vengono riconsegnati al loro ignoto destino. Metropolis rappresenta appieno questo concetto con varie comparse che poco alla volta entrano ed escono dalla storia con colpi di scena per nulla scontati, utili solo ad aumentare nel lettore i quesiti sull’identità segreta dell’assassino.

Le indagini svolte analizzano la vita tutt’altro che facile di una vittima che attribuiva ai soldi ben poco valore rispetto a ciò che invece i legami affettivi potevano offrirle, legami molto numerosi che ostacoleranno non poco le ricerche di Crissanti. I vari spostamenti per la capitale sarda che porteranno il Carabiniere ad incontrare gli amici e i conoscenti della povera Giulia offrono al lettore la possibilità di conoscere una città raccontata con le parole e con gli occhi di chi ci ha vissuto e che la conosce fin nel profondo. Soriga mette da parte l’immagine turistica di Cagliari ridisegnandola come la metropoli che in realtà dovrebbe essere, con le diverse classi sociali che la popolano e che la vivono, la cui distinzione tra di esse evidenzia ancora quel concetto di equilibrio sopra espresso e che ben si sposa con questo romanzo.

Dopo Neropioggia pubblicato nel 2004 l’autore sardo, volto ormai noto anche in tv, torna a narrare le avventure del Capitano Crissanti, senza per fortuna creare legami con il precedente romanzo tali per cui la lettura di Metropolis risulterebbe difficoltosa per chi ha deciso di partire da questo libro. Per chi ancora non lo conoscesse la sua biografia e le sue opere sono consultabili sul suo sito ufficiale.

*********************************

04 Libri Metropolis Flavio Soriga 4527227_0Titolo: Metropolis

Autore: Flavio Soriga

Editore: Bompiani (Collana Narratori Italiani)

Pagine: 256

Prezzo: 17,00 euro

Anno prima edizione: 2013

ISBN: 45272271

Sito web

*********************************

 

Una pericolosa eredità

Lo scrittore egiziano Ahmed Mourad con Polvere di diamante, sua seconda prova letteraria, affronta non solo il complesso rapporto tra egiziani musulmani e ebrei, ma soprattutto l’idea di giustizia e la vita stessa in una Cairo dai forti contrasti, sullo sfondo di una sessantina d’anni di storia, dalla presidenza Mohammed Naguib degli anni ’50 ai nostri giorni, con l’ingombrante presenza dei militari.

Una presenza quella dei militari che ha influenzato la quotidianità dell’Egitto dove il golpe nasseriano ha reso controllore di chi doveva essere accettato come membro della comunità e chi era invece bollato come traditore e nemico.

I governanti che si sono succeduti dopo Mohammed Naguib hanno operato nella paranoia dei nemici che tramano nell’ombra, revocando le libertà personali per consolidare il potere, ma dietro ai diversi personaggi è sempre e solo l’esercito a tirare le fila, imponendo alle persone “a udire un solo tipo di melodia …”, come nel Caffè dei misteri di Naghib Mahfuz, dove il narratore che ha una sua opinione, osservando gli eventi, lascia che tutto inevitabilmente prosegua come deve continuare. Gli eventi scorrono fuori dal caffè, nelle vie cairote tra le tragiche scelte nazionalistiche e la ricerca di ruolo guida per l’Egitto nel mondo arabo.

Leggendo Ahmed Mourad si percepisce l’idea di narrazione fortemente legata ad un luogo che, come nei libri di Naghib Mahfuz e Ala Al Aswani, .può essere un caffè o un palazzo, magari un intero quartiere dove si intrecciano le vite delle persone, ma quello che fa Mourad rende consequenziali le azioni dei singoli sull’esistenza di molti altri.

In una piazza i giovani si incontrano, ragazzi e ragazze si lanciano messaggi come avveniva nella provincia italiana, non solo meridionale, di trenta/quarant’anni fa, e si affacciano le abitazioni di un politico affarista, di un alto funzionario di polizia e il palazzo che ha visto giorni più gloriosi, ma riesce ancora a custodire la vita degli inquilini; è la morte di uno in particolare che fa entrare nel vivo della storia dove il mistero della Polvere di diamante comincia a dipanarsi.

Il padre paraplegico di Taha viene massacrato in casa, un’immobilità che lo costringeva su di una sedia a rotelle per una malattia, che passando le giornate tra i ricordi di ex insegnante e l’hitchcockiano scrutare dalla finestra la vita dei vicini. Spiare la vita della piazza con il binocolo, insinuandosi nei vizi e anche nelle scorrettezze dei frequentatori, forse è la causa del suo assassinio o forse bisogna indagare nel suo passato, di certo la Polizia non trova alcun indizio, ormai impegnata a contenere le manifestazioni e proteggere i corrotti potenti, più che affermare la legalità.

Taha, nel rinvenire tra le sue carte un libricino, scopre un padre che ignorava e che involontariamente gli lascia una scomoda eredità.

Tutta la storia è una pennellata sulla società, con le sue ipocrisie, che non ha subito forti cambiamenti in decenni di repubblica, il grosso lo aveva fatto la monarchia guardando al futuro, ma trova dei rallentamenti nelle descrizioni stereotipate dei personaggi femminili.

Le problematiche sociali e le prospettive politiche fanno capolino in un crescente senso d’insicurezza che alcuni personaggi del libro esternano per l’inattività della Polizia impegnata più a eludere possibili accuse di infrangere i diritti che difendere i cittadini.

La matassa del mistero sarà sbrogliata, ognuno per suo conto, da Taha e Sara, l’affascinante vicina di casa e blogger a caccia d’inchieste sulla moralità, così tra i veleni e le oscurità della polvere di diamante la corruzione s’insinua lentamente nella vita egiziana come una letale serpe, rivelando il danno causato solo quando è troppo tardi.

Attraverso il racconto si tratteggia l’Egitto alle soglie della destituzione di Mubarak e, nel “vecchio” come nel nuovo, le prospettive appaiono pessimistiche per l’autore. I “potenti”, dopo migliaia d’anni, hanno acquisito una capacità natatoria che gli permetterà di rimanere a galla in ogni marea di cambiamento. Nell’Egitto descritto da Ahmed Mourad non basterà far scomparirne uno o due prepotenti: in qualsiasi situazione politica, sono numerosi e altri sono in attesa di prenderne il posto, in un paese musulmano che non ha archiviato le sue ritualità scaramantiche dai Faraoni in poi e che è in cerca una via laica di democrazia.

**********************************

04 Libri Ahmed Mourad Una pericolosa ereditàTitolo: Polvere di diamante

Titolo originale: Tourab al-mass

Autore: Ahmed Mourad

Traduttore: Barbara Teresi

Editore: Marsilio (Farfalle / I GIALLI), 2013

Prezzo: € 18,50

Pagg.: 384

Disponibile anche in eBook a € 13,99

ISBN 978-88-317-1561-4

****************************************