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“Giallo” gladiatore

In un torrente vicino Spilimbergo – riva destra del Tagliamento, luoghi che a Roma conosce solo chi ha fatto il militare – viene trovato il cadavere di un uomo, tale Vito Calegaro, pensionato. È stato ucciso con una pistola calibro 9 lungo. Iniziano le indagini, coordinate da Polizia e Carabinieri e quello che sembra un delitto passionale si rivela un vespaio. Chi era realmente questo pensionato? Ha un fratello e una sorella anziani quanto educati e reticenti, ma quella è la facciata: i tabulati telefonici, le testimonianze di un pregiudicato triestino e l’incrocio dei dati rivelano un quadro inquietante e complesso, dove ex miliziani croati e piccola delinquenza frontaliera gestiscono a mezzi un discreto ma lucroso traffico di droga e immigrati clandestini. Il Friuli povero della Guerra Fredda e del Terremoto è diventato prima il ricco e produttivo NordEst, ora con la crisi ripiega su se stesso sfruttando i nuovi traffici balcanici. È una zona di frontiera, dove la Guerra Fredda ha suggerito per anni forme di sopravvivenza che dagli anni ’90 in poi si sono invece evolute a modo loro: ex-partigiani riciclati nella Gladio e poi in busta paga dei malavitosi slavi del dopo Tito; dignitose comunità locali arricchite o impoverite dall’immigrazione e dal traffico frontaliero; piccoli delinquenti a cavallo di frontiere prima chiuse e poi inesistenti. In modo analogo e simmetrico, tagliagole croati arruolati nelle milizie nazionaliste si riciclano come mafiosi locali. Sarà compito degli investigatori  cercare di ricostruire il mosaico, che avrà una soluzione inaspettata grazie alla testimonianza casuale di due ragazze. Ma non è una storia criminale, visto che il secondo strato, più profondo, rimanda a Gladio, quella organizzazione paramilitare creata per la Guerra Fredda e poi smantellata con discrezione negli anni successivi. Questi anziani inoffensivi facevano in realtà parte dell’organizzazione, anzi addirittura di quella “autonoma”, addetta alle operazioni speciali, alle quali si accenna in modo vago: gli stessi gladiator conoscevano solo gli agenti di collegamento e nulla dovevano sapere dei livelli più alti. Sicuramente l’autore di questo libro – un giornalista romano profondo conoscitore di quelle zone – ha messo insieme un mosaico di storie (vere o verosimili non importa) e d’informazioni riservate ma ormai stagionate e non più scottanti. Ne esce però un quadro ben diverso della sonnolenta vita di provincia che uno si aspetta girando da quelle parti. Molte le ricostruzioni d’ambiente e i quadri di genere (il circolo della pesca è un pezzo d’antologia); buone le scene di questura, dove gli inquirenti la sanno lunga ma riescono ancora a sorprendersi. Faticosi ogni tanto i dialoghi, dove s’indovina il dialetto sotto un formale e scolastico tagliàn . In più, c’è una certa sproporzione fra alcune parti del romanzo, ora troppo descrittive, ora slegate dall’azione principale. Ma trattandosi di un’opera prima di narrativa, nessuno è perfetto.

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Libro Gladiatore Omicidio di un 'gladiatore' nella Destra Tagliamento 3978440Titolo: Omicidio di un “gladiatore” nella Destra Tagliamento
Autore: Gianluca Scagnetti
Editore: Pubblicato dall’Autore
Prezzo: € 22,00

Collana: La community di ilmiolibro.it

Gialli – Noir
1a edizione 2/2013
Formato 15×23 – Copertina Morbida – bianco e nero
386 pagine
Prezzo edizione digitale formato Kindle: € 3,92
include IVA (dove applicabile) e il download wireless gratuito con Amazon Whispernet

Isbn: 9788891039729

http://www.fisicamente.net/MEMORIA/index-183.htm

 

Due libri da leggere: non da raccontare

Sono sempre più convinta che scrivere sia un lavoro durissimo.

Una bella maratona che, oltre alla padronanza della lingua,

per rendere al meglio le mille sfumature del pensiero,

richieda impegno civile, coraggio e passione.

Di fatto ogni autrice o autore che, tramite la mediazione dell’editore,

pretenda di rendere pubblico il proprio lavoro e le proprie idee

deve essere consapevole di assumere un ruolo impegnativo

nell’ambito della comunicazione e dell’informazione.

Indipendentemente dal genere letterario prescelto:

narrativa o poesia,indagine storica, saggistica o teatro,

lo scrittore, che inevitabilmente racconterà se stesso e il proprio tempo,

non può ignorare che la letteratura ha sempre una  funzione sociale.

Inoltre, come dico spesso a giovani d’ogni età che seguono corsi di scrittura:

“L’impegno civile è elemento vitale e incandescente,

struttura portante indispensabile perché un’opera possa affermarsi

e durare nel tempo e dunque: scrivere è assunzione di responsabilità.”

Come prova esemplare di questa premessa nella quale credo profondamente,

segnalo due libri di narrativa, freschi di stampa, presentati a Roma in questi giorni

da Maria Rizzi nell’ambito degli incontri dell’I.P.L.A.C. (Incontri Per La Cultura)

 INTERVISTA CON L’ASSASSINA – DI SIMONA RENZI

 (QULTURE EDIZIONI)

PRIMA CHE CALI IL SILENZIO – DI LAURA SCANU

 (LAURA CAPONE EDITORE)

Si tratta di storie importanti e necessarie, opere di denuncia

firmate da due donne che queste scelte le hanno fatte

portando avanti con bravura argomenti difficili di tragica attualità:

LA VIOLENZA DOMESTICA SULLE DONNE E LA PEDOFILIA.

Non dirò di più per vari motivi, principalmente ritengo che…

questi libri, pervasi di grandi emozioni, siano da leggere e non da raccontare,

tanto meno da riassumere e commentare. Sarebbe riduttivo.

In sintesi:Storie del nostro tempo per due scrittrici diverse eppure simili

al dimostrare come la forma stessa, elemento determinante nella scrittura,

possa acquisire bellezza, intensità e rigore, tramite la forza dell’argomento,

l’onestà e la passione.

 

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Libri DUE LIBRI DA LEGGERE Prima che cali il silenzio di Laura Scanu Titolo Intervista con l’assassina
Autore Simona Renzi

Editore Qulture Edizioni (collana Narrativa Q)
Dati 2012
Prezzo € 10,00

 

 

 

 

 

 

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Libri DUE LIBRI DA LEGGERE Intervista con l’assassina di Simona RenziTitolo: Prima che cali il silenzio
Autore: Laura Scanu

Editore: Laura Capone Editore
Anno: 2012
Prezzo € 7,99
90 pagine (edizione cartacea)
Isbn: 9788897226208

 

 

 

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Folli i mie passi

Strano libro, simile per alcuni versi al Meraviglioso mondo di Amélie. Una bambina figlia di circensi si innamora a due anni di un lupo che il circo porta al seguito e da quel giorno scappa sempre, inventandosi sempre nuove identità e divertendosi a ingannare poliziotti e assistenti sociali. Quando i suoi genitori sono licenziati dal circo, il padre diventa becchino comunale, la madre fioraia e lei finisce in collegio, dove comunque riesce a sopravvivere. Come? Semplicemente creandosi un mondo parallelo. Avrà per alcuni anni un marito – un giovane rampollo di una dinastia di notai che invece vuole fare lo scrittore a Parigi – per poi avere anche un amante (un violoncellista) e provare l’estasi per l’Omone (Bach e la sua musica). Poi farà la comparsa e poi l’attrice, diventando quello che gli altri vogliono sulla scena, ma nel privato interpretando sempre il mondo a modo suo. Rimane infatti sempre un’autodidatta, contraria ai luoghi comuni e alle frasi fatte, e soprattutto incapace di fare qualcosa che non vuole o non vuole più fare. Il finale a quel punto non può essere che aperto. La prosa – una bella prosa francese ben tradotta – è inevitabilmente ellittica, salta periodi esistenziali e sintattici per lasciare al lettore il piacere di indovinare i pezzi mancanti. Spesso non capiamo all’inizio di una scena – l’amante segreto può essere un acero nel cortile del monolocale parigino – ma alla fine la prosa raggiunge sempre quel livello quasi poetico che manca a tanti romanzi. Questo perché questa eterna bambina vede il mondo con i suoi occhi.

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Libri Folli i miei passiTitolo: Folli i miei passi

Titolo originale: La folle allure (Gallimard, 1995)

Autore: Christian Bobin

Traduzione: Maddalena Cavalleri

Edizioni: Socrates

Collana: Paesi, parole

Pagine: 108

Formato: cm 13,3 x 20,5

Legatura: Brossura

Prezzo: € 10,00

Pubblicazione: Maggio, 2013

in coedizione con AnimaMundi Edizioni

ISBN: 978-88-7202-058-6

Ebook: € 5,49

 

 

 

 

Extraterreni: 26 giugno 2013, ore 18

Valeria Paniccia fa tesoro della serie televisiva Extraterreni che ha scritto e condotto per RaiSat Extra, trasformandolo in una guida che si legge come un romanzo, un invito alla pratica di un turismo insolito e suggestivo: passeggiare in quei luoghi che i più tendono a rimuovere, i cimiteri, città senza tempo.

Dal Père-Lachaise di Parigi al Monumentale di Milano, dalle Porte Sante di Firenze all’Acattolico di Roma, dal San Michele in Isola di Venezia all’Hollywood Forever di Los Angeles, dalla Certosa di Bologna al Novodevichy di Mosca, dal Monumentale di Torino allo Staglieno di Genova, fino al Verano di Roma, ai sepolcreti zen di Tokyo e a quelli napoletani, l’autrice percorre un viaggio straordinario in compagnia di virgili eccellenti: Massimo Cacciari, Margherita Hack, José Saramago, Giorgio Albertazzi, Gae Aulenti, Pupi Avati, Giovanni Sartori, Toni Servillo, Piero Chiambretti, Don Ciotti, Demetrio Volcic, Gabriele Muccino, Gabriele Lavia, Oreste De Fornari, Cesarina Vighy, Franco Cordelli, Fiora Gandolfi Herrera e tanti altri che hanno conosciuto, o solo amato per affinità, «i grandi sepolti».

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Libro Passeggiate nei prati dell'eternità di Valeria Paniccia_coverPASSEGGIATE NEI PRATI DELL’ETERNITA’
di Valeria Paniccia
il libro verrà presentato
Mercoledì 26 giugno 2013, ore 18
Teatro Argentina – Sala Squarzina
Largo di Torre Argentina, 52 – Roma

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Titolo: Passeggiate nei prati dell’eternità
Autore: Valeria Paniccia
Editore: Ugo Mursia Editore
Pagine: 308
ISBN-10: 8842552267
ISBN-13: 9788842552260
Prezzo: € 18,00

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Dove porta il dolore

Commentare questo romanzo non è semplice perché c’è il rischio di trasformare il vero senso del libro in banali commiserazioni nei confronti dell’autore/protagonista, forse inutili in questo contesto.

Lorenzo Amurri, l’autore appunto, è tetraplegico dall’età di ventisette anni (oggi ne ha quarantadue) in seguito ad un grave incidente accadutogli durante una sciata con la fidanzata Johanna, quando un pilone si è materializzato sul suo percorso in un momento di distrazione causandogli gravissimi danni alla colonna vertebrale e paralizzandolo dal petto in giù.

Egli ci racconta in queste pagine autobiografiche la sua “seconda vita” iniziata quella tragica mattina. Dal dolore fisico patito inevitabilmente al risveglio a quello psicologico che è sopraggiunto nel momento di presa coscienza di ciò che è avvenuto, Amurri ci espone per filo e per segno ogni suo più intimo pensiero avuto in quel primo lungo periodo, compresa una cronaca dettagliata della fase di riabilitazione e di reinserimento nella società al termine del ricovero.

Il fiume di parole che egli riversa nel romanzo è travolgente, non tanto per il possibile coinvolgimento emotivo che può crearsi in quanto esseri umani (tendenzialmente sensibili), ma soprattutto per la carica che si cela dietro quelle parole e in chi le ha scritte. Le pagine sono piene di scoperte ovvie o di cose logiche sulla vita di un tetraplegico che però difficilmente balzano alla mente di chi non ci è dentro veramente, cose che l’autore dipinge perfettamente senza tralasciare nulla.

Come detto in precedenza oltre al dolore fisico l’altro grosso trauma di Lorenzo è stato quello psicologico, dovuto alla graduale consapevolezza di tutte quelle cose a cui egli si è visto costretto a dover rinunciare, sopratutto ad alcune passioni che, per alcuni impedimenti fisici inguaribili, non potrà più praticare. Un uomo di mondo abituato a viaggiare, girare e scoprire luoghi lontani, come lui racconta di essere stato fino a quel momento, si ritrova nella posizione di dover rivedere la sua vita partendo dal presupposto, o forse più dalla convinzione, di non poter far più nulla di tutto ciò che aveva fatto prima.

Amurri non ha dovuto intraprendere solo una lotta per superare le barriere fisiche, ma anche una dura battaglia contro se stesso, unico vero ostacolo da superare, per prendere ciò che di meglio gli stava intorno e da li ricominciare a vivere.

Molti di questi aspetti erano però difficili da accettare per il protagonista, che si ritrovò molto spesso dinanzi a quel pensiero che mai si dovrebbe fare, ma che nella sua situazione egli vedeva scioccamente come unica via d’uscita, nonostante gli aiuti ricevuti dalle persone a lui più vicine, prima tra tutti la fidanzata.

Egli oggi è qui per raccontarci tutta quella traumatica esperienza vissuta di cui ancora porta segni incancellabili, e di come è riuscito a superare le difficoltà e a ritrovare se stesso. Trattenere il respiro come è accennato nel titolo è inevitabile perché il sorprendente carisma artistico di Amurri ci porta a condividere tutti quei momenti insieme a lui.

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Libro Dove porta il dolore

Titolo: Apnea

 

Autore: Lorenzo Amurri

 

Editore: Fandango libri

 

Anno: 2013

 

Pag. 251

 

Disponibile anche in ebook

 

 

 

Libro d’esordio per l’autore che per il momento non dispone di un sito ufficiale. E’ però disponibile

 

un blog all’indirizzo http://tetrahi.blogspot.it/ e un’intervista fatta da Daria Bignardi durante la sua

 

trasmissione all’indirizzo http://www.la7.it/invasionibarbariche/pvideo-stream?id=i657017 che

 

suggerisco di vedere a lettura conclusa.