L’America di Trump si mostra a duro muso al G20 a Baden-Baden, dopo aver negato alla Casa Bianca la stretta di mano alla Cancelliera Angela Merkel, sia per maleducazione o forse solo per un’incipiente sordità, esprimendo tutta la sua contrarietà al libero commercio, alla salvaguardia dell’ambiente e all’accoglienza dei profughi.
Intorno a Donald Trump si sta avvolgendo non solo un’atmosfera di diffidenza, ma anche di gelo per i suoi comportamenti imprevedibili, ma che rispecchiano l’animo più semplice di una provincia incline ai complotti e al dare la colpa ad altri.
In Giappone Trump mette a dura prova le capacità degli interpreti nel tradurre il “trumpese”, mentre con il premier australiano tronca un colloquio telefonico, programmato di un’ora per ridurlo a 25 minuti, perché trovava sgradevole dover discutere sull’accordo raggiunto non solo sui temi del commercio transpacifico con l’amministrazione Obama, ma soprattutto per l’accoglienza negli Stati Uniti di 1250 rifugiati attualmente stipati in centri di detenzione sulle isole Nauru e Manus in Papua Nuova Guinea.
Sulla migrazione l’Amministrazione Trump si sta muovendo come un elefante frustrato, trovandosi a fare i conti con la Democrazia e le Leggi statunitensi e così, dopo la bocciatura del primo Ordine esecutivo, ci prova dando il via a rastrellamenti per espellere gli indesiderati e ad un secondo Ordine. Deportazioni di chi è non solo giudicato, ma anche sospettato di un crimine. Niente di eccezionale allontanare chi ha commesso dei crimini, ma tra le maglie della polizia sono rimaste impigliate anche le madri di famiglia accusate, per garantire un futuro ai figli, di essere entrate negli Stati uniti di nascosto.
Poi il tronfio presidente rinforza la sua posizione con due nuovi decreti emanati dal ministro della Sicurezza Interna, John Kelly, per regolamentare l’espulsione dei migranti senza documenti, mettendo a rischio la permanenza negli Usa della metà degli 11 milioni di stranieri.
Per evitare altre sgradite invasioni nel territorio statunitense sarà potenziata la barriera sul confine messicano con una nuova Muraglia, fissando i parametri per gara d’appalto della
barriera con un’altezza di 9 metri e di 2 di profondità, difficile da scavalcare o da tagliare ma dalla struttura “esteticamente gradevole” tanto da essere battezzato il Muro meraviglioso.
L’Amministrazione statunitense ha esultato davanti ai recenti dati economici relativi all’Occupazione, con la creazione, a febbraio, di 235mila nuovi posti di lavoro, oltre le aspettative di Trump stimate in 190mila unità, e con la disoccupazione scesa al 4,7%.
Stimolare l’industria fossile, mentre riduce del 21% la spesa discrezionale del dipartimento dell’Agricoltura (Usda), evidenziando la sua avversione allo sviluppo rurale la cui economia non se ne avvantaggerà. Smantellare, con l’ennesimo Decreto esecutivo, le politiche ambientali della precedente amministrazione per una ripresa selvaggia dell’estrazione del carbone, accertati gli alti costi e l’automatizzazione, che può offrire altre opportunità lavorative.
Il Presidente dal ciuffo ribelle lo aveva annunciato che avrebbe messo mano al bilancio federale ed ecco ingenti tagli a cultura e cooperazione, aumentando la spesa per la sicurezza, aveva anche promesso di abolire l’ObamaCare, ma Trump rimane sconfitto, per l’obiezione dei deputati anche repubblicani che la considerano poco incisiva o troppo scardinante, nel primo tentativo di permutare la riforma sanitaria della precedente Amministrazione.
Ora Trump, dopo lo schiaffo ricevuto, si agita e inveisce contro tutti, ma non se la prende con se stesso, offrendo un’immagine poco presidenziale della sua incompetenza.
Un Elefante “frustrato” che dovrà affrontare una prova ardua nel proporre il suo piano di taglio alle tasse agli eletti repubblicani pronti a giudicarlo poco incisivo agli esponenti della destra conservatrice o irragionevole dai moderati.
Certo è difficile anche per un elefante vivere con un grave boicottaggio, sospeso come una lama sulla testa, dei suoi stessi affiliati.
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