Il degrado a pochi passi dal centro potrebbe diventare un ricordo per l’area di Porta Portese. Con il nuovo progetto di riqualificazione, per una spesa di 11 milioni di euro, si interviene principalmente nella zona fuori delle Mura, ma si lascia nello sciattume la parte che si affaccia sul complesso del san Michele in perenne recupero. Diverse sono le trasformazioni della zona di Porta Portese nel corso dei secoli. Attracco per le mercanzie al tempo dei romani. Sin dal ‘400 si costruivano le navi della flotta pontificia e poi scalo ferroviario, sino all’odierno mercato e nel futuro anche un Museo antropologico del Tevere. L’area coinvolta nell’intervento è ampia e non ridisegna solo il mercato domenicale, cercando di attenuare le condizioni di reclusione degli abitanti nei propri appartamenti, ma anche Ex-Gil, l’antistante cinema Sacher, la piscina comunale e il cinema Induno. Una riqualificazione che si abbinerà, dopo interminabili anni di lavori, con il recente recupero del Palazzo degli Esami. Un’attenzione particolare dovrebbe essere data al quadrilatero (via Ippolito Nievo, Ettore Rolli, Parboni e Bargoni), in prevalenza di uffici, dall’abbandono notturno e alla viabilità di via Bargoni con l’asilo nido e le presenze murarie nello spartitraffico centrale che si trasforma in acquitrino quando piove. La fanghiglia non è un fenomeno circoscritto alle zone occultate da palazzi in ordine sparso, edificati su di una zona ricca di presenze archeologiche, ma si palesa anche nelle strade di grande viabilità. Più che un classico regalo pre-elettorale una promessa per la sistemazione di una zona congestionata e senza regole di sosta, per affrancare gli abitanti della zona dalla settimanale reclusione domiciliare e migliorare gli standard di sicurezza. Una promessa che si fa largo nella zona meno abitata: prendo le mosse dal piazzale Portuense con lo smantellamento dell’Autoparco della Polizia municipale di viale delle Mura Portuensi, attaccando la struttura principale identificata nell’hangar che Hitler regalò a Mussolini per il suo idrovolante sul lago di Bracciano e traslocata nell’attuale sito nel dopoguerra. Un capannone che sarà inglobato nel futuro centro di settemila metri quadrati, più cinquemila di spazi aperti, per le arti visive e spettacolo, le residenze per artisti e l’area ristorazione. Sono passati sei anni da quando l’Assessore al Patrimonio Claudio Minelli firmò per l’Amministrazione capitolina un protocollo d´intesa con il Centro Rialto Sant’Ambrogio per l’assegnazione della gestione della struttura. Nelle vicinanze il complesso settecentesco dell’ex Arsenale Pontificio è in attesa di ospitare mostre e attività culturali, con un progetto che risale al 2004 e uno stanziamento iniziale di 750mila euro. Nel 2011 è stato stanziato un 1.120.796,68 euro per il “restauro e il recupero funzionale del sito dismesso dell’ex Arsenale Pontificio”. Ora l’ex Arsenale Pontificio, svuotato dalle diverse attività commerciali, attende ulteriori passi della Soprintendente statale per i Beni architettonici, il paesaggio e il patrimonio demoetnoantropologico di Roma per renderlo fruibile se, come attesta il cartello collocato sul cancello di uno degli ingressi, sono stati rispettati i tempi della presunta conclusione dei lavori nel mese di novembre del 2012. Di fronte, con delle risonanze architettoniche dell’Arsenale, è stato edificato il supermercato OnePrice, facendosi spazio tra due testimonianze edilizie di altri tempi e svettando sui precari box di rivendita degli accessori automotociclistici. Un mega progetto nel quale non si fa cenno al recupero delle Mura nel tratto dalla rotonda di largo Toja, per la quale si sono stanziati 900mila euro per la sistemazione, sino al ponte Sublicio. Forse è poco appariscente e remunerativo trasferire i due parcheggi-depositi dell’Ama a ridosso delle Mura o la ricollocazione del chiosco di bibite e snack, oltre al rimuovere cartelloni pubblicitari e segnaletica danneggiata che non deturpano solo il monumento, ma offrono ai pedoni occasioni di pericolo con gli inesistenti marciapiedi e la carenza di attraversamenti sicuri. Il progetto di riqualificazione riguarda un’area in gran parte di pertinenza del XVI Municipio, in attesa della prospettata ridefinizione dei confini dei vari municipi, ma essendo Roma Capitale ad essersi aggiudicata il bando della Regione Lazio, finanziato dal Fondo Europeo di Sviluppo Regionale, coinvolge varie istituzioni Capitoline, prestando il fianco alle sempre più rumorose critiche degli abitanti di Trastevere verso la gestione Corsetti del I Municipio. Una gestione a dire di molti poco attenta alle esigenze e al decoro urbano del Rione. In un futuro prossimo Porta Portese potrebbe perdere la giocosità di un suck mediorientale, con le fragranze e le cromie del caotico, per non limitare l’offerta domenicale alle curiosità di un mercatino, ma di conoscere altri aspetti di Roma – dalla sua storia all’arte contemporanea – con la gradevolezza di nuovi marciapiedi e panchine per usufruire dell’implementazione di rete Wi-fi. Mentre i mosaici romani, raffiguranti mostri marini e disegni geometrici, rinvenuti durante i lavori di un parcheggio e per un periodo visibili nell’area, sono ora al Palazzo Massimo. Dell’imponente complesso dell’Atac, adiacente al parcheggio, e della vecchia stazione Roma Trastevere, apparentemente abbandonata da tempo, non vengono menzionate nella riqualificazione urbana della zona.