Commentare questo romanzo non è semplice perché c’è il rischio di trasformare il vero senso del libro in banali commiserazioni nei confronti dell’autore/protagonista, forse inutili in questo contesto.
Lorenzo Amurri, l’autore appunto, è tetraplegico dall’età di ventisette anni (oggi ne ha quarantadue) in seguito ad un grave incidente accadutogli durante una sciata con la fidanzata Johanna, quando un pilone si è materializzato sul suo percorso in un momento di distrazione causandogli gravissimi danni alla colonna vertebrale e paralizzandolo dal petto in giù.
Egli ci racconta in queste pagine autobiografiche la sua “seconda vita” iniziata quella tragica mattina. Dal dolore fisico patito inevitabilmente al risveglio a quello psicologico che è sopraggiunto nel momento di presa coscienza di ciò che è avvenuto, Amurri ci espone per filo e per segno ogni suo più intimo pensiero avuto in quel primo lungo periodo, compresa una cronaca dettagliata della fase di riabilitazione e di reinserimento nella società al termine del ricovero.
Il fiume di parole che egli riversa nel romanzo è travolgente, non tanto per il possibile coinvolgimento emotivo che può crearsi in quanto esseri umani (tendenzialmente sensibili), ma soprattutto per la carica che si cela dietro quelle parole e in chi le ha scritte. Le pagine sono piene di scoperte ovvie o di cose logiche sulla vita di un tetraplegico che però difficilmente balzano alla mente di chi non ci è dentro veramente, cose che l’autore dipinge perfettamente senza tralasciare nulla.
Come detto in precedenza oltre al dolore fisico l’altro grosso trauma di Lorenzo è stato quello psicologico, dovuto alla graduale consapevolezza di tutte quelle cose a cui egli si è visto costretto a dover rinunciare, sopratutto ad alcune passioni che, per alcuni impedimenti fisici inguaribili, non potrà più praticare. Un uomo di mondo abituato a viaggiare, girare e scoprire luoghi lontani, come lui racconta di essere stato fino a quel momento, si ritrova nella posizione di dover rivedere la sua vita partendo dal presupposto, o forse più dalla convinzione, di non poter far più nulla di tutto ciò che aveva fatto prima.
Amurri non ha dovuto intraprendere solo una lotta per superare le barriere fisiche, ma anche una dura battaglia contro se stesso, unico vero ostacolo da superare, per prendere ciò che di meglio gli stava intorno e da li ricominciare a vivere.
Molti di questi aspetti erano però difficili da accettare per il protagonista, che si ritrovò molto spesso dinanzi a quel pensiero che mai si dovrebbe fare, ma che nella sua situazione egli vedeva scioccamente come unica via d’uscita, nonostante gli aiuti ricevuti dalle persone a lui più vicine, prima tra tutti la fidanzata.
Egli oggi è qui per raccontarci tutta quella traumatica esperienza vissuta di cui ancora porta segni incancellabili, e di come è riuscito a superare le difficoltà e a ritrovare se stesso. Trattenere il respiro come è accennato nel titolo è inevitabile perché il sorprendente carisma artistico di Amurri ci porta a condividere tutti quei momenti insieme a lui.
*******************************
Titolo: Apnea
Autore: Lorenzo Amurri
Editore: Fandango libri
Anno: 2013
Pag. 251
Disponibile anche in ebook
Libro d’esordio per l’autore che per il momento non dispone di un sito ufficiale. E’ però disponibile
un blog all’indirizzo http://tetrahi.blogspot.it/ e un’intervista fatta da Daria Bignardi durante la sua
trasmissione all’indirizzo http://www.la7.it/invasionibarbariche/pvideo-stream?id=i657017 che
suggerisco di vedere a lettura conclusa.