Quello di Parigi è uno sviluppo architettonico che ha coinvolto tutto il territorio, dal centrale Centre Pompidou al meno turistico ex quartiere industriale del 13esimo Arrondissement, con l’apertura negli anni ‘90 della biblioteca François Mitterrand e la passerella pedonale Simon de Beauvoir che la collega, con sinuoso ondeggiare, al parco di Bercy con il Palazzetto dello sport e la “scombinata” architettura della Cineteca Francese, un edificio nato nel 1996 come l’American Center per mano di Frank O. Gehry ma solo nel 2005, dopo nove anni d’inattività, è diventato il monumento alla cinematografia.
Partendo proprio da Bercy, scelta nel 1977 come area verde per la riqualificazione della parte est come esempio di recupero di un’area agricola prima che industriale, un’ex-area di stoccaggio vini, si possono apprezzare due differenti utilizzi delle botteghe artigiane di fine ‘800.
Una parte degli edifici a schiera, recuperati dall’abbandono, sono stati trasformati in un villaggio della gastronomia e dello shopping, inglobandoli in una sorta di centro commerciale Bercy Village, dove banche, agenzie di viaggio, parrucchieri, negozi vari, anche quelli per rendere felici gli animali domestici, si alternano a una svariata proposta gastronomica internazionale.
Mentre un altro complesso ospita l’Ecole de Boulangerie et de Patisserie de Paris, per formazione professionale nel campo della panetteria e pasticceria, oltre a quasi 2mila metri quadri dedicati alla collezione di Jean-Paul Favand ordinata nel Musée des Arts Forains. Un Museo dall’atmosfera giocosa delle feste di paese del XIX secolo, con giostre e automi per un accesso limitato a gruppi di almeno 15 persone, che vengono esaltate con Le Festival du Merveilleux dal 26 dicembre 2013 al 5 gennaio 2014.
Sempre sulla riva sinistra della Senna, prima della Bibliothèque Nationale, un altro ondeggiare, sul quai d’Austerlitz, riveste l’ex capannone industriale costruito nel 1907 da Georges Morin-Goustiaux che gli architetti Jakob + MacFarlane hanno trasformato nella Cité de la Mode et du Design dove si può vedere nelle periodiche feste del design i mille oggetti di arredo e scoprire i diversi utilizzi dei materiali naturali come il giunco che non serve solo a fare cesti o copricapo, ma anche rivestimenti, tappeti e mobili che incastrano bottiglie e quanto altro vi viene appoggiato. Nuovi utilizzi del giunco pensati da Juan Fernando Hidalgo Cordero.
La Cité de la Mode et du Design non è solo un contenitore che si limita a essere una vetrina per la creatività, ma anche luogo d’incontro per giovani che contribuisce alla trasformazione del quartiere.
Proseguendo sul quai d’Austerlitz è stato approntato uno spazio espositivo temporaneo per la Street Art nell’edificio La Tour 13 prima di essere demolito, dove una trentina di appartamenti con i suioi 9 piani sono stati decorati con graffiti, stencil, pitture acriliche, sculture e installazioni, da un centinaio di artisti provenienti da tutto il mondo compresa l’Italia.
La Tour è stata per Parigi quello che il 5 Pointz ha rappresentato per New York. L’edificio parigino è stato temporaneamente un luogo per l’arte urbana, mentre le newyorchesi testimonianze pittoriche sulle facciate dei palazzi di Long Island, nel Queens, saranno cancellati dopo vent’anni di creatività dalle ruspe degli speculatori Jerry e David Wolkoff e il luogo sarà recuperato dal degrado. Due storie parallele per rivitalizzare il mercato immobiliare con demolizioni e edificazioni.
A rinfrancare il panorama architettonico parigino contribuisce anche il recupero di un frammento di 4,7 chilometridella vecchia linea ferrovia sopraelevata per Vincennes che si sviluppa da Place de la Bastille, seguendo Avenue Daumesnil, fino al Boulevard Périphérique (porte Saint-Mandé), trasformato in Promenade plantée, conosciuta anche come Viaduc des Arts.
Unapasseggiata pedonale in un giardino pensile, nel XII arrondissement, sopra alle arcate trasformate in negozi e locali, beneficiando di affacci suggestivi per poter guardare i palazzi senza alzare lo sguardo e veder scorrere il quotidiano traffico ad una decina di metri sotto.
Il recupero del viadotto, progettato dal paesaggista Jacques Vergely e dall’architetto Philippe Mathieux, venne inaugurato negli anni ’90.
La grandeur parigina ha sacrificato la stazione Bastille, demolita nel 1984 per far posto al nuovo teatro dell’opéra alla Bastille, vedendo nel viadotto ferroviario un’opportunità di riqualificazione dell’area con una promenade vestita di vegetazione che poteva cambiare d’abito secondo le stagioni,
Di minor estensione è il parco sopraelevato newyorkese di High Line, a Manhattan, realizzato tra il 2006 e il 2011 sul tracciato ferroviario. Una promenade verde, realizzata dagli architetti Diller Scofidio+Renfro e dallo studio di architettura del paesaggio James Corner Field Operations, di poco più di un chilometro e mezzo che corre tra Gansevoort Street e la 30ª strada con l’idea di prolungarla sino alla 34ª strada.
Roma più che un giardino pensile va una passeggiata sul viadotto del Gelsomino, sull’ex ferrovia vaticana, svettando con le sue 8 arcate a 15,30 metri sopra via Gregorio VII, aspettando quello tra i palazzi degradati di San Lorenzo, sulla Tangenziale Est, sugli edifici industriali trasformati in luoghi della cultura universitaria.
Meno esaltante è la sorte che è toccata all’antica fabbrica di ceramiche Boulenger, trasforma in Le Manoir de Paris. Una casa stregata, un contenitore a metà strada tra un museo e un parco di divertimenti, nel 10e arrondissement, per far sussultare i visitatori davanti ai misteri e le leggende parigine, nel quartiere delle porcellane.
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