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Dialoghi di un pittore “Out” e di una gallerista “In”: Ovvero come fare per ottenere i favori della lungimirante critica odierna

Lungo colloquio con la gallerista, signora D.S., sacerdotessa e vestale del minimalista-concettuale-ludico. Colloquio molto istruttivo che non posso non riassumere, come si dice, a caldo e sul tamburo. Essa salta a piè pari (more solito) valori tonali, cromatici, espressivi, insomma la pittura in sé, per darmi subito e a freddo dell’eccessivo, ridondante, retorico, barocco e decorativo. È un po’ troppo!… Certo, abituata alle unghie di cartoncino con uno spillo di colore, la poveretta annega in una alluvione di pittura, piani, struttura, dinamicità cromatiche ecc…. Tutte cose naturalmente da evitare con cura secondo lei. Ma sì, racconto troppo, racconto tutto: bisogna solo accennare, dice, il nostro è il tempo del non detto, del frammento, dell’allusione, o al massimo dell’aforisma enigmatico. Me ne ero accorto.

Tento di difendermi alludendo invece ad una mia imprescindibile necessità di raccontare e raccontarmi nell’urgenza di comunicare un mondo (che altro è un artista?). E quindi poco ha a che fare tutto ciò almeno con la taccia di “decorativo”. Quando mai infatti non sono stato accusato di far pittura angosciosa, “dura”, forte, senza alcuna concessione al “piacevole”? Ma la buona signora non se ne dà per inteso. Mi rimprovera di esprimere un clima di eccessiva tensione. E tutte le tetraggini ossessive visibili ai massimi livelli, dico, dagli animali squartati e impiccati e a tutte le frattaglie impietosamente elargite? Nonostante tutto credo in un fondamentale ottimismo nei confronti dell’uomo: per questo la figura spezzettata, crivellata, sezionata, nell’insieme tende a ricomporsi, pur se dolorosamente.

A questo punto costei mi bacchetta con l’inevitabile “dejà vu”! Va bene. Espressionismo? Sì. Barocco? Perché no? Ma come temperie eterna d’una umanità in dinamica instabilità, dico, barocco doloroso e nevrotico. Cosa c’è di più attuale? Ma lei va dritta come un carro armato; è la cultura del minimalismo, dell’accenno, della stesura vuota, della “traccia”, dell’ironia. Sì, non nego che non coltivo l’ironia quando dipingo (anche se spesso lo sono quando scrivo): è una corda che scavalco nell’urgenza del raccontare il senso e anche la bellezza del dolore. Bellezza del dolore? La signora è allibita: bieco e retrivo cattolicesimo? Ma parlo di una umanità volutamente e disperatamente superficiale, in fuga perenne da qualsiasi sosta anche solo riflessiva. Stavolta non obietta. Parlo della sacralità della figura, e del mio “horror vacui” che vuole ricollegarsi ad un medievalismo terrestre e disperato alla ricerca del Mistero.

Troppa letteratura, essa mi incalza, semplificare, semplificare! Dov’è l’uomo di oggi? M’interessa l’uomo in assoluto, rispondo, non l’uomo di oggi o di domani, l’ometto ironico che gioca con i cerini perché non sa accendere un fuoco vero.

Adesso mi rimprovera spazientita: non seguo la critica? Non mi informano gli altri artisti? Per cosa va di moda quest’anno, rispondo? L’originalità a tutti i costi, che squallida sciocchezza! E poi questa “avanguardia” puzza di muffa, è vera retorica dell’antiretorica, nemmeno originale: ci sottopone graziose “novità” che erano tali appena cento anni fa con i dadaisti! Vivere nel terrore del “già detto”! Così per paura di dir troppo (e forse per non saper che dire e come dirlo) non si dice nulla! Alludere, alludere, insiste. Ma non la sfiora il sospetto che dietro tantissimi sospiri interrotti ci sia pur l’incapacità, di forma, di contenuto e diciamo pure di sano mestiere, di respirare fino in fondo?… Ma lasciamo perdere. La buona signora mi congeda consigliandomi di guardarmi intorno e di seguire i tempi. Ma non è tempo di guardarsi dentro piuttosto? Invece di annusare sempre che aria “tira”? Seguire i tempi: purtroppo è inevitabile, e sono tempi in cui l’umanità ridotta a brandelli e annichilita da un’aria divertente e dispersiva da “luna-park” non vuole riconoscersi per quello che è, e si gioca a dadi l’anima nel girone dell’aleatorio. Tutto è aleatorio e casuale? No! Proprio no davvero!

Rimanga pure indietro a coltivare i suoi fantasmi, mi irride la signora D.S… C’è modo tuttavia, ribatto, di vivere il proprio tempo cercando, nel proprio piccolissimo, di combattere il vuoto, la violenza dell’inutile, la volgarità dell’omologazione, parlando, raccontando, comunicando anche la disperazione e la gioia di essere uomo. Ma dimenticavo, mi racconto troppo, non si deve. Troppo da dire, e quel che è peggio, lo dico tutto insieme. Lo riconosco, è un grande peccato di ingenuità oltre che di presunzione. Sforbiciando una mia tela, mi dice la signora (questa l’ho già sentita!) si potrebbero allestire almeno dieci dipinti autonomi. Già, è il tempo degli artisti miopi: vedere solo un particolare per volta, disinteressarsi del tutto.

Del resto, riconosco, con l’accenno si rischia poco: l’apodittico accenno col suo fascino sibillino, dicendo e non dicendo, sdegna la (rischiosissima!) discesa agli inferi dell’impietoso approfondimento, della verifica (spesso impietosa) dei propri limiti espressivi e tecnici. In definitiva, nessuno più rischia il poema quando con due strofe può elegantemente esibire lo stesso nulla.

Vado via sovraeccitato e triste. La signora D.S. ha il viso esausto e sodisfatto di chi ha compiuto l’opera meritoria di illuminare un povero artista sviato da idee confuse.

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Qualcosa di più:
ARTE ASTRATTA E ARTE DISTRATTA
DISINCANTATA RIFLESSIONE SU CERTA ARTE CONTEMPORANEA
EVOCAZIONE ED AMBIGUITÀ NELL’OPERA D’ARTE

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Kounellis: “pittore che non sa disegnare”

Arte LMB Kounellis aA proposito della recente scomparsa dell’artista greco Jannis Kounellis… aldilà della necessaria considerazione per la persona e la sua coerenza umana e politica, non posso non criticare come già detto in molte occasioni per gli artisti della cosiddetta “arte povera” quanto sia stato responsabile e decisivo il suo apporto come personalità riconosciuta nel dilagante ed invasivo equivoco su questa tematica assai controversa!… Non ho mai condiviso l’entusiasmo e l’ammirazione per questa corrente che ormai imperversa da molti decenni creando ancor più (se ce ne fosse bisogno) confusione e incertezza sui fondamentali valori dell’opera d’arte… Molti nomi “importanti” hanno influenzato in modo decisivo il mercato e la diffusione dell’arte determinando valutazioni per me assurde su opere molto ma molto discutibili!…
Ancora una volta, me ne dispiace, devo far da controcanto alle eccessive riverenze verso un artista e una pretesa arte che, ripeto, è responsabile di aver depistato la già confusa qualità del comune osservatore traviando una critica intellettualmente presuntuosa e arrogante che ha sempre tacciato di superato formalismo accademico ogni appunto rivolto all’ arte “povera”, anzi poverissima… Rileggete quello che ha detto e scritto Vittorio Sgarbi sull’argomento, personalità pur discussa e per altri versi discutibile, ma che in questo caso approvo totalmente… e se volete sorridere un pò il capitoletto sull’arte “povera” nel libro di Pablo Echaurren “Controstoria dell’arte”!

Roma: Progetto San Basilio

L’Associazione Culturale Unrra Casas e gli Archivi del Presenteismo, a partire dal 20 giugno 2015 e fino al 5 luglio, presentano, nell’ambito dell’Estate Romana, l’evento d’arte contemporanea: San Basilio-Villaggio Unrra Casas- sessantesimo anniversario- Inaugurazione 20 giugno ore 11:30- Centro Culturale Aldo Fabrizi Via Treia/Via Cagli 37, Roma.
Una mostra a carattere internazionale in una sequenza figurativa che evoca, oltre all’insieme, una coralità di progetti e tecniche che fanno da collante tra quel 1955 (piano Marshall) e l’oggi.
Patrocinata dall’Ufficio Cultura dell’Ambasciata degli Stati Uniti, dal IV Municipio di Roma Capitale, dall’Università La Sapienza, facoltà Ingegneria Urbanistica 1°, e sostenuta anche dalla collaborazione dell’Accademia di Belle Arti Rufa, oltre che un contributo visibile e tangibile di richiamo alla memoria, vuole essere, alla luce anche di recenti eventi culturali, quali la performance di arte pubblica affidata da Wals al muralista di fama internazionale Hitness, sulle facciate delle case, rinnovamento e riqualificazione. Di rilievo la presenza di artisti che i pittori Alessandro Piccinini, Carlo Vigevani e il critico Antonio Sorgente hanno coinvolto in questo evento, che ha in sé la connotazione della creazione di un’opera che non vuole dare risposte a misteri infiniti, elaborare teorie pseudo politiche, né riacquisire riti inconsci o indecifrabili. E`un movimento verso l’immaginazione ed il piacere della creatività, l’eloquente sviluppo di espressioni, segni, forme, materie che sottolineano, come le didascalie di un film, motivi, immagini, strutture, tecniche diverse ,variamente ispirate al tema. Come in un viaggio, reale o immaginario, gli artisti vogliono raccontare e farci conoscere l’origine della costruzione/creazione: 80 artisti invitati, tutte presenze scelte, tra le più rappresentative degli sviluppi dell’arte contemporanea, saranno commentate da personalità della critica e dell’arte quali Ida Mitrano, Laura Turco Liveri, Franco Ferrari e Francesca Savini, che si alterneranno dopo il concerto di apertura a cura di Gianmarco Ciampa.

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Roma San Basilio

 

 

 

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E. ACCOTO, G. AIOLO, S. ALESSI, E. ANDÚJAR, F. ANTONELLI, E. ANTONIOZZI, S. BARBAGALLO, E. BENAGLIA, D. BERI, A. BERNI, A. BILOTTA, U. BONGARZONI, F. M. BONIFAZI, G. BRIZIO, L. M. BRUNO, A. BURATTI, N. CAITO, L. CALVETTI, R. M CANO, C. CAPUANO, S. CARLETTI, P. COLAUTTI, L. CONTESTABILE, S. DE ANGELIS, A.P. del BROCCO, R. de la LASTRA, A. DE LA VALLEE’, M. DI LAORA , F. DURELLI, E. ECHEONI, M. EMANUELE, D. FALASCA, P. FALCONE, V. FARAONE, E. FARINELLI, F. FERRARI, A. GABRIELLI, A. GENTILE, C. GORI, R. GULLOTTA, S. HERLER, P. H. TCHOUKATCHEVA, M. IONASCO, L. LOMBARDI, R. KEVI, P. MACCIONI, L. MANCIATI, G. MARCHETTA, I. MARIOTTI, A. MONGELLI, A. A. MOUSSA, F. MULAS, T. MUSILLI, A. NESCI, NYWA Art Project, G. PALUZZI, M. PARENTELA, A. PASSA, A. PICCININI, M. PIRONE, M. POGGI CAVALLETTI, E. POLLA, S. PROVINO, G. REFFO, G. REDIVO, M. ROSATI, C. SABELLICO, N. SANTARELLI, S. SAVINI, M. SCALZINI, E. SCARDAMAGLIA, E. SERENI, M. SERRI, S. SFODERA, E. SIGNORETTI, P. SOLDINI, D. VENTRONE, C. VIGEVANI, P. VOLPINI , H. WEI, Y. WEI

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L’utilità dell’arte

L’artista afgano Massoud Hassani ha da oltre un anno realizzato una “sfera” ecosostenibile che, oltre ad essere stata riconosciuta come un’opera artisticamente interessante, si può impiegare nel disinnesco delle mine anti-uomo disseminate in Afghanistan come in altri luoghi del Pianeta che hanno sofferto e subito ogni genere di conflitto e dove vigliaccamente l’ingegno umano ha dato la possibilità di seminare un numero sconsiderato di mine mimetizzate nel terreno.

Una sfera realizzata in bambù e plastica biodegradabile alimentata a vento e con all’interno un chip GPS per registrare i suoi spostamenti che, nonostante il riconoscimenti del MOMA di New York, è alla ricerca di partner e donazioni per produrre la sua “opera”.

L’opera di Massoud Hassani nasce dalla sua esperienza di un’infanzia trascorsa in una Kabul in guerra e nel pericolo continuo di mettere un piede, lui e i coetanei, sullemine ogni volta che giocavano nei campi nella periferia della città.

La palla, per la sua concezione, sfrutta l’azione del vento per il suo rotolare è far esplodere una delle 30 milioni di mine ancora sepolte, cioè più di una mina per abitante, che incontra sul suo cammino.

Ogni palla costa meno di 100$ e ogni volta che riesce a far brillare una bomba perde solo una “gamba”, facilmente sostituibile con una nuova del valore di pochi dollari. Un bel risparmio confrontato al costo di bonifica di un campo minato utilizzando metodi classici che si aggira intorno ai 1200$ a bomba!

Per sostenere il progetto e scoprire di più sul Mine Kafon si può a visitare il sito ufficiale e il video del pallone anti bombe in azione.

Ogni mina distrutta, equivale ad una vita salvata!

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La superficie dell’arte

La Galleria romana ha inaugurato i suoi nuovi spazi di Via Francesco Negri, nel quartiere Ostiense con la mostra dell’artista ceco Dominik Lang, “Missing Parts” è il titolo che sancisce la sua prima personale in una galleria italiana.

Per l’occasione Lang ha progettato una installazione “site specific” su tre livelli, in funzione armonica con i nuovi e caratteristici spazi della Galleria. Partendo dagli esiti formali di un acquerello astratto di Vassily Kandinsky, il nostro cerca di introiettare la memoria visiva della storia in modo diacronico, armonizzandola nella ricerca che si espande nei nuovi territori spazio-temporali. Un’operazione, quella di Lang, che introduce una dinamica formale di sicuro impatto visivo attraverso i 63 moduli a rilievo, in gesso, divisibili e componibili, alla bisogna, in altro spazio e in modo diverso. Nella prassi operativa, che fa da sottofondo ambientale a questa installazione, la galleria è stata concepita come lo studio temporaneo dell’artista.

Nella sua rivisitazione degli aspetti formali e dinamici, intesi come reliquie del passato, rivivono, storicizzate, esperienze diverse e stratificate. Si veda, a titolo esemplificativo, la scultura-tavolo di lavoro che rappresenta una maquette compositiva di grande rilievo, dove convivono aspetti ed esperienze formali ed estetiche interdisciplinari. Il suo concetto di ambiente, fortemente influenzato da un senso del fare e del progettare di impronta neoumanistica è ravvisabile, peraltro, nei “disegni” a parete; condotti con materiali semplici come elastici e spaghi tesi a delimitare forma geometriche piane e cristalline. Esse descrivono lineari e atavici spazi della memoria collettiva: citazioni, visioni e vedute di una realtà cangiante, diversamente interpretata e fruita nelle epoche storiche che si sono susseguite. Testimonianza della continuità archetipica del pensiero pur nella discontinuità della tradizione soggettiva e intuitiva del reale.

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Dal 15 marzo al 27 luglio 2013

Roma

The Gallery Apart

via Francesco Negri 44/45

http://www.thegalleryapart.it

Orario:

dal martedì al sabato dalle 15.00 alle 19.00

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Magazine di Spunti & Riflessioni sugli accadimenti culturali e sociali per confrontarsi e crescere con gli Altri con delle rubriche dedicate a: Roma che vivi e desideri – Oltre Roma che va verso il Mediterranea e Oltre l’Occidente, nel Mondo LatinoAmericano e informando sui Percorsi Italiani – Altri di Noi – Multimedialità tra Fotografia e Video, Mostre & Musei, Musica e Cinema, Danza e Teatro Scaffale – Bei Gesti