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Vittorie restaurate

01 RF Mutilati e Invalidi edificioIl giorno 18 dicembre a cura della Soprintendenza Speciale di Roma è stato presentato il restauro di due grandi affreschi presenti sotto i portici del Cortile delle Vittorie nella Casa Madre dei Mutilati e Invalidi di Guerra di Roma. L’edificio, prospettante sul Lungotevere tra Castel Sant’Angelo e il Palazzo di Giustizia, fu costruito in due fasi tra il 1925 e il 1938 dall’ architetto Marcello Piacentini coadiuvato dalla Medaglia d’Oro e mutilato Ulisse Igliori; l’idea fu portata avanti dal mutilato e decorato Carlo Delcroix, cieco e privo delle braccia, che facendosi interprete delle richieste del milione di reduci della Grande Guerra mutilati e invalidi convinse il governo dell’epoca a creare una serie di edifici che fossero centri di raccolta per la categoria; il regime fascista, che si era già appropriato del mito della guerra vittoriosa, finanziò la costruzione dell’edificio che, sia per la parte architettonica che per le opere d’arte contenute e per l’arredo, resta uno dei capolavori artistici degli anni Venti/Trenta del ‘900. Esteriormente si presenta con l’aspetto ruvido e massiccio di una fortezza con murature di blocchetti di tufo e stipiti in travertino di porte e finestre decorati da scritte latine.
Nell’interno opere d’arte di pittori accomunati dal fatto di aver partecipato alla Grande Guerra rimanendovi feriti: Prini, Romanelli, De Neri, Socrate e Sironi. Di quest’ultimo sono noti due affreschi rappresentanti Vittorio Emanuele III e Mussolini a cavallo; scampati alla “ damnatio memoriae” dell’immediato dopoguerra i due dipinti, ora visibili, sono stati per decenni pudicamente celati dietro muri in cartongesso. La grande corte prospettante il Tevere è fiancheggiata da due porticati che contengono affreschi, per più di 500 metri quadrati, celebranti vittorie riportate dalle Forze Armate del Regno d’Italia; nucleo centrale sono due grandi affreschi per parte celebranti le battaglie del Piave, di Vittorio Veneto, di Gorizia e della Bainsizza. Negli spazi residui a destra e a sinistra sono state 01 RF Mutilati e Invalidi Battaglia_del_Piave_Santagataaffrescate le vittorie nella guerre di Libia, di Etiopia e di Spagna. Un lato è opera del pittore Cipriano Efisio Oppo, l’altro di Antonio Giuseppe Santagata, ambedue reduci di guerra. Oppo (1891-1962), poliedrico artista, combattente ed invalido fu strettamente legato al Fascismo per convinzione e non, come tanti, per opportunismo e fu protagonista della vita culturale durante il Ventennio; ebbe numerose commissioni pubbliche e private, fu scenografo e uomo politico. Ideò la Quadriennale di Roma alla quale per discrezione non espose.
Nei giorni tumultuosi della fine aprile del 1945 rischiò la fucilazione ma fu salvato dal suo antico allievo e comandante partigiano Afro Basaldella. Santagata (1888-1985) aderente ma meno organico al Fascismo ebbe una vita lunghissima ed operosa, fu per lo più pittore ma anche scultore e mosaicista e lavorò per la decorazione di edifici pubblici, chiese e santuari. I due operarono con massima cura negli affreschi dei portici rifacendosi alle antiche tecniche e ispirandosi Oppo alla pittura seicentesca e Santagata a quella cinquecentesca.
Gli ottanta anni trascorsi, l’esposizione all’aperto e l’aver operato su muri ancora freschi con parti in cemento hanno creato condizioni di degrado per gli affreschi inducendo la Presidenza del Consiglio dei Ministri, con un contributo dell’Associazione Mutilati e Invalidi di Guerra, a stanziare 124 mila euro per un parziale restauro. Con questo finanziamento le restauratrici Lucia Morganti e Valentina White, specializzate nella pittura murale novecentesca, hanno curato il restauro, durato otto mesi, dei due affreschi rappresentanti le Battaglie del Piave e della Bainsizza ripristinandone l’aspetto originario. Si resta in attesa di ulteriori finanziamenti che permettano il restauro integrale del ciclo di affreschi del Cortile delle Vittorie della Casa Madre.

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Casa Madre dei Mutilati ed Invalidi di Guerra

piazza Adriana 3
Roma
Centro Storico
Rione XXII – Prati

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