Spesso e volentieri non ho potuto reprimere la mia insopprimibile contrarietà (leggi: disgusto!) per i guasti e le insopportabili cialtronerie da cui siamo sommersi da decenni nel campo cosiddetto artistico.
Occupandomi di critica d’arte da molti anni su diverse riviste cartacee e non mi sono sempre chiesto perché. per prassi acquisita, è “verboten” denunciare in modo netto e inequivocabile i limiti e le assurdità di certa “arte” esposta.
Tra le tante rubriche che ho avuto più di una volta chiesi alle varie redazioni di avere uno spazio preciso e consacrato dove mettere a nudo dietro seria e approfondita analisi (ognuno merita un giusto processo) i limiti e le nullità di tanti concettosi “artisti” rampanti.
Non l’aperto dilettantismo, badate, ma quello ammantato dell’alibi “contenutistico”, arte povera, poverissima, ecc…. Ebbene, questo spazio mi è stato sempre precluso. Perché?… Eppure esiste ed è accettata una critica spietata cinematografica, teatrale, televisiva, financo letteraria, ma per le arti visive la battuta ricorrente è: “Qui non si spara! Se un artista, un’opera è inadeguata alla pur minima valenza estetica, ebbene, passa oltre, ignorala!”… E così è sempre stato.
Un atto di umana e generosa carità?… Ma siamo sicuri che tanta colpevole benevolenza alla fine non dia nulla osta e ossigeno a tanti “eventi” e “avventi” invece meritevoli di feroce e necessaria censura?… Aspetto ancora che mi si dia il mio spazio “a tiro incrociato”.
La cosa peggiore è che nel frattempo, lo confesso, è toccato anche a me talvolta di contrabbandare colpevolmente senso e valori pur inesistenti su spazi, oggetti e proposte nemmeno meritevoli d’essere spazzatura da riciclo!…. Continuiamo a farci del male.
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