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Pittura Inglese del ‘700

A Roma la pittura inglese è di moda; dopo la mostra su Alma Tadema ed i pittori vittoriani al Chiostro del Bramante è ora la volta alla Fondazione Roma, a Palazzo Sciarra, la mostra Hogarth, Reynolds, Turner. Pittura inglese verso la modernità. La Fondazione, attraverso Arte Musei, e la Soprintendenza hanno dato vita ad una interessante esposizione di oltre un centinaio di pezzi pervenuti da quarantasette musei e collezioni private in massima parte di provenienza estera. Attraverso le opere esposte si ricostruisce un importante periodo della storia della Gran Bretagna tra la seconda metà del XVIII secolo e la prima metà del XIX; fu un periodo in cui cominciò a svilupparsi il grande impero inglese che poi raggiunse il suo culmine a fine ‘800. Uscita sempre tra i vincitori dalle guerre di Successione e da quella dei Sette Anni l’Inghilterra ridimensionò i precedenti imperi coloniali di Spagna, Portogallo, Olanda e Francia sviluppando una poderosa flotta che divenne padrona poco contrastabile dei mari, iniziò la conquista dell’India e inviò navi alla scoperta dell’Australia e di molte isole dell’Oceano Pacifico.

Contemporaneamente si ebbe una grande mutazione sociale, all’aristocrazia legata alla proprietà terriera si affiancò una borghesia operosa attiva nei commerci con le colonie e legata alla nascente industria basata sull’uso appena scoperto del vapore come forza motrice utilizzando il carbone fossile molto abbondante in Inghilterra.

Fino allora la pittura inglese era rimasta nell’ombra e la nobiltà, unica committente, faceva riferimento all’arte italiana e francese ma con l’affermarsi rapido e massiccio della borghesia iniziò a svilupparsi un tipo di pittura locale destinato a un’immediata celebrità e ancor più nel secolo successivo.

All’epoca i dipinti erano suddivisi per tipologie: storici, mitologici, religiosi, ritratti, paesaggi, nature morte; la Chiesa Anglicana non favoriva la pittura religiosa, i ricchi borghesi trovavano forse ridondanti i temi storici e mitologici, preferivano arredare le loro case con ritratti loro, di parenti, di amici e con paesaggi di ogni genere. In questo caso le distanze da loro prese con la pittura italiana erano più di forma che di sostanza in quanto molti degli artisti dell’epoca avevano fatto il loro bravo soggiorno a Roma e si erano documentati sugli stili allora in voga.

La mostra espone opere di numerosi pittori e si articola su sette sezioni curate da Carolina Brook e Valter Curzi; la prima, contenente anche un dipinto del Canaletto, mostra quadri che testimoniano lo sviluppo edilizio di Londra che dopo il grande incendio del 1666 ebbe una impressionante crescita demografica, la seconda fa perno sulla affermazione della borghesia come classe sociale in rapida espansione, la terza mostra opere di Hogarth e Fussli che si dedicano, specie il secondo, a dipingere scene relative a tragedie di Shakespeare. La quarta sezione segna il trionfo del ritratto in tutti i suoi generi, mezzo busto, figura intera, gruppi e contiene parecchi splendidi dipinti opera di Gainsborough, Reynolds, Zoffany, Ramsay. Ma la vera passione di tutti i committenti inglesi era  la pittura di paesaggio e la quinta e la sesta sezione sono ricche di quadri di genere; la quinta in particolare espone dipinti ad acquarello, tecnica fino ad allora poco stimata  che conobbe però una rapida espansione quando apparvero sul mercato confezioni di colori facilmente solubili che permettevano all’artista di dipingere”en plein air” cogliendo sfumature di luce senza essere costretto a lavorare in studio su schizzi e appunti per le difficoltà di gestire le materie organiche che costituivano i colori; la sesta invece presenta grandi quadri ad olio con paesaggi, a volte italiani, opera di Wilson e Wright of Derby.

L’ultima sezione mette a confronto i dipinti di due grandi paesaggisti inglesi, un po’ più tardi di quelli delle sezioni precedenti in quanto lavorarono anche nei primi decenni dell’800, Constable e Turner, il primo più legato ad una visione  statica del paesaggio inglese, il secondo, memore delle esperienze romane, portato a maggior dinamismo espressivo.

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06 Mostre Pittura Inglese del '700 5564HOGARTH, REYNOLDS, TURNER

Pittura inglese verso la modernità

Dal 15 aprile al 20 luglio 2014

Roma

Fondazione Roma Museo (Palazzo Sciarra)

via Marco Minghetti 22

Orario:

lunedì 14/20

venerdì e sabato 10/21

martedì mercoledì e domenica 10/20

Informazioni e prenotazioni:

tel. 06/69205060

Sito mostra

Sito web

Catalogo:

Skira

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 06 Mostre Pittura Inglese del '700 02-Joshua-Reynolds-Lady-Bampfylde

Tiziano e il papa

L’occasione è da non perdere, infatti per l’esposizione dedicata a Tiziano viene prestata in Italia per la prima volta il dipinto “Il vescovo Jacopo Pesaro e papa Alessandro VI davanti a San Pietro”. Grazie ad una recente pulitura, si può apprezzare meglio questa tela, che fa da fulcro alla mostra allestita a Palazzo Cosmo in Pieve di Cadore. Ho avuto il piacere di visitare questa esposizione che oltre all’importante dipinto del giovane Vecellio offre l’opportunità di visionare una decina di opere di riferimento e di confronto attraverso dipinti, disegni, silografie, gemme, armature, documenti preziosi così da poter comprendere meglio, esaminando gli avvenimenti nell’ambito della commissione, l’opera proveniente dal Museum voor Schone Kunsten (Museo di Belle Arti) di Anversa. La grande tela del Pittore di Pieve di Cadore, fu eseguita in un’unica soluzione su una tela coperta da un sottile strato di gesso sul quale Tiziano ha abbozzato la composizione con il carboncino.

La presenza, in mostra, dell’apparato multimediale aiuta il visitatore a leggere in pieno il capolavoro della fase giovanile di Tiziano. Quindi una mostra a tutto tondo. Il luogo dell’esposizione non poteva essere altro che il simpatico Paese di Pieve di Cadore che ha fornito i natali a Tiziano Vecellio. Proprio in una lettera scritta alla Magnifica Comunità di Cadore verso la fine del 1572, Tiziano affermava: “… io ho amato la cara patria et cercato d’honorarla sempre et favorire le cose sue”. Nel dipingere la tela, Tiziano si è avvalso di pigmenti di alta qualità. Quei rossi, i verdi, i gialli possono tranquillamente essere paragonati agli altrettanto rossi, verdi e gialli di un Cima da Conegliano o di un Giovanni Bellini.

Ma Tiziano fa di più, istituendo delle tecniche personali consistenti nella fluidità delle forme, nella consistenza materica delle superfici. Tutto questo è stato possibile grazie alla volontà non solo delle istituzioni locali, ma anche da parte di quel mondo dell’associazionismo e del volontariato. Una mostra quindi, se possibile, da visitare confortata anche dal catalogo dei Fratelli Alinari, garanzia di una perfetta edizione e che testimonia attraverso la delicata riproduzione di tutte le opere in mostra e non solo quanto visto personalmente.

Colorata visione per ognuno di voi.

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06 Mostre TizianoTIZIANO, VENEZIA E IL PAPA BORGIA

Dal 29 giugno al 6 ottobre 2013

Pieve di Cadore (Bellunno)

Fondazione Centro Studi Tiziano e Cadore (Palazzo Cosmo)

Orario:

dal lunedì alla domenica

dalle 10.00 alle 19.00

Ingresso:

intero 8,00 €, ridotto 6,00/4,00 €

Informazioni:

tel. 0435/212170 – 501674

sito web

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06 Mostre Tiziano 1