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Vacanze italiche in epoca Covid

Quest’anno la prudenza mi ha dettato un tipo di vacanza differente da quella scelta negli ultimi tempi. Per impegni artistici ed affinità elettive, in genere ho sempre preferito i paesi dell’America Latina. Gli aeroporti hanno bloccato la mia solita avventatezza e costretta a riflettere su una meta che univa la passione per storia, natura e curiosità. Ho scelto la Basilicata, destinazione sempre rimandata, che mi appariva ora quanto mai appetibile perché meno colpita dal Covid. Dunque, vacanza prudente ‘on the road’, con varie tappe verso paesi all’interno della Basilicata e un paio di puntate sulla Puglia per Castel del Monte, Grotte di Castellana, e passaggio sulla via di ritorno a Lesina. In realtà non ho meriti circa l’attenta programmazione del viaggio, effettuata dalla mia compagna di viaggio e amica, alla quale ho aderito ciecamente, nonostante ella abbia tentato di condividere con me, tabella di marcia e dettaglio delle tappe. Non so se per il suo studio attento, o per l’amore per le scienze naturali nelle quali vanta una laurea o la passione per l’archeologia, è risultato un viaggio low cost e pieno di ogni tipo di meraviglia. A legarci era la conoscenza della nostra dinamicità, e un paio di destinazioni che, cercando di impostare il viaggio, sembravano ad entrambe interessanti.

Forse non c’è un segreto per fare buone vacanze, non ho mai cercato solo lo stupore degli occhi né il buon cibo ed il movimento che ho trovato a Venosa, ai laghi di Monticchio, a Melfi o nella murgia materana, a Castelmezzano o a Pietrapertosa, a Lagopesole, o nel Metaponto.

Il mondo è bello e passerei la vita a viaggiare per scoprire meraviglie e popoli. Appena ho avuto tempo e un po’ di soldi l’ho sempre fatto, ma dentro di me ho cominciato a cercare di più e ho compreso solo negli ultimi anni cosa fosse. Il ‘di più’, era l’incontro con le persone che si rivelavano nel viaggio, oltre la possibilità di condividere lo stupore con qualcuno che fosse, nella diversità, in sintonia con te.

Non parlo della propensione all’apertura dei viaggiatori costretti in tour ad una temporanea convivenza o alla gentilezza mostrata dagli abitanti in alcuni luoghi turistici per procedere con i loro affari. Non parlo neppure dell’educazione che dovrebbe essere comunque data per scontata, mi riferisco invece a quella caratteristica dell’umanità, per cui ora non riesco neppure a trovare un termine che la definisca precisamente, che fa sì che due persone si incontrino e si ascoltino, non perché c’è alla base un negozio, ma solo perché l’uno, in questo caso il visitatore ignaro, chiede maggiori delucidazioni o aiuto ad una persona del luogo che è consapevole che l’altro, forestiero, non riuscirebbe a muoversi o a conoscere con la medesima speditezza.

È successo, ad esempio per gli affreschi rupestri di Carpinihttps://www.prolocofiliano.it/Filiano/Luoghi-di-interesse/Visita-il-Museo-Carpini-e-le-Pitture-rupestri, dei quali si fa menzione sulle guide e su internet, ma per i quali mancano chiare indicazioni per la visita. A Lagopesole, oltre all’accoglienza in un delizioso B&B ristrutturato, pulito e curato con l’attenzione di chi vuole accogliere l’ospite, la proprietaria, alla richiesta di informazioni, ci ha messe in contatto con un’amica che ci ha dato un altro riferimento tramite il quale, grazie a due volontari della protezione civile, siamo riusciti a visitare gli affreschi altrimenti inaccessibili. I ragazzi ci hanno accompagnato sul luogo, al momento non visitabile, attualmente gestito dalla protezione civile insieme al Museo dedicato ma chiuso in epoca Covid. Un’escursione interessante con due ‘autoctoni’ con cui abbiamo scambiato non solo impressioni generali, dove ci sono state mostrate sia pitture rupestri che la sedia dei briganti, ma anche parlato delle iniziative realizzate o future post Covid. Ci siamo confrontati sulla vita locale rispetto a quella della Roma tentacolare. È stato un momento di conoscenza e comprensione delle differenti problematiche della realtà in cui vivevamo.

A quell’iniziale slancio della signora di Lagopesole che cercava di aiutarci ed alla notizia che avevamo ben due accompagnatori, la mia amica ed io, per un momento ci siamo guardate con sorpresa, forse perchè sconosciuti, forse perché abituate alle continue tragiche notizie divulgate dalla stampa o forse perché semplicemente non abituate a quanto tutti gli abitanti in un modo o nell’altro ci fossero venuti incontro. Ci siamo fidate, non detectando intuitivamente nulla di anomalo. Inconsciamente nel viaggio eravamo partite con una scelta di fiducia e umanità, rinunciando a ricorrere alle prenotazioni on line, e preferendo parlare telefonicamente con i proprietari di ogni B&B low cost, che ci hanno tolto anzitutto le commissioni che avrebbero dato  agli intermediari, ma soprattutto dai quali fin da subito abbiamo avuto maggiori indicazioni sulle migliori ore in cui arrivare nei paesi per ovviare alle ZTL, per feste locali che interrompevano percorsi tracciati, oppure che ci hanno ricontattato per avvisarci di problematiche sorte sul momento nella zona.

A Lesina, il proprietario dell’appartamento che affittavamo, è stato così gentile da dedicarci una mattinata per mostrarci con il suo 4×4, luoghi non solo inaccessibili alla mia macchina ma anche sconosciuti a un forestiero. Abbiamo visto gli aironi, i bufali che facevano il bagno ed avuto l’opportunità di assaggiare la salicornia, prelibatezza dei luoghi salmastri. Abbiamo scoperto molto della vita del paese, della sua storia e delle difficoltà dovute al non essere incluso nelle classiche rotte turistiche del Gargano.

Ugualmente ci ha riempite di entusiasmo l’opportunità creata per tutti i visitatori del Metaponto al fine di richiamare post Covid, l’interesse sul sito archeologico più importante della Basilicata. In prima persona il direttore con il vicedirettore si sono occupati di guidarci nella visita e di parlarci dei resti del parco archeologico, che, grazie a loro, hanno preso vita raccontandoci molto più di quello che le rovine stesse avrebbero potuto fare.

Voglio essere chiara: ho studiato e molto spesso mi sono avvalsa di guide. In genere approfondisco dopo la visita, perché voglio far risuonare dentro di me non solo la semplice curiosità intellettuale. In questo caso però è successo altro: la passione trasmessa, sotto la canicola, mentre veniva spiegato ciò che era visibile e ciò che il tempo aveva portato via con sé, ha superato grandemente la mera esecuzione del compito di una guida qualificata. Siamo giunte a tutto questo quando al museo archeologico, mentre pagavamo l’entrata al costo di un caffè, e ricevendo il biglietto cartaceo che riportava ancora il valore in lire, con sorpresa, alla nostra richiesta di informazioni sul timing per accedere al parco, ci viene riportato che se eravamo interessate, si poteva accedere gratuitamente alle visite guidate in determinate ore.

Questi sono solo gli esempi più eclatanti ma posso dire che tutto il viaggio è stato così. Personalmente ricordo con calore una piccola trattoria gestita unicamente da due persone che, nonostante avessero il pienone, hanno fatto di tutto per soddisfare per le particolari necessità alimentari, o il pizzaiolo rustico che magari ci ha risposto autenticamente in linea con suo carattere, ma comunque attento alle nostre esigenze.

Ciò che sto descrivendo non voglio definirlo accoglienza, parola ormai abusata, forse per me questo è quello che definisco l’incontro tra persone. Per assurdo, Matera, meravigliosa, ma la più turistica dei paesi che abbiamo visitato, mi ha delusa in termini di umanità: già si va trasformando.

Ma la trasformazione la guidiamo sempre noi esseri umani e, come in quest’ultimo caso, a volte non è positiva.

Che dire, abbiamo fatto foto per ricordare, per condividere con i nostri amici, e personalmente anche un po’ per vanità. Quelle stesse foto ancora mi riempiono gli occhi, ma ora le sento più distanti mentre quei volti, quello scambio di umanità, mi è rimasta dentro e mi ha fatto capire che forse quella stessa umanità, non è ancora destinata ad estinguersi.