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Mentre a Troia entravano col Cavallo…

Un titolo più chiaro di così non si poteva trovare per questa recensione sul romanzo “La casa dei nomi” di Colm Tòibìn, il riferimento è chiaro e ne consegue che di quello si parlerà.
Quindi, mentre a Troia entravano col Cavallo cosa faceva a Micene la regina Clitennestra, moglie di Agamennone?
Chi conosce la mitologia sa cosa fece Agamennone per avere il favore degli dei e far girare il vento a suo favore, per chi invece non conosce bene questa storia diciamo solo che egli fu costretto a sacrificare la figlia Ifigenia. A quanto pare però, e anche questo fa parte del mito, la moglie Clitennestra non la prese bene, tant’è che al suo ritorno dalla guerra lo accolse con un coltello nascosto nell’ombra.
A darle man forte c’era l’amante Egisto, che le fu accanto mentre il marito era lontano e con cui costruì un legame tanto amoroso quanto assassino, legame che le permise di tenere lontano gli altri due figli Oreste ed Elettra al momento dell’uccisione.
E qui finisce il mito ed inizia il romanzo perché, seppur tutti i personaggi finora menzionati facevano realmente parte della storia, tutti gli altri e tutti gli avvenimenti raccontati sono tendenzialmente inventati o, forse, liberamente ispirati.
Oreste fu infatti allontanato dal palazzo durante l’assassinio del padre e su ciò che gli successe poi l’autore costruisce una storia verosimile che va poi a ricongiungersi col suo rientro a Micene fino ai fatti ripresi nel mito.
A differenza del poema omerico dove molti dei gesti compiuti da Oreste vanno interpretati, quanto qui narrato mette bene in chiaro le sue responsabilità dal momento del suo rientro a palazzo in poi, e lo stesso vale per Clitennestra ed Elettra.
Quali erano i pensieri dei tre? Quali le loro inclinazioni? Erano manipolati o manipolatori? Questo e molto altro viene allestito tra le pagine di questo libro, dove però vien da chiedersi alla fine: Chi sono i veri protagonisti? Loro o i volti, i nomi e i segreti che si nascondevano e si tramandavano tra le mura di quel palazzo?
La lettura è breve e scorrevole, con un ritmo sostenuto caratterizzato anche da numerosi colpi di scena, la narrazione è in terza persona ma si alterna tra le vicende dei tre protagonisti.
Il fascino dei costumi e delle usanze viene forse un po’ meno per dare più spazio ai viaggi introspettivi dei personaggi e per sottolineare maggiormente i fatti narrati, questa mancanza però non va per nulla ad intaccare una trama solida e ben definita.
Colm Tòibìn è un noto scrittore irlandese autore di numerose opere, molte delle quali pubblicate anche in Italia. In questo romanzo come in quelli passati sono evidenti i tratti omosessuali dei suoi personaggi, segno del suo appoggio al mondo LGBT di cui fa parte. Ancora una volta però, lo fa in modo del tutto naturale in linea con il suo intento di dimostrare che di normalità si tratta, ragion per cui è del tutto normale che questo romanzo abbia tutte le carte in tavola per piacere.

Alessandro Borghesan

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La casa dei nomi
Colm Tóibín
Traduttore: G. Granato
Editore: Einaudi, 2018, pp. 261

EAN: 9788806235789

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