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La realtà dei sogni

LMB AdN La realtà dei sogni_Mannelli_Realismo_socialistaCechov e i suoi patetici eroi/antieroi: sfaccendati, deboli, inutili a sè e agli altri, falliti, che continuamente, tra un gioco di società, la vodka e la vuota presunzione aristocratica, impietosamente buffi e tragici, si riconoscono per quel che sono, commiserandosi e compiangendosi per poi riprendere, se vuoi anche coraggiosamente, la loro malinconica fatuità. E lo scenario e il tempo è sempre quello: la villa campestre, la provincia che ingoia il velleitario e le sue pretese eroiche, la fine dell’estate e l’incipiente autunno con le sue prime piogge e il bel tempo che finisce alle soglie dell’inverno. Eppure come non amarli e compatirli?

Forse è una stagione e un tempo che in qualche modo conosciamo, il tempo di riconoscerci per quel che siamo, per come volevamo essere e non ci siamo riusciti.

Le rinunce e le debolezze di piccoli uomini e piccole donne. Penso alla provincia, a quella che conosco e che tanti slanci ha vinto col suo invincibile torpore. Domani, domani… il poi è figlio del mai dice l’antieroe Platonov.

Cechov anima grande e fervida, pure amava e compativa i suoi piccoli eroi, vili inutili e rinunciatari. Una generazione perduta nei suoi sogni, di lì a poco spazzata via e scomparsa nei giorni ardenti della Rivoluzione: la vecchia Russia, la nuova Russia, la Russia di sempre…..

Tiziana Morganti: Il viaggio nella solitudine

Nelle opere di Tiziana Morganti, in particolare questa serie dedicata al viaggio di Ulisse, la protagonista è la Natura che predomina sui mitici personaggi, a meno che non appaiano ritratti in primo piano come Ulisse stesso. .

Una solitudine paragonabile a quella raffigurata da Edward Hopper nei suoi quadri, non solo metropolitani, con la differenza che non è una solitudine “passiva” di una metropoli alienante che ti respinge, ma panteistica di una natura che ti avvolge e accoglie, ma contemporaneamente ti ingloba nel suo Assoluto.

Quella di Tiziana Morganti non è una raffigurazione fine a se stessa, ma un’indagine profonda nella realtà quasi esasperata delle torsioni di un olivo o nell’analisi minuta delle sue foglie, nell’indagine degli anfratti della roccia e i suoi riverberi o nello sguardo perduto nell’orizzonte di un mare delicatamente increspato foriero di epiche tempeste.

La Natura di Tiziana Morganti è ferma, in contemplazione atemporale, nel silenzio del vento e nello sciabordio del mare, per offrire l’allegoria della vita attraverso il viaggio di Ulisse, con i suoi pericoli e le sue tentazioni, per conoscersi e confrontarsi nell’incontro fatale col proprio destino.

Ulisse è posto davanti a continue scelte, nel conoscere il proprio lato “oscuro” con

la trasgressiva Circe, con Calipso e la capacità di resistere alla tentazione di una vita da immortale, e poi Nausicaa nella tentazione di una nuova felicità. Tre figure femminili accomunate dall’ambientazione in una sorta di misteriose quinte teatrali, evidenziate incorniciando le figure nelle grotte dove, la prima rifugge dalla luce, mentre la seconda ne è pervasa, sino ad uno scenario da amorosa e tenace speranza, con Nausicaa che guarda il mare, appoggiata allo stipite di un portale. Senza dimenticare Penelope, con la sua fedeltà, che scruta l’orizzonte dall’alto della collina.

Un viaggio non esente da pericoli per chi “non foste a viver come bruti ma per seguir virtute e canoscenza”, con l’isola dei Ciclopi e quella delle Sirene, . il primo in un cupo notturno , mentre il secondo quadro immagina liricamente il canto magico, creando un’atmosfera rarefatta di squarci di luce in un cielo plumbeo che si rispecchia in un misterioso e placido mare, forse la più affascinante delle opere esposte.

A corollario della mostra le liriche di Luigi Massimo Bruno, adattate con l’uso di un linguaggio che rievoca l’antica lirica epica, evocano i sentimenti e “l’azione” mitica assecondando l’atmosfera surreale del favoloso percorso iniziatico.

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Tiziana Morganti: Ulisse
il Mito e il Mare
Dal 22 giugno al 2 luglio 2018

Società Dante Alighieri
piazza Firenze, 27
Roma

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Tiro Incrociato

LMB adN arteSpesso e volentieri non ho potuto reprimere la mia insopprimibile contrarietà (leggi: disgusto!) per i guasti e le insopportabili cialtronerie da cui siamo sommersi da decenni nel campo cosiddetto artistico.

Occupandomi di critica d’arte da molti anni su diverse riviste cartacee e non mi sono sempre chiesto perché. per prassi acquisita, è “verboten” denunciare in modo netto e inequivocabile i limiti e le assurdità di certa “arte” esposta.

Tra le tante rubriche che ho avuto più di una volta chiesi alle varie redazioni di avere uno spazio preciso e consacrato dove mettere a nudo dietro seria e approfondita analisi (ognuno merita un giusto processo) i limiti e le nullità di tanti concettosi “artisti” rampanti.

Non l’aperto dilettantismo, badate, ma quello ammantato dell’alibi “contenutistico”, arte povera, poverissima, ecc…. Ebbene, questo spazio mi è stato sempre precluso. Perché?… Eppure esiste ed è accettata una critica spietata cinematografica, teatrale, televisiva, financo letteraria, ma per le arti visive la battuta ricorrente è: “Qui non si spara! Se un artista, un’opera è inadeguata alla pur minima valenza estetica, ebbene, passa oltre, ignorala!”… E così è sempre stato.

Un atto di umana e generosa carità?… Ma siamo sicuri che tanta colpevole benevolenza alla fine non dia nulla osta e ossigeno a tanti “eventi” e “avventi” invece meritevoli di feroce e necessaria censura?… Aspetto ancora che mi si dia il mio spazio “a tiro incrociato”.

La cosa peggiore è che nel frattempo, lo confesso, è toccato anche a me talvolta di contrabbandare colpevolmente senso e valori pur inesistenti su spazi, oggetti e proposte nemmeno meritevoli d’essere spazzatura da riciclo!…. Continuiamo a farci del male.

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L’Arte nei suoi sviluppi

Il Profeta dell’Arte “famola strana”

Luci in fondo alla notte

Il sentimento della Realtà nella pittura

L’immateriale della materia

Kounellis: “pittore che non sa disegnare”

L’opera totale nella ricerca di Ugo Bongarzoni

Arte Astratta- Arte Distratta 2

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Mancuso vs Odifreddi

Ascolto il giovane teologo Vito Mancuso nel dibattito/confronto con il matematico/razionalista Piergiorgio Odifreddi. In conclusione e alla fine del suo dotto intervento (ricchissimo di citazioni che fanno sempre grande impressione sull’incolto spettatore comune!) si giunge inevitabilmente all’eterna ennesima conclusiva frase:” la ragione dell’uomo, pur profonda, geniale ed onesta che sia non giunge né giungerà mai a comprendere Dio”. La ragione dell’uomo, qui, in questo mondo, non può incontrare Dio in una formula adeguata e definitiva. Di questa umana insufficienza lo sapevamo già e l’abbiamo proclamata tutti!

 

 

 

 

Del resto fa buon gioco alla replica dell’ateo scienziato che ha ragione (ragionevolmente!) di ridacchiare: “Troppo comodo! Quello che non riesci a spiegarti è Mistero. Troppo facile! A me interessa il mondo in cui vivo, non le ipotetiche divinità trascendentali di cui favoleggi!”

Troppo giusto; la ragione affascina sempre con la sua risolutiva concretezza; essa dà sempre risposte ragionevoli…anche queste però troppo comode. Già, perché non basta il cordone ombelicale dell’intelligenza umana per arrivare alle stelle, e non è neanche giusto dire: tutto quello che è incomprensibile fuori dalla mia porta non mi interessa, o peggio, è puro irragionevole caos!

Non è caos perché l’Ordine delle cose è sovrano e assoluto. Ogni giorno scienziati sbalorditi scoprono connessioni e concordanze di incredibile perfezione nel Mistero della realtà che ci circonda.

Un Ordine e una conseguenzialità che definire geniale è riduttivo: esso è Divino.

Del resto il teologo “alternativo” Mancuso si perde troppo nei meandri affascinanti di un Idealismo panteistico ce pure devia, come altri fecero, dalla necessità cristiana (Nascita, Morte e Resurrezione di Cristo), della dottrina della umana Redenzione.

Né ci conquista la risaputa parlantina (al solito un po’ sarcastica e presuntuosa) dell’ateo convinto Odifreddi. Dio è aldilà di qualsiasi dotta risposta. Ad ogni passo che la ragione fa’ verso di Lui, Egli si allontana anni-luce! Perché Dio è troppo lontano e troppo vicino, è in noi e nel senso del nostro esistere. Scoprirlo nel cuore e nelle ragioni dell’amore è l’unica utopia realizzabile dall’uomo.

Troppo semplice e troppo difficile: è per questo che Egli, come si disse, si manifesta più facilmente ai semplici di cuore.

Ai semplici, beninteso, non agli idioti!

Uomini e semidei

Fantascienza? Alieni? Universi paralleli? Buchi neri? … Sciocchezze! Cosa c’è di più incredibile dell’Umanità? … Venire al mondo: incredibile! Morire: inimmaginabile. La coscienza di esistere ci impedisce di concepire il Nulla.

La coscienza ci rende semidei e come tale è inconcepibile morire … Ecco che siamo eterni nell’Assoluto: ecco il miracolo. Siamo un pazzesco scherzo della Natura o siamo veramente figli di Dio: propendo per la seconda ipotesi.

Un filosofo un giorno disse: “Il vero assurdo è che noi esistiamo; sarebbe molto più ragionevole che non ci fossimo ….”

Ma che senso ha l’Oceano se nessuno mai lo attraversa?

 

Magazine di Spunti & Riflessioni sugli accadimenti culturali e sociali per confrontarsi e crescere con gli Altri con delle rubriche dedicate a: Roma che vivi e desideri – Oltre Roma che va verso il Mediterranea e Oltre l’Occidente, nel Mondo LatinoAmericano e informando sui Percorsi Italiani – Altri di Noi – Multimedialità tra Fotografia e Video, Mostre & Musei, Musica e Cinema, Danza e Teatro Scaffale – Bei Gesti