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Milano anni ‘60

Continua a Palazzo Morando a Milano la serie delle mostre che riguardano la storia recente della città, iniziata nel 2013 con la mostra “Milano tra le due guerre” e le fotografie di Arnaldo Chierichetti.
E’ in corso attualmente la bella mostra “Milano anni ’60, storia di un decennio irripetibile”: l’esposizione ripercorre un periodo straordinario in cui Milano diventa il motore non solo economico ma anche culturale dell’intera nazione.
Tutto ciò che era in Italia innovazione nei vari campi, dall’architettura, all’arte, alla musica alla produzione industriale trovava il punto di riferimento in Milano.
La mostra ripercorre con una serie di fotografie e con la ricostruzione di ambienti il fermento che per un decennio “irripetibile”, come evidenzia il sottotitolo della mostra, ha pervaso una città che a pochi anni dalla fine della guerra è riuscita a diventare tra le prime quaranta città più influenti al mondo.
Il percorso si apre con le immagini della nuova Milano che sta sorgendo, i grattacieli in costruzione: la torre Galfa, il Pirelli, poi le tangenziali, i nuovi quartieri periferici, con un grande plastico del Gratosoglio, e la metropolitana, il cui allestimento degli spazi e delle banchine farà da modello per le metropolitane di mezzo mondo.
La mostra prosegue con la ricostruzione di piccoli ambienti che rievocano la nascita della grande stagione del design, rappresentata in particolar modo dai fratelli Castiglioni, Vico Magistretti, Giò Ponti, e del Salone del Mobile che nell’arco di pochi anni sarebbe diventato il più importante a livello mondiale. E gli oggetti esposti erano prodotti da piccole realtà artigianali come Artemide o Fontana che sarebbero diventate in seguito industrie tra le più importanti a livello mondiale.
Non mancano le immagini dei treni in arrivo dal sud alla stazione Centrale dove giungono 800 nuovi milanesi al giorno, in una città in cui, come scriveva Guido Gerosa, non c’è disoccupazione e il reddito pro capite è il più alto d’Italia. Ed ecco quindi oltre ai treni in arrivo pieni di immigrati, anche i treni in partenza per le vacanze, altrettanto affollati.
Ma Milano non è solo boom economico. Milano è anche musica, è arte, è cultura. Le foto ci mostrano i concerti dei mostri del jazz, Miles Davis, Dizzy Gillespie, Ella Fitzgerald, Duke Ellington, Billie Holiday che si esibiscono al teatro dell’Arte, al Lirico, al Gerolamo, allo Smerando, in una Milano dove Chet Baker aveva preso casa.
E poi le foto dei Beatles al Vigorelli e dei Rolling Stones, in un memorabile concerto al Palalido.
A Milano nasce il Cabaret e nascono nuove tendenze musicali per la presenza di cantautori ed interpreti che diverranno presto famosi, Jannacci, Paoli, Tenco, Gaber, Vanoni e che segneranno un svolta nel panorama musicale anche grazie alla lungimiranza di impresari ed editori come Nanni Ricordi.
Non mancano giornali e libri a ricordarci la grande vivacità nel campo editoriale (riviste come Linus e Panorama, e case editrici come Adelphi, nascono in questi anni) e anche nel campo artistico, con le gallerie sui navigli in cui spesso gli artisti internazionali espongono prima ancora che alla Biennale di Venezia.
Insomma Milano negli anni ’60 è diventata una città attrattiva, ma non solo verso coloro che aspirano a sfruttare le opportunità offerte da mondo dell’industria ma anche nei confronti di intellettuali, architetti, artisti.
Tutto sta ad indicare che sviluppo economico e sviluppo culturale sono strettamente connessi.
Alla fine del decennio però qualcosa si incrina, le contraddizioni finora sopite sotto l’onda dell’entusiasmo cominciano a svelarsi: le foto esposte mostrano gli scioperi dell’autunno caldo del ’69, le prime contestazioni degli studenti e la prima vittima degli anni di piombo, anche questo un primato milanese, con la morte dell’agente Antonio Annarumma.
Ma soprattutto la bomba di Piazza Fontana, il 12 dicembre 1969, segna la fine di un decennio memorabile e l’inizio della strategia della tensione. Dopo questa data niente sarà più come prima. Si tratta di una vera e propria cesura nella storia di Milano e della nazione intera. Una data, di cui proprio quest’anno ricorre il cinquantenario, che sarà definita come quella della perdita dell’innocenza. Milano cambia pelle. L’insicurezza è una sensazione palpabile. Chi ha vissuto in quei tempi non può scordarlo. I luoghi che fino a poco tempo prima erano pieni di fermento e vivacità cominciano ad esserlo un po’ di meno. Le foto dei funerali delle 17 vittime mostrano una piazza del Duomo gremitissima, in un giorno di dicembre freddissimo, grigio e nebbioso, l’atmosfera è tetra e fosca, è il segno della fine di un’era.
Sembra che tutto si fermi. Ed in effetti Milano, dopo questa data, rallenta.
Non a caso a Milano per diversi non si costruirà più un grattacielo. Lo skyline rimarrà sempre lo stesso per decenni.
Fino ai giorni nostri.
Ora lo skyline è cambiato e cambia quasi di giorno in giorno. Milano è diventata di nuovo il motore che traina l’intero paese.
Un nuovo decennio irripetibile?


MILANO ANNI ‘60
Dal 6 novembre 2019 al 9 febbraio 2010

Palazzo Morando
via S. Andrea, 6
Milano

Orari
martedì – domenica
10:00 – 20:00
(la biglietteria chiude un’ora prima)
Giovedì: 10:00 – 22:30
(la biglietteria chiude un’ora prima)

Informazione:
tel. +393278953761

Catalogo:
edizioni MilanoinMostra

A cura di Stefano Galli


Appunti ispirati

Una mostre itinerante da sud al nord, partendo dal centro, che Silvana Leonardi si è fatta carico di promuovere con una sessantina di Taccuini d’artista, dalle ispirazioni più diverse e dalle fogge più accattivanti.

Ora la mostra è arrivata a Milano, in occasione della manifestazione “Fiori e Sapori d’Autunno sul Naviglio Grande, con un nucleo originario integrato dall’apporto di altri artisti e la significativa presenza di opere appartenenti all’Archivio dei Libri d’Artista di Fernanda Fedi e Gino Gini.

Il taccuino è un oggetto che coniuga la creatività e la manualità con la voglia di fissare i pensieri di un racconto che si matura pagina su pagina.

Appunti d’artista o opere compiute che ne fanno dei preziosi cofanetti di immagini e scritti, oggetti della tradizione che propongono una versione attuale, in qualche modo anche autonoma e declinata in materiali diversi e con diverse modalità d’uso e destinazione, fornendone una sorta di campionario quanto mai vario e articolato di tutte le possibilità e le potenzialità espressive.

Francesco Muzzioli, nel suo testo, introduce alla mostra milanese con l’illuminante e veritiera affermazione su “Un taccuino non è altro che un portatile di prima generazione. Come dimensioni si può dire che sia tra uno smartphone e un tablet. È superato? Sì e no. La mostra dimostra che è molto più malleabile.”

Taccuini d’Artista di: Elio Alfano, Bruno Aller, Carlo Ambrosoli, Anna Maria Angelucci, Maria Cristina Antonini, Chiara Armellini, Vincenzo Aulitto, Antonio Baglivo, Antonio Barbagallo, Claudia Bellocchi, Luciano Benini Sforza, Mirella Bentivoglio, Rosetta Berardi, Tomaso Binga, Michiel Blumenthal, Anna Boschi, Carlo Bugli, Claudio Calzavacca, Antonio Carbone, Giovanni Castaldi, Andrea Cesari, Elettra Cipriani, Anna Coppola, Laura De Carli, Adriana Del Vento, Prisco De Vivo, Lucia Di Miceli, Gabriella Di Trani, Luigi Domenicucci, Giovanna Donnarumma, Fabio Fabiani, Marisa Facchinetti, Fernanda Fedi, Mavi Ferrando, Daniele Ferroni, Giovanni Fontana, Gino Gini, Salvatore Giunta, Gennaro Ippolito, Mario Lanzione, Gianleonardo Latini, Silvana Leonardi, Francesco Lucrezi, Mario Lunetta, Giorgio Moio, Mattia Morelli, Daniela Nenciulescu, Carlo Oberti, Giorgios Papaevangeliu, Peppe Pappa, Beatrice Pasquet, Lucia Pescador, Adriana Pignataro, Lamberto Pignotti, Luciano Puzzo, Antonio Raucci, Maria Teresa Romitelli, Giovanni Ruggiero, Lucia Sapienza, Eugenia Serafini, Grazia Sernia, Ilia Tufano, Vittorio Vanacore, Nanni Varale, Piero Varroni, Oriano Zampieri, Lorenzo Zangheri.


Taccuini d’Artista
Il 5 e il 6 ottobre 2019

Archivio dei Libri d’Artista
Fernanda Fedi – Gino Gini
Palazzo Galloni
Alzaia Naviglio Grande 66
Milano
+39 3480357695