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Cose sperate

Prendendo spunto da Dante Alighieri con Fede è sustanza di cose sperate e argomento de le non parventi (Divina Commedia, Paradiso XXIV, 64-65), Stefania Severi e Marco Onofrio, curatori dell’iniziativa, propongono una serie di opere in immagini e parole nelle poesie e libri d’Artista, con la partecipazione di 27 poeti e di 27 artisti.

In tutto 54 lavori tra componimenti poetici e i libri d’artista, tutte sono ispirate al concetto di Fede inteso nella più ampia accezione.

I poeti: Sauro Albisani, Giuseppina Amodei, Giorgio Bàrberi Squarotti, Italo Benedetti, Alberta Bigagli, Tomaso Binga, Laura Canciani, Maria Cardi, Paolo Carlucci, Sabino Caronia, Elena Clementelli, Manfredo Di Biasio, Domenico Gilio, Carla Guidi, Giorgio Linguaglossa, Dante Maffìa, Nina Maroccolo, Salvatore Martino, Aldo Onorati, Massimo Pacetti, Rita Pacilio, Patrizia Pallotta, Giulio Panzani, Plinio Perilli, Giangiulio Radivo, Davide Rondoni, Raffaello Uteri.

Gli artisti: Carla Cantatore, Vito Capone, Francesca Cataldi, Primarosa Cesarini Sforza, Bianca Cimiotta Lami, Bruno Conte, Lea Contestabile, Maria Cristina Crespo, Elisabetta Diamanti, Alessandro Di Cola, Vittorio Fava, Alfonso Filieri, Ezio Flammia, Salvatore Giunta, Carla Gugi, Giuseppe Mannino, Gina Morandin, Carmine Mario Muliere, Teresa Pollidori, Giuseppe Ponzio, Lydia Predominato, Vera Puoti, Maria Luisa Ricciuti, Vanni Rinaldi, Claudio Schiavoni, Mimmo Totaro, Franco Zingaretti.

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Mostre Biblioteca Casanatense La Fede Diamanti FEDEmartedì 28 maggio, ore 16.30-18.30

INCONTRO CON I POETI

giovedì 30 maggio, ore 16.30-18.30

INCONTRO CON GLI ARTISTI

Biblioteca Casanatense, Via di Sant’Ignazio 52, Roma

In mostra dal 22 al 31 maggio – Orari: mattina giorni feriali 11.30-12.30

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LA FEDE

Dal 22 al 31 maggio 2013

Roma

Biblioteca Casanatense

via di Sant’Ignazio 52

 

Orari:

mattina giorni feriali

dalle 11.30 alle 12.30

Tel. 06/39039387

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 Mostre Biblioteca Casanatense La Fede Cataldi Francesca

Mostre Biblioteca Casanatense La Fede CimiottaArts, Culture and Entertainment

Novecento: arte e retorica del Ventennio

In quel di Forlì è allestita una megaesposizione di arti figurative (pittura, scultura, arredamento, moda, cartellonismo ecc.) che documenta in modo straordinario non solo le tendenze estetiche ma anche sociali, umane, politiche, di quel che avvenne in Italia negli anni del ventennio fascista: grosso modo nei trionfi e nei clamori paradossali e ottimistici di quelli che furono chiamati giustamente gli anni del “consenso” al regime. Talché le opere d’arte direttamente ispirate al debordante carisma del “duce” e al culto della sua personalità arrivano fino alla disarmante piaggeria e al grottesco. Per questo la mostra è stata accusata di aperta esaltazione della dittatura che fu. Ma non è così. Il critico, lo storico, ha il dovere di analizzare e documentare: la realtà è che in quegli anni fatidici non ci fu artista, scrittore, scultore, musicista, che non fosse apertamente coinvolto all’ubriacante trionfo del governo totalitario. Inutile far nomi, l’elenco è lungo, e la vastissima esposizione lo documenta. Dico tutti, tranne naturalmente un drappello di irriducibili, soprattutto politici, che contrastarono eroicamente la dittatura pagando di persona. Ma gli artisti no: erano tutti o quasi, sinceramente o meno pervasi dalla sacra esultanza del momento, militanti convinti o opportunisti che fossero, era difficile allora se non impossibile non essere travolti dall’esaltazione di un sistema che mieteva successi e consensi in Italia e all’estero. Certo, il seguito della storia rivelò il grande inganno e gli entusiasti disillusi divennero feroci oppositori, ma negli anni “felici” la giostra girava ed era difficile scendervi! Tutto questo per dire che a Forlì (terra di casa mussoliniana, Predappio è a due passi) non è allestita come qualcuno ha detto una mostra fascista ma una ricchissima, interessantissima, approfondita ed esaustiva esposizione di grande valore oltre che artistico, ripeto, sociale, umano e politico, con gli umori, le emozioni e le illusioni di quel che fummo. Del resto, oltre alle opere direttamente ispirate al trionfalismo ducesco o alla sua retorica del sano “ruralismo”, moltissime sono le opere altrimenti ispirate alla pura dimensione poetica ed espressiva. Ci sono tutti, ma proprio tutti i bei nomi dell’arte italiana del novecento, dai tardoimpressionisti ai futuristi, dai divisionisti ai simbolisti, agli espressionisti, tutti comunque accomunati dall’intento fondamentale (si chiamò appunto “ritorno all’ordine”) di una ritrovata nostalgia della classicità quattrocentesca, della monumentalità nella sincera esaltazione di una forte e plastica figuratività: gloriosa eredità di altri tempi, sogno di purezze e armonie che ritorna ciclicamente nel nostro sangue mediterraneo! Ricerca o riesumazione che fosse di una identità storica che comunque ci apparteneva, non solo incoraggiata dal regime amante di imperiali trionfi, ma innegabile speranza (o illusione) di tantissimi artisti sulle tracce di un passato e di una tradizione nostra. In margine alla vastissima esposizione di straordinario interesse le cosiddette arti “minori”, dal cartellonismo pubblicitario alla moda femminile, alla mobilia d’arredo, all’oreficeria, nonché bozzetti e plastici dell’architettura della “nuova Italia”, tutto direttamente ispirato agli anni che furono (non posso definirli altrimenti) della grande illusione di una grande Patria. E questa, per capirci, non è patetica e provinciale nostalgia, ma documento e Storia. La Storia di un paese, nel bene e nel male.

 

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Mostre NOVECENTO donna-allo-specchio

Forlì

Musei San Domenico

NOVECENTO.

Arte e vita in Italia tra le due guerre

Dal 2 febbraio al 16 giugno 2013

Tel. 0543/1912030 – 199 757515 – 02/43353520

http://www.mostranovecento.it

 

 

 

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Mostre NOVECENTO concertoMostre NOVECENTO 311_Rometti,-Vaso-con-arcieriMostre NOVECENTO 383_Dudovich_Esposizione-Rhodia-e-Albene-alla-Rinascente

 

 

Artiste in cerca di luoghi

I concetti di esodo, nomadismo, esilio, diaspora coinvolge le ultime generazioni, spinte dalla crisi economica e culturale a cercare di realizzare il proprio futuro all’estero.

L’artista non è esentato da questa condizione esistenziale e ancor di più, come in ogni ambito, se è una artista che storicamente è legato a una condizione di vita nomade. Vuoi l’ispirazione o la committenza, ma è spesso dal sistema espositivo che possa offrire maggiori prospettive che egli è condizionato per far conoscere il proprio lavoro.

Le istituzioni culturali possono essere solo una provvisoria soluzione di accoglienza, un primo passo per proporre la propria opera, ma poi gli artisti italiani dovranno fare affidamento solo sulle proprie forze. Borse di studio o stage sono solo un’occasione, le opportunità sono solo sulle spalle dell’artista migrante che potrebbe trovarsi nella condizione di un richiedente asilo politico.

Un frammento di questo panorama, rappresentato da cinque artiste (Sara Basta, Elena Bellantoni, Laura Cionci, Mariana Ferratto, Dunia Mauro) nate fra il 1975 e il 1980, viene racchiuso nel titolo biblico e nell’evoluzione che questo “esodo” ha collaborato al vissuto artistico delle singole nella loro formazione.

Ciascuna esperienza di vita all’estero passa attraverso un lento processo di metabolizzazione da una cultura altra, cui si accompagna una condizione di spaesamento culturale e linguistico, ma anche di spaesamento ambientale e spaziale (le relazioni e i confini con l’altro-da-sé vengono continuamente rinegoziati e ridefiniti).

Qualsiasi forma di esodo include prima o poi il trauma del ritorno a una condizione che non corrisponde mai a quella di partenza. Come un moderno Ulisse, l’artista segue l’istinto verso il Centro internazionale d’arte contemporanea, viaggio che per ciò che è lontano finché il desiderio e il bisogno di tornare non lo portano a fare i conti con la propria condizione originaria e con le disparità culturali, sociali, economiche.

Ognuna delle artiste ha scelto un lavoro che interpreta il tema dell’esodo in chiave di confronto, identità, viaggio, famiglia.

La mostra è curata da Emanuela Termine.

 

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Mostre Roma Sala 1 Exodus Dunia Mauro, Noah's Ark, 2010_lowRoma

Sala 1

piazza di Porta S. Giovanni, 10

EXODUS

Dal 12 marzo al 13 aprile 2013

Tel. 06/7008691

http://www.salauno.com

dal martedì al sabato – dalle 16.30 alle 19.30

 

 

 

Cento anni di vita intensa

Quest’anno si compie il centenario dalla fondazione della Biblioteca Hertziana, prestigiosa istituzione culturale con sede in Roma con il fine dello studio della Storia dell’Arte. Il tutto si originò negli ultimi decenni dell’800 allorché Henriette Hertz (1846-1913) facoltosa signora tedesca di religione ebraica innamorata dell’arte italiana si trasferì a Roma acquistando in via Gregoriana un Palazzo fatto costruire quasi due secoli prima dal famoso pittore Federico Zuccari, edificio ricco di pregevoli affreschi e con un singolare ingresso su via Gregoriana fatto a forma di bocca di mostro; rapidamente la dimora della Hertz divenne un vivace centro culturale punto di attrazione di studiosi e cultori d’arte di ogni provenienza.

L’edificio ospitò ben presto una biblioteca di 8.000 volumi ed una fototeca con 12.000 fotografie. Per testamento la Hertz, anche su suggerimento del suo collaboratore Ernst Steinmann (1866-1934), istituì la fondazione Biblioteca Hertziana donandola alla società Kaiser Wihlelm che ne assicurò la gestione grazie anche a generose sovvenzioni finanziarie. La Biblioteca proseguì negli anni la sua intensa vita culturale nonostante due guerre mondiali con seguito di confische e requisizioni  fino a giungere all’attuale consistenza di circa 300.000 volumi e 800.000 foto; parallelamente crebbero gli spazi a disposizione acquistando edifici contigui tra cui il Palazzo Stroganoff costruito originariamente per il pittore e letterato napoletano Salvator Rosa alla metà del ‘600 e poi acquisito nell’800 dal principe russo. Dal secondo dopoguerra ha preso il nome di Istituto Max Planck per la Storia dell’Arte. Mezzo secolo fa per ampliare i locali fu costruito nel giardino un edificio che a distanza di anni mostrò insufficienza di spazi e carenze strutturali tali che una decina di anni fa ne fu decisa la demolizione e ricostruzione; operazione effettuata con grande maestria erigendo un edificio con ampi spazi idonei alla  conservazione dei materiali e all’accoglienza di studiosi e studenti. Un interessante lavoro è stato compiuto nei sotterranei dove sono stati conservati resti archeologici appartenenti a un ninfeo della Villa di Lucullo al Pincio. Per celebrare il centenario la Biblioteca Hertziana, la Soprintendenza Speciale per il PSAE, il Polo Museale della Città di Roma e la Direzione della Galleria d’Arte Antica di Palazzo Barberini hanno organizzato una esposizione di 43 quadri che la Hertz lasciò per testamento allo Stato Italiano e che furono destinati alla Galleria.

Si tratta di una raccolta di dipinti di autori italiani per lo più del Rinascimento anche se non mancano opere del tardo trecento e del 6/700; gran parte degli autori, pur pregevoli, non sono particolarmente noti anche se spiccano una Annunciazione di Filippo Lippi, un piccola, graziosa Madonna con Bambino di Giulio Romano, un’opera del Garofalo nonché due deliziosi pastelli di Rosalba Carriera e un piccolissimo dipinto del Longhi dall’anomalo formato. Parte dei quadri sono abitualmente nelle sale, parte nei depositi; in occasione della mostra sono stati tutti restaurati e riesaminati criticamente ed ora sono esposti, mescolati con la normale dotazione della Galleria, contraddistinti da un pannello azzurro che indica la loro provenienza dalla donazione Hertz. Oltre al catalogo della mostra la Biblioteca ha pubblicato due volumi, in tedesco, con la storia dell’istituzione e degli edifici nei quali è insediata. Un vivo augurio all’Hertziana per il compleanno trascorso e per i prossimi cento anni di intensa attività.

 

Mostre Cento anni Hertziana 1913–2013 IMG20130307065813505_900_700LA DONAZIONE DI ENRICHETTA HERTZ 1913-2013

Segno del mio amore verso il paese che tengo in sì alta stima

Dall’8 marzo al 23 giugno 2013

Roma

Galleria Nazionale d’Arte Antica di Palazzo Barberini

via Quattro Fontane 19

Orario:

dal martedì alla domenica

dalle 8.30 alle 19.00

Biblioteca Hertziana

via Gregoriana 28

Tel. 06/69993 227

http://biblhertz.it.mpg.de/it/

 

 

 

 

 

 

Helmut Newton ovvero come essere protagonisti in fotografia

Quando un Autore ci riporta con la memoria ad altri autori, quando un’immagine ci fa pensare, ecco in quell’immagine, in quell’autore non c’è l’ovvietà del concetto ma c’è l’originalità. È quanto è successo alla Persona di Helmut Newton, famoso protagonista del secondo Novecento. Mi si potrà obiettare che fotografare, soprattutto, dei nudi di donna, ovviamente, garantisce il successo. Assolutamente no. Ho visitato l’interessantissima esposizione delle foto di Newton. Innanzitutto ci sono moltissime gigantografie e questo rende la visione ancora più gradevole, e poi? E poi ci sono molti ‘scatti fotografici’, tra l’altro già conosciuti perché famosissimi, che inseriti in quel contesto, oggi si direbbe la location, che è il Palazzo delle Esposizioni di Roma, assumono una vita diversa. Si, diversa da quei libri fotografici cui il Newton era solito fare. E nello scorrere le centoottanta fotografie, mi sono soffermato su diverse immagini, tra le quali quel gruppo di quattro donne vestite (‘Ecco vengono II’ dalla serie Big Nudes) e poi, sempre nella medesima posizione, denudate. Il ricordo con la ‘Maja vestida’ e la ‘Maja desnuda’ del Goya, mi ha fatto capire quanto sia stata importante la vita artistica di Helmut Newton. Ma non solo, in queste foto il nudo non è fine a se stesso ma assume un valore ben preciso perché inserito in un ambiente al chiuso piuttosto che all’aperto. Questi nudi dialogano tra loro apparendo a volte vestiti della propria nudità. È la magia di chi utilizza un mezzo per esprimersi ed Helmut Newton c’è riuscito alla perfezione. Felice visione a voi tutti.

 

HELMUT NEWTON

White Women, Sleepless Nights, Big Nudes

200 immagini di uno dei fotografi più emblematici del XX secolo

Dal 6 marzo al 21 luglio 2013

 

mostra_HELMUT_NEWTON_ROMA_Immagine-3-Autoritratto-con-la-moglie-e-le-modelle-Paris-1981Roma

Palazzo delle Esposizioni

via Nazionale 194

Informazioni e prenotazioni:

tel. 06/39967500

http://www.palazzoesposizioni.it/Home.aspx

Orari:

domenica, martedì, mercoledì e giovedì

dalle 10.00 alle 20.00

venerdì e sabato

dalle 10.00 alle 22.30

lunedì chiuso

Biglietti:

Intero €10, ridotto €7,5 – dal 6 al 10 marzo 2013

Intero €8, ridotto €6 – dal 12 marzo al 21 aprile 2013

Intero €12,50, ridotto €10,00 – dal 23 aprile al 21 luglio 2013

Permette di visitare tutte le mostre in corso al Palazzo delle Esposizioni

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