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Una Raccolta sentimentale

La “Raccolta sentimentale” che dà il titolo a queste mie note è quella di Maria Verzotto.

Nel visitare, la variegata e quindi interessante mostra sugli Artisti Americani a Roma, ho avuto modo di conoscere Maria Verzotto. Anche lei pittrice e appassionata dei lavori che mano a mano riusciva ad avere, avendo lavorato all’Accademia Americana.

La Passione della Verzotto è tutta qui, in questa mostra, per certi versi intrigante, curata da Gianleonardo Latini e presentata da Luigi M. Bruno.

Infatti si tratta di una esposizione tutta da vedere (sono rimasti pochi giorni) perché si passa dal figurativo di Charles Dwyer, che mi ricorda molta pittura americana anni sessanta e settanta all’astratto geometrico-emotivo di Paul Kubic, fino ad un Varujan Boghosian che potrebbe fare del suo lavoro, qui presente in mostra, anche una installazione. Come dire, c’è n’è davvero di tutti i gusti per tutti.

E allora lo scorrere di questi lavori apparirà ai vostri occhi come un “viaggio sentimentale” che testimonia l’Amore per l’Arte che ha Maria Verzotto. La sua volontà di voler mettere in mostra tante opere, anche se diverse tra loro, ci testimonia la voglia della condivisione tanto rara di questi tempi.

Una bella mostra, dove ognuno di noi si potrà ritrovare, ora in un dipinto, ora in uno schizzo a seconda del proprio “sentire” la materia pittorica. Ma non solo, andando anche oltre il “suo” credo potrà apprezzare altri modi di espressione meramente unici.

Sentimentale visione a voi tutti.

 

ARTISTI AMERICANI A ROMA
dalla fine degli anni ’60 agli anni ’90
nella Raccolta Verzotto

dal 18 gennaio all’8 febbraio 2013
dal lunedì al venerdì – dalle 15.00 alle 19.00

Roma
Moto della Mente
Via Monte Giordano, 43 (piazza Navona)
00186 Roma

Tel. 06/6869974

Raccolta Verzotto

Variazioni in punta di canini

Alcuni personaggi letterari hanno avuto maggior fortuna di altri sullo schermo e nei fumetti. Nascono dal folclore popolare per vivere di luce propria nelle diverse versioni cinematografiche e televisive, nei fumetti e nei cartoon, sino ai videogame.

Nell’anno appena trascorso si sono inaugurate due mostre per rendere omaggio a due personaggi come Tarzan e Dracula, nati dalle leggende e dai miti delle varie culture per dar vita ad un immaginario globale.

Tartan e la sua leggenda di un uomo allevato dalle scimmie, debuttò, grazie alla penna dello scrittore americano Edgar Rice Burroughs nel 1912 sulle pagine della rivista “All – Story Magazine”. Nello stesso anno moriva l’irlandese Bram Stoker, lo scrittore che, nel 1897, pubblicò il romanzo dedicato a Dracula.

La saga cinematografica dedicata al signore della foresta inizia con Tarzan delle scimmie (Tarzan of the Apes) nel 1912, mentre è di dieci anni dopo il debutto del Vampiro, ma ora i destini dei due personaggi si incrociano attraverso Kellan Lutz, ex vampiro in Twilight (2008), che è Tarzan nel film di Reinhard Kloos in uscita nel 2013.

Tradizione orale di paure arcaiche per concretizzarsi sulla carta e offrire differenti letture di un umano allevato dagli animali, possono essere lupi o scimmie, in Europa o in Africa, magari in India, per esaltare in Tarzan l’eroe positivo, anche prima di Kipling, che vede il Mondo con occhi ingenui senza contemplare l’inganno come modalità di vita.

Mentre il personaggio di Dracula non rimane rinchiuso nella lettura stereotipata del cattivo contro il buono. con gli anni Dracula e il resto del Mondo si confondono in un vortice di bene e male. Da l’orrorifico Nosferatu di Murnau ai bellocci vampirotti di Twilight che saltellano tra le sequoie dell’Oregon, dal linguaggio metaforico del cinema espressionista alle atmosfere rarefatte di un’immaginaria provincia del profondo sud-est statunitense di True Blood, è un’interminabile elenco di riletture e stravolgimenti di un personaggio identificato dai timori più atavici di ogni cultura come il male, sia come Vampiro o Ghul, Gorgone o Sfinge, ben prima di opporsi a Cristo.

Vampiri che disdegnano il palesarsi all’umanità e quelli che vivono tra le persone e le persone ne sono amici o ostili, sino a ipotizzare una guerra al “diverso”.

La mostra milanese “L’urlo di Tarzan” si è conclusa a settembre, quella dedicata a Dracula e il mito dei vampiri sarà possibile visitarla sino al 24 marzo 2013 negli spazi della Triennale.

Un omaggio all’immortale vampiro, principe della notte, antesignano di una lunga serie di emuli più o meno fascinosi. Dai lontani trascorsi folclorici allo sviluppo nell’ambito illuministico, sino alla contemporaneità della “vampiromania” che continua a sedurre adolescenti e non solo.

Un centinaio di opere tra dipinti, incisioni, disegni, documenti, oggetti storici, costumi di scena e video – affronta e indaga la figura del vampiro per antonomasia, partendo dalla dimensione storica per procedere alla trasfigurazione letteraria, fino ad arrivare alla trasposizione cinematografica e, infine, alle implicazioni sociologiche del mito di Dracula. Un vero e proprio viaggio nel mondo vampiresco che, al contempo, analizza il contesto storico e quello contemporaneo, passando in rassegna oggetti d’epoca e design dei nostri giorni, miti antichi e divi di oggi, per contribuire alle celebrazioni per il centenario della sua scomparsa di Bram Stoker.

L’anniversario della morte di Bram Stoker è stato anche l’occasione della lettura di Dracula nella rubrica di Ad Alta Voce su Rai Radio3.

Un testo, anche se datato, che aiuta ad avere un ampio panorama, con tutti i limiti di una pubblicazione con trent’anni di longevità, sulle coinvolgenze vampiresche, nei vari ambiti dell’umana conoscenza, dal folclore alla storia, passando per le varie espressività artistiche, è I vampiri di M.D, Cammarota Jr. (Ed. Fanucci).

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Manifesto Dracula
Manifesto Dracula

Milano

Triennale

DRACULA

e il mito dei vampiri

Dal 23 novembre 2012 al 24 marzo 2013

Tel. 02/72434208 – 45496874

 

ARIDATECE DRACULA!

EcoTipo 1993 Dracula

 

 

 

Sopravvivere nell’invisibilità delle baraccopoli

L’esposizione ha l’obiettivo di mostrare gli enormi bisogni umanitari e medici di donne, uomini e bambini costretti a vivere in vere e proprie “bombe a orologeria” umanitarie. La mostra, frutto della collaborazione fra Medici Senza Frontiere (MSF) e l’agenzia fotografica NOOR, propone il lavoro di cinque fotografi (Stanley Greene, Alixandra Fazzina, Francesco Zizola, Jon Lowenstein e Pep Bonet) che hanno visitato i progetti dell’organizzazione medico-umanitaria in altrettante bidonville: Dhaka (Bangladesh), Karachi (Pakistan), Johannesburg (Sud Africa), Port-au-Prince (Haiti) e Nairobi (Kenya). Le fotografie e i video-documentari che hanno realizzato accendono un riflettore sulle fasce di popolazione più povera che emigrano in massa dalle regioni rurali verso le città, nella maggior parte dei casi finendo nelle bidonville che crescono in modo esponenziale. I visitatori potranno entrare nel cuore di immense baraccopoli “invisibili” al mondo esterno e toccare con mano le condizioni di vita estreme e le sfide che MSF sta affrontando, ogni giorno, per assistere la popolazione: malnutrizione, acqua contaminata, mancanza di servizi igienico-sanitari, infezioni, HIV/AIDS. In Asia, il fotografo Stanley Greene documenta la vita nella baraccopoli di Dacca (Bangladesh), tra malnutrizione infantile, assenza di servizi igienico-sanitari e vulnerabilità alle catastrofi naturali; Alixandra Fazzina racconta attraverso i suoi scatti la baraccopoli di Karachi (Pakistan) dove MSF assiste le persone affette da HIV/AIDS e tubercolosi. L’Africa è invece vista attraverso l’obiettivo dei fotografi Francesco Zizola che ha viaggiato a Nairobi (Kenya), fra gli abitanti di Kibera, la maggiore baraccopoli della capitale, e Pep Bonet che documenta la vita degli immigrati dello Zimbabwe presenti a Johannesburg (Sud Africa) e di coloro che vivono nella baraccopoli della città, lottando contro HIV/AIDS e tubercolosi multiresistente ai farmaci. Infine, Haiti, dove Jon Lowenstein racconta la violenza e le difficoltà di Martissant, baraccopoli della capitale Port-au-Prince, colpita anche dal colera.

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Roma

Museo di Roma in Trastevere

URBAN SURVIVORS

Dal 15 dicembre 2012 prorogata al 17 febbraioio 2013

Info: tel. 060608 (tutti i giorni ore 9.00 – 21.00)

MSF

Museo in Trastevere

Info

URBAN SURVIVORS

 Mostre Urban Survivors Sopravvivere nelle baraccopoli01

 

Documentare l’arte

L’istituto nazionale per la grafica rende omaggio alla figura di Federica Di Castro (1932- 1998), curatrice e conservatrice dell’arte contemporanea per l’Istituto dal 1977 al 1997, con un’edizione selezionata dei suoi scritti e una mostra di opere grafiche del secondo Novecento, acquisite alle collezioni della Calcografia, grazie alla sua mediazione.

L’ampiezza degli interessi che contraddistingue la ricerca della studiosa può essere ricondotta ad alcuni concetti di fondo: l’opera d’arte riproducibile, il suo valore estetico e la sua funzione sociale, con un’attenzione particolare al ruolo svolto dalla donna in ogni campo di ricerca affrontato.

Le opere esposte offrono un panorama molto ampio della ricerca contemporanea del secondo dopoguerra, tra queste si segnalano i lavori di Accardi, Capogrossi, Dorazio, Novelli, Perilli, Radice, solo per citare alcuni nomi. Tali opere provengono, per la gran parte, dalla donazione che Renzo Romero fece al termine della sua attività di gallerista e stampatore nel 1986. Il fondo, con più di 1000 pezzi tra stampe, matrici e disegni, costituisce la più ampia acquisizione di opere dei maestri dell’astrattismo italiano.

Dalla donazione di Francesco Flores D’Arcais derivano invece alcune opere utilizzate per la rivista «Civiltà delle Macchine» come nel caso di Santoro e Consagra.

In mostra anche i collages di Remo Remotti sul caso Moro, le cartelle di grafica della storica Galleria La Salita, stampate da Roberto Bulla alla fine degli anni Cinquanta, con Fontana, Schifano, Festa e molti altri.

Non mancano i grandi formati e tra questi, oltre alla xilografia di Kritsotaky, anche le acqueforti di Chia e Vedova, donate dalla stamperia Il Cigno Galileo Galilei Edizioni di Arte e alcune delle opere selezionate per la Biennale internazionale di grafica di Lubiana nel 1995, tra le quali quelle di Delhove, Ducrot, Frare, Napoleone, Paladino, Romanello.

Infine, è esposta una scelta dalla cartella Paolini Patella Pistoletto, realizzata alla fine degli anni Settanta all’interno delle sperimentazioni della scuola della Calcografia voluta da Carlo Bertelli.

Sempre nell’ambito del progetto, l’Istituto offre la possibilità di consultare la raccolta di filmati d’artista, avviata anch’essa da Federica Di Castro nel 1979. Quest’ultima realtà dimostra quanto la ricerca sui linguaggi contemporanei della riproducibilità, fin da allora, sentiva il bisogno di espandersi oltre i limiti del foglio e di confrontarsi con altri media trovando nell’Istituto un punto privilegiato di analisi.

Nel suo complesso l’iniziativa si inserisce nel progetto GRAFICA: femminile singolare, sostenuto dalla Direzione generale per il paesaggio, le belle arti, l’architettura e l’arte contemporanee del Ministero per i beni e le attività culturali.

L’installazione di computer art Echi della memoria, omaggio a Federica Di Castro, ideata per questa occasione da Ida Gerosa, con musiche di Nicola Sani, è parte integrante del progetto.

L’inaugurazione della mostra dedicata a Federica Di Castro è inserita all’interno dell’evento che l’Istituto ha realizzato in occasione del Re-birth day, prima giornata mondiale della rinascita ideata da Michelangelo Pistoletto.

Il volume Federica Di Castro. L’Idea espansa. Un percorso critico nell’arte del Novecento è edito da Quodlibet Edizioni, Macerata.

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Federica Di Castro

L’IDEA ESPANSA

Dal 21 dicembre 2012 al 17 febbraio 2013

Roma

Istituto Nazionale per la Grafica

Palazzo Poli, via Poli 54 (Fontana di Trevi)

http://www.grafica.beniculturali.it

http://www.federicadicastro.it

 

 

 

 

 

 

Un rientro prezioso

 

Il rientro prezioso che dà il titolo a questo mio scritto è la Tavola Doria attribuita a Leonardo da Vinci. All’interessante, quanto intenso, incontro che si è tenuto il 27 novembre 2012 al Palazzo del Quirinale, il sapiente Sottosegretario di Stato ai Beni e alle Attività Culturali Roberto Cecchi, ha esordito il suo intervento, parlando di questo dipinto su tavola in maniera entusiasta. Lo si capisce, sia perché ebbe la ventura di partecipare al recupero, sia perché fin dal 2008 è iniziato un lungo percorso.
L’opera, infatti, sparì dall’Italia proprio dal 2008 e ora ritorna sotto forma di donazione allo Stato italiano da parte del Tokyo Fuji Art Museum.
Ma di cosa sto parlando?
Precisamente della così detta Tavola Doria entrata nelle collezioni Doria intorno al 1621. Ritenuta essere capolavoro di Leonardo e successivamente di un probabile ‘Maestro Toscano’. Raffigura una prova preparatoria di una parte di quell’affresco che andò perduto nello stesso momento che Leonardo lo stava eseguendo: La Battaglia di Anghiari.
L’idea, infatti, che abbiamo della battaglia sopra citata, è basata sugli schizzi preparatori dello stesso Leonardo, sulla Tavola Doria e su copie contemporanee.
Particolare ringraziamento va, comunque, al Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale che dal 1969 si è dotato del Nucleo Tutela Patrimonio Artistico, primo reparto al mondo deputato al contrasto dei furti e delle fasificazioni di opere d’arte e che ha permesso di individuare il luogo dove si trovava la Tavola Doria, il Tokyo Fuji Art Museum che l’aveva acquistata in buona fede e che ha deciso di donarla allo Stato italiano a conclusione di un lungo e complesso processo di trattative e accordi.
Il recupero del dipinto consentirà ora all’Opificio delle Pietre Dure di Firenze, di svolgere nei prossimi mesi l’approfondita e rigorosa conoscenza dell’opera.
La Tavola che raffigura la ‘Lotta per lo Stendardo’, un momento della Battaglia di Anghiari sarà esposta al Quirinale dal 28 novembre al 13 gennaio 2013 nella Sala della Rampa.
Vedendo il dipinto su tavola, precisamente eseguito su due tavole unite, viene subito da pensare alla mano leonardesca. La verosimiglianza dei volti, dei corpi, dei cavalli: l’occhio del cavallo, fanno pensare, ed io non ho dubbi in tal senso, che sia proprio opera di Leonardo. Tuttavia, quale che sia, comunque, la mano che ha dipinto questa tavola, bisogna dire che è una mano particolare di altissimo livello artistico. È vero, a quel tempo esistevano le botteghe ed è altrettanto vero che quando ci avviciniamo a quei maestri, così detti, minori scopriamo solo che erano minori rispetto a un Leonardo, a un Michelangelo, ma che poi tanto minori non lo fossero. Magari, avere di questi tempi la bottega dove insieme si lavora, si preparano i colori, si interviene sul dipinto! Ma questa è solo un’idea romantica e tale rimane. I tempi attuali, infatti, testimoniano tanta superficialità e tanta inesperienza in chi opera nel mondo dell’Arte.
È per questo motivo che è doveroso andare a vedere questa splendida mostra coadiuvata anche da un touchscreen dove si potrà vedere l’opera e le sue varie fasi di conservazione.

Una ricca e suggestiva visita a tutti.

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TAVOLA DORIA

Dal 28 novembre al 13 gennaio 2013

Roma
Palazzo del Quirinale

Orario
dal martedì al sabato 10.00 – 13.00; 15.30 – 18.30
ingresso gratuito

Informazioni:

http://www.quirinale.it/qrnw/statico/artecultura/mostre/2012_tavola-doria/tavolahome.htm

I visitatori potranno accedere alla mostra con ingresso gratuito e senza bisogno di prenotazione, dalla Piazza del Quirinale, nei giorni feriali da martedì a sabato dalle ore 10.00 alle ore 13.00 e dalle ore 15:30 alle ore 18:30, mentre l’orario domenicale resta fissato dalle ore 8:30 alle ore 12.00, in concomitanza e con le disposizioni dell’apertura al pubblico delle sale di rappresentanza. La mostra rimarrà chiusa tutti i lunedì e nei giorni festivi, nonché il 9, 16, 23 e 30 dicembre 2012.