Hugo Chavez è stato sconfitto dal cancro e l’ortodossia chavista non gode di buona salute. Non è riuscito a manipolare “democraticamente” la malattia e non solo il Venezuela ne sarà influenzato da questa morte, ma tutto il Sud America che ha guardato con interesse all’appuntamento elettorale.
Per sapere cosa succederà al Venezuela ora sarà necessario vedere Nicolas Maduro come affronterà la l’alzata di scudi del l’opposizione capeggiata da Capriles con la sua richiesta del riconteggio delle schede e se poi avrà la forza di portare avanti l’idea bolivariana del riscatto di uno stato e dell’intero continente Latino Americano.
L’ultimo desiderio di Chavez è stato esaudito dai venezuelani, ma con una timida maggioranza, ben lontana da un plebiscito chavista.
Maduro forse non ha lo stesso carisma di Chavez nell’infuocare le folle, ma ha la forza di continuare nell’opera di redistribuzione delle ricchezze che si misurerà con le sue capacità di guidare un paese emergente.
Il nodo principale è proprio la ridistribuzione della ricchezza proveniente dal petrolio che comporta per alcuni perdere parte della propria influenza in favore dei molti poveri.
Sarà stato benedetto dallo spirito di Chavez nelle spoglie di un passerotto, ma Maduro dovrà cedere il palco a Jorge Mario Bergoglio e gli altri capi di stato del Continente guarderanno al Papa venuto da lontano come possibilità di riscatto del Sud America
L’elezione dell’argentino Jorge Mario Bergoglio al soglio pontificio non renderà protagonisti solo i poveri, ma tutto il Continente Americano, come dimostra il suo rifiuto del lusso e la nomina di otto cardinali, di cui ben tre in rappresentanza delle terre d’oltreoceano, ai quali si rivolgerà per un consiglio nel guardare alle Americhe con estrema attenzione.
Un’elezione importante per il continente Latino Americano pari a quello che fu con Giovanni Paolo II per la Polonia e per tutto l’universo sovietico.
Quello che Chavez aveva iniziato nell’infondere l’orgoglio latinoamericano sarà portato avanti dal Papa che viene dalla fine del Mondo, ma con un respiro ecumenico, estraneo all’inflessibilità del cosmo militare.
Come cardinale Jorge Mario Bergoglio era impegnato nell’aiutare i poveri, come Papa Francesco darà voce agli ultimi ed evidenzierà l’importanza nel panorama internazionale della realtà sudamericana e del suo futuro come “patria grandè” echeggiata dagli eroi Simon Bolivar e Josè de San Martin.
Nel messaggio Urbi et Orbi davanti ad oltre duecentocinquantamila presenti in Piazza San Pietro il Papa dell’America Latina ha sintetizzato la sua idea di Mondo, con lo scongiurare le minacce alla vita umana e alla famiglia, condannando la tratta di persone, il narcotraffico e lo sfruttamento iniquo delle risorse naturali, invitando a essere “custodi responsabili del creato”.
Il nuovo vescovo di Roma sta indicando il futuro fatto di prossimità con gli altri e con il Pianeta, non solo in ambito teologico, ma come stile di vita sobrio, non austero e infelice, basato sulla conoscenza delle conseguenze di ogni nostra azione.
Nell’Ecuador di Correa si dovrà riflettere sull’affidare una porzione dell’Amazzonia alla Cina per lo sfruttamento delle risorse naturali, petrolio innanzitutto, cacciando le popolazioni indigene che vi vivono da secoli, come la tribù Kichwa, minacciando la Biosfera del Parco Nazionale Yasunì.
Un Papa che parla a tutti, nell’ambito del buon senso, per far riflettere le persone sul custodire e non sul possedere.
Non sono direttive dell’etica cattolica, ma della convivenza tra persone da poter adottare indistintamente nell’ambito di un condominio come nella geopolitica, per superare ogni divergenza.
Jorge Mario Bergoglio è un filosofo della vita e un Libertador degli ultimi e dei potenti, con il suo improvvisare con cognizione di causa sulla singolarità della felicità.
Il Papa Francesco potrà cambiare il Mondo senza obbligare nessuno, senza alzare la voce, solo con la serenità della sua voce.
Se Chavez era ritenuto el Libertador del Continente Latino Americano dalle maniere energiche che si sono dimostrate inefficaci contro la violenza, ora è la volta della pacatezza impegnata a rieducare ad un nuovo confrontarsi con il prossimo che potrà dare qualche frutto, offrendo un’alternativa alla devastazione dell’umanità.
Il prossimo appuntamento elettorale sarà in Cile con la ricandidatura di Michelle Bachelet alla presidenza.